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Riccardo Banchi
Utente Super
Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno
Regione: Toscana
5312 Messaggi Flora e Fauna |
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perfect
Utente Senior
Città: Roma
1790 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 11 aprile 2008 : 14:33:21
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Io sono contrario, perché a mio avviso si creerebbero delle situazioni negative. Una potrebbe essere che molti animali potrebbero essere rilasciati in natura (e sappiamo bene che è una evenienza tutt'altro che remota) creando situazioni non certo positive per i nostri anfibi. |
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triturus
Utente Senior
Città: latina
Prov.: Latina
Regione: Lazio
1918 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 11 aprile 2008 : 14:43:43
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questo è un quesito importintassimo, che mi interesa da vicino e vi partecipero. purtroppo adesso non ho tempo rispondo solo a perfect dicndo che per quanto possa essere dannosa la liberazione di anfibi nostrani, non lo sara mai come l'immissione di tritoni cinesi, tartarughe della florida e rospi americani. anzi credo che possa essere anche un modo per avvicinare la popolazione alla fauna locale.a presto triturus |
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u / c
Utente Cancellato
Città: .
0 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 aprile 2008 : 14:54:58
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L'argomento è interessante e complesso, riordino un po' di idee e poi dico la mia..anche se già in parte l'ho esposta..
| Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto. |
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elfo
Utente V.I.P.
Città: napoli
253 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 11 aprile 2008 : 17:43:20
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a mio parere sarebbe un'ottima mossa per incentivare la tutela della nostra erpetofauna. ovviamente se si permettesse la vendita ESCLUSIVAMENTE di animali provenienti da allevamenti specializzati e regolamentati,e ciascun animale fosse identificato da un documento di provenienza;e se al contempo si aumentassero le pene verso chi cattura animali in natura d'altronde all'estero nelle fiere di terrariofilia i nostri anfibi sono già regolarmente in vendita.
Babylones nous fait oublier que nous sommes tous fils d'Africa ,que nous sommes tous frères. |
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Robo
Utente Junior
Città: Cagliari
90 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 aprile 2008 : 18:39:09
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da parte mia REGOLAMENTIZZARE il comemrcio è positivo! Faccio un esempio: ho trovato una tartaruga 20 anni fa,ogni anno portavo alla forestale dalle 12 alle 18 tartarughine per reimmetterle in natura ho trovato dei cardellini di pochi giorni a terra,raccolti cresciuti e per 6 anni ogni anno liberavo 6-8 cardellini..... Secondo me serve solo un certificato che attesti la non-cattura dell'esemplare. |
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Davide88
Utente V.I.P.
Città: Torino
262 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 11 aprile 2008 : 20:25:55
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Domanda molto interessante...bravo Riccardo.. Parto dicendo che io sarei favorevole...sempre a patto che vi siano le adeguate norme simili a quelle che esistono adesso per la detenzione dell'avifauna nostrana...si tengono certificati con le nascite e le morti e tutte vanno regolarmente denunciate annualmente con possibilità di controlli..così diventano minori le possibiltà che si rilascino in natura soggetti presi dagli allevamenti e quindi sotto il controllo della forestale...inoltre non credo che la cattura in natura per iniziare alcuni allevamenti sarebbe poi drastica...basterebbe prelevare pochissimi esemplari adulti e delle larve einiziare dal ceppo prelevato e nel giro di qualche anno l'allevamento sarebbe avviato...come detto da elfo inoltre in molti paesi europei(soprattutto del nord) la vendita di anfibi europei avviene già da anni...forse è anche l'unico modo per evitare di vedere estinguersi queste meravigliose creature...perchè quando nei nostri stagni non se ne vedranno più sarà troppo tardi per accorgersene...ma se si avranno esemplari in cattività si potrà sempre procedere al ripopolamento...io personalmente fra 30 anni preferirei vedere in natura esemplari liberati(perchè quelli selvatici erano scomparsi) piuttosto che non vederceli proprio... Purtroppo però ho la sensazione che qui da noi la legalizzazione del commercio nn avverà mai perchè la richiesta sarebbe troppo bassa rispetto ai paesi del nord europa che hanno una forte cultura acquariofila e terrariofila... Un saluto Davide |
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u / c
Utente Cancellato
Città: .
