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 Guida all’identificazione del genere Astropecten
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rpillon
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Biologia Marina

Inserito il - 06 dicembre 2009 : 20:10:29 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Le stelle marine del genere Astropecten vivono su fondali mobili (sabbiosi, fangosi o ghiaiosi) e durante il giorno rimangono per lo più infossate nel sedimento. Durante il tardo pomeriggio e nelle ore notturne escono per cacciare principalmente molluschi bivalvi che sono tra le loro prede preferite. A loro volta sono predate da grandi molluschi quali Charonia lampas, Charonia variegata e probabilmente Tonna galea.

Nel Mediterraneo sono presenti sei specie appartenenti al genere Astropecten:
- Astropecten aranciacus (Linnaeus, 1758)
- Astropecten jonstoni (Delle Chiaje, 1827)
- Astropecten irregularis (Pennant, 1777)
- Astropecten spinulosus (Philippi, 1837)
- Astropecten bispinosus (Otto, 1823)
- Astropecten platyacanthus (Philippi, 1837)

Queste stelle sono simili tra loro e per alcune specie può essere difficile determinarne con certezza solamente da una fotografia. Per avere una determinazione certa, in taluni casi, occorrerebbe analizzare l’animale in laboratorio o avvalersi di analisi genetiche. Spesso però ciò non è possibile e si può determinare la specie, con un ragionevole margine d’errore, osservando l’aspetto dell’animale, in particolare basandosi su alcuni caratteri tipici descritti dai maggiori autori che negli anni hanno analizzato in laboratorio un gran numero di esemplari.
Di seguito descriverò i principali elementi riscontrati in migliaia di esemplari incontrati e fotografati in Mediterraneo (Italia: Trieste, Sardegna; Francia: Corsica; Croazia: Rab, Cres, Krk, Hvar; Grecia: Lefkada, Kefalonia, Elafonissos, Peloponneso, Karpathos, Milos, Kimolos, Naxos, Paros, Antiparos, Koufonissi, Kato Koufonissi, Donoussa, Mykonos, Creta, Limnos, Schinoussa; Spagna: Minorca, Formentera) e i caratteri distintivi descritti da autori quali Tortonese Enrico, Koehler Réné, Emil Edler Von Marenzellerin, Ludwig Heinrich Philipp Döderlein, Hubert Ludwig in base ai quali si può fare un’identificazione. In realtà per specie come Astropecten aranciacus, Astropecten jonstoni, Astropecten irregularis e Astropecten spinulosus si tratta di un compito abbastanza facile mentre per specie più complesse come Astropecten bispinosus e specialmente Astropecten platyacanthus è necessaria un’analisi più approfondita.
Ben lieto ovviamente di essere smentito o corretto se ho scritto errori o imperfezioni…

I principali elementi da cui si possono determinare le varie specie da fotografia sono: l’aspetto delle placche marginali dorsali, ventrali e dei relativi aculei, la dimensione, la forma del disco e delle braccia. Per poter riconoscere un esemplare fotografato in mare è quindi importante fare una foto del soggetto completo, una foto del dettaglio delle placche marginali e misurare nella maniera più precisa possibile il diametro della stella. Il tutto si può fare senza toccare, girare o disturbare in nessuna maniera l’animale.


Descrizione delle principali parti di una stella Astropecten:
Astropecten bispinosus:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
283,94 KB


Descrizione della sezione di un braccio di una stella Astropecten:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
122,13 KB
1- papule: sono delle appendici molli e retrattili con funzioni respiratorie, singole o disposte a gruppi, che si trovano nelle cavità del lato aborale della stella (ovvero del lato superiore che è quello normalmente visibile)
2- passille: piastre tipiche di alcuni Asteroidei costituite da una colonnetta cilindrica alla cui estremità si trovano numerosi piccolissimi aculei
3- aculei delle placche marginali dorsali
4- placche marginali dorsali
5- squame e piccoli aculei che ricoprono la faccia laterale verticale delle placche marginali dorsali
6- placche ambulacrali in cui si trovano dei fori da cui fuoriescono i pedicelli ambulacrali
7- placche adambulacrali
8- placche marginali ventrali
9- aculei delle placche marginali ventrali
10- pedicellarie: particolari pedicelli con terminazione prensile atti ad afferrare organismi e detrito
11- spine adambulacrali esterne
12- spine adambulacrali medie
13- spine adambulacrali interne
14- pedicelli ambulacrali


