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Ric
Utente Senior


Città: Alba
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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 21 ottobre 2008 : 09:09:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ehm... mi riferivo alla TAV...

Enrico
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giova80
Utente Senior




1390 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 ottobre 2008 : 10:32:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
tu hai citato un treno di montagna,La Tav e' tutta un'altra cosa e tutto un'altro discorso, perche li non si tratta di un treno di montagna , ma si tratta di un treno internazionale ad altissima velocita' che dovrebbe passare lungo una valle abitata da migliaia di famiglie..ma poi il discorso della TAV e' molto ampio potremo stare a parlare qui per mesi.. figuriamoci

quello che voglio dire e' che c'e' una bella differenza tra un treno di montagna e la Tav,e' imparagonabile la cosa , sarebbe come paragonare il palazzo vicino casa mia di 20 m con le ormai ex Twin Tower!

Giovanni A difesa della natura..

Modificato da - giova80 in data 21 ottobre 2008 10:39:45
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giova80
Utente Senior




1390 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 ottobre 2008 : 11:50:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
in tal proposito voglio inserire quest'altro articolo che e' stato scritto oggi al Corriere..credo che cada a fagiuolo !

La storia Le nuove cifre dell'Ines: qui si produce il 92% del «veleno» italiano. Gli ambientalisti contro l'Ilva che si difende: siamo in regola
A 13 anni ha il tumore da fumo. «E' la diossina» Il medico: mai visto un caso così. Industrie, Taranto città più inquinata dell'Europa occidentale.
Tre mamme con il latte contaminato, cinque adulti con il livello più alto del mondo, 1.200 pecore da abbattere

DAL NOSTRO INVIATO

TARANTO — Tre anni fa, S. aveva 10 anni. E senza aver mai fumato una sigaretta in vita sua era già conciato come un fumatore incallito. Un caso simile, Patrizio Mazza, primario di ematologia all'ospedale «Moscati» di Taranto, non l'aveva mai visto. E nemmeno la letteratura medica internazionale lo contempla. Anche a cercare su Internet, la risposta è negativa: « No items found ». Per questo, Mazza temeva di avere sbagliato diagnosi. Invece no. Quel bimbo aveva proprio un cancro da fumatore: adenocarcinoma del rinofaringe. Come tanti altri tarantini, specie quelli del Tamburi, «il quartiere dei morti viventi».


A Bruxelles forse ancora non lo sanno, ma Taranto è la città più inquinata d'Italia e dell'Europa occidentale per i veleni delle industrie. L'inquinamento di Taranto, infatti, è di fonte civile solo per il 7%. Tutto il resto, il 93%, è di origine industriale. A Taranto, ognuno dei duecentomila abitanti, ogni anno, respira 2,7 tonnellate di ossido di carbonio e 57,7 tonnellate di anidride carbonica. Gli ultimi dati stimati dall'Ines (Inventario nazionale delle emissioni e loro sorgenti) sono spietati. Taranto è come la cinese Linfen, chiamata «Toxic Linfen», e la romena Copša Miça, le più inquinate del mondo per le emissioni industriali.


Ma a Taranto c'è qualcosa di più subdolo. A Taranto c'è la diossina. Qui si produce il 92% della diossina italiana e l'8,8% di quella europea. «In dieci anni — dice Mazza — leucemie, mielomi e linfomi sono aumentati del 30-40%. La diossina danneggia il Dna e un caso come quello di S. è un codice rosso sicuramente collegato alla presenza di diossina. Se nei genitori c'è un danno genotossico non è in loro che quel danno emerge, ma nei figli».


Tre mamme il cui latte risulta contaminato dalla diossina, cinque adulti che scoprono di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo, 1.200 pecore e capre di cui la Regione Puglia ordina l'abbattimento, forti sospetti di contaminazione nel raggio di 10 chilometri dal polo industriale (con i monitoraggi sospesi perché sempre «positivi ») sono, più che un allarme, una emergenza nazionale. La diossina si accumula nel tempo e a Taranto ce n'è per 9 chili, il triplo di Seveso (la città contaminata nel 1976). Ma sono sette le sostanze cancerogene e teratogene che, con la diossina, colpiscono Taranto come sette piaghe bibliche.


