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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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ATTENZIONE! A causa dello stato di grave minaccia nel quale si trovano attualmente gli anfibi, dovuta non solo all'alterazione degli habitat, ma anche alle patologie legate alla chitridiomicosi e alla possibilità che appassionati e studiosi di anfibi possano diventare vettori involontari del contagio durante le escursioni, invitiamo tutti gli utenti del forum ad avere particolare cura quando ricercano o fotografano questi animali. Considerata inoltre la delicatezza necessaria nel maneggiare gli anfibi, onde evitare emulazioni da parte di persone inesperte, che potrebbero causare danni agli animali, invitiamo gli utenti a non postare foto di esemplari tenuti in mano. Questo tipo di foto d'ora in poi saranno rimosse. Eventuali foto inerenti studi o indagini scientifiche possono essere postate previa autorizzazione da parte dei moderatori di sezione o degli amministratori. Grazie a tutti per la collaborazione
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Autore |
Discussione |
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bernardo borri
Utente Senior
Città: Firenze
Prov.: Firenze
Regione: Toscana
3002 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 ottobre 2010 : 11:46:17
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Proprio per continuare a rompere le scatole, visto che in altri topic siamo nel caldo dell'argomento, vi pongo un quesito molto molto interessante... Sempre si più si sta assistendo alla pubblicazione di numerosi atlanti erpetologici regionali, i quali rivelano con estrema precisione quali siano i luoghi dove andare a cercare anfibi; riferendosi a vere e proprie località dagli areali piuttosto ristretti ed inconfondibili. Questo viene fatto anche per quei posti dove, magari, ci sono gli ultimi 3 ululoni dell'intero comune.... E siamo d'accordo che, ad esempio, un tritone alpestre fa 600 uova e passa, e quindi anche qualora un tedesco passi a raccattarsi un sacchetto della spazzatura pieno i tritoni saranno più o meno lo stesso numero l'anno seguente, ambiente permettendo (inutile dire che non dovrebbe ugualmente accadere e che è contro la legge...); ma se in una pozza ci sono 3 ululoni e sono gli unici dell'intera montagna e vengono raccolti, allora ciao ciao ululone...! Solo che chi scrive sbandierando i posti sugli atlanti o non si rende conto della rilevanza del problema oppure tende a favorire il proprio prestigio, così da poter dire "eccomi, io ho scritto l'atlante della provincia tale..."
Detta la mia, a voi il verdetto:
- dire i posti sugli atlanti regionali/provinciali perché ha rilievo scientifico, perché tutti hanno il diritto di saperli senza averli minimamente cercati e perché chi li scrive altrimenti si sarebbe laureato in scienze naturali a vuoto, senza guadagnare un briciolo di reputazione nell'ambito e senza guadagnare un soldo...
- non dire i posti affinché si possano continuare a vedere determinati animali come l'ululone ancora per qualche anno; e mettere davanti la VERA protezione di questi animali alla voglia di sentirsi chiamare professore, o autore dell'atlante.
Ricordiamoci che se finora è stato fatto e gli animali ci sono ancora è solo perché finora ci sono stati ancora abbastanza animali da renderlo possibile; ma non andrà avanti per molto...
Che importa se le miniere si riempiono di apparecchi elettronici e scorie nucleari, il mio giardino è in ordine e pieno di fiori; che importa se le foreste diventano pellet da combustione, a me l'ossigeno non manca; che importa da dove viene ciò che mangio, basta che ci sia da mangiare; che mi importa di montagne che crollano a suon di martellate, quando la mia casa sta in piedi...
Se solo potessi rendermi conto che è il mondo la mia casa...