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Astropecten aranciacus
Questa stella ha le placche marginali dorsali munite da 1 a 3 aculei piuttosto corti e placche marginali ventrali con aculei lunghi, appuntiti, robusti, disposti con regolarità, di colore rosso-arancio alla base e giallastro o bianco verso la punta. L’aspetto è robusto, presenta un disco di dimensioni medie e delle braccia appuntite. Il colore del lato aborale è dato dal susseguirsi di passille con l’estremità superiore (che dall’alto hanno l’aspetto di punti rotondi) rosso-arancione variamente combinate a passille di colore grigio o beige; le placche marginali dorsali sono di norma grigie omogenee. E’ di gran lunga l’Astropecten mediterranea di maggiori dimensioni, di norma si incontrano esemplari di circa 30 cm di diametro ma eccezionalmente può arrivare a 55 cm. Vive su fondali sabbiosi, fangosi o ghiaiosi a profondità comprese fra i 2 e i 100 m. E’ una stella che si può incontrare già verso il tramonto ma è molto più facile da incontrare di notte. Ha caratteristiche molto costanti e si può distinguere abbastanza facilmente dalle altre basandosi sulle diverse caratteristiche tra cui le più evidenti sono il colore e la grandezza. Talvolta viene confusa con Astropecten irregularis.
Astropecten aranciacus:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
224,6 KB
Astropecten aranciacus - dettaglio passille:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
216,2 KB
Questo un link ad alcune foto di Protesilao tra cui anche una, a mio avviso molto interessante, di un esemplare giovane di Astropecten aranciacus:
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A questo link ho inserito l'approfondimento sulla specie Astropecten aranciacus:
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Astropecten jonstoni
Questa stella ha le placche marginali dorsali con un aculeo molto corto o assente (di norma le placche comprese fra le braccia sono prive di aculei). Le placche marginali ventrali hanno un aculeo esterno abbastanza corto e piatto. Gli aculei delle placche marginali ventrali sono disposti con molta regolarità, tenuti di norma paralleli fra loro e piuttosto rigidi. La base di questi aculei è di colore arancione scuro mentre la loro punta è bianco-giallastra andando a disegnare una sorta di contorno arancione alla base della stella. La forma complessiva è molto peculiare con un disco più grande rispetto le altre specie e braccia piuttosto corte, triangolari e molto appuntite che ne accentuano la classica forma di stella. Il colore del lato aborale è abbastanza chiaro con sfumature varie che possono essere tendenti al beige, al verdastro-turchese o al grigio-bruno. E’ la specie di Astropecten mediterranea più piccola e il diametro non supera i 7-8 cm. Predilige i fondali sabbiosi a profondità molto basse comprese fra 1 e 12 m. Ha maggiori abitudini diurne rispetto alle congeneri, di norma la si può trovare attiva ad ogni ora del giorno ed è meno attiva solo nelle ore più calde della giornata e di notte. E’ una stella che ha caratteristiche molto costanti e si può distinguere facilmente anche solo dalla sua forma complessiva. Di rado viene confusa con gli esemplari molto giovani di Astropecten platyacanthus.
Astropecten jonstoni:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
211,2 KB
Astropecten jonstoni - dettaglio placche marginali dorsali e relativi aculei:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
285,96 KB
A questo link ho inserito l'approfondimento sulla specie Astropecten jonstoni:
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Astropecten irregularis
Questa specie è diffusa sia in Oceano Atlantico che in Mediterraneo ma le varie popolazioni presentano delle differenze nelle placche marginali dorsali. In particolare gli esemplari preseti nel Mediterraneo hanno le placche marginali dorsali sprovviste di aculei (ritenute da alcuni studiosi come la sottospecie Astropecten irregularis pentacanthus) mentre in Atlantico ci sono popolazioni munite di un aculeo per ogni placca marginale dorsale (ritenute da alcuni studiosi come la sottospecie Astropecten irregularis irregularis) oppure con più di un aculeo (ritenute da alcuni studiosi come la sottospecie Astropecten irregularis serratus mentre secondo altri è solo una varietà di Astropecten irregularis irregularis).
