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Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
Akis bacarozzo
Utente V.I.P.
Città: Bologna
Prov.: Bologna
Regione: Emilia Romagna
424 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 29 marzo 2011 : 15:04:07
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Quindi si tratterebbe di una misura di compensazione, probabilmente fatta inserire dal comune nella valutazione di impatto ambientale redatta dai costruttori di villette. In queste cose faccio molta fatica a non pensare male. Può darsi che l'eliminazione di un'area incolta e apparentemente disordinata sia dovuta a ignoranza, alla mancata comprensione della sua importanza naturalistica. Ma qualcuno ci ha guadagnato: il vivaista che ha fornito le piante e i giardinieri che hanno fatto il lavoro e che poi dovranno fare la manutenzione. Quindi sono tutti contenti: gli imprenditori edili possono fare le villette, il comune si può vantare di avere imposto una compensazione, coniugando crescita economica e tutela dell'ambiente, chi fornisce e gestisce il verde fa affari in più. La tutela dell'ambiente così concepita è un business. Peccato che la maggior parte delle volte il modo migliore di tutelare l'ambiente naturale sarebbe non fare nulla. Ma questo non è economicamente accettabile. Se nessuno fa niente il PIL non aumenta. Una decrescita intelligente... magari! Ma io sono pessimista, non vedo la volontà di perseguirla. Così prima o poi dovremo beccarci una decrescita catastrofica.
Silvia |
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elleelle
Moderatore Trasversale
Città: roma
Regione: Lazio
32995 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 marzo 2011 : 15:19:55
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Sono d'accordo con te. In effetti, da un po' di anni, anche l'ambiente, inteso nelle accezioni più varie, è diventato un business e sono proliferate cooperative e imprese di varie dimensioni, di solito con nomi che cominciano per "Eco...".
Queste imprese si occupano, in larga misura, di potature del verde pubblico e operano in maniera da massimizzare i profitti: tagliano i rami a filo tronco per risparmiare tempo e ricavarne più legno da rivendere (infatti, il legname viene pagato a peso come "rifiuti vegetali da smaltire" e poi le ditte sono libere di venderlo come legna da ardere!). Con queste tecniche tipicamente industriali gli alberi vengono ridotti a pali spogli che non riacquisteranno più la forma della chioma tipica della specie; inoltre, queste ditte vogliono lavorare 12 mesi all'anno, e non solo da ottobre a febbraio come suggerirebbero i botanici; quindi, molti alberi potati in maggio-luglio muoiono entro l'anno. E questo amplifica il business perché bisogna abbatterli e sostituirli.
C'è poi l'attività di taglio dell'erba (anche nei parchi naturali!!!!!), l'attività di messa a dimora di nuovi alberi in sostituzione di quelli vecchi e "deperienti" e cose del genere.
In sostanza, il problema si è rovesciato: non si tratta più di trovare i pochi soldi per svolgere le attività veramente necessarie per proteggere l'ambiente, ma di trovare sacche di "ambiente" da sottoporre a trattamenti vari e discutibili per poter elargire i molti soldi disponibili a ditte amiche (o, nella più pulita delle ipotesi, per sostenere l'occupazione).
In sostanza, si è passati da un disinteresse che, in molti casi, era il male minore, ad un interesse avido per finalità del tutto distorte.
Somiglia un po' a quello che è successo per i beni artistici e archeologici in anni passati, quando l'entusiasmo per nuove tecniche di restauro (come lo "strappo") e una certa disponibilità di soldi, hanno prodotto la distruzione di intere pareti affrescate di chiese e palazzi o, se pensiamo ad altre tecniche, hanno creato i presupposti per il crollo di chiese (Assisi), mura cittadine (Mura aureliane) e ruderi (Pompei).
In mancanza di vera competenza professionale e onestà intellettuale, tutto sommato l'unica speranza è che manchino i soldi e non si faccia niente; tutto sommato, il tempo e la natura sono galantuomini ...
luigi
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elleelle
Moderatore Trasversale
Città: roma
Regione: Lazio
32995 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 marzo 2012 : 23:08:42
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A Roma c'è un'area verde chiamata "Parco della Cellulosa" che era rimasta per anni allo stato completamente naturale, chiusa al pubblico. Dopo anni hanno deciso di metterla a disposizione. In televisione hanno fornito altri dettagli: gruppi di volontari hanno ripulito il parco, in stato di degrado da anni, di gran parte delle siepi di rovi, alte anche 2 metri (sic) che ne impedivano il godimento.
Ora, non si lamentino se, sparite le siepi, spariscono gli uccelli canori, le farfalle, i rettili ecc......
Un paio di anni fa "ripulirono dalle siepi" gran parte del Parco della Caffarella, usando anche dei detenuti per fare il lavoro. Sempre alla Caffarella, hanno iniziato a tagliare l'erba ogni primavera come se fosse un campo di calcio (dicono, per scongiurare incendi - mai sentito dire).
Il bello è che dietro queste iniziative che tendono a trasformare anche le ultime aree naturali ricche di biodiversità vegetale e animale in giardini, ci sono movimenti che si definiscono ambientalisti.
Dice bene il proverbio: "Dai nemici mi guardo io; dagli amici mi guardi Iddio ....!"
luigi
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Modificato da - elleelle in data 15 marzo 2012 20:16:33 |
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