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 I MUFLONI NELLE FORESTE CASENTINESI
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Padovano
Utente Senior


Città: PADOVA
Prov.: Padova

Regione: Veneto


1570 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 ottobre 2009 : 00:52:32 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Mi piacerebbe sapere la situazione di questo bovide nel Parco Nazionale tosco-romagnolo...quando è stato introdotto e dove,e se è tuttora presente...se qualcuno sapesse qualcosa mi farebbe molto piacere lo scrivesse quì,magari il Parco stesso che vedo che spesso scrive in NM

dama dama

Modificato da - Flavior in Data 05 ottobre 2010 22:56:04

Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4965 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 ottobre 2009 : 07:08:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Padovano:
... Mi piacerebbe sapere la situazione di questo bovide nel Parco Nazionale tosco-romagnolo...


L'ultimo avvistamento di un gruppetto di mufloni nel PNFC ... è del 28 settembre 2009 (durante il censimento sperimentale al cervo).
Quando houn po' di tempo .... ti darò qualche altra notizia.
Se nel frattempo Foreste Casentinesi ci fornirà qualche ulteriore informazione ... ne saremo tutti felici.
Ciaoo.

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Foreste Casentinesi
Utente Junior

Città: Pratovecchio
Prov.: Arezzo

Regione: Toscana


29 Messaggi
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 18:12:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Volentieri, anche se il muflone non è al centro delle attenzioni del Parco Nazionale, che dedica le proprie esigue energie a temi che sono obiettivamente prioritari rispetto al muflone. Questa specie viene ritenuta alloctona, qual è in effetti e senza dubbio, e non ha per noi alcun interesse conservazionistico. Si tratta di una simpatica curiosità, di sporadici animali che certamente hanno dignità e diritto di esserci ma che hanno un destino di estinzione segnato all'interno del Parco Nazionale (si parla davvero di poche unità residuali). Se la specie nel Parco fosse in espansione sarebbe ritenuta da noi un problema, forse addirittura un pericolo da gestire. A parte piccole aree rupestri l'ambiente delle foreste casentinesi non è certo favorevole al Muflone.
L'U.T.B. del C.F.S., che gestisce le riserve statali, ha effettuato alcuni studi e li ha anche pubblicati mi pare in varie occasioni. Se non li segnala nessuno vedremo di farlo noi.
Devo dire che vi sono stati avvistamenti anche in quel di Premilcuore, da probabili rilasci assai birichini e davvero colpevoli.
C'è comunque chi ne sa più di noi ed è invitato a farsi avanti !






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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4965 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 ottobre 2009 : 22:13:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Foreste Casentinesi:
.... A parte piccole aree rupestri l'ambiente delle foreste casentinesi non è certo favorevole al Muflone ....


Ovviamente condivido .... e per "consolare" il povero Giacomo (da non confondere con il "tenero" .... presente in un noto settimanale ) mi autocito e posto una parte del testo sul muflone che ho scritto nel lontano 1992, in occasione della pubblicazione dell'Atlante dei Mammiferi della Provincia di Forlì. Ci sono alcune notizie storiche (sempre valide ) ed una considerazione personale (che allora sembrava prematura) ... sulla presumibile futura seconda estinzione della specie ..... questa volta per cause non direttamente antropiche.

