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AngelaI
Utente Super


Città: Sant'Elia Fiumerapido (FR) - 03049
Prov.: Frosinone

Regione: Lazio


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Inserito il - 06 novembre 2015 : 17:28:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Stefano hai fatto bene a inserire le foto perché documentano la presenza del Camoscio appenninico in quelle zone e testimoniano il loro stato di salute. Queste reintroduzioni a mio avviso sono state importanti per mettere al sicuro la specie e assicurarne la sopravvivenza.
Sono belli e le foto vanno benissimo.
Peccato per quei vistosi collari e targhette, ma purtroppo non se ne può fare a meno. Anche qui il sistema utilizzato è quello. Speriamo che con il tempo si riesca da introdurre una nuova tecnologia economicamente accessibile ai Parchi, che sia anche esteticamente meno invasiva.
In questo periodo sto anch'io facendo le foto ai camosci nel periodo degli amori, magari più in là le inserisco.
La verità è che ho perso l'entusiasmo perché c'è poco interesse e quindi non vale la pena. Se voglio guardarmi da sola le foto lo faccio dal mio PC, non serve aprire NM. Se si inseriscono è per condividere le immagini con altri.

Angela

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Modificato da - AngelaI in data 06 novembre 2015 17:35:54
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stefanovet1958
Utente Super


Città: Capocavallo di Corciano
Prov.: Perugia

Regione: Umbria


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Flora e Fauna

Inserito il - 06 novembre 2015 : 18:12:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
...Purtroppo niente è eterno, e la partecipazione al Forum sta scemando in tutte le sue sezioni. Peccato: forse lo strapotere dei Social, sta pian piano facendo abbandonare questo tipo di incontri virtuali.....staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi, forse anche questo Forum storico, chiuderà i battenti.....


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fannullone
Utente V.I.P.

Città: bologna


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Inserito il - 06 novembre 2015 : 19:49:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Salve a tutti ragazzi. Premetto che sono un utilizzatore scarso del sito e non conosco tutte le regole, quindi non sono neanche certo che questo sia il post giusto per inserire una domanda ma ci provo lo stesso, credo che questi siti siano il posto giusto per contattare un po' di esperti e chiarirsi le idee nei casi di dubbi.
Mi stavo leggendo il "piano d'azione nazionale per il camoscio appenninico" per cercare un po' di notizie "ufficiali" su questo animale . Il piano d'azione ritrovabile sul sito dell' ispra è riferito al 2001 ...e già questa mi sembra una cosa strana...leggendolo in fretta mi sembra di aver capito che ogni 5 anni andrebbe sviluppato un nuovo piano d'azione per vedere i progressi fatti e capire come cambiare le strategie di conservazione visto che lo status dell'animale ovviamente cambia. Sarò cretino io...ma non mi sembra di trovare pubblicazioni su un nuovo piano d'azione...14 anni dopo .Sapete per caso se ne hanno redatti altri ?

La domanda vera e propria però è un altra. Dalle cifre "ufficiali" si evince che per lo stato italiano nel 2001 la popolazione del camoscio appenninico era sui 700 esemplari nel PNALM e e circa sulla sessantina sia nel Parco del gran Sasso che nel Parco dei monti Sibillini. Poi sono andato a cercare dati ufficiali un po' più recenti e mi sembra al 2009 dava la presenza di 1500 capi , segnalando però una cosa impressionante "decremento e destrutturazione della popolazione nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise" , nell'arco di 4-5 anni la popolazione del PNALM avrebbe perso sui 200 capi con una "ridotta frazione delle classi giovanili, soprattutto a carico delle femmine."

Ora leggendo il piano d'azione del 2001 che spiega come sono state fatte le reintroduzioni e detta le linee sul come dovevano essere fatte in futuro si evince chiaramente che la maggior parte degli animali sono stati presi dal PNALM (pochi dalle aree faunistiche) e si è volutamente voluto tenere un rapporto sbilanciato a favore delle femmine ,di una classe di età adulta .

