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 Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay
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vespa90ss
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Inserito il - 10 ottobre 2009 : 19:10:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

particolare della pietra bianca
Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay
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vespa90ss
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Inserito il - 10 ottobre 2009 : 19:11:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay
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vespa90ss
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Inserito il - 10 ottobre 2009 : 19:12:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay
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vespa90ss
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Inserito il - 10 ottobre 2009 : 19:13:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay
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vespa90ss
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Inserito il - 10 ottobre 2009 : 19:15:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay


e per stasera è tutto....

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Piccolo Lupo
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Città: Cairo Montenotte
Prov.: Savona

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Inserito il - 10 ottobre 2009 : 19:52:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi è piaciuto molto l'accostamento "soft & hard", come da te definito, per promuovere questa discussione in tale maniera; non ti nascondo che da tempo avevo in mente qualcosa di simile per raccontare di un fiume, in maniera che fosse poi, nei limiti delle mie capacità narrative, il fiume stesso a raccontarsi.
Non escludo che un giorno ci proverò anch'io, ora in verità mi son un pò perso nella carenza di immagini documentative, ma conto di porvi rimedio.
Un saluto

Alessandro

"se avessi cinquantatre' minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."
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paoli
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Città: Castelnuovo Garfagnana
Prov.: Lucca

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Inserito il - 10 ottobre 2009 : 20:47:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bravo Beppe, sempre efficace e profondo nel descrivere situazioni assolutamente peculiari come questa di Rosignano. Hai mai provato ad andare sulle spiagge bianche in una giornata di vento forte? E' come affrontare una tempesta di spilli.
Ciao Beppe e grazie per tutto quello che ci proponi.



"i dilettanti hanno costruito l'arca, i professionisti il Titanic"...anonimo...
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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 10 ottobre 2009 : 22:44:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
....in verità mi son un pò perso nella carenza di immagini documentative, ma conto di porvi rimedio.
Un saluto
Alessandro


ti ringrazio Alessandro
io invece ho avuto il problema inverso...con troppo materiale fotografico tra cui dover scegliere...
ma conto di porvi rimedio...

...Hai mai provato ad andare sulle spiagge bianche in una giornata di vento forte? E' come affrontare una tempesta di spilli.


grazie per il tuo apprezzamento Maurizio
sì...ho frequentato quelle spiagge per circa vent'anni in forma più o meno assidua in ogni stagione dell'anno.
Quel grande cespuglio di palme nane che vedi sulla collinetta della discarica si è sviluppato da una piccola piantina che interrai a fine anni settanta, nata da datteri raccolti all'Uccellina. In quel periodo la discarica era ancora operativa.
Ho provato gli spilli negli occhi tantissime volte col libeccio.
Ma questa tua espressione mi ha fatto venire in mente una circostanza in particolare, primi anni 80: durante una mareggiata era affogato un ragazzo che faceva il bagno divertendosi con i cavalloni.
C'erano i genitori quella mattina del giorno dopo abbracciati sulla battigia che aspettavano immobili il lavoro dei sommozzatori.
Non c'era vento quel giorno ma mi è tornato alla mente quel ricordo pungente di spilli negli occhi.
Beppe

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gorzano
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Città: nettuno
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Inserito il - 11 ottobre 2009 : 11:28:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
suggestivo e inquietante... Bravo!

Manilio
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SEDANACCIO
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Città: Livorno
Prov.: Livorno

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Flora e Fauna

Inserito il - 11 ottobre 2009 : 12:16:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
CLAP CLAP CLAP (applausi)!
Bravo Beppe, davvero un bell'articolo (post mi fa tristezza) su uno dei tratti di costa più amati dai livornesi "spiaggiofili", che, probabilmente, si contrappongono agli "scogliofili", più tipici "come balani su uno scoglio" del tratto di costa roccioso che va dal Boccale fino a Castiglioncello.
Quanto a me, ultimamente, sono diventato un animale più "di scoglio", mentre in anni passati ero sicuramente più assiduo sui lidi sabbiosi come, appunto, le Spiagge Bianche.
Vuoi mettere le comodità della spiaggia? Il fatto che se eri con un bel gruppo magari riuscivi ad organizzare mitiche partite a "pallone" sulla spiaggia al tramonto, quando faceva meno caldo.
Il fatto di poter dire: "Via, vado a fare una giratina...". E percorrevi tutta la piaggia, dagli angoli più frequentati a quelli dove non si fermava quasi nessuno (aspetto curioso di noi esseri umani che tendiamo a concentrarci), dalla livornesissima (in termini di parlata) spiaggia di Rosignano alla "babele" di dialetti delle Spiagge Bianche vere e proprie (o almeno come le chiamo io), fino, ahimè, al pontile della Solvay dove la passeggiata è interrotta dal filo spinato...
... giratina dalla quale tornavi puntualmente cotto dal sole magnificato dalla sabbia bianca!