Mentre però a Bruxelles e a Roma (e a Bari, sede della Regione) si discute, Taranto viene espugnata dalla diossina. Basta dare un'occhiata, oltre che ai dati Ines, ai limiti di emissione, il cuore del problema. Il limite europeo è di 0,4 nanogrammi per metro cubo. Quello italiano, di 100 nanogrammi. «Un vestito su misura per l'Ilva di Emilio Riva», dicono le associazioni ambientaliste. «Siamo in regola e abbiamo anche investito 450 milioni di euro per migliorare gli impianti», replica l'Ilva, che l'anno scorso ha realizzato utili per 878 milioni, 182 milioni in più dell'anno prima e il doppio del 2005.


L'Europa però è dal 1996 che ha fissato il limite di 0,4 nanogrammi. L'Inghilterra, per esempio, si è adeguata. E la Germania ha fatto ancora meglio: 0,1 nanogrammi, lo stesso limite previsto per gli inceneritori.


Nel 2006, Ilva e Regione Puglia hanno anche firmato un protocollo d'intesa, ma con scarsi risultati. La «campagna di ambientalizzazione» procede a rilento e sembra che l'Ilva intenda concluderla nel 2014, proprio quando scadrà il Protocollo di Aarhus, recepito anche dall'Italia, che impone ai Paesi membri di adottare le migliori tecnologie per portare le emissioni a 0,4-0,2 nanogrammi.


Eppure a Servola, Trieste, acciaierie «Lucchini», per risolvere il problema è bastato un decreto del dirigente regionale Ambiente e Lavori pubblici, che ha imposto al siderurgico, pena la chiusura, di rispettare i limiti europei. In due anni, grazie anche alle pressioni della confinante Austria, il miracolo: dalla maglia nera, in tandem con Taranto, Servola è diventata un centro di eccellenza, con la diossina abbattuta fino al teutonico limite di 0,1 nanogrammi.


Certo, con una legge regionale, o con un decreto come quello friulano, si eviterebbe anche il referendum sull'Ilva, giudicato ammissibile dal Tar di Lecce e sicura fonte di drammatiche spaccature fra i 13 mila dipendenti del siderurgico.
Invece c'è soltanto una delibera del consiglio comunale di Taranto che chiede timidamente alla Regione «di fare come in Friuli».
Ma la Puglia non confina con l'Austria. Al di là del mare, c'è l'Albania.

Carlo Vulpio- fonte Corriere.it

---------------------
tutto questo e' allucinante ! a volte mi chiedo se davvero vale la pena ancora di mettere al mondo un figlio..

zone come queste ce ne sono a decine se non a centinaia in Italia.. purtroppo !



Giovanni A difesa della natura..

Modificato da - giova80 in data 21 ottobre 2008 11:54:42
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Ric
Utente Senior


Città: Alba
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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 21 ottobre 2008 : 12:31:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io ho appena visto nascere il mio secondo figlio e ne sono felicissimo. Questi sono casi che è certamente bene portare ad esempio ma da li a sostenere che il nostro sia un paese discarica... beh... ci andrei cauto.
Esistono anche molte eccellenti realtà che dovrebbero essere portate ad esempio prima ancora delle situazioni negative.

lo spirito disfattista e l'ambientalismo urlato e non ponderato sono la peggiore pubblicità per il nostro paese. Se non abbiamo molte fonti energetiche alternative, infrastrutture adeguate, etc. etc. ringraziamo anche chi negli anni passati si è fregiato di essere ambientalista mascherando ben altro animo.

Enrico
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giova80
Utente Senior




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Flora e Fauna

Inserito il - 21 ottobre 2008 : 12:49:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
non so se questo tuo messaggio sia riferito a me, (ma credo di si visto che in questo momento ne stiamo parlando in due..)

cmq ti rispondo semplicemente: ho per caso detto di essere un'integralista? Hai letto i miei messaggi precedenti? a sto punto credo di no..perche altrimenti non risponderesti cosi.. io sono contro l'integralismo a prescindere figurati !e prima di dare un giudizio mi son sempre informato sulla causa in questione, perche ringraziando Dio c'e' internet che me lo permette.. visto che in tv certe cose non si sapranno mai !

Sono il primo a dire che in Italia ci sono ottimi esempi di gestioni ben riuscite creando un equilibrio intenso fra le parti in causa..

Ma facciamo una percentuale di tutte quelle cose che vengono fatte a c.... e delle cose che vengono fatte bene...vedresti che bella differenza verrebbe fuori..poi per carita se vogliamo tapparci gli occhi e far finta che non sia cosi.. si puo sempre fare..ma la realta purtroppo e' questa !