La domanda che viene spontanea è : per costruire le nuove tre popolazioni hanno destrutturato la popolazione del PNALM ?

Quali sono i dati ufficiali sulle 4 popolazioni al 2014 ?

Forse sono un po' offtopic con questa domanda , ma non saprei altrimenti a chi chiedere!!! Ciao
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stefanovet1958
Utente Super


Città: Capocavallo di Corciano
Prov.: Perugia

Regione: Umbria


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Flora e Fauna

Inserito il - 07 novembre 2015 : 09:57:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quali sono i dati ufficiali sulle 4 popolazioni al 2014 ?


bella domanda!! per il PNALM gli ultimi dati dovrebbero essere quelli relativi al censimento autunnale dello scorso anno, che stima in circa 600 camosci ( 601) la popolazione storica del nucleo appenninico, che sembrerebbe avere un trend positivo rispetto a quello registrato negli anni precedenti, con la presenza ( lo scorso anno a novembre ) di 150 nuovi nati e 73 giovani di un anno. Link -

La popolazione più numerosa, di tutto l'Appennino, però è quella della Maiella, dove la reintroduzione, iniziata nel 1991 ha portato, lo scorso autunno, a una stima di 1083 individui !!

Nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga sono stimati ( sempre censimento autunnale 2014) 622 individui Link

Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, all'Agosto dello scorso anno sono stati contati 72 esemplari

Nel 2013 è partito poi il progetto che prevede il rilascio anche nel Parco Regionale del Sirente Velino.......Insomma un grandissimo risultato, se si pensa che la specie , poco più di cento anni fa era praticamente estinta, visto che sopravvivevano solo una trentina di esemplari sulle montagne dell'odierno Parco d'Abruzzo.




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fannullone
Utente V.I.P.

Città: bologna


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Inserito il - 07 novembre 2015 : 11:11:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sarebbe interessante capire se il decremento che si è avuto nel pnalm in passato ( e ancora mi pare persista perchè se nel parco della maiella ce ne sono così tanti vuol dire che crescono ad un ritmo molt più elevato )sia stato dovuto ad una troppa elevata o mal programmata pressione di cattura o se sia intervenuto qualche fattore che ha fatto calare la qualità del parco .Sarebbe interessante capire come mai quella che era l'aria primaria di rifugio e che probabilmente aveva se si può dire "valori ambientali"più alti , ora non lo sia più.

Il piano d'azione era interessante perchè almeno dava una interpretazione ufficiale della situazione dell'animale. Per esempio mi sembra che si evidenziassero alcune tematiche. Si notava che il camoscio espandeva il suo areale meno di quanto si pensasse probabilmente in relazione alla scarsità dell'associazione vegetale di cui pensavano si nutrisse prevalentemente (non ricordo il nome ).Altra cosa che si metteva in luce è che il camoscio appenninico nostrano avesse un tasso di accrescimento della popolazione (non so se è il termine giusto ) , molto più basso dei camosci dei pirenei. Mi sembra che si parlasse per il periodo dagli anni 70-2000 di una media del 2,6% con punte del 7% contro un "tasso di reclutamento annuo" del 13-15% per quelli dei pirenei. Insomma...non so sei termini sono giusti perchè di statistica non me ne intendo ma il succo del discorso era che questo camoscio aveva tassi di crescita della popolazione molto inferiori a quelli delle altre specie e sottospecie.

