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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


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Inserito il - 21 dicembre 2006 : 14:22:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di hyles:

Messaggio originario di Ginxi:

Sbaglio o è quel "tizio" (perché chiamarlo naturalista offende la categoria)che è morto punto dalla coda velenifera di una razza?

Tanto va la gatta al lardo che ......

Ciao
Maurizio


No, non è Irwin.
Ad una sommaria analisi potrebbe sembrare che abbiano un atteggiamento molto simile, però Irwin, quello che è morto per la puntura di una razza, amava veramente la natura e nei suoi documentari, dopo aver girato immagini sensazionali, cercava sempre di far capire che gli animali vanno rispettati. E secondo me ci riusciva.
Lui aveva scelto questo sistema per fare documentari che vendevano molto. Ed il ricavato lo investiva nel suo zoo dove si dava molto da fare per salvaguardare specie a rischio. Ha comparato pure un area molto vasta di eucalipti per proteggerla e l'ha utilizzata per la ripoduzione dei Koala e di molti altri animali australiani.
Insomma, l'approccio sensazionalistico era il mezzo tramite il quale riusciva a finanziare le sue opere di salvaguardia della natura.
E sempre, dopo aver maneggiato un serpente, si premurava di far vedere che lo rimetteva incolume dove lo aveva trovato.
Nei filmati di questo altro tipo, non si evince nessun messaggio di salvaguardia della natura, ma sembra di assistere ad un esaltato che ha il piacere a rischiare la vita.
Tra l'altro, nel filmato del morso, dopo essere stato preso ha detto ai collaboratori qualcosa tipo "Qualcuno pensi al serpente", evidenza del fatto che l'animale era stato portato li di proposito, poi è stato catturato e usato nuovamente per completare il filmato dopo le scene all'ospedale.
Ciao Diego



BRIVIDI!!!
A me mi piace vivere alla grande già
girare tra le favole in mutande ma
il principe dormiva, la strega si è arrabbiata
e nei tuoi occhi verdi quella lacrima è spuntata
(A me mi piace vivere alla grande - Franco Fanigliulo)


Mi ero ripromesso di non scrivere più sui vari forum per una serie di motivi, primo fra tutti quello per cui è più facile, non vedendo in faccia le persone, farsi dei nemici che degli amici, ma le affermazioni di alcuni di voi mi sembrano pesanti e meritevoli di una risposta di controparte. Poi non dovrei più rompervi le scatoline....

Solo per farvi meditare sulle vostre affermazioni.

- Si parla, in un post, di Steve Irwin definendolo grosso modo un "buffone", uno "spericolato", "tanto va la gatta al lardo", ecc. Io non offenderei mai la memoria di una persona morta. Morta poi non mettendo in forni crematori gli individui, ma girando dei documentari (certo non scientifici, come la maggior parte dei documentari esistenti) che permettono al grosso pubblico (ai ragazzi, alle persone obese, ai vecchi sulla carrozzella, ecc.) di vedere in televisione animali che mai potrebbero incontrare dal vivo.

- Nell'ultimo post viene scritto che "Mentre Irwin amava veramente la natura... nei filmati di Austin Stevens sembra di assistere ad un esaltato...". Perché mai dovete scrivere questo? Avete visto (e capito, visto che sono in inglese) i documentari "completi" di Stevens, e non i frammenti recuperati su siti internet di infimo livello?
Austin Stevens, parlando dei serpenti, non fa altro che ripetere: "Splendidi animali, magnifici, fieri ecc." E poi li rimette tutti nel loro ambiente naturale, proprio come faceva Irwin. Restando sempre inteso che, se gli animali provengono da uno zoo, vengono poi riportati nello zoo: ma questo fa parte della "finzione", implicita in documentari di questo tipo...

Si scrive poi che Stevens corre come un "esaltato": filmatelo voi un cobra in fuga fra i cespugli senza correre come esaltati! Se volete fare un documentario, il serpente lo dovete prima acchiappare, e, come dice l'amico Aspis, non stiamo parlando di biacchi, oppure di linci fotografate in un recinto di ripopolamento! Cosa c'è di tanto tremendo e morboso nel fermare per la coda un serpente velenoso che scappa, per poter girare un documentario? Il cobra reale non è mai (giustamente!) stato afferrato per il collo, cosa che davvero potrebbe essere nociva per l'animale, ma solo per la coda e per il corpo... e allora? Meglio di così cosa poteva fare Stevens? Non girare nessun documentario, come faccio io e tutti voi altri...
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zulo
Utente Senior