Questa stella ha le placche marginali dorsali ben sviluppate, in rilievo, di colore roseo o biancastro o violetto e, negli esemplari presenti in Mediterraneo, sono totalmente prive di aculei. Le placche marginali ventrali hanno degli aculei bianchi, piuttosto corti, esili, fitti, molto mobili che non vengono mai tenuti rigidi e paralleli fra loro come le altre specie. L’aspetto di questa stella si caratterizza per avere delle braccia che formano fra loro, alla loro base dove si uniscono al disco, degli angoli molto netti. Il colore del lato aborale è rosa omogeneo, di norma con le estremità delle braccia violacee e di rado sono presenti anche dei punti più scuri al centro del disco. Questa specie può presentare una protuberanza, anche molto sviluppata, al centro del disco che sporge dal sedimento dove l’animale è nascosto e adempie una funzione respiratoria (viene chiamata da Enrico Tortonese il “cono aborale”). Ha dimensioni medie di 8-12 cm ed eccezionalmente può raggiungere i 19 cm. E’ una specie diffusa in tutti i tipi di fondali mobili da 1 a circa 1.000 m di profondità ma si incontra con più facilità in fondali sabbiosi-fangosi. Di rado si può incontrare già verso il tramonto ma è molto più facile da incontrare di notte. E’ una stella che in genere si può distinguere facilmente e con sicurezza dalle altre per il colore e per non avere aculei nelle placche marginali dorsali. Talvolta viene confusa con Astropecten aranciacus per avere un colore simile, ma ad un’analisi più attenta degli aculei delle placche marginali dorsali e ventrali oppure osservando il colore delle singole passille si possono sempre distinguere le due specie.
Astropecten irregularis pentacanthus:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
272,51 KB
Astropecten irregularis pentacanthus - dettaglio delle placche marginali dorsali prive di aculeo:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
228,56 KB
Questo un link ad alcune foto di Stefano Guerrieri molto nitide e ben fatte che evidenziano bene le caratteristiche della specie:
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A questo link ho inserito l'approfondimento sulla specie Astropecten irregularis:
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Astropecten spinulosus
Ha le placche marginali dorsali molto basse (l’altezza della faccia laterale verticale della placca è poco più grande della larghezza della placca), ricoperte totalmente da squame e aculei molto piccoli tanto che di norma solo da 1 a 3 di essi, posti nella sommità della placca, sono sviluppati a sufficienza da essere considerati veri e propri aculei. Questi aculei non sono facilmente visibili anche perché hanno sempre lo stesso colore marrone delle placche (che può essere della stessa tonalità del lato aborale oppure più chiaro). Le placche marginali ventrali hanno degli aculei abbastanza lunghi e appuntiti di un tipico colore blu-violaceo. E’ una stella che ha un aspetto piuttosto esile, talvolta con l’estremità delle braccia arrotondate. Il lato aborale ha sempre tonalità scure di colore bruno o bruno-rossastro (con la linea corrispondente alla zona centrale di ogni braccio più chiara). Predilige fondali sabbiosi in prossimità di praterie di Posidonia oceanica o di Cymodocea nodosa oppure altri fondali mobili in aree molto ricche di alghe da 1 a 50 m circa di profondità. E’ attiva quasi esclusivamente di notte e sono estremamente rari gli incontri già al tramonto. E’ una specie molto agile ed l’unica che si può incontrare normalmente anche su fondali duri, in grotte oppure arrampicata sulla posidonia. Ha dimensioni abbastanza ridotte, comunemente 6-8 cm e raggiunge al massimo poco meno di 10 cm di diametro. E’ una stella che si può distinguere dalle placche marginali dorsali non molto alte, dal colore degli aculei delle placche marginali ventrali, dal colore del lato aborale e dalla dimensione. Anche questa specie può talvolta essere confusa con Astropecten platyacanthus.
Citazioni:
Koehler, R. (1921). Faune de France. Echinodermes. (pag.48)
- “Astropecten spinulosus… …L’aire paxillaire est relativement large en raion de l’étroitesse des plaques marginales dorsales… …Les plaques marginales dorsales sont assez étroites et la hauteur de leur face vertical est un peu plus grande que la largeur de leur face dorsale.”)
Koehler, R. (1921). Faune de France. Echinodermes. (pag.49)
“La coleur de la face dorsal du corps est brunâstre, brun-olivâtre ou vetr-rougeâtre, toujours assez foncée”