Cosa si dice attualmente su questi temi ?
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stefanovet1958
Utente Super


Città: Capocavallo di Corciano
Prov.: Perugia

Regione: Umbria


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Flora e Fauna

Inserito il - 07 novembre 2015 : 11:59:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
...Credo che molte risposte si possano avere leggendo gli atti del convegno sul camoscio fatto lo scorso anno

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marcospada
Utente Senior


Città: roma
Prov.: Roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 07 novembre 2015 : 12:04:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' probabile, ma non so se è scientificamente dimostrato, che il decremento del camoscio appenninico nell'area del PNALM sia dovuto anche alla forte pressione della popolazione di Cervo, che occupa con un notevole numero di esemplari, si dice attorno ai 1500 presenti, le praterie d'altitudine che erano aree di elezione del camoscio, praticamente dalla primavera all'autunno inoltrato. I camosci del PNALM che in origine erano presenti in abbondanza nelle zone della val di rose, monte petroso, monte sterpi d'alto, si sono progressivamente spostati verso il monte Meta, le Mainarde ed il monte marsicano. Inoltre va anche tenuto conto che tutta l'area è frequentata tutto l'anno da escursionisti e turisti fino alle alte quote. Non ultima la pressione predatoria dei Lupi i cui branchi sono notevolmente aumentati nel PNALM a causa dell'abbondanza di prede, soprattutto cinghiali e cervi, ma anche camosci.

Marco
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Camoscio appenninico - Rupicapra pyrenaica ornata
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fannullone
Utente V.I.P.

Città: bologna


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Inserito il - 07 novembre 2015 : 12:08:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Arggh, tutti in inglese quegli atti....
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stefanovet1958
Utente Super


Città: Capocavallo di Corciano
Prov.: Perugia

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Inserito il - 07 novembre 2015 : 12:14:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di stefanovet1958:

difficili da avvicinare, per via delle tabellazioni che avvertono di non superare delle linee immaginarie, frequentate dagli ungulati...


Immagine:
Camoscio appenninico - Rupicapra pyrenaica ornata
140,12 KB




Sono bruttissime quelle marche auricolari, però son anche una carta d'identità : quella femmina, si chiama Nives , proviene dal Parco Nazionale d'Abruzzo è stata rilasciata sui Sibillini il 10 settembre 2008 ed aveva 2 anni e mezzo ( adesso ha 9 anni e 1/2) è dotata di un collare VHF


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Modificato da - stefanovet1958 in data 07 novembre 2015 12:17:05
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stefanovet1958
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Città: Capocavallo di Corciano
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Inserito il - 07 novembre 2015 : 14:01:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marcospada:

E' probabile, ma non so se è scientificamente dimostrato, che il decremento del camoscio appenninico nell'area del PNALM sia dovuto anche alla forte pressione della popolazione di Cervo, che occupa con un notevole numero di esemplari, si dice attorno ai 1500 presenti, le praterie d'altitudine che erano aree di elezione del camoscio, praticamente dalla primavera all'autunno inoltrato. I camosci del PNALM che in origine erano presenti in abbondanza nelle zone della val di rose, monte petroso, monte sterpi d'alto, si sono progressivamente spostati verso il monte Meta, le Mainarde ed il monte marsicano. Inoltre va anche tenuto conto che tutta l'area è frequentata tutto l'anno da escursionisti e turisti fino alle alte quote. Non ultima la pressione predatoria dei Lupi i cui branchi sono notevolmente aumentati nel PNALM a causa dell'abbondanza di prede, soprattutto cinghiali e cervi, ma anche camosci.




Credo che gli esemplari prelevati per i ripopolamenti , ed anche quelli deceduti a causa della cattura, siano stati irrilevanti per la dinamica della popolazione originale, nei territori storici del Parco d'Abruzzo. Questa popolazione non ha mai raggiunto , da quando si studia, le 700 unità...
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stefanovet1958
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Inserito il - 07 novembre 2015 : 14:11:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
...Magari le cause vanno ricercate altrove : a quanto pare le patologie parassitarie, trasmesse dal bestiame ovi-caprino sono importanti, soprattutto per quanto riguarda le patologie bronco polmonari indotte da strongili, i cervi pare sfruttino solo marginalmente i pascoli dei camosci, ma li relegano verso le aree più "scomode" ed inoltre veicolano anche loro agenti patogeni . Forse però, visto che le variabili ( predatori, competizione per il pascolo, alpeggio di mandrie domestiche )sono presenti anche nelle altre aree dove la popolazione reintrodotta ha superato nei numeri quella originale, I territori del PNLAM non sono in grado di supportare popolazioni di camosci maggiori.....