0 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 aprile 2008 : 19:37:00
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Ci sono alcune specie che fanno milioni di uova in un singolo specchio d'acqua e prenderne alcune per selezionare riproduttori non alterrebbe un bel nulla, soprattutto se prelevate da pozze in disseccamento e quindio destinate a morte. I problemi non sono la cattura ma come sappiamo la distruzione dell'Habitat, il traffico automobilistico ecc.
Non sono un esperto di anfibi ma forse per alcune specie, se prese in altre località distanti dalla vostra, si potrebbe presentare il problema del rischio di mescolare sottospecie differenti in caso di fughe o rilasci.
Gli allevamente dovrebbero avere una certificazione che ne attesti la validità di certezza tassonomica e geografica.
Gli esemplari allevati non adrebbero rilasciati se non nella stessa zona di cattura dei progenitori e dietro un nulla osta di una autorità di controllo abilitata.
| Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto. |
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u / c
Utente Cancellato
Città: .
0 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 aprile 2008 : 19:41:11
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Comunque non credo che ci sia nessun impedimento legale all'acquisto, l'importazione e allevamento in Italia di esemplari italici con CITES europeo. Ci sono precisi trattati internazionali che l'Italia deve rispettare.
| Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto. |
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Patrick_S
Utente Senior
Città: Switzerland
Regione: Switzerland
1195 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 12 aprile 2008 : 20:25:26
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Il problema è che spesso (per coprire la domanda di questi animali e dissetare la propria voglia d lucro), c'è chi va a prelevare esemplari adulti, e parecchi, il che è dannoso.
In paesi come la Germania e la Gran Bretagna, l'erpetofauna europeea, è allevata e riprodotta da parecchio in cattività.
Certo che garantendo la soppravivenza in cattività di qualche specie a rischio si avrebbe una possibilità in più di preservarla.
inoltre aggiungo: secondo me sarebbe bella cosa se per poter allevare certi animali si passi da un'esame di autorizzazione ( come quà in svizzera certe specie sono allevabili solo con permesso). E questo in particolare sarebbe da fare con tutto: spesso sento persone che allevano senza sapere neppure il nome dell'animale!È una cosa seria, sia per garantire condizioni ottimali agli animali in cattività, sia per evitare danni alle popolazioni naturali con rilasci.
Patrick Scimè |
Modificato da - Patrick_S in data 12 aprile 2008 20:44:24 |
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triturus
Utente Senior
Città: latina
Prov.: Latina
Regione: Lazio
1918 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 12 aprile 2008 : 21:00:00
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è UNA GRANDE IDEA! |
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Caterina
Utente V.I.P.
Città: Letojanni
Prov.: Messina
Regione: Sicilia
362 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 aprile 2008 : 22:42:13
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Non sono molto convinta che aiuterebbe la popolazione anfibia nostrana...
A livello di biodiversità, reintrodurre individui della stessa specie ma con caratteristiche genetiche diverse (spesso dovute a isolamenti geografici) è sempre un bel casino, anche se ormai lo fanno senza pensarci troppo su.
Poi che reintroduciamo se la popolazione è scomparsa a causa di mancanza d'habitat.
Inoltre, quali sarebbero le specie più facilemente commerciabili? (che attraggono di più?)
Infine: regolamentarizzare? allevamenti certificati? controlli? esami di autorizzazioni? se ci sono soldi di mezzo? manco fossimo in Italia !!!
Dopo tutto questo, non vedo perchè no, anche se tutti gli animali in commercio diventano comunque più facilmente vittime di abusi...
Ciao, Caterina |
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triturus
Utente Senior
Città: latina
Prov.: Latina
Regione: Lazio
1918 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 12 aprile 2008 : 22:51:00
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ripeto la mia ipotesi:meglio un tritonr crestato introdotto che una tartaruga floridiana introdotta
triturus |
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Caterina
Utente V.I.P.