Astropecten spinulosus:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
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Placche marginali dorsali con squame ed aculei ma piuttosto basse in Astropecten spinulosus - esemplare 1:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
231,65 KB
Placche marginali dorsali con squame ed aculei ma piuttosto basse in Astropecten spinulosus - esemplare 2:
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Questo un link ad alcune foto di Stefano Guerrieri molto interessanti che mostrano questa specie in riproduzione:
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A questo link ho inserito l'approfondimento sulla specie Astropecten spinulosus:
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Astropecten bispinosus
Ha le placche marginali dorsali strette e alte con un’ampia zona nuda laterale (quindi visibile sul lato verticale delle braccia fra gli aculei delle placche marginali dorsali e ventrali) munite di un aculeo, molto lungo, appuntito, con una forma conica molto definita, di colore bianco oppure talvolta giallo o arancio. L’aculeo è inserito sempre sull’orlo superiore e interno della placca marginale dorsale e non lascia zone nude sull’estremità superiore della placca. Il numero massimo di placche marginali dorsali osservate per questa specie è 77 anche se di norma è compreso tra 40 e 60 circa a seconda della taglia della stella. La coppia di aculei delle placche marginali dorsali compresa fra le braccia è spesso più lunga degli altri aculei. Le placche marginali ventrali hanno ciascuna un aculeo esterno lungo, piatto, con apice non molto appuntito. Questi aculei, di solito, vengono tenuti paralleli e ben separati fra loro. La forma è tipica e si distingue per avere un disco piccolo e le braccia molto lunghe, strette e appuntite. Il lato aborale ha colore omogeneo e può essere verde scuro, bruno scuro o di rado castano chiaro tendente al rosa. Il lato orale è di colore chiaro (di norma bianco ma può essere anche giallo o rosa). Ha dimensioni abbastanza grandi e può raggiungere circa 21 cm di diametro. Predilige i fondali sabbiosi in prossimità di praterie di Cymodocea nodosa e vive a profondità comprese fra 2 e 100 m. Si incontra prevalentemente nelle ore del tramonto. E’ una stella che si può distinguere dalla particolare forma complessiva, dal numero delle placche marginali dorsali, dal fatto che queste placche sono nude nella faccia laterale verticale, dall’aspetto degli aculei delle placche marginali dorsali e dal colore. Questa specie può essere confusa con Astropecten platyacanthus.
Citazioni:
Tortonese Enrico (1965). Fauna d'Italia. Echinodermata. (pag. 140)
- “Astropecten bispinosus… …Piastre margino-dorsali strette e alte, con un’ampia zona nuda laterale e un robusto aculeo inserito sull’orlo superiore e interno.”

