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Nota! La determinazione degli insetti necessita quasi sempre di un'indicazione geografica e temporale precisa.
Invitiamo quindi gli utenti ad inserire questi dati ogni volta che viene richiesta una determinazione o viene postata una foto di un insetto. I dati forniti dagli utenti ci consentiranno anche di attribuire un valore scientifico alle segnalazioni, contribuendo a migliorare e integrare le attuali conoscenze sulla distribuzione delle specie postate.


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erica alpina
Utente Junior


Città: Longarone
Prov.: Belluno

Regione: Veneto


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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 22:26:44 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Vi posto le foto di questo formicaio con la brina fatte ieri mattina in montagna.

formicaio gelato
296,67 KB

Modificato da - Vitalfranz in Data 26 ottobre 2008 11:22:22

erica alpina
Utente Junior


Città: Longarone
Prov.: Belluno

Regione: Veneto


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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 22:27:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Immagine:
formicaio gelato
295,56 KB
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FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 22:52:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Ciao Erica,

benvenuta nel forum, ma che bello questo formicaio ghiacciato, si può sapere dove sono state fatte le foto?

Ti consiglio di inserirlo anche nel settore delle formiche.


simo






Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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erica alpina
Utente Junior


Città: Longarone
Prov.: Belluno

Regione: Veneto


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Inserito il - 20 ottobre 2008 : 23:08:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le foto sono state fatte sul Zimon de Cajada (1800 m) in comune di Longarone.
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 21 ottobre 2008 : 05:14:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto particolare Erica. Ciò che colpisce subito è il fatto che è solo il formicaio è coperto di brina. Hai qualche idea come mai?

Sarah Gregg - Con altri occhi


"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 21 ottobre 2008 : 06:43:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Benvenuta Erica in Natura Mediterraneo!
Un bellissimo ingresso con una serie di foto davvero molto interessanti che sicuramente apriranno un' appassionata discussione per via dello strano fenomeno che tu sei riuscita a cogliere.

Credo che accada come nelle automobili lasciate all'aperto a trascorrere la notte.
Durante il giorno tendono a scaldarsi (perchè rimaste sotto il sole) e ad accumulare una gran quantità di calore, come avviene in una serra.
Poi lungo l'arco della notte la temperatura crolla e il forte sbalzo termico determina una grande condensazione dell'umidità sulla superficie esterna. Goccioline d'acqua che si trasformeranno in una bella crosta di brina.

Il formicaio è molto più caldo rispetto al suolo proprio per l'attività fisica che svolgono al suo interno le formiche bruciando risorse alimentari. Credo che sia la produzione di calore da parte del loro corpo a far salire la temperatura del formicaio di diversi gradi. Se ci pensi bene, anche in inverno i formicai rimangono attivi, seppur in forma ridotta, grazie a questa particolarità: l'impianto di riscaldamento costituito.

Con ogni probabilità la formica rossa ha studiato questo tipo di formicaio fatto per lo più da materiale vegetale, per creare una superficie a cupola in grado di mantenere a lungo il calore (una specie di materiale coibentante con minuscole intercapedini d'aria sul tipo del polistirolo). Poi, gelando di notte, aggiunge un ulteriore strato protettivo (la brina) per opporsi alle bassissime temperature esterne. Una forma ed una tipologia di materiali che i milioni di anni hanno selezionato eveolvendola nella struttura che offriva i risultati migliori: la cupola di aghi di abete.

Specifico Sarah, che queste sono solo mie supposizioni in attesa d'essere confermate.


Ricordo quando andai con Zodiac ad aprire i suoi alveari, la cosa che più di tutto mi stupì fu l'elevata temperatura interna dell'alveare che giudicherei fosse stata fra i 10 ed i 15 gradi superiore all'esterna.


Durante il viaggio verso Sorano e Sovana, Sofi (BIBIUS) mi ha parlato di una sua amica studiosa di formiche che ha la passione di crearsi dei formicai dentro contenitori particolari progettati e realizzati da lei. Li tiene in casa, credo d'aver capito da lunghissimo tempo. Sarebbe interessante poterla contattare e conoscere le sue esperienze (è anche una bravissima informatica: è la sua professione).

Grazie ancora Erica per il tuo primo contributo davvero molto interessante

Beppe


La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.