Giovanni A difesa della natura..

Modificato da - giova80 in data 21 ottobre 2008 13:03:36
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Ric
Utente Senior


Città: Alba
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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 21 ottobre 2008 : 13:12:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vedi Giovanni, se a parlare delle cose ben riuscite si spendesse lo stesso tempo e lo stesso fervore che ci mettiamo nel lamentarci di ciò che non ci aggrada non ci sarebbe spazio per i fatti negativi. Questa è la natura umana. Se le cose funzionano zitti. Se non funzionano tutti in piazza.

Amo il mio paese e lo trovo migliore di tutti gli altri che ho potuto conoscere fin'ora.

Non amo lo scandalismo. E non amo chi si erge a difensore dell'ambiente considerando ambiente solo la sua sfera personale (e non mi riferisco ovviamente a te ma ad una ben più grave classe pseudopolitica...tipicamente italiana)

Enrico
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giova80
Utente Senior




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Flora e Fauna

Inserito il - 21 ottobre 2008 : 14:37:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
infatti hai descritto una parte dell'italia che non mi appartiene nella maniera assoluta, anzi credo che se una cosa funziona bene bisogna dirlo e ridirlo per dare l'esempio gli altri in modo che facciano linea guida per altre simili operazioni ...MAI CHIUDERSI IN TRINCEA ALTRIMENTI NON SAREI NEMMENO QUI A DISCUTERNE CON TE ,nonostante vedo che la pensi in maniera totalmente diversa.. questo e' poco ma sicuro!

Pero i fatti parlano in maniera netta e chiara purtroppo, ed e' su questi che noi ci dobbiamo basare ..bisogna essere ne ottimisti e ne disfattisti.. ma REALISTI, ed io su questo mi baso , sulla realta dei fatti non sulle chiacchiere o sulle favolette che ci raccontano ogni giorno le tv .

Mi guardo intorno giorno dopo giorno e mi rendo conto di quello che abbiamo combinato in tutti questi anni e ancora oggi si continua a seguire questa pessima via purtroppo..la cosa mi mette una tristezza immane .

Giovanni A difesa della natura..

Modificato da - giova80 in data 21 ottobre 2008 15:00:42
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marz
Utente Super

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Inserito il - 22 ottobre 2008 : 00:05:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Secondo me Giovanni tendi a fidarti troppo dei giornalisti; se li conoscessi meglio ti fideresti di meno di loro.

Non è che voglia citarmi, ma che l' Ilva di Taranto costituisca un problema lo avevo detto in tempi non sospetti in questo messaggio di circa sei mesi fa
Link

Detto questo però l' articolo comparso sul corriere di oggi è un articolo allarmistico privo di qualunque validità scientifica.
Ogni anno in Italia vengono diagnosticati più di 1500 casi di tumore in bambini con età inferiore ai 14 anni e per la quasi totalità dei casi non c'è nessuna correlazione mai dimostrata da questi tumori e qualsiasi forma di inquinamento.
Purtroppo le pubblicazioni scientifiche in materia (quelle serie e non quelle giornalistiche) sono molto specialistiche e di non facile comprensione per i non addetti ai lavori.
Consiglierei la lettura di questo articolo delle rete oncologica per la sua brevità e relativa semplicità.
Link
Per qualcosa di più specifico sulla realtà oncologica pugliese (che comunque è molto migliore rispetto ad altre parti d' Italia) consiglierei la lettura di questa pubblicazione che è però molto specialistica.
Link

marz
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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 22 ottobre 2008 : 09:09:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vorrei offrire un contributo a questa interessante discussione recando il link di un argomento correlato, già affrontato a suo tempo, in cui viene evidenziato come le cementificazione dilagante posse arrecare danni tangibili e ben documentabili.

Link


In questo post si sottolinea come la Piana di Sesto che fino a vent'anni fa era praticamente un'estesa zona abbastanza antropizzata, sì, ma non soffocata dal cemento, stia diventando un unico conglomerato di costruzioni che unisce Firenze, Sesto, Prato, Quarrata, Pistoia.
Fra questi cinque importanti nuclei abitativi esistono una miriade di piccoli centri in espansione di piccola/media industria a fare da collante a questo processo di calcificazione inarrestabile.
Ultima novità (che sfiora l' O.T.) il nuovo Centro Commerciale previsto nell'area di Castello da accorpare al nuovo Stadio Comunale (progetto Della Valle).
Ho tutti i motivi per ritenere che fra altri vent'anni, la Piana di Sesto diventerà un'unica estensione di cemento dove, ma solo per inciso, la cultura predominante sarà quella cinese. Una cultura che certamente non potrà che scontrarsi duramente con le caratteristiche culturali, sociali, ambientali ed economiche del nostro territorio.