..... Nell’Italia continentale la specie è stata introdotta in molte località ed è presente lungo la dorsale appenninica (soprattutto Appennino tosco-emiliano) e nell’arco alpino, prevalentemente nei settori occidentale e nord-orientale.
Specie frugale dal punto di vista trofico, si adatta a molteplici situazioni ambientali; il principale fattore limitante è rappresentato da forti innevamenti.
Ruminante pascolatore puro, si nutre di erbe, tuberi e fogliame di svariate essenze vegetali, comprese quelle sclerofille xerofile (anche coriacee) tipiche degli ambienti aridi mediterranei, caratteristica che lo rende capace di sfruttare risorse inutilizzabili da altre specie di ungulati.
L’introduzione del muflone nelle Foreste Casentinesi è stata operata da Carlo Siemoni dopo il 1839
1839. L’operazione ebbe successo, come risulta dai resoconti delle battute di caccia effettuate dai Lorena nella seconda metà dell’800 e dal Cavalier Tonietti nei primi anni del ‘900. In una battuta organizzata dal Tonietti vennero infatti uccisi, oltre a sette cervi, ben venticinque mufloni (Castelli 1941).
L’estinzione del Muflone in Romagna avvenne, come per il Daino, alla fine della seconda guerra mondiale. La prima reintroduzione del periodo post-bellico avvenne ad opera dell’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali: il 27 luglio 1950 furono immessi in foresta un maschio ed una femmina, seguirono un maschio e due femmine il 2 luglio 1955, e una femmina il 25 giugno 1963; tutti gli esemplari proveniva no dalla Sardegna.
La distribuzione provinciale attuale di questo ungulato è limitata alla sola tavoletta IGM di Corniolo, nella quale si sono avuti due rilevamenti (il ritrovamento di un cranio e l’avvistamento di un maschio), entrambi nell’inverno del 1989.
Se non si può ancora parlare con certezza di estinzione, non vi sono comunque dubbi che la specie abbia evidenziato negli ultimi anni un decremento numerico considerevole. Le cause del fenomeno possono essere solo ipotizzate e comunque individuate sia nell’aumentata pressione predatoria da parte del Lupo, sia nella difficoltà oggettiva della specie di sopravvivere in un ambiente caratterizzato da condizioni climatiche e pedologiche sfavorevoli, complessivamente poco adatte alle esigenze ecologiche della specie.

Luciano Cicognani


... il muflone mi ha poi smentito, mantenendosi di fatto sempre sull'orlo dell'estinzione .... ma resistendo con alcuni effettivi fino ai giorni nostri.
Ciaoo.

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OrsoTib
Utente V.I.P.


Città: Lugo
Prov.: Ravenna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 22 ottobre 2009 : 21:05:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
avrei 17/18 domande da fare ma vedrò di limitarmi...

1) in quante unità è stimata la popolazione attuale?
2) in che quantità, ovviamente più o meno pressapoco, comincerebbe a diventare un problema e quale sarebbe il problema un po più nel dettaglio?
3) come mai furono reintrodotti anche nel dopoguerra, se non è il loro territorio?
4) chi e perchè rilascia mufloni nel P.N.F.C.? si faran delle ipotesi,no?
5) se non è un segreto, in che zona più precisamente sono o sono stati avvistati?
6) sono relativamente al Parco erranti o stanziali in una determinata zona?

Grazie a chi potrà e vorrà rispondermi...


Modificato da - OrsoTib in data 22 ottobre 2009 21:08:22
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4965 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 22 ottobre 2009 : 23:02:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di OrsoTib:
avrei 17/18 domande da fare ma vedrò di limitarmi...


Grazie Orso, .... come sei buono!
A parte gli scherzi provo a darti qualche risposta ... poi magari integreremo ulteriormente.
I dati (oltre alle solite osservazioni personali) sono tratti dalla pubblicazione a cura dell'UTB "La riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino" dove c'è un box sul muflone curato dall'amico Marco Lucchesi ... che ha anche seguito le ultime fasi della ricerca sulla specie.


1) in quante unità è stimata la popolazione attuale?


La consistenza minima attuale e di circa 10 - 15 esemplari; si configura quindi una popolazione con produttività ridotta al minimo ... probabilmente in fase di stasi .... e sempre sull'orlo dell'estinzione.

2) in che quantità, ovviamente più o meno pressapoco, comincerebbe a diventare un problema e quale sarebbe il problema un po più nel dettaglio?


Qui lascio la palla a Foreste Casentinesi, ... anche se personalmente penso che una popolazione alloctona ... forzatamente immessa a "ripetizione" in un territorio poco consono, che registra la contemporanea presenza di altre quattro specie di ungulati .... rappresenti un problema a prescindere dagli effettivi. In parole povere e un po' crude ... se si estinguerà spontaneamente ... io non sarò fra quelli dispiaciuti

3) come mai furono reintrodotti anche nel dopoguerra, se non è il loro territorio?