Astropecten bispinosus - colorazione verde scuro:
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Astropecten bispinosus - colorazione bruno scuro:
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Astropecten bispinosus - rara colorazione castano chiaro tendente al rosa:
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Placche marginali dorsali nude lateralmente tipiche di Astropecten bispinosus:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
167,95 KB
Astropecten bispinosus in cui l’aculeo è inserito sempre sull’orlo superiore e interno della placca marginale dorsale non lasciando mai zone nude sull’estremità superiore della placca marginale dorsale:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
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A questo link ho inserito l'approfondimento sulla specie Astropecten bispinosus:
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Filmato su You Tube (Rab - Croazia 2015):
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Astropecten platyacanthus
Ha le placche marginali dorsali abbastanza strette e alte ricoperte lateralmente da squame e piccoli aculei. Nella loro sommità hanno un solo forte aculeo, di norma appuntito ma di forma irregolare, un po’ appiattito lateralmente, il più delle volte di colore giallognolo o arancio ma può essere anche biancastro. Talvolta, specialmente nei soggetti più giovani, solo le placche marginali dorsali comprese fra le braccia portano un aculeo mentre le altre ne sono prive (in alcuni rari esemplari tutte, anche quelle comprese fra le braccia, sono prive di aculeo). Nelle popolazioni di alcune zone del Mediterraneo (per esempio il Sud della Corsica) questa caratteristica è molto frequente. L’aculeo delle placche marginali dorsali è (più o meno) scostato dal bordo interno e lascia sulla sommità della placca, alla base interna degli aculei, una piccola zona nuda di colore blu-viola se la placca è priva di aculeo o poco sviluppato (di norma verso la punta della braccia) oppure bianco se c’è un forte aculeo (di norma nelle placche più vicino al disco sono più sviluppati). Il numero massimo di placche marginali dorsali osservate per questa specie è 48 anche se di norma è compreso tra 29 e 43 a seconda della taglia della stella. Le placche marginali ventrali hanno degli aculei lunghi, piatti, con apice abbastanza appuntito. E’ una stella con caratteristiche molto variabili e può avere braccia larghe (di norma negli esemplari più giovani) oppure strette (negli esemplari più grandi). Il lato aborale presenta una colorazione molto variabile e può essere bruno più o meno scuro, verde oliva, rosa-bruno, grigio-bluastro (di solito con la linea corrispondente alla zona centrale di ogni braccio più scura). Il lato orale è di norma di colore giallo-bruno. Si trova in tutti i tipi di fondali mobili da 1 a 60 m circa di profondità anche se si incontra con maggiore frequenza nei fondali misti di sabbia grossa e fango. Pur essendo una specie attiva prevalentemente di sera è possibile incontrare qualche occasionale esemplare a qualsiasi ora del giorno. Raggiunge normalmente un diametro di 9-12 cm ma eccezionalmente può misurarne fino a 18. E’ l’Astropecten mediterranea più difficile da identificare sia per la variabilità della specie, sia per la somiglianza con alcune delle altre specie.
Si distingue da Astropecten bispinosus principalmente per avere l’aculeo delle placche marginali dorsali scostato dal bordo interno che lascia sulla sommità della placca una piccola zona nuda di colore blu-viola oppure bianco. Si differenzia poi per avere le placche marginali dorsali coperte lateralmente di squame e piccoli aculei (invece che nude), per portare un aculeo un po’ più piccolo di forma irregolare e un po’ appiattito lateralmente (invece che lungo e conico) e per avere mediamente meno placche marginali dorsali per ogni braccio. Dovrebbe essere d’aiuto, nella distinzione delle due specie, il fatto che, a contrario di Astropecten bispinosus, questa specie di norma non ha i due aculei delle placche marginali dorsali compresi fra le braccia molto più lunghi degli altri ma può essere forviante perché anche Astropecten platyacanthus può presentare questa caratteristica in maniera meno accentuata (inoltre il fatto che negli esemplari giovani di Astropecten platyacanthus solo le placche marginali dorsali comprese fra le braccia portano un aculeo può indurre in errore). Altre differenze tra le due specie si possono rilevare nel fatto che mediamente Astropecten platyacanthus ha un disco centrale più grande rispetto a Astropecten bispinosus, il lato orale è più scuro e l’estremità delle braccia più arrotondato con un minuscolo puntino rosso acceso all’estremità (che in Astropecten bispinosus è visibile solo in esemplari piccoli pochi cm).
Astropecten platyacanthus differisce invece da Astropecten spinulosus per avere delle placche marginali dorsali molto differenti: più alte, definite, di colore diverso dall’aculeo e che portano aculei molto più grandi e forti. Secondariamente anche l’aspetto generale della stella ed il colore di norma sono diversi, essendo Astropecten spinulosus piuttosto esile e caratterizzata sempre da colori molto scuri riconducibili al marrone. Si può inoltre distinguere facilmente da Astropecten spinulosus dalla dimensione, quando il soggetto raggiunge o supera i 10 cm di diametro (in quanto Astropecten spinulosus non raggiunge i 10 cm di diametro).
Gli esemplari giovani di Astropecten platyacanthus talvolta si possono confondere con Astropecten jonstoni quanto ad aspetto generale e colore, ma si distinguono sempre facilmente se si osservano le placche marginali e i loro aculei.
Citazioni:
Koehler, R. (1921). Faune de France. Echinodermes. (pag.47-48)
- “Astropecten platyacanthus … ... Les faces latéral vertical des marginales dorsales, au lieu d’être neus en leur milieu, portent d’assez nombreux petits piques …”
Tortonese Enrico (1965). Fauna d'Italia. Echinodermata. (pag. 143)
- “Astropecten platyacanthus… …Queste (piastre margino-dorsali) sono quasi completamente rivestite di aculei e squame e portano un aculeo, più o meno scostato dall’orlo superiore e interno.”
Tortonese Enrico (1934). Annali del Museo civico di storia naturale Giacomo Doria (Volume 57). (pag.236)
- "Secondo l'insigne echinologo tedesco (Ludwig Heinrich Philipp Döderlein), l'A. platyacanthus presenta i seguenti caratteri. ... Le (piastre) margino-dorsali non sono mai così alte e strette come nel bispinosus, ed il loro aculeo, invece di essere inserito sull'orlo interno, ne è più o meno scostato - in tutte le piastre o almeno in quelle distali - cosicché tra l'aculeo e l'orlo interno rimane una zona più o meno larga, occupata da un certo numero di granuli allungati e spesso squamiformi, più grossi degli aculei dei passilli. La parte mediana delle piastre marginali, sia dorsali come ventrali, non è nuda, ma porta granuli e squamule più o meno abbondanti. Inoltre le braccia sono di rado allungate e il numero di piastre margino-dorsali è proporzionalmente molto più alto nell'A. bispinosus che nel platyacanthus. Il Döderlein aggiunge infine che quest'ultimo è una specie molto variabile e a caratteri non ancora ben marcati, mentre il precedente ha ormai fissato ogni sua particolarità morfologica e varia poco."
Tortonese Enrico (1965). Fauna d'Italia. Echinodermata. (pag. 143)
- “…Astropecten platyacanthus, fra l’altro, differisce da Astropecten bispinosus per il minor numero di piastre margino-dorsali: nelle due specie i massimi valori noti sono rispettivamente 48 e 77.”
Tortonese Enrico (1965). Fauna d'Italia. Echinodermata. (pag. 143)
- “Gli individui (di Astropecten platyacanthus) leptobrachiati (con braccia piccole), naturalmente, presentano una più spiccata rassomiglianza con Astropecten bispinosus ma il diverso aspetto delle piastre marginali facilita sempre la corretta identificazione.”)