Beppe Miceli
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gigi58
Moderatore Trasversale


Città: Trapani
Prov.: Trapani

Regione: Sicilia


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Inserito il - 21 ottobre 2008 : 10:01:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Belle e singolari, complimenti e benvenuta
Ciao Gigi
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erica alpina
Utente Junior


Città: Longarone
Prov.: Belluno

Regione: Veneto


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Inserito il - 21 ottobre 2008 : 22:18:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie per aver spostato la discussione in questa sezione del forum.
A me piaceva semplicemente il soggetto, non pensavo di suscitare così tanto interesse.
Ciao
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Salvatore Caiazzo
Moderatore


Città: Monteveglio
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 21 ottobre 2008 : 22:20:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Proposto da Beppe e sostenuto da Roberto.

Siamo parte della natura - Salvatore
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Acipenser
Utente Senior


Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero

Regione: Germany


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Inserito il - 23 ottobre 2008 : 12:27:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Specifico Sarah, che queste sono solo mie supposizioni in attesa d'essere confermate.


Ciao Beppe, ciao a tutti,

non posso confermare quanto dici; non conosco, come nozione, la risposta al fenomeno, ma mi sento di poter fare un paio di considerazioni.
A mio avviso, la condensa formata sulla superficie del formicaio potrebbe originare da una produzione/accumulo di acqua sulla sua sommità; le ragioni che mi vengono in mente sono le seguenti:

a) pur in modo diverso da noi, le formiche respirano; è ipotizzabile che facendolo perdano acqua.

b) I vegetali che costituiscono il formicaio potrebbero, durante il giorno, decomporsi, liberando acqua e anidride carbonica (e calore, che potrebbe essere un cofattore dell'alta temperatura interna del formicaio).

c) Le formiche potrebbero secernere liquidi a matrice acquosa.

Ovviamente tali ipotesi non si escludono mutuamente.

L'acqua prodotta risalirebbe per capillarità, e perché in parte in forma di sospensione; giunta alla sommità si unirebbe ad altra acqua intrappolata dalla struttura per la sua conformazione e per interazione elettrostatica.
Qui si formerebbero delle gocce per via delle forze di coesione ed adesione. Queste cederebbero calore all'esterno e congelerebbero.

Ho cercato di essere chiaro, se non lo sono stato sei libero di tirarmi le orecchie .


Tautò tèni zon kài
tethnekós kai egregoròs
kai kathèudon kai nèon kai
gheraiòn tade gàr
metapésonta ekéina ésti
kakèina pàlin táuta.

Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato.
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 23 ottobre 2008 : 18:58:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Acipenser,

ieri stavo pensando all'esempio che avevo fatto delle auto posteggiate di giorno al sole e alla mattina trovate congelate di brina. Ma ho pensato che lo stesso identico fenomeno capita sulle tegole di un tetto che al risveglio di una mattina invernale, troviamo coperte di brina. Anche lì la differenza di temperatura fra l'ambiente interno e l'esterno determina la condensa e quindi la brina.
Sarebbe interessante misurare la temperatura interna di uno di questi formicai di Formica rufa in varie ore del giorno per disegnare una curva prendendo come riferimento il suolo circostante.
La temperatura interna, superiore di diversi gradi rispetto a quella esterna, a mio avviso è la causa principale che fa creare questa condensazione dell'umidità nell'aria.
Migliaia e migliaia di formiche messe insieme, bruciando gli zuccheri derivati dal cibo di cui si nutrono, liberano calore corporeo che rimane intrappolato all'interno del formicaio dalla calotta termoisolante.
Indubbiamente anche la cause che tu hai esposto sono valide e le ritengo coadiuvanti a questo strano effetto brina.
Ciao Beppe


La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.

Beppe Miceli
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


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Flora e Fauna

Inserito il - 23 ottobre 2008 : 20:24:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi sa che siamo un po' tutti fuori strada. Il fenomeno è eminentemente fisico. L'esempio delle auto è calzante, ma queste si coprono di brina solo perché disperdono più rapidamente il calore. Credo che così avvenga anche nel formicaio. Non riesco però a ricordarne i motivi (sono sicuro di aver letto qualcosa sull'argomento). Speriamo in qualche esperto di formiche.


Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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Acipenser
Utente Senior


Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero

Regione: Germany


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Inserito il - 23 ottobre 2008 : 20:38:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La temperatura interna, superiore di diversi gradi rispetto a quella esterna, a mio avviso è la causa principale che fa creare questa condensazione dell'umidità nell'aria.


Non è una variazione di temperatura giorno-notte a determinare la brina; in generale possiamo dire che superfici molto fredde accettano calore da molecole d'acqua nelle loro immediate vicinanze, così queste subiscono un passaggio di fase. Il discorso della giornata di sole è valido solo perché ad una giornata di sole segue spesso una notte limpida, in cui la dispersione del calore è massima (mancano le nubi, la radiazione emessa si disperde nello spazio) e le superfici sono mediamente più fredde. Anche il fatto che certi materiali possano disperdere rapidamente calore aiuta la formazione della brina su di essi. Ma gli aghi di pino sono isolanti.