Città: Letojanni
Prov.: Messina
Regione: Sicilia
362 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 aprile 2008 : 22:53:58
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Su di questo sono più che daccordo Triturus |
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Canaj
Utente V.I.P.
Prov.: Grosseto
Regione: Toscana
288 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 aprile 2008 : 12:18:44
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| A livello di biodiversità, reintrodurre individui della stessa specie ma con caratteristiche genetiche diverse (spesso dovute a isolamenti geografici) è sempre un bel casino, anche se ormai lo fanno senza pensarci troppo su.
Poi che reintroduciamo se la popolazione è scomparsa a causa di mancanza d'habitat.
Inoltre, quali sarebbero le specie più facilemente commerciabili? (che attraggono di più?)
Infine: regolamentarizzare? allevamenti certificati? controlli? esami di autorizzazioni? se ci sono soldi di mezzo? manco fossimo in Italia !!! |
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Canaj
Utente V.I.P.
Prov.: Grosseto
Regione: Toscana
288 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 aprile 2008 : 12:26:33
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I problemi elencati da Caterina sono abbastanza grossotti.. A mio avviso è un grosso rischio. |
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Sureglia
Utente V.I.P.
Città: Napoli
Prov.: Napoli
Regione: Campania
190 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 aprile 2008 : 13:28:29
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A mio parere non sarebbe una cattiva idea!
Avendo la possibilità di acquistarli, magari da allevamenti specializzati e con tanto di documento, si eviterebbero tutti gli episodi di "cattura" che sono sempre più frequenti!
Sarebbe un ottima mossa per 2 motivi: 1: Tutti gli appassionati avrebbero la possibilità di avere esemplari autoctoni nelle proprie case senza commettere alcun reato 2: So avrebbe una maggior tutela della nostra fauna!
Sureglia... |
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D21
Moderatore Tutor
Città: Cuneo
Regione: Piemonte
6702 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 aprile 2008 : 21:23:16
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Secondo me Tartagnan e Caterina hanno detto validissimi motivi di opposizione, ma credo si possa allevare, entro certi limiti...
Ho detto più volte che sono favorevole all'allevamento in cattività per le specie minacciate, ma sempre e solo da parte di persone competenti. Lo scopo potrebbe essere poi la reintroduzione, ma anche qui servono enormi competenze. Non si possono reintrodurre con leggerezza i tritoni, ad esempio, se poi diventano predatori alcune specie di Anuri minacciati anch'essi .
E per quanto riguarda le specie più comuni, resto dell'idea che anche qui servirebbero grandi competenze e controlli: ho visto spesso animali di tutte le classi di Vertebrati subire in cattività delle mutazioni orrende, del tutto innaturali, e venire allevati proprio perchè il "diverso" o il "mostruoso" è intrigante... Esistono moltissimi esempi: dai canarini Gibber alle forme isabelline di varie specie (es. criceti).
Purtroppo quando un animale prende la via della cattività in grande numero, finisce quasi irrimediabilmente per cambiare il proprio patrimonio genetico, in modi che alla fine sono molto diversi dai progenitori.
E sono queste mutazioni quelle allevate più frequentemente dai "profani", che poi se ne sbarazzano in natura.
Il risultato è un inquinamento ganetico senza più soluzioni.
Ribadisco: sì all'allevamento in cattività di specie rare o minacciate, ma solo da parte di esperti e solo per future reintroduzioni.
Sì all'allevamento in cattività di specie comuni, ma solo da parte di persone di provata affidabilità, magari dopo aver preso un "patentino" apposito.
E in ogni caso tutte le vendite e i passaggi di proprietà, e tutti i nuovi nati, devono essere rintracciabili e denunciati.
Se poi si vuole procedere a reintroduzioni, ci si deve rivolgere a enti e/o esperti del settore, che stileranno i progetti necessari.
Cautela, molta cautela. Ma fattibile...