Astropecten platyacanthus:
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Placche marginali dorsali strette e alte ricoperte lateralmente di squame e piccoli aculei - Astropecten platyacanthus:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
250,47 KB
Astropecten platyacanthus con aculeo delle placche marginali dorsali scostato dal bordo interno:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
165,99 KB
In Astropecten platyacanthus è sempre visibile all’estremità di ogni braccio un minuscolo puntino rosso acceso:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
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Notevole variabilità cromatica di Astropecten platyacanthus:
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280,18 KB
A questo link ho inserito l'approfondimento sulla specie Astropecten platyacanthus:
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Roberto Pillon


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Pdf versione italiana:
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Bibliografia:

- Tortonese Enrico (1965). Fauna d'Italia. Echinodermata.

- Tortonese Enrico (1934). Annali del Museo civico di storia naturale Giacomo Doria (Volume 57). Pagine 219-272.

- Koehler Réné (1921). Faune de France. Echinodermes.
ht tp://w ww.faunedefrance.org/bibliotheque/docs/R.KOEHLER(FdeFr1)Echinodermes.pdf

- Emil Edler Von Marenzeller (1875). Revision adriatischer Seesterne.

- Hubert Ludwig (1897). Die Seesterne des Mittelmeeres. Zoologischen station zu Neapel.

- Ludwig Heinrich Philipp Döderlein (1921). Die Asteriden der Siboga-Expedition




La mia galleria fotografica

Neto
Moderatore


Città: Dozza
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


2826 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 06 dicembre 2009 : 21:53:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ottimo lavoro

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IvanMulero
Moderatore


Città: Murcia

Regione: Spain


501 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2009 : 21:15:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Excellent work. Congratulations!!!

Ciao ciao,


Ivan
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Protesilao
Moderatore


Città: La Maddalena
Prov.: Olbia - Tempio

Regione: Sardegna


1938 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 14 dicembre 2009 : 17:57:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bravissimo, un capolavoro!! Grandissimo Roberto, grazie

Antonio Colacino
Protesilao
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rpillon
Moderatore


Città: Oderzo
Prov.: Treviso

Regione: Veneto


3826 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 14 dicembre 2009 : 18:02:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie a voi!
Senza gli insegnamenti di IvanMulero, il gentilissimo mabbond che mi ha prestato l'introvabile libro Echinodermata e le immersioni notture di quest'estate in compagnia di Protesilao non sarei mai riuscito a scriverlo.