Una bibita molto fredda posta a temperatura ambiente determina la formazione di condensa sul suo contenitore; gli occhiali si appannano entrando in una stanza calda d'inverno (perché le lenti sono fredde).

In definitiva, tanto più è elevata la differenza di calore tra superficie e aria (e non tra superficie di giorno e superficie di notte) tanto più si ha condensazione/brinamento.

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vespa90ss
Utente Super


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Regione: Toscana


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Inserito il - 23 ottobre 2008 : 20:40:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Roberto,
stavo pensando ad una bottiglia d'acqua estratta dal frigo: dopo pochi minuti è piena di condensa per la forte differenza di temperatura.
Freddo dentro, caldo fuori, l'umidità condensa sulla superficie. In pratica è il principio che genera la pioggia.
Secondo me è il crollo repentino delle temperature esterne, dovute all' arrivo della notte, che crea condensa e poi congela in brina con l'aumentare del freddo notturno, non il contrario.
Beppe


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Beppe Miceli
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


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Flora e Fauna

Inserito il - 23 ottobre 2008 : 20:51:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:
stavo pensando ad una bottiglia d'acqua estratta dal frigo: dopo pochi minuti è piena di condensa per la forte differenza di temperatura.
Freddo dentro, caldo fuori, l'umidità condensa sulla superficie. In pratica è il principio che genera la pioggia.
Secondo me è il crollo repentino delle temperature esterne, dovute all' arrivo della notte, che crea condensa e poi congela in brina con l'aumentare del freddo notturno, non il contrario.

Non vedo quale sia il contrario, perché io sono d'accordo con i tuoi esempi!
La cosa certa è che la sommità del formicaio è più fredda dell'ambiente circostante ed è lì che prima condensa e poi gela l'umidità dell'aria. La brina non è però dovuta alla diversa umidità tra sommità del formicaio ed ambiente, ma alla minor temperatura.

Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

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Inserito il - 23 ottobre 2008 : 21:03:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Hemerobius:
La cosa certa è che la sommità del formicaio è più fredda dell'ambiente circostante ed è lì che prima condensa e poi gela l'umidità dell'aria. La brina non è però dovuta alla diversa umidità tra sommità del formicaio ed ambiente, ma alla minor temperatura.

Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus


quindi in teoria quella stessa superficie dovrebbe essere anche più calda quando ci batte il sole (facendo sempre riferimento al suolo).
Si comporta come un isolante termico perfetto che impedisce al calore interno del formicaio di uscire durante le ore notturne ed alle temperature diurne estreme di penetrare all'interno. Le api hanno le ali per ventilare l'alveare che si surriscalda al sole ma le formiche (sembra che dentro un nido ce ne siano da 200.000 fino ad un milione per quelli più grandi) non hanno molti strumenti per mantenere costante la temperatura.
Forse sbaglierò tutto ma sicuramente hanno trovato un sistema geniale per crearsi un microclima adatto alle loro necessità.
Beppe
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Acipenser
Utente Senior


Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero

Regione: Germany


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Inserito il - 23 ottobre 2008 : 21:31:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Si comporta come un isolante termico perfetto che impedisce al calore interno del formicaio di uscire durante le ore notturne ed alle temperature diurne estreme di penetrare all'interno.


Beppe, questo è sicuramente vero ma secondo me non è rilevante per spiegare la formazione della brina (anzi, semmai questo è un fattore che gioca contro la formazione della brina). Proprio per questo motivo sono stato spinto a considerare che la sommità formicaio potesse essere un ambiente umido.

giunta alla sommità si unirebbe ad altra acqua intrappolata dalla struttura per la sua conformazione e per interazione elettrostatica.


Qui cito me stesso per sottolineare il passaggio; si può ipotizzare che la struttura esterna del formicaio, ricca di anfratti in materiale isolante, offra un ambiente libero da venti alla fredda aria della notte. Su questa potrebbero brinare le prime molecole d'acqua che in seguito coadiuverebbero l'aggiunta di altre molecole.