Anche qui probabilmente altri potranno rispondere in modo più appropriato; io penso che in quell'epoca storica si perseguissero immissioni di fauna selvatica di ogni tipo ... abbastanza a "cuor leggero" .. probabilmente sull'onda delle precedenti esperienze ... senza preoccuparsi più di tanto del contesto ecologico.

4) chi e perchè rilascia mufloni nel P.N.F.C.? si faran delle ipotesi,no?


Qui probabilmente hai mal interpretato la frase ...
Messaggio originario di Foreste Casentinesi:
.... Devo dire che vi sono stati avvistamenti anche in quel di Premilcuore, da probabili rilasci assai birichini e davvero colpevoli ...


... in quanto era probabilmente riferita ai rilasci (effettuati anni fa, in maniera poco ortodossa) degli esemplari che si trovavano ancora dentro ad un recinto di acclimatazione (vicino a Premilcuore) nel quale, in seguito alla decisione, presa in accordo con l’allora Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina, di eliminare gradualmente dalle foreste i mufloni (che si ritenevano ibridati con pecore) si stava costituendo un nucleo di individui puri provenienti dallo zoo di Roma. Probabilmente sono riferibili a individui di quel nucleo le 5 osservazioni effettuate tra il 2001 e il 2003 tra Premilcuore e S. Benedetto in Alpe.

5) se non è un segreto, in che zona più precisamente sono o sono stati avvistati? ...


Qui preferisco non rispondere, .... almeno non pubblicamente

6) sono relativamente al Parco erranti o stanziali in una determinata zona? ...


A questa domanda posso risponderti in modo non molto preciso ... ma sufficientemente chiaro (almeno spero).
I gruppetti di 2 o 3 individui ....(max osservati 5 .... maschi adulti solitari) sembrano piuttosto legati ad un determinato territorio, situato in tre località piuttosto ravvicinate. Le caratteristiche comuni di questi territorial sono un'altitudine al di sopra dei 700 metri di quota e versanti ripidi di prevalente esposizione Nord.
Queste insolite preferenze potrebbero essere legate allo sfruttamento dei versanti più ripidi dove la permanenza della coltre nevosa (principale fattore limitante) è minore e raramente raggiunge e supera i 20 – 30 cm di spessore, limite entro il quale il bovide riesce a muoversi ancora agevolmente.

Grazie a chi potrà e vorrà rispondermi...


Come vedi ho potato e volato .... hem ..... potuto .... e voluto; mi dispiace per chi si è duvuto "sorbire" questa plurispostona ..... ma come disse qualcuno ... "per rispondere a una domanda grande ..... ci vuole una risposta grande" .... O NO?
Ciaoo


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OrsoTib
Utente V.I.P.


Città: Lugo
Prov.: Ravenna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 23 ottobre 2009 : 18:30:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bene... in attesa del contributo senz'altro interessante del Parco, ora ti faccio le altre 12 domande più altre 17/18 che mi sono sorte nel frattempo...

Tranquillo sto scherzando... tutto molto chiaro tranne il punto 4 che non ho capito molto bene cosa sia successo, e di qui ti chiedo: la popolazione sopra citata di 10/15 esemplari riguarda solamente i discendenti dei primi rilasci o comprende anche discendenti di rilasci successivi? (sempre che si sia in grado di stabilirlo)... a proposito quanto vive un muflone?...

ed ora la domandona che ne vale 20... il Muflone non si è mai propagato più di tanto per cause eslusivamente naturali o la mano dell'uomo è intervenuta affinchè non si propagasse più di tanto, con caccia più o meno auotorizzata o con catture od altro ancora???

se non si fosse mai propagato x cause esclusivamente naturali e nonostante ciò pare non sia nemmeno intenzionato almeno per il momento ad estinguersi nonostante il numero esiguo, se non ha considerazione scientifica perchè non autoctono, anche se non conta e non serve a niente ha tutta la mia considerazione a livello "filosofico" ed anche romantic-fiabesco...
non dico che andrebbe conservato e preservato, ma almeno un po' più di rispetto lo merita, considerato anche che ce l'hanno messo e non ci è venuto da solo...