Però, ma... Non so quanto i governanti siano dell'idea di "sprecare tempo" su "questioni secondarie". Per un politico, che vede aziende pubbliche andare allo sfascio, gli Anfibi sono meno di niente. E ci tocca tenerci le assurde leggi regionali, che permettono ad esempio di raccogliere Rane in natura, ma solo per mangiarle (non per allevarle e reimmettere i metamorfosati dove si erano presi i girini), e senza fare distinzioni di specie! Così posso mangiarmi una Rana latastei, ma non posso allevarne i girini per rimettere i subadulti nello stesso ambiente!! E queste dovrebbero essere leggi di protezione!!
Dario. |
Modificato da - D21 in data 13 aprile 2008 21:23:44 |
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u / c
Utente Cancellato
Città: .
0 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 13 aprile 2008 : 22:44:56
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Ritornando a rospi e rane. Anche si catturano degli adulti e in gran numero in genere non si farebbe gran danno. Inoltre anche spostando gli esemplari da una regione all'altra non si creerebbero grandi problemi vista la diffusione ed omogeneità genetica dovuta alla grande mobilità naturale di questi animali. Però..occhio! Attenzione alla diffusione di eventuali patologie...
I problemi si presenterebbero di più con gli Urodeli. Per esempio, nel caso dell'endemismo della Salamandrina perspicillata all'Insugherata qui a Roma, dei prelievi sconsiderati potrebbero mettere a repentaglio la colonia. E vista la scarsa velocità di spostamento degli Urodeli, sicuramente popolazioni distanti geograficamente hanno caratteristiche differenti e liberare esemplari della stessa specie ma provenienti da altre zone potrebbe creare problemi....dando rogne da pelare ai tassonomi ..
Anche in questo caso bisogna fare attenzione al rischio di diffondere a patologie o parassiti non dannosi per alcune colonie o specie ma dannossissime per chi non ne è mai venuto a contatto... Ricordatevi di quel fungo l' Aphanomyces astaci che ha fatto fuori i gamberi nostrani. ( Austropotamobius pallipes italicus)
| Quanto riportato nei miei post ha solo fine di scambio informazioni ed è espressione di opinioni e conoscenze soggettive prive di valore assoluto. |
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Modificato da - u / c in data 13 aprile 2008 22:56:13 |
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Riccardo Banchi
Utente Super
Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno
Regione: Toscana
5312 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 aprile 2008 : 09:44:34
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Avete affrontato la questione con grande serietà e responsabilità; e in linea generale sono in accordo con il vostro modo di pensare. Diciamo che l'eventuale commerciabilità non sarebbe una cosa "demoniaca", ma necessariamente dovrebbe essere soggetta a particolari controlli o certificazioni (per la provenienza ecc.). Mi è venuto in mente questo quesito per il semplice fatto che spesso, quando faccio salvataggi o prelievi, sono consapevole (nonostante un permesso del Museo di Livorno, che ha validità relativa) di correre qualche rischio, quando in realtà agisco per la tutela degli anfibi, a volte con esiti positivi, altre volte nulli. Ad essere sincero, non so se sarei favorevole alla commercializzazione; di sicuro andrebbe notevolmente controllata. Pprobabilmente da un punto di vista economico non girerebbero molti soldi... per cui il problema quasi non si pone. Desidererei però più flessibilità mentale nei confronti di chi, come noi, spesso agiamo nell'illegalità (che brutta parola: la rifiuto!). Ric |
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pigreco
Utente Junior
Città: trento
Prov.: Trento
69 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 12 giugno 2008 : 15:24:29
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credo che non ci sia molto male in questa idea, e non sei stato neanche il primo o l'ultimo ad averla avuta...
vorrei citare come esempio la mantide religiosa, specie che difficilmente sarà messa in pericolo vista la sua introduzione nel continente americano l'ha diffusa a tal punto da diventare l'insetto rappresentante lo stato del connecticut.
sbaglio, o la maggior parte delle specie italiane sono più schive e delicate di quelle introdotte? perché allora non consentire l'esportazione di alcune specie allevate, che avranno scarso impatto invasivo all'estero?
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