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fannullone
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Inserito il - 10 novembre 2015 : 11:39:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
non vorrei dire una boiata perchè ho letto alla svelta il malloppone del vecchio piano d'azione, ma mi sembrava di aver capito che la competizione col Cervo fosse più forte nella stagione fredda quando i camosci si spostano nel bosco.In effetti in quegli anni di calo si è registrata una sopravvivenza invernale dei nuovi individui passata dal 54% nei precedenti 10 anni al 18-20%.
Poi si parla anche di morti inaspettate durante le catture per problemi con gli anestetici e complicazioni respiratorie....anche se non ho capito quanti ne sono morti in questo modo.
Certo che sommando queste cose se non si sta attenti si possono fare dei bei danni.
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fannullone
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Inserito il - 10 novembre 2015 : 16:57:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Stavo leggendo (col traduttore automatico!)quella relazione che sulla convention che avete linkato. Sapreste dirmi cos'è il sistema di cattura per "tele-iniezione -tele-injection" ? io pensavo semplicemente sparassero un dardo narcotizzante come nei films!
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stefanovet1958
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Inserito il - 10 novembre 2015 : 20:20:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di fannullone:

Stavo leggendo (col traduttore automatico!)quella relazione che sulla convention che avete linkato. Sapreste dirmi cos'è il sistema di cattura per "tele-iniezione -tele-injection" ? io pensavo semplicemente sparassero un dardo narcotizzante come nei films!


..è esattamente così : si spara un dardo che non è altro che una siringa contenente l'anestetico...


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fannullone
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Inserito il - 11 novembre 2015 : 13:57:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Comunque leggendo , per quel che mi consente il mio scarso inglese , il malloppone sul camoscio appenninico, soprattutto per quelli del PNALM , degli esami fatti sui vari campioni prelevati, sia su altri ungulati selvatici sia sugli animali di allevamento,risulterebbe che il camoscio ha di per se stesso cariche parassitarie più elevate di tutti ,soprattutto ai polmoni e in alcuni casi molto forti per no so che parassita intestinale. E questi parassiti non sarebbero gli stessi che caratterizzano il Cervo,questo potrebbe concorrere indirettamente rendendo più debilitati i Camosci facendo calare il cibo a disposizione. Anche gli animali d'allevamento non sarebbero i diretti responsabili anche se si evidenzia sono colpiti da altre malattie e che il pascolo abusivo è ampiamente diffuso .Insomma ,la "colpa "ufficiale è del Camoscio che probabilmente in alcune zone ha una concentrazione troppo alta che favorisce il diffondersi delle malattie . Potrebbe comunque anche essere un risultato in parte di comodo...incolpare troppo il bestiame d'allevamento o scelte sbagliate di gestione di un parco potrebbe risultare più scomodo. Io rimango dell'idea che qualcosa al Pnalm la stiano sbagliando , se in una decina di anni sono passati da una popolazione di 700 ad una di 400 in una delle zone in cui l'animale doveva essere meglio conosciuto per la sua presenza storica.
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marcospada
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Inserito il - 12 novembre 2015 : 12:31:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Una serie di immagini riguardanti alcuni dei maschi territoriali che in questo periodo (ieri 11 Novembre) presidiano i loro territori in alta Val di Rose, uno dei siti "storici" per la presenza di Camosci nel PNALM.
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Inserito il - 12 novembre 2015 : 12:32:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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marcospada
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Inserito il - 12 novembre 2015 : 12:33:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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marcospada
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Inserito il - 12 novembre 2015 : 12:33:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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marcospada
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Inserito il - 12 novembre 2015 : 12:34:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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