Bernardo
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Danius
Moderatore
Città: Bastia
Prov.: Ravenna
Regione: Italy
3056 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 ottobre 2010 : 12:12:50
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Ma è chiaro che bisogna mettere la conservazione prima di tutto! Sono dati sensibili. Nell'Atlante dell'Emilia Romagna non si scende così nel dettaglio, è segnalata la presenza nei riquadri da 10 km se non erro. La banca dati alla base dell'atlante è un'altra cosa, anche lì non sempre si hanno le coordinate precise, ma per poterla consultare ci vogliono dei permessi. Però ti dò ragione per altre pubblicazioni specifiche, ma che proprio bisogna cercarsele per bene, in cui i punti sono individuabili con una buona approssimazione, ed avendo una giornata di tempo a disposizione, ed anche se un tale arrivasse lì senza permessi, con retini e scatolame vario, la farebbe franca. Chi cerca anfibi per studio non è poi diverso da chi lo fa per diletto e secondo me la minaccia peggiore è la perdita di habitat. Riguardo all'Ululone, meno dettagli geografici ci sono,meglio è, per precauzione anche con popolazioni in buono stato. In pratica allora pubblicare dati di una collezione erpetologica con dati dettagliati? Dipende da chi legge queste informazioni
La Rana non s'ingozza mai di tutta l'acqua dello stagno in cui vive [Proverbio Sioux Teton] |
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blublu
Utente Senior
Città: mestre
Prov.: Venezia
Regione: Veneto
530 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 ottobre 2010 : 12:21:10
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Sono d'accordo, indicare con precisione i posti è un errore colossale che prima o poi si paga. Anzi a pagare sono gli anfibi che a parole si vorrebbero tutelare. Riprendendo anche quanto scritto sul post delle Marche e sui link inseriti, ritengo "normale" e inevitabile che il sito di un parco o di una riserva "pubblicizzi" la propria unicità e giustifichi la sua esistenza indicando le specie di pregio che custodisce, per dimostrarne il proprio valore agli occhi di un pubblico "diffuso" e quindi molto meno specialistico del nostro forum. Ripeto, chi si da al bracconaggio lo fa effettuando prima una facile ricerca sul web o sugli atlanti di distribuzione degli animali, ma un conto è inserire indicazioni precisissime, facilitando enormemente le attività illegali di bracconaggio, un conto è dare indicazioni generiche per valorizzare un parco o una riserva. Vedendo poi che certe specie nostrane vengono vendute a cifre folli (ho scoperto anch'io, tra una foto di gigliolii e un'altra a che cifre si arriva!), è facile per alcuni la tentazione di catturarle. L'unica soluzione sarebbe allora intervenire sulle regole del mercato: più offerta, meno caro il prodotto, meno margini di guadagno per il bracconaggio, meno bracconaggio. Cioè, se non si considera in questa sede la questione morale di detenere animali in cattività, non vedo perché non permettere sotto rigida regolamentazione normativa, l'allevamento e la riproduzione in cattività anche per specie nostrane e non solo di quelle esotiche. Si sa che se qualcosa è raro e difficile da reperire, muove le voglie di molti. Per molti è la rarità lo stimolo per la ricerca di alcune specie animali e vegetali. Se esistesse un mercato ufficiale e legale, ben regolato, si riuscirebbe indirettamente a tutelare le specie in natura e il loro ambiente. Questa è la mia modestissima opinione, forse un po' superficiale,visto lo stato delle mie conoscenze in materia. Forse ho ripetuto cose già scritte e riscritte in questo forum
"Salamandra Animaletto negro e splendente Brivido del muschio Divoratore di insetti Minuto araldo del temporale Ed intimo della folgore" Octavio Paz |
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Patrick_S
Utente Senior
Città: Switzerland
Regione: Switzerland
1195 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 ottobre 2010 : 12:42:59
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Vero, vero!! Non avevo pensato a questo nel post delle marche...
Vero e soprattutto gente dalla germania che ne fa commercio e non a scopo amatoriale, quindi si parla di prelevamenti consistenti di animali!! Cosa a cui sono contrario!!! Soprattutto quando di mezzo ci stanno i soldi e nulla più!!!
Potreste dirmi via p.m cosa è successo ad andrea boscherini dopo av er rilevato i siti da lui conosciuti???
Patrick Scimè |
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Riccardo Banchi
Utente Super
Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno
Regione: Toscana
5312 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 ottobre 2010 : 12:46:15
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L'argomento posto da Bernardo, quello degli atlanti con eccessivi dettagli, è molto importante. Con Bernardo sono in sintonia, anche se potrebbe sembrare il contrario. Io sostengo che abbia poco senso essere esageratamente tabù su un forum quando dettagli di localizzazione anfibi si hanno su certi atlanti erpetologici. A mio avviso basterebbe identificare la presenza nei quadratini 10x10 km (o 5x5 km), senza entrare in certi dettagli, sopratutto per le specie sensibili. Quindi quoto sostanzialmente anche Danio. Concordo anche sul quesito posto da blublu. E infatti a suo tempo, come detto in altre occasioni, proposi un topic dal titolo "Se i nostri anfibi fossero commerciabili..."; quello che pensavo (la provocazione non lo era poi più di tanto) è esattamente quello appena scritto da Andrea.