Tautò tèni zon kài
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 24 ottobre 2008 : 16:42:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anch'io direi che la brina dipende essenzialmente dal fatto che la superficie esterna del formicaio è più fredda rispetto al terreno.
Ciò probabilmente dipende dal fatto che il formicaio, oltre ad essere sporgente e quindi più esposto all'aria, è coperto di materiale secco che, quindi, ha una capacità termica ridotta rispetto ai materiali contenenti acqua, come le piante vive e il terreno umido.
Perciò, il poco calore contenuto nei materiali esterni di copertura viene assorbito rapidamente dall'acqua di condensa e la temperatura può continuare a scendere più di quella dei materiali circostanti che contengono acqua.
D'altra parte, essendo questo materiale un buon isolante, il fatto che la temperatura superficiale scenda molto non impedisce alla temperatura interna di mantenersi su valori confortevoli per le formiche.
Probabilmente è anche vero che le formiche producono vapore acqueo, ma non credo che ristagni nelle immediate vicinanze del formicaio e possa contribuire alla formazione della brina.

luigi




Modificato da - elleelle in data 24 ottobre 2008 16:59:55
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elleelle
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Città: roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 24 ottobre 2008 : 21:05:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Perciò, il poco calore contenuto nei materiali esterni di copertura viene assorbito rapidamente dall'acqua di condensa e la temperatura può continuare a scendere più di quella dei materiali circostanti che contengono acqua.


Mi correggo: probabilmente, la trasmissioe di calore avviene come ha detto Acipenser, cioè l'acqua cede calore alla copertura del formicaio mentre questa cede calore all'aria; in definitiva, la destinazione finale del flusso di calore è l'aria, che è stata la prima a raffreddarsi, mentre il formicaio e la nebbia fanno da serbatoio di calore.

luigi




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Salvatore Caiazzo
Moderatore


Città: Monteveglio
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Inserito il - 24 ottobre 2008 : 23:39:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Penso che comunque la quantità di vapore acqueo prodotto dalla respirazione di migliaia di formiche possa dare il suo piccolo contributo.

Siamo parte della natura - Salvatore
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elleelle
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Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 25 ottobre 2008 : 14:04:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi sembra che abbiamo detto tante cose vere, ma che non abbiamo concluso; d’altra parte, questi fenomeni non sono tanto “off topic”, se consentono la vita negli ambienti estremi, come i deserti.

Se permettete, provo a raccogliere le varie idee e a integrarle; scusate la prolissità, ma non vorrei saltare i passaggi logici.

Premessa:
# l’aria può contenere una quantità di vapore acqueo crescente con la temperatura; durante il giorno, grazie al riscaldamento solare, molta acqua evapora e passa nell’aria allo stato gassoso;
# quando la temperatura scende parecchio (tipicamente, di notte, ma a volte anche durante il giorno) la quantità di vapore che può essere contenuto nell’aria allo stato gassoso è minore; quando si raggiunge il 100% di “umidità relativa”, l’eccesso si condensa sotto forma di goccioline d’acqua allo stato liquido (nuvole o nebbia);
# le goccioline d’acqua, essendo liquide, cadono lentamente per gravità e si depositano (rugiada);
# se la temperatura scende sotto lo zero, la rugiada congela (brina);
# quando la temperatura dell’aria è sotto zero, le goccioline che sono ancora sospese in aria, si trasformano direttamente in microscopici cristalli e poi cadono aggiungendosi ai precedenti.

Detto questo, se i il supporto si trova a temperatura superiore allo zero, la rugiada non diventa brina e gli eventuali cristalli che cadono si sciolgono di nuovo; questo fenomeno, insieme alla convezione dell’aria fredda, sottrae calore al supporto, raffreddandolo.

La diminuzione di temperatura superficiale richiama calore dall’interno dell’oggetto stesso; questo calore fluisce tanto più rapidamente quanto più il materiale è un buon conduttore del calore; il flusso dura più a lungo se il materiale che si trova all’interno ha un’alta capacità termica (per esempio, se è pesante o contiene molta acqua).

Se la temperatura dell’aria è sotto lo zero e il suolo è formato da materiali cattivi conduttori del calore (nidi di formiche, balle di fieno, scatole di cartone o polistirolo abbandonate per terra ecc…), il flusso di calore che passa dall’interno verso la superficie non è sufficiente a mantenere la temperatura superficiale sopra lo zero e, queste sono le prime superfici dove si forma la brina.

Se la temperatura dell’aria scende molto al di sotto dello zero, anche il resto del terreno, prima o poi, arriva a zero e la brina si forma dappertutto; se invece la temperatura è di poco sotto zero, si creano le situazioni diversificate come quella delle foto postate.

Il fenomeno è simile nel caso del tetto o, meglio ancora, dei vetri delle auto, che sono le parti dove il calore accumulato durante il giorno all’interno della macchina ha più difficoltà ad arrivare e che quindi scendono per prime sotto lo zero.

Ditemi qualcosa (non mi lasciate solo – direbbe Fantozzi)!


luigi





Modificato da - elleelle in data 25 ottobre 2008 14:10:02
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