Grazie mille Lucius, ciao

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OrsoTib
Utente V.I.P.


Città: Lugo
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Inserito il - 23 ottobre 2009 : 19:03:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Luciano54:

[quote]...I dati (oltre alle solite osservazioni personali) sono tratti dalla pubblicazione a cura dell'UTB "La riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino" dove c'è un box sul muflone curato dall'amico Marco Lucchesi ... che ha anche seguito le ultime fasi della ricerca sulla specie.

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esiste anche online la pubblicazione o ho sognato?? ciao
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


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Flora e Fauna

Inserito il - 23 ottobre 2009 : 20:35:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di OrsoTib:

Messaggio originario di Luciano54:

[quote]...I dati (oltre alle solite osservazioni personali) sono tratti dalla pubblicazione a cura dell'UTB "La riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino" dove c'è un box sul muflone curato dall'amico Marco Lucchesi ... che ha anche seguito le ultime fasi della ricerca sulla specie.

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esiste anche online la pubblicazione o ho sognato?? ciao


No, non hai sognato! l'abbiamo messa online (PDF) al seguente link ...
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Ciaoo.

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OrsoTib
Utente V.I.P.


Città: Lugo
Prov.: Ravenna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 23 ottobre 2009 : 21:32:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
"Il muflone...... si rispecchia anche
in una grande plasticità comportamentale che gli
permette, tra l’altro, di rispondere alla presenza di
predatori a lui sconosciuti, quali il lupo.....

Di fatto, il muflone, proprio perché
alloctono, potrebbe rappresentare, se seguito con costanza e competenza, un ottimo soggetto di
studio per la valutazione di strategie adattative ad
un ambiente non congeniale ad esso sotto svariati
aspetti,
come la rigidità invernale e la presenza di
un grosso predatore opportunista quale il lupo...."


Spero non avrai nulla in contrario Luciano, ma
mi sono permesso di riportare due piccoli brani che riassumono in pieno l'idea che mi sono fatto del Muflone in questi giorni...
trattato davvero molto interessante che mi leggerò poi con calma... Grazie mille di nuovo, ciao
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Padovano
Utente Senior


Città: PADOVA
Prov.: Padova

Regione: Veneto


1570 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 ottobre 2009 : 01:02:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
grazie mille a Luciano soprattutto e a Foreste Casentinesi per le risposte...c'è una cosa che però non mi è chiara Luciano:che cos'è la tavoletta IGM di Corniolo?

dama dama
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Foreste Casentinesi
Utente Junior

Città: Pratovecchio
Prov.: Arezzo

Regione: Toscana


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Inserito il - 24 ottobre 2009 : 15:02:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Si va sempre di corsa e spesso non c'è tempo di argomentare per bene le proprie opinioni e di questo mi scuso a priori.
Io stesso ho definito il Muflone come meritevole di rispetto e dignità ed ovviamente nessuno sta lavorando per la sua scomparsa (e non mi risulta che sia mai stato fatto nemmeno in passato) quindi la flessione numerica e l'ipotetica futura scomparsa sono certamente di origine naturale.
Seguendo la giusta impostazione di Orso Tibetano "a livello "filosofico" ed anche romantic-fiabesco..." devo dire che il maggior pericolo legato ad una eventuale, seppur improbabile, espansione del Muflone sarebbe proprio quello della banalizzazione del ns territorio.
Ogni ambiente ha le sue caratteristiche, le sue eccezionalità, i suoi caratteri distintivi. Il muflone in Sardegna è parte del paesaggio e dello spirito di quella terra. In Giappone l'Ailanto (è un albero..) è parte dell'ambiente. Da noi invece queste due specie introdotte dall'uomo fuori dal loro ambiente, sono dei fattori che banalizzano e snaturano il territorio (senza valutare i loro potenziali conflitti con altre specie autoctone).
Ecco perchè vorremmo non averle, perchè ci spingono verso l'omologazione generale, come avviene con gli arredi di Ikea che stanno entrando nelle case di tutto il mondo annientando le differenze culturali.
Se poi il Muflone arrivasse da solo alle Foreste Casentinesi, beh, sarebbe un'altra cosa...
Non so se mi sono spiegato.
L'altro fattore è, come avevo evidenziato, che le energie del Parco Nazionale sono fortemente limitate. Ecco perchè le dedichiamo soprattutto alle specie che a ns giudizio ne hanno più bisogno. Studiare i Mufloni delle Foreste Casentinesi, anche in relazione agli interessanti aspetti segnalati da Orso Tibetano, sarebbe bellissimo, ma dobbiamo prima affrontare altri temi (che ne so, dal "banale" lupo all'Ululone, dalla Rosalia Alpina all'Osmoderma eremita).