La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.

Beppe Miceli

Modificato da - vespa90ss in data 22 ottobre 2008 09:15:19
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a p
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Inserito il - 22 ottobre 2008 : 09:39:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Secondo me Giovanni tendi a fidarti troppo dei giornalisti; se li conoscessi meglio ti fideresti di meno di loro


Infatti, è proprio così c'è la ricerca del "colpire a tutti i costi" per far notizia.

Ogni anno in Italia vengono diagnosticati più di 1500 casi di tumore in bambini con età inferiore ai 14 anni e per la quasi totalità dei casi non c'è nessuna correlazione mai dimostrata da questi tumori e qualsiasi forma di inquinamento.
Purtroppo le pubblicazioni scientifiche in materia (quelle serie e non quelle giornalistiche) sono molto specialistiche e di non facile comprensione per i non addetti ai lavori.


I dati del Registro Tumori sono troppo succinti e spesso inadeguati per questo tipo di studio. Una correlazione tra ambiente (inteso nella concezione più ampia del termine, comprendendo quello di lavoro) e salute esiste. Ma non è sempre così diretto come ad esempio tra mesotelioma pleurico ed amianto (esposizione dei lavoratori a questo materiale). Sta per partire presso l'USSL di Padova uno studio che coinvolge vari esperti (epidemiologi, medici, statistici, ecc.). Sono stato coinvolto anch'io per gli aspetti ambientali. Vedremo, speriamo di dare un contributo cercando di evidenziare le difficili correlazioni (anche perché agiscono concause) esistenti.



Alessandro PD


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Ric
Utente Senior


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 22 ottobre 2008 : 10:14:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il problema di queste aree, come l'esempio portato da Beppe, esiste in tutta Italia laddove vi sia una zona più densamente abitata. E'semplicemente il frutto di una regola urbanistica che in Italia così come all'estero prevede di localizzare un'area dove concentrare le attività commerciali/industriali per evitare che si mescolino con il tessuto urbano dedicato alla vita dei cittadini. Non ha senso gridare allo scandalo. E sopratutto non ha senso, e questo mi fa infervorare, puntare il dito sul nostro paese ignorando le altre realtà. Senza andare troppo lontano e rifacendomi all'esempio di Giovanni, ma siete mai stati a Basilea o Zurigo? Sono città bellissime ma la periferia, ed in particolare le zone industriali, sono esattamente la stessa cosa. La Francia, la Germania, persino la tanto blasonata Svezia.

Tutte le nazioni producono. In base alla richiesta interna ed alla capacità di esportazione. In Italia poi abbiamo più capannoni piccoli e meno industrie grandi ma l'equazione non cambia. Buona parte del territorio deve essere dedicato a questo.

Cavoli, anche a me dispiace vedere la piana di Roddi vicino ad Alba invasa da capannoni ma li dentro la gente ci lavora e sopravvive.

E poi se siamo una delle principali mete turistiche a livello mondiale tanto schifo, sto paese non farà...

In ultimo mi permetto ancora di aggiungere che il dilagare dei centri commerciali è in primis causa nostra. Negli ultimi vent'anni abbiamo messo il superfluo alla base della piramide dei costi generando un sistema instabile. Ormai chi non passa il week-end a far shopping è indicato come uno "strano".

Enrico
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vespa90ss
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Inserito il - 22 ottobre 2008 : 12:43:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Comprendo benissimo che questa è una realtà che sta coinvolgendo ogni angolo dell'Italia. Chiaramente ogni territorio conserva delle sue peculiarità che non possono rimanere inosservate.
La conca che si estende da Firenze a Pistoia è un'ellisse pianeggiante lunga circa 45 km e larga mediamente 12.
Questo è il link su Google maps

Link

Un territorio da sempre utilizzato come risorsa agricola e paraindustriale (allevamenti di piante tra i più importanti d'Italia e vivai in genere).

Di mese in mese sta avvenendo una trasformazione generalizzata che indica nei capannoni l'unica strada da percorrere.