Città: acilia (Roma)
Prov.: Roma

Regione: Lazio


1949 Messaggi
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Inserito il - 21 dicembre 2006 : 22:37:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
per me la differenza tra i metodi dei due "documentaristi" sta nel fatto che irwin si rivolgeva ad un publico piu giovane per sensibilizarlo finchè era possibile sensibilizare una persona, mentre austin voleva toccare tutte le fasce di età, questo spiega il montaggio più "morbido" nel primo caso, e quello più accattivante nel secondo. per il resto mi sembra che usino gli stessi metodi, a parte le maggiori cautele di irwin. io sinceramente sono piu naturalista di cuore, preferisco evitare di disturbare un animale in qualsiasi modo. filmare un predatore che caccia per esporlo al publico e sensibilizarlo può si servire ad aprire il cuore delle persone nei confronti degli animali, ma troppo accanimento può solo danneggiarli, inducendoli ad abbandonare territori di caccia, siti di nidificazione, e tutti sappiamo che dove ci sono due coppie di aquile, se facciamo allontanare un esemplare, la meta dei pulli non ci sarà. quindi è meglio tenersi fuori dalla loro portata e studiare poi le tracce del loro passaggio, sperando magari in un incontro casuale. abbiamo abbastanza nozzioni per farlo. rispettiamo la natura in ogni modo. a chi di noi farebbe piacere essere presi per la coda, essere afferrati, sfidati, presi a pizze in testa come ha fatto austin nel filmato. io non mi limiterei a morderlo. mi devono sparare poi per fermarmi.

giuliano petreri
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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


1432 Messaggi
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Inserito il - 22 dicembre 2006 : 12:18:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
I documentari sui serpenti, salvo rarissime eccezioni, possono essere di due tipi: entrambi spesso “falsi”, ma uno, a mio avviso, più fasullo dell’altro.
Ecco i due tipi.

Tipo a) Ci fanno vedere un bel serpente che va a caccia di topi in un cortile, oppure che si intrufola di nascosto in un fienile dietro alla traccia di un topo… ma poi arriva un gatto, ecc.
“Che bello!” si pensa istintivamente… “un vero documentario naturalistico e scientifico…”


Tipo b) Si vede un personaggio stravagante tipo Austin Stevens che cammina ai bordi di una risaia o di una foresta e improvvisamente si tuffa a pesce per tentare di catturare una vipera, o un cobra o un qualsiasi altro serpente…
“Che brutto!” si può anche pensare… “poveri animali, presi innaturalmente per la coda per il piacere di un esaltato…”

Pochi immaginano che i serpenti, in natura, si vedono e si riescono poi a fotografare quasi esclusivamente nel secondo modo (tipo b) e che quasi tutti i documentari di “tipo a”, con scene di inseguimenti ai topi, di pasti, di accoppiamenti, ecc. sono dei clamorosi falsi realizzati mettendo in posa il serpente dove più ci fa comodo, realizzati con “collage” di scene che non c’entrano niente l’una con l’altra (da una parte c’è il serpente, dieci giorni prima è stato ripreso il topo o la mangusta…), oppure, peggio ancora, realizzati in terrari o in grossi recinti naturalizzati.

Adesso, alla luce di questi fatti, dovendo scegliere un tipo di documentario, quale sareste più invogliati a vedere? Rincorsa al topo, con intervento di gatto o di mangusta, oppure quelli che ci mostrano cosa davvero significa l’incontro di un uomo con un serpente in natura ? Tenendo però presente che anche nel secondo caso vengono spesso usati animali già catturati… e che quindi anche quel tipo di documentario è spesso un falso…

L’incontro con un serpente in natura è davvero molto più simile a quello che si vede nei documentari di Stevens… “Ehi, guarda là, una coda… sta scappandooo… è un serpente (rincorsa)… tu vai nel bosco, io lo inseguo (spina di rovo che ti strappa la camicia)… prendigli la coda… attento si gira verso di te… (morso schivato, poi altra rincorsa con scivolone nel fango, ecc.)”

Per quanto riguarda il disturbo arrecato agli animali (come sostiene Giuliano Petreri), è ovvio che c’è, ma è una cosa minima se l’animale viene subito rilasciato, e non certo paragonabile al disturbo che si può arrecare ad una coppia di uccelli nidificanti o a una cucciolata di orsi… Un serpente liberato subito dopo la cattura, dieci minuti dopo non si ricorda neanche più di quello che gli è successo prima!

Nella foto, scattata dall'amico Mario B., la cattura di una Boiga dendrophila in Malaysia.