Gli studi fatti da altri (quelli citati da Luciano ad esempio) sono comunque una ricchezza che integra il patrimonio di conoscenza a disposizione di tutti.
Sono riuscito a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte ??




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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

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4965 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 ottobre 2009 : 19:21:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Foreste Casentinesi:
.... Sono riuscito a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte ??


Direi di sì! ... anzi due al cerchio e uno alla botte, ..... no, no .... due alla botte e uno al cerchio; ..... va beh .. l'importante è avere dato "qualche colpo"

Appena ho un attimo (previsti un paio giorni un po' incasinati) vedo di dare le "residue" risposte a Padovano e Orso.
Ciaoo.

P.s. ho dimenticato di dire che la risposta di Foreste Casentinesi (qual'è il cognome?) ... mi è sembrata decisamente esaustiva e del tutto condivisibile nei concetti espressi.

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macromicro
Utente Super


Città: Piovene Rocchette
Prov.: Vicenza

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Macrofotografia

Inserito il - 26 ottobre 2009 : 11:02:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
spero di vedere qualche immagine

Gianfranco
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Luciano54
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Flora e Fauna

Inserito il - 26 ottobre 2009 : 13:04:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di macromicro:

spero di vedere qualche immagine


Della zona, .... dei mufloni, .... o dei mufloni in quella zona?
Ciaoo.

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OrsoTib
Utente V.I.P.


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Prov.: Ravenna

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Inserito il - 28 ottobre 2009 : 18:20:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Foreste Casentinesi:

Si va sempre di corsa e spesso non c'è tempo di argomentare per bene le proprie opinioni e di questo mi scuso a priori.
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Preciso che la mia non era assolutamente una critica alla gestione del Parco, bensì una considerazione personale che essendo a livello "filosofico" era a "costo zero". Io stesso ho precisato che non chiedevo la tutela e la conservazione... so bene che un Parco non lo si gestisce certo con la filosofia, o perlomeno non solo con quella... moltissimi fattori di cui dover tener conto e priorità da decidere non certo per simpatia...
Io chiedevo solo un po' più di considerazione e meno "sopportazione" per una specie "riservata" che seppur alloctona non ha invaso e colonizzato il territorio, non ha fatto danni e si è semplicemente ritagliata una piccola zona per sè senza creare troppi problemi (almeno credo!).... considerato che è un'alloctono direi che non è poco visti i danni che fanno spesso e volentieri specie alloctone nei vari territori...

detto questo però, devo dire che la storia della banalizzazione a me non mi convince mica tanto....
premesso che l'attuale gestione non può certo rispondere delle gestioni precedenti che le condivida o meno, il Daino che peraltro amo, è forse meno alloctono del Muflone???... il Cinghiale è forse meno "banale" del Muflone??? rimanendo fra gli ungulati il più autoctono di tutti mi risulta sia il Capriolo... non sono uno studioso e non ho dei numeri in possesso, ma così a naso mi sembra che nel parco a parte il Muflone sia il meno numeroso (lieto di essere smentito)...
per semplice curiosità a numeri inversi fra Cinghiale e Muflone, chi sarebbe il "banale" e chi la risorsa? verrebbe attuato un piano di conservazione del cinghiale o sarebbe una specie di cui "augurarsi" l'estinzione?

se fra 20 anni il Muflone sarà riuscito a perpetrarsi e a non a estinguersi, si continuerà a considerarlo un'anomalia in attesa di estinzione o si comunicerà a guardarlo in un ottica diversa di valorizzazione del soggetto?

grazie per le eventuali risposte, qualunque esse siano...