Ric |
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Barbaxx
Moderatore
Città: Bolzano
Prov.: Bolzano
Regione: Trentino - Alto Adige
6012 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 ottobre 2010 : 14:13:45
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Che dire? Questione complicatissima.
Faccio degli esempi. Non sono un malintenzionato e una volta sono riuscito a fotografare, previa la doverosa autodisinfezione , una specie molto, molto rara (chi frequenta il forum sa qual è) soprattutto, devo dirlo, grazie ad una... "robusta" ricerca bibliografica.
Certo, se fossi stato un trafficante di anfibi di quella precisa specie avrei potuto praticamente "svuotare" uno dei siti più importanti, probabilmente vitale per la sua sopravvivenza, e questo grazie ad un articolo animato da ottime intenzioni comparso su una rivista specializzata di scarsa diffusione.
Quindi il problema si pone non solo con gli atlanti più divulgativi, ma con tutte le pubblicazioni scientifiche. In biblioteca ci possono andare tutti, particolarmente - i più pericolosi - i vandali con una certa cultura.
E allora qui arriva, secondo me, il punto: gli autori devono capire quali informazioni sono necessarie (es.: terra typica) e quali superflue o pericolose o motivate solo da voglia di ben figurare. Bisogna, soprattutto, discriminare il destinatario delle informazioni, alcune delle quali dovrebbero rimanere riservate (es.: è chiaro che gli enti che amministrano il territorio, o le associazioni ambientaliste, devono sapere quali parti vanno protette - ma la "mela marcia" può esistere anche qui...)
Anche il discorso sul commercio e l'allevamento è molto complesso: credo che il proibizionismo non giovi laddove le specie siano facilmente allevabili in cattività. Si potrebbe allora creare uno stock di animali in cattività che risponda alla richiesta di mercato, evitando ulteriori prelievi in natura.
Questo, però, non lo farei con specie che in cattività non si riproducono o lo fanno con grande difficoltà (e ci sono...); per difendere queste continuo a credere che occorra anche la repressione.
Man mano che aumenta il numero di animali commerciati, poi, possono aumentare altre conseguenze negative: ad esempio liberazioni e rilasci di animali fuori areale, diffusione di malattie, ecc,
Tema, insomma, estremamente complesso, e che richiede un misto di soluzioni.
Ma sia chiaro: per proteggere gli animali rari bisogna soprattutto proteggere il loro ambiente.
Barbaxx |
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Fabio F
Utente Senior
Città: -
Regione: Marche
1079 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 ottobre 2010 : 15:32:20
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Argomento spinoso... Pubblicare dati precisi di ritrovamenti lo ritengo dannoso, non è il caso degli atlanti regionali il cui obbiettivo è far vedere la distribuzione di una certa specie. Il problema delle pubblicazioni è che non sai chi le leggerà, persone in buona fede o meno. Da parte mia mi guardo bene dal condividere pubblicamente (qui sul forum) dettagli troppo sensibili. Certe cose le rivelo solo a persone che conosco bene , di cui mi posso fidare.
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Akis bacarozzo
Utente V.I.P.
Città: Bologna
Prov.: Bologna
Regione: Emilia Romagna
424 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 14 ottobre 2010 : 16:18:07
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Ma come si fa con gli articoli di ricerca pubblicati su riviste di settore? Io non ho questi problemi perché mi occupo di termiti, che non sono specie in pericolo, ma mi risulta che in un lavoro scientifico si debba sempre dichiarare tutto ciò che può servire alla ripetibilità dell'esperimento, quindi anche l'indicazione precisa della provenienza degli animali analizzati. E le riviste scientifiche sono consultabili da parte di chiunque.