Non ha senso gridare allo scandalo.

E' questa frase che sinceramente mi lascia qualche perplessità, Enrico.
Non riesco in verità ad accettare l'idea che capannoni cinesi che nascono come funghi dietro il pagamento a peso d'oro dei terreni, possa sconvolgere e cancellare la storia, la cultura, le tradizioni, l'economia e perchè no anche l'ambiente con cui da sempre la gente del luogo ha convissuto.
Non voglio credere che il percorso dei capannoni possa essere l'unico possibile e capace di generare reddito.
Bisogna anche comprendere quanto la superficie sottratta alla patrimonio comune possa contracambiare in termini di resa di alla collettività.
Mi spiego meglio se non fossi stato chiaro: cento capannoni dove sono stipati migliaia di cinesi hanno un effettivo beneficio per la collettività locale quando la quasi totalità del reddito da tale lavoro viene indirizzato all'estero? E qui si innesca il discorso della peculiarità territoriale che non può essere generalizzato.
Ma poichè si rischia di andare fuori argomento mi fermo qui, in quanto il post è stato ideato, suppongo, per verificare l'impatto del cemento nei confronti della natura, non tanto nei confronti della nostra salute o dei nostri problemi sociali.

E' quindi la macanza di alternative che mi preoccupa. L'incapacità di comprendere il senso della misura.
E' questo che mi spaventa, Enrico. La perdita di coscienza del limite.
Penso che allarmarsi sia lecito.
Spero che possa sopravvivere nella Piana qualche piccolo specchio d'acqua, magari curato dai cacciatori, che possa sempre accogliere uno stormo d'anatre stanchissime desiderose di fermarsi per riprodursi.
Ma i capannoni (vedi foto di Giacomo) sono ormai giunti proprio a 500 metri.

In ultimo mi permetto ancora di aggiungere che il dilagare dei centri commerciali è in primis causa nostra.

Bene, allora facciamo sentire anche la voce di chi non condivide questo pensiero.

Beppe
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a p
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Inserito il - 22 ottobre 2008 : 12:49:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:


Ma poichè si rischia di andare fuori argomento mi fermo qui, in quanto il post è stato ideato, suppongo, per verificare l'impatto del cemento nei confronti della natura, non tanto nei confronti della nostra salute o dei nostri problemi sociali.



L'impatto del cemento non crea problemi sulla salute? Vinceresti il Nobel se fosse vera questa affermazione. Perché secondo Te è nata la bioarchitettura?

Alessandro PD


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vespa90ss
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Inserito il - 22 ottobre 2008 : 12:54:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Alessandro, rileggi bene. Non è propriamente ciò che dico io.
Beppe
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a p
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Inserito il - 22 ottobre 2008 : 12:55:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Perché non si può fare un collegamento fra cemento e salute?

Alessandro PD


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giova80
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Flora e Fauna

Inserito il - 22 ottobre 2008 : 13:01:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Marz lungi da me fidarmi dei giornalisti io sono contro il sistema giornalistico italiano figuriamoci, fortunatamente ripeto c'e' qlc rara sfinge che si salva in mezzo a questa rete intricata fatta di politichetta e aiuti reciproci..!! io non dico che questo articolo sia la bibbia ma credo che nemmeno chi l'ha scritto lo pensi.. ma sono realta che in molti posti d'Italia si vivono sulla pelle della gente..ed e' questa la cosa piu grave ! In italia c'e' una moria causata dalle polveri sottili che fa spavento,fuori uscita di gas nocivi a iosa, discariche di amianto lasciare nei pressi di falde acquifere che vanno a inquinare reti publiche idriche, quantita impressionanti di rifiuti tossici che escono dalle aziende , cause di tumori cancri e malformazioni congenite !!

Conosco la Svizzera come le mie tasche e so bene a cosa ti riferisci Ric, beh ti posso dire che e' giusto che ci sia una concentrazione di aree urbane in certi luoghi ( anche se a volte secondo si va oltre il limite della decenza )ma non e' giusto che ce ne sia in altri..tutto qua.

Invece in italia ogni posto vale l'altro.. che sia a 100 che sia a 1000 che sia 1500m non c'e' differenza.. sono stato ad Andermat ad Agosto ,erano 10 anni che non ci andavo, ebbene ho potuto contare 10-20 case in piu e qlc azienda nelle vicinanze rispetto a 1998 ...se eran in Italia era diventata una metropoli di cemento a quest'ora figuriamoci...