Modificato da - OrsoTib in data 28 ottobre 2009 18:25:50
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OrsoTib
Utente V.I.P.


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Inserito il - 28 ottobre 2009 : 18:24:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Luciano54:

Messaggio originario di macromicro:

spero di vedere qualche immagine


dei mufloni in quella zona?
Ciaoo.

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la vedo dura ....Luciano, ti risulta "esistano" foto dei mufloni nel P.N.F.C.?

ultima domanda... se il Muflone soffre il freddo delle foreste Casentinesi, come fa a vivere anche nelle dolomiti??? ceppi diversi???
Ciao

Modificato da - OrsoTib in data 28 ottobre 2009 18:28:48
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Luciano54
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Inserito il - 30 ottobre 2009 : 23:13:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Rispondo ad una legittima curiosità di Giacomo ....
Messaggio originario di Padovano:
... c'è una cosa che però non mi è chiara Luciano:che cos'è la tavoletta IGM di Corniolo?


.... sperando di non risultare eccessivamente prolisso ... come al solito!


Iniziamo col dire che quando si organizzano i rilevamenti per elaborare un atlante distributivo, .. si predispone una base cartografica di rilevamento, che viene utilizzata per suddividere il territorio in unità di campionamento.
Al giorno d'oggi (con i rilevatori GPS e le attuali potenzialità informatiche) il rilevamento può anche essere puntiforme; l'atlante di cui ti ho parlato risale però al 1992 ... e le potenzialità informatiche erano molto più scarse che attualmente ed era quindi necessario predisporre una "griglia di rilevamento".
La base cartografica utilizzata era costituita dalle tavolette in scala 1:25000 di circa 9,25 x 10 km .... ed era dell'Istituto Geografico Militare .... (da cui il termine "tavolette IGM")
Ti mostro tre immagini di esempio, la prima che rappresenta la suddivisione del territorio della provincia di Forlì (allora si chiamava solo così ... e includeva anche il comprensorio Riminese).....
Immagine:
I MUFLONI NELLE FORESTE CASENTINESI
211,52 KB




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Luciano54
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Flora e Fauna

Inserito il - 30 ottobre 2009 : 23:14:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
... nella seconda immagine ti mostro il reticolo ... con la situazione distributiva del muflone (con evidenziata l'unica tavoletta di presenza accertata della specie .....

Immagine:
I MUFLONI NELLE FORESTE CASENTINESI
189,53 KB


le tre colorazioni delle tavolette indicano le tre fasce altitudinali: pianura (bianca).... collina (grigio chiaro) .... montagna (grigio scuro).



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Luciano54
Moderatore


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4965 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 30 ottobre 2009 : 23:14:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
... per semplice curiosità ti mostro anche la situazione di allora del lupo, ... che già evidenziava l'inizio di un consistente fenomeno di espansione (attualmente ancora in atto)......

Immagine:
I MUFLONI NELLE FORESTE CASENTINESI
188,2 KB


Per concludere questa "digressione cartografica" c'è da dire che dopo pochi anni le tavolette IGM sono "andate in pensione" e noi abbiamo iniziato a lavorare su cartografie UTM (Universal Transverse Mercator) come tutta la regione ER (e con cartografie fornite dalla stessa) con datum European 1950.

Questo tipo di cartografia .... "regionale" genera però dei problemi, perchè ad esempio in Toscana si utilizza il sistema Gaus Boaga ovest con datum Roma 1940, ... con conseguenti difficoltà di scabio dei dati poichè ci sono problemi a convertire da European 1950 a Roma 1940 (non combinano perfettamente le coordinate).
Fortunatamente si sta velocemente andando verso un nuovo sistema cartografico ... WGS 84 che rappresenta il prossimo standard cartografico mondiale.

Ciaoo.

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Padovano
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Città: PADOVA
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Regione: Veneto


1570 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 31 ottobre 2009 : 00:44:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
grazie Luciano per la spiegazione precisa

dama dama
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