La questione è difficile e si rischia che porre troppi vincoli da una parte, mentre dall'altra si consente di fare tutto ciò che si vuole, sia inutile e ridicolo. Mi spiego con un esempio: vicino a casa mia c'è una zona in cui si trovavano parecchi Bufo viridis. Ci hanno costruito sopra un centro commerciale, poi un'uscita della tangenziale. E adesso ci stanno facendo un grattacielo che sarà il più alto di Bologna. Che fine pensate che abbiano fatto o faranno i rospi? Non ho simpatia per i razziatori teutonici, ma credo che per quei rospi adesso sarebbe meglio starsene in uno stagno in Germania (se è questa la fine che fanno, non lo so) piuttosto che sotto l'asfalto. Temo che per le specie molto rare l'unica salvezza dalla distruzione dell'habitat possa essere, tristemente, l'allevamento in cattività. E' una cosa vergognosa, non bisognerebbe consentire di distruggere gli habitat, ma succede di continuo. Se in Italia ci fossero più sensibilità e più cura per gli ambienti naturali, certi problemi neppure esisterebbero.
Silvia |
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terror90
Utente Senior
Città: recanati
Prov.: Macerata
Regione: Marche
851 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 ottobre 2010 : 17:49:27
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Per chi mi conosce, penso che avrà capito che la penso più o meno come bernardo. secondo me, infatti, bisogna proteggere, e con proteggere non intendo mica quella che c'è da noi, tutti i parchi e siti di anfibi(ma non solo) in pericolo, perchè solo così puoi salvare la specie. per la cattività, metterei in atto degli allevamenti(dove si possono anche fare ripopolamenti mirati e controllati) in cui tutti gli animali che vengono venduti, vengono denunciati e controllati periodicamente, così che se ci sono reintroduzioni, maltrattamenti e quant'altro, parta la denuncia. secondo me, purtroppo, la cattività per qualche specie aiuta a far capire alla gente(o almeno si spera) di quanto siano belli e delicati certi animali, e quindi a proteggere quelli selvatici. io stesso ho preso la passione degli anfibi tenendo da bambino i girini, e quindi punterei molto sulla didattica per sensibilizzare i bambini ma anche gli insegnanti, con convegni fatti da esperti in materia, non dipendenti statali, come purtroppo succede. scusate se il discorso che ho fatto è un pò contorto, ma ho buttato giù al momento quello che pensavo, e forse sono andato un pò fuori strada.
terror90 |
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bernardo borri
Utente Senior
Città: Firenze
Prov.: Firenze
Regione: Toscana
3002 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 ottobre 2010 : 20:14:00
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L'allevamento potrebbe essere una soluzione... Ma andrebbe denunciato ogni girino e fotografato in tutte le fasi della metamorfosi fino alla comparsa di caratteri distintivi di ciascun esemplare, poiché altrimenti se una persona dice che sono nati, che so, 200 crestati dalla propria coppia, quella persona può anche catturarseli adulti nello stagno vicino a casa e dire che sono quelli... Per le pubblicazioni scientifiche magari può essere necessario indicare una precisa ubicazione dell'animale, ma comunque andrebbe fatto solo e solamente quando strettamente necessario e con meno precisazioni possibile. E comunque le pubblicazioni di solito le vedono solo i veri appassionati del settore, dato che su internet compare spesso solamente un breve estratto... Poi ci sono pubblicazioni su internet che sono propriamente mirate a dire "lì c'è l'ululone" con tanto di mappa e stelline su di essa a segnalare i corpi idrici giusti... Ecco, quelle andrebbero proprio evitate! Se un ricercatore vuole un riconoscimento per una pubblicazione simile dovrebbe parlarne ad un convegno dell'SHI senza sbattere tutto su internet credo....
Poi sul fatto che finché c'è l'habitat gli animali ci sono non si discute, per carità...
Che importa se le miniere si riempiono di apparecchi elettronici e scorie nucleari, il mio giardino è in ordine e pieno di fiori; che importa se le foreste diventano pellet da combustione, a me l'ossigeno non manca; che importa da dove viene ciò che mangio, basta che ci sia da mangiare; che mi importa di montagne che crollano a suon di martellate, quando la mia casa sta in piedi...
Se solo potessi rendermi conto che è il mondo la mia casa...
Bernardo
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Modificato da - bernardo borri in data 14 ottobre 2010 20:14:51 |
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