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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 07 settembre 2005 : 13:37:40 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Tratto dal Gazzettino di Belluno di qualche mese fa:

La rogna assale il Parco d'Ampezzo
IL CASO La malattia ha ridotto gli stambecchi del 40\% in quattro anni e i camosci sono scesi da 1500 a 100 capi
Il direttore: «La riserva di Braies ha abbattuto un capo oggetto di studio. E’ un fatto gravissimo»

Sullo sfondo fiabesco della Croda del Becco e della Croda Rossa gli stambecchi muoiono di rogna, uno dopo l'altro. Quei pochi che sopravvivono, a volte sembrano animali venuti da un altro mondo, repellenti per la pelle messa a nudo dalla caduta del pelo. Sulle Alpi Giulie o ai piedi del Triglav nel giro di tre o quattro anni la popolazione è diminuita del 10 per cento, ma nel Parco naturale delle Dolomiti d'Ampezzo la percentuale sale al 35-40. «Due anni fa se ne contavano settanta - riferisce il direttore Michele Da Pozzo - ma oggi la stima dei capi malati è difficile perché gli animali si spostano: d'estate sono a nord, nel territorio dell'Alto Adige, d'inverno a sud». Poco sotto la cima della Croda del Becco, dove la cresta si fa stretta e ardita, il gestore del rifugio Biella, Guido Salton, ne ha visto uno che fra i sassi brucava qualche filo d'erba, glabro su quasi tutto il corpo. Col suo bel trofeo, aveva ancora la forza di sopravvivere alla malattia, ma chissà fino a quando avrà energia. «Bisognerebbe fare qualche cosa per loro - afferma Salton - perché altrimenti muoiono tutti. Ormai da queste parti non si vedono più animali in giro, solo pecore e pecore».Ma il Parco ribatte: «Non esistono rimedi concretamente praticabili contro la rogna. Fior di convegni in tutto il mondo non danno ricette miracolose. Esistono due strategie: o si abbattono i capi malati prima che muoiano per recuperare la carne e il trofeo, come fa l'Alto Adige, o si aspetta il passaggio dell'epidemia, come facciamo noi sperando che qualche capo sopravviva e assicuri la sopravvivenza della specie. Quanto alle pecore, da secoli frequentano i pascoli di Fosses. I carichi non sono aumentati. Non prendono la rogna e quindi non credono che rappresentino un pericolo per gli stambecchi, che invece si spostano e trovano nuove nicchie».
Fra l'ecatombe di animali sfiniti dalla rogna c'è un cadavere eccellente, un capo intoccabile che ha fatto scoppiare una guerra sotterranea fra il Parco naturale delle Dolomiti Ampezzane e la Riserva di caccia di Braies all'internod del Parco naturale di fanes, Senne e Braies. «Un ben maschio riproduttore, che avevamo marchiato due anni fa, è stato abbattuto legittimamente nella riserva di Braies. I responsabili della caccia sapevano, però, che era un capo oggetto di studio. Ho protestato con l'ufficio caccia della Provincia di Bolzano, ma la risposta è stata: il controllo sui capi è competenza della riserva. E' stata una mancanza gravissima». Alle orecchie il maschio, di circa una decina d'anni, portava due contrassegni gialli, segno inequivocabile che era un animale monitorato. Le guardie non lo perdevano d'occhio. Avendo prelevato il suo sangue, nel caso in cui si fosse ammalato di rogna gli studiosi avrebbero capito molto dell'epidemia e della specie. I suoi progenitori erano arrivati nella valle d'Ampezzo una trentina d'anni fa, reintrodotti dai cacciatori e dal Comune. Erano cresciuti, si erano moltiplicati, forse aiutati dalla colonia insediatasi sulle Marmarole per volere dei cacciatori di San Vito nel 1966.
«Gli hanno sparato un paio di settimane fa - racconta Da Pozzo - non appena è andato oltre il confine, solo perché era un po' segnato dalla malattia». Questo «incidente», oltre che evidenziare le incongruenze di due politiche venatorie diametralmente opposte, è destinato a ripercuotersi sui rapporti fra confinanti. Il Parco d'Ampezzo fa capire che, dopo questo episodio, non condividerà la proposta alto atesina di ripopolare la zona di nuovi stambecchi. Per concedere capi, i grandi parchi, come il Gran Paradiso, pretendono la garanzia che non siano abbattuti per alcuna ragione al mondo.
Muoiono anche i camosci. Molto più diffidenti e solitari, è difficile per gli esperti il loro avvicinamento per scopi di studio. Il direttore del Parco dice che negli ultimi quattro anni il loro numero è sceso da 1500 a 1000. La rogna li aveva attaccati soprattutto nella zona del Cristallo, quasi decimandoli, ma ora è passata e loro tornano a moltiplicarsi.

Alessandro

Modificato da - Flavior in Data 12 ottobre 2010 19:06:28

lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


17647 Messaggi
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Inserito il - 07 settembre 2005 : 14:04:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Che tristezza, grazie per questa segnalazione. Una situazione da cui non sarà facile uscire , Sarah

L'uomo non ha tessuto la trama della vita, è solo un filo. Qualunque cosa faccia alla trama, lo fa a se stesso. (Ted Perry, 1972). Lynkos - attraverso altri occhi (Link).
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