Roberto Pillon



La mia galleria fotografica
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Protesilao
Moderatore


Città: La Maddalena
Prov.: Olbia - Tempio

Regione: Sardegna


1938 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 15 dicembre 2009 : 14:26:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lavori come quello di Roberto danno lustro al forum e sono pubblicazioni uniche, col materiale fotografico raccolto dovremmo/potremmo ideare di pubblicare in stampa delle monografie che ritengo sarebbero oltre che molto apprezzate dal pubblico degli appassionati,ricoprire anche delle nicchie e dei vuoti dove a livello editoria c'è ben poco.Bisognerebbe studiare il modo di realizzare tali pubblicazioni, magari con l'aiuto di qualcuno che avendo già pubblicato potrà dare qualche utilissimo consiglio sul come muoversi.
Un saluto a tutti i frequentatori del forum ed un grazie agli ideatori di Naturamediterraneo che hanno messo in piedi qualcosa di grandioso ed ineguagliabile!


Antonio Colacino
Protesilao
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mabbond
Utente Senior

Città: Castegnato
Prov.: Brescia

Regione: Lombardia


856 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 15 dicembre 2009 : 18:56:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un "bravissimo" a Roberto per la cura del lavoro. Davvero molto bello e particolare. Ora nessun "astro" avrà più segreti.

Condivido il pensiero di Antonio. Merita di più.
Una delle cose che si potrebbe fare è inserirlo in un sito dove ognuno potrà "comperarlo" come se fosse un libro. Il costo per il forum è zero e poco di più per chi lo compera.
Non credo che stampare un tot di copie e rivenderlo possa essere alla portata; proprio per i costi alti.

Michele
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Raziel
Utente Senior

Città: Valpiana
Prov.: Grosseto

Regione: Toscana


705 Messaggi
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Inserito il - 22 dicembre 2009 : 12:36:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Eccezionale,un lavoro mirabile!
Grande Roberto!!!

Sono d'accordissimo con Protesilao sull'idea di farne una pubblicazione, visto l'attuale situazione nell'editoria comune, che è generalmente desolante e orientata solo a pochi gruppi animali(come al solito quelli grossi e cacciabili,tipo mammiferi e uccelli).
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rpillon
Moderatore


Città: Oderzo
Prov.: Treviso

Regione: Veneto


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Biologia Marina

Inserito il - 23 giugno 2010 : 21:16:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nei fondali sabbiosi del Sud della Corsica a profondità comprese fra 1 e 5 m di profondità, sono molto numerose le stelle delle specie Astropecten jonstoni, Astropecten bispinosus e Astropecten platyacanthus.
Queste specie condividono gli stessi habitat e, nella stessa baia, se ne possono incontrare a centinaia. In fondali come questi è facile apprezzare le differenze fra queste tre specie.

Questa foto mostra a sinistra un esemplare adulto di Astropecten jonstoni, al centro un esemplare abbastanza giovane di Astropecten platyacanthus e a destra un esemplare molto giovane di Astropecten bispinosus.
In teoria si dovrebbero confondere fra loro ma è sufficiente guardarle accostate l'una all'altra per vedere che ci sono delle notevoli differenze!

Per esempio le giovani Astropecten bispinosus hanno sempre tutte le placche marginali dorsali con l'aculeo ben sviluppato mentre Astropecten platyacanthus fino a dimensioni di circa 10 cm hanno sviluppato l'aculeo quasi solo nelle placche centrali comprese fra le braccia.

Lato aborale:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
294,63 KB


Anche il lato orale è molto differente. La stella più sullo sfondo è Astropecten bispinosus, quella nel mezzo è Astropecten jonstoni mentre quella scura in basso è Astropecten platyacanthus. Il lato orale di Astropecten platyacanthus di norma è sempre più scuro rispetto le altre due specie e mostra dei pedicelli ambulacrali molto più grandi, forti e attivi.