Ric tu vuoi salvare l'insalvabile dammi retta e sinceramente non capisco questa ostinazione..!!

A volte l'autocritica o la critica fa solo bene specialmente se ragionata ,qua non si tratta di fare di tutto un' erba un fascio perche non mi appartiene questo modo di ragionare ,ma di capire quello che puo o non puo esser fatto, quello che e' giusto e che non e' giusto fare.. questi ragionamenti non si fanno in Italia nonostante abbiamo i migliori tecnici del mondo... prima si costruisce poi dopo se non e' servito a nulla , amen ,che ci frega , le imprese e i politicanti hanno gia mangiato..era questo l'obbiettivo principale...


ma tanto non ci interessa accade anche all'estero..

Giovanni A difesa della natura..

Modificato da - giova80 in data 22 ottobre 2008 13:03:43
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vespa90ss
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Inserito il - 22 ottobre 2008 : 13:01:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ora mi sembra inquadrato meglio il problema: lo condivido nel merito ma non nell'ambito di discussione.
Io mi sono limitato a fermarmi a quella mia osservazione senza approfondire troppo nel timore di andare O.T. e non essendo moderatore cerco di mantenermi abbondantemente nei limiti del consentito per evitare richiami.
Se tu desideri approfondirlo non hai che da farlo.

Beppe


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Beppe Miceli
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Ric
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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 22 ottobre 2008 : 13:07:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le realtà territoriali sono tutte diverse fra di loro e pertanto non è possibile ne sano generalizzare. Io ti posso dire che nella mia zona di capannoni cinesi non ce n'è neppure l'ombra.
In Italia esistono regole per il lavoro che laddove vengono fatte rispettare rendono impossibile per la manifattura cinese (per esempio) essere competitivi e produrre guadagnando. Si tratta di far rispettare leggi già esistenti. Ma questo è un altro discorso.

Il limite all'espansione di questo sistema odierno c'è e lo stiamo oltrepassando in questi giorni... e sinceramente ti dico che spero di vederne presto altri di capannoni perchè l'alternativa di vedere quelli esistenti vuoti è senz'altro peggio.

Enrico

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vespa90ss
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Inserito il - 22 ottobre 2008 : 13:47:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Ric, la mia risposta manca per i motivi che ho evidenziato sopra ma potrei scrivere un libro sull'argomento. Scusami pertanto se non mi addentro nel tentativo di offrire le mie possibili soluzioni.
Non intendo utilizzare lo spazio di Natura Mediterraneo offrendo spunto per lasciar trasparire messaggi politici di qualsiasi natura. Il mio pensiero è che nell'ambito del nostro forum l'argomento debba essere rapportato fra natura e uomo. Non fra uomo e uomo.
Il motivo è che si perderebbe di vista il vero scopo che ci anima.
Grazie per la comprensione
Beppe



La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.

Beppe Miceli
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theco
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Inserito il - 22 ottobre 2008 : 14:10:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Tra gli amanti delle cose naturali esiste da sempre chi privilegia una visione 'protezionistica' dell'ambiente, in questi ultimi tempi ho assistito più volte, anche qui sul forum, alla crescita di un movimento revisionista, che mette in discussione tutte quelle che sono state le lotte e le conquiste storiche del movimento ambientalista: per esempio la critica al modello di sviluppo capitalista, di cui la cementificazione e i capannoni sono solo un esempio, ma il revisionismo investe in generale tutti i temi storici: la caccia, il clima, ecc., in una parola rifiuta o quanto meno tende a sfumare gli impatti delle attività umane sull'ambiente.

Personalmente trovo che le argomentazioni del movimento revisionista siano, almeno fino ad ora, assolutamente inconsistenti: non leggo numeri, solo opinioni, sicuramente rispettabili ma non opponibili a chi produce numeri.

Per chi non l'avesse fatto vi invito a leggere l'articolo riportato in questo post:
Link
mi sembra molto interessante.

Vi invito a concentrarvi sul testo dell'articolo, in quanto la discussione che ne è seguita ha poi preso (anche a causa mia) una piega culturale-religiosa che non credo valga la pena approfondire, così come non vedo alcuna utilità nel discutere di Italia, Cina o Svezia... qua non sta giocando la nazionale, qua siamo tutti sulla stessa barca che fa acqua.

Ciao, Andrea
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