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hyles
Utente Senior


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 22 dicembre 2006 : 17:50:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Devo ammettere che non ho mai visto per intero un documentario di Austin, ma solo quegli spezzoni disponibili in rete, da lì la mia affermazione sul suo apparire come un esaltato, che potrebbe essere anche sbagliata, non ho problemi ad ammetterlo.
Non mi crea problemi vedere uno che prende o maneggia un serpente, io stesso in Italia quando ne incontro uno lo prendo per fotografarlo e non ritengo che sia dannoso per l'animale.
Il problema di quei documentari è che gli animali in questione sono PERICOLOSI e magari qualcuno non all'altezza potrebbe tentare di imitare il personaggio.
Poi c'è anche una vautazione da fare (e quella è strettamente personale) se il gioco vale la candela, ossia se il rischio di un morso vale il tentativo di fare una foto. Io probabilmente non me la sentirei di disturbare un Mamba o un Taipan solo per fotografarlo. Però io non ho una struttura organizzata che mi segue pronta ad intervenire in caso di morso.
Poi ripeto, non conosco il caso Austin, ma Irwin utilizzava questo tipo di documentari per sensibilizzare il pubblico e finanziare i suoi programmi di salvaguardia della Natura. Questo fa passare in secondo piano il fatto che disturbi un animale o faccia giochi pericolosi (per lui ovviamente non per il serpente), o per lo meno gli trova una giustificazione.
A, so benissimo che la magior parte dei documentari sono finti, come anche che Irwin spesso si portava gli animali per le sue riprese, per non rischiare di non trovarne o di dovere maneggiare un animlae troppo pericoloso e che non conosceva.
Ciao Diego



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Zoroaster
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Inserito il - 22 dicembre 2006 : 18:44:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Dici bene hyles, quando parli del rischio di emulazione, ma perché tale rischio diventi concreto, il ragazzo che vuole emulare Stevens con serpenti pericolosi deve: prendere l'aereo, andare come minimo in Africa settentrionale, trovare l'habitat giusto, trovare il serpente e... tentare il suicidio!
Può capitare, ma se vediamo in televisione quanti esempi di comportamenti pericolosi ben più facilmente realizzabili dai ragazzi si trovano disponibili, ridimensioniamo subito il rischio: corse in auto ad alta velocità, corse in moto, free climbing estremo, discese con gli sci a tutta velocità, salto dai ponti con gli elastici, immersioni con bombole o in apnea, corse in bici (non avete idea di quanti ciclisti finiscono nei reparti di ortopedia!) ecc. ecc.

Se poi una persona con un minimo di buon senso vede la velocità dei due cobra in attacco e la velocità di Stevens nello schivare i morsi (tutti tranne uno), a quella persona scappa subito la voglia di giocherellare con i cobra, anche se si trovasse magari di fronte un esemplare pacifico e mezzo intontito...

Ciao !
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hyles
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Flora e Fauna

Inserito il - 23 dicembre 2006 : 19:39:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Zoroaster:

Dici bene hyles, quando parli del rischio di emulazione, ma perché tale rischio diventi concreto, il ragazzo che vuole emulare Stevens con serpenti pericolosi deve: prendere l'aereo, andare come minimo in Africa settentrionale, trovare l'habitat giusto, trovare il serpente e... tentare il suicidio!
Può capitare, ma se vediamo in televisione quanti esempi di comportamenti pericolosi ben più facilmente realizzabili dai ragazzi si trovano disponibili, ridimensioniamo subito il rischio: corse in auto ad alta velocità, corse in moto, free climbing estremo, discese con gli sci a tutta velocità, salto dai ponti con gli elastici, immersioni con bombole o in apnea, corse in bici (non avete idea di quanti ciclisti finiscono nei reparti di ortopedia!) ecc. ecc.

Se poi una persona con un minimo di buon senso vede la velocità dei due cobra in attacco e la velocità di Stevens nello schivare i morsi (tutti tranne uno), a quella persona scappa subito la voglia di giocherellare con i cobra, anche se si trovasse magari di fronte un esemplare pacifico e mezzo intontito...

Ciao !

Il fatto è che questi documentari in Italia si vedono poco (un po' di più quelli di Irwin). Però magari un ragazzo sudafricano che ha i cobra nel giardino potrebbe vedere il filmato e avere la vaga idea di imitarlo con il serpente al quale sta abbaiando il cane in quel momento. E sappiamo bene che quello nel giardino non è un serpente messo lì all'uopo, ma un animale non abituato all'uomo e che non ha nessuna intenzione di farsi disturbare dal primo poppante di un primate che passa per caso.
E' anche vero che essendo abituati agli animali velenosi magari in sud africa ci stanno più attenti, però non si può mai dire.
Ciao Diego



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Zoroaster
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Inserito il - 25 dicembre 2006 : 16:41:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non c'entra molto con i serpenti, ma con il discorso sui documentaristi "estremi": ho appena visto in inglese il bel film di Herzog "The grizzly man", nel quale vengono raccontate le ultime settimane di vita di Timothy Treadwell, un altro documentarista, oltre ad Irwin, che ha perso la vita per una passione eccessiva, che spesso si avvicinava alla follia, o comunque al rischio estremo e al sacrificio della propria vita. Il pericolo che qualcuno, vedendo un orso, possa imitare le imprese di Timothy Treadwell è praticamente inesistente: per avvicinarsi ad un grizzly, o maneggiare serpenti velenosi, o fare free climbing estremo, ci vuole una grande passione. Senza una forte motivazione, nessuno butta al vento la propria vita! E la passione, anche in quei rari casi, andrebbe comunque tenuta a freno, anziché spinta all'eccesso.
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