Lato orale:
Guida all’identificazione del genere Astropecten
174,69 KB

In mare si possono notare le più svariate differenze fra queste specie come, per esempio, la tecnica di ribaltamento che in A.bispinosus è un po' diversa da A.platyacanthus in quanto è una stella molto meno flessibile.
Ci sono poi ulteriori elementi che non si vedono in fotografia ma che in mare differenziano ancora più nettamente queste specie.
Le Astropecten platyacanthus per esempio hanno una mobilità molto maggiore delle altre due specie su substrati diversi da quello sabbioso. Per esempio sul mio guanto questa specie è molto mobile mentre le altre due quasi non si riescono a muovere.
Astropecten bispinosus e gli esemplari adulti di Astropecten platyacanthus le ho viste solo verso sera mentre Astropecten jonstoni e gli esemplari giovani di Astropecten platyacanthus anche la mattina o in pieno giorno, in particolare se il cielo era nuvoloso. In altre località comunque non ho mai visto altrettanto facilmente Astropecten platyacanthus di giorno mentre per Astropecten jonstoni è la norma.
Astropecten bispinosus anche se disturbata o toccata difficilmente di infossa mentre le altre due specie sono molto più timorose e spesso si infossano anche solo quando ci si avvicina per fotografarle.
Se prese in mano Astropecten platyacanthus alza subito gli aculei della placche marginali ventrali rendendo molto difficile fotografare la faccia laterale delle placche marginali dorsali (elemento utile per individuare una delle chiavi di identificazioni di queste specie) mentre Astropecten bispinosus tende a non muovere questi aculei, tenendoli orrizzontali, e rendendo molto agevole il compito.

Roberto Pillon



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Inserito il - 05 febbraio 2012 : 11:29:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di rpillon:

Nei fondali sabbiosi del Sud della Corsica a profondità comprese fra 1 e 5 m di profondità, sono molto numerose le stelle delle specie Astropecten jonstoni, Astropecten bispinosus e Astropecten platyacanthus.
Queste specie condividono gli stessi habitat e, nella stessa baia, se ne possono incontrare a centinaia. In fondali come questi è facile apprezzare le differenze fra queste tre specie.

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Roberto Pillon


Nel reportage di un campionamento di Astropecten fatto per uno studio Svizzero ho trovato una piccola conferma che i criteri visivi di identificazione che uso per distinguere le 6 specie di Astropecten hanno una certo riscontro.
In un prelievo effettualto in una baia sabbiosa della Corsica hanno infatti trovato e fotografato proprio una cassa piena di: "Astropecten jonstoni, bispinosus, plathyacanthus und ein spinulosus.":
Link

So che i miei criteri visivi non accompagnati da riscontri di laboratorio non potranno mai avere un riscontro scientifico certo, ma avendo fatto la scelta di non fargli alcun male, mi accontento degli indizi che al momento mi hanno sempre dato conferme.
Anche se il campionamento è stato fatto nel Nord dell'isola (che comunque ho frequentato, anche se meno assiduamente del Sud), se hanno trovato gran quantità proprio di questre 3 specie, e non di altre, e in particolare visto anche loro hanno incontrato facilmente Astropecten platyacanthus mi fa quanto meno ben sperare.

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Inserito il - 17 aprile 2016 : 21:33:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Con il passare degli anni si trovano sempre più fonti interessanti diponibili sul web su libri molto vecchi che sono ormai di pubblico dominio.

Tra i vari libri mi ha colpito una semplice figura con i disegni perfetti delle cinque Astropecten che all'epoca erano ritenute le specie valide (prima che A. bispinosus e A.platyacanthus venissero definitavamente riconosciute come specie nettamente distinte). Sono raffigurate perfettamente A.aranciacus, A.jonstoni, A.irregularis, A.spinulosus e A.platyacanthus.
Link

I disegni sono così ben fatti che sembrano quasi foto moderne e dimostrano quanto precisamente fossero conosciute queste specie già nel 1897 tanto a Napoli quanto a Berlino.
Mi risulta ancora più incredibile comprendere come nell'arco di un secolo le conoscenze su queste specie fossero andate deteriorate in una miriade di pessimi libri e fonti varie sempre più imprecise e improvvisate, sommerse da un'infinità di identificazioni errate, tanto da arrivare a una sitazione in cui anche distinguere le specie più semplici era divenuto un problema insormontabile.

Hubert Ludwig (1897). Die Seesterne des Mittelmeeres. Zoologischen station zu Neapel.
Tavola 2 a pag. 523-524
Link

Roberto Pillon

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