Ora che sono più grande ed è cambiata la consapevolezza con la quale guardo le Spiagge Bianche, riesco ancora a gustarmele, in modo diverso ovviamente, per esempio ammirando le forme di vita che (coraggiosamente?) animano questi luoghi.

E' un ossimoro, ma è al contempo reale il fatto che la storia di luoghi che sono associati al divertimento ed al tempo libero possa essere anche caratterizzata da lati meno gioiosi, se non drammatici.

PS:Sono in trepidante attesa per le foto della flora e della fauna che hai immortalato e ti dico che sarebbe interessante recuperare qualche vecchio articolo (pre-Solvay) sulla flora del posto per fare un confronto con le specie che si trovano ora e cercare di capire quali cambiamenti si sono succeduti in questi pochi (eco-biologicamente parlando) anni.

PPS: scusate questo intervento, forse, troppo autobiografico.



Valerio
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vespa90ss
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Inserito il - 11 ottobre 2009 : 18:25:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sulla Solvay, sul "popolo" delle Spiagge Bianche, sulla popolazione di Rosignano Solvay, sul Pontile di Vada, sui fondali limitrofi ci sarebbe da scrivere un libro ricco di vicende che ho sperimentato sulla mia pelle nel corso dei 20 anni che ho trascorso con la roulotte a Vada, al Campo dei Fiori.
Purtroppo lo spazio che sto occupando non mi appartiene e la responsabilità di ciò che dovrei scrivere non sarebbe la mia ma di chi mi sta ospitando per cui dovete accontentarvi delle immagini che vi propongo e di qualche testo generico e molto stringato.
Per quanto riguarda la flora e la fauna comincerò quanto prima a postare le foto del ultimo week end (ho cominciato a raccoglierle una settimana fa, quindi davvero troppo tardi, per cui sono poco numerose): ho dovuto impiegare la stragrande maggioranza del tempo a fotografare l'ambiente per offrirne una documentazione abbastanza chiara.
Per la fauna, a parte qualche sporadico scatto, credo che ormai se ne potrà riparlare nella prossima primavera mentre per la flora qualcosa in più ho già raccolto. Spero che riuscirò a fare altri scatti anche nel corso della brutta stagione. Se avete del materiale da postare ben venga: il post non è una mia proprietà e tutti possono aggiungere il proprio contributo. Interessante sarebbe la verifica del prima e del dopo.
Grazie per l'interesse dimostrato da Gorzano e Sedanaccio. Sono davvero felice che vi sia piaciuto.
Beppe

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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
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Inserito il - 12 ottobre 2009 : 06:35:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Post (anzi, articolo ) entusiasmante Beppe, nel tuo solito grande stile e personalmente Valerio, il tuo aggiunto autobiografico mi è piaciuto molto, come sarei entusiasta di vedere la realizzazione della tua idea...

sarebbe interessante recuperare qualche vecchio articolo (pre-Solvay) sulla flora del posto per fare un confronto con le specie che si trovano ora e cercare di capire quali cambiamenti si sono succeduti in questi pochi (eco-biologicamente parlando) anni.


... sarebbe un lavoro importante credo e chissà se forse fra di voi non si potrebbe realizzare.
Già nelle foto mi sembra di vedere l'Euphorbia paralias e Sporobolus pungens, credo anche l'Ammophila se non mi sbaglio. Aspettiamo con curiosità il prossimo capitolo.

Sarah Gregg - Con altri occhi, Flickr


"Mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto", (Stephen Jay Gould)
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vespa90ss
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Inserito il - 16 ottobre 2009 : 19:31:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un grazie a Sarah e Valerio per l'apprezzamento. Domani sarò nuovamente lì e conto di potermi dedicare con più attenzione a flora e fauna (anche se per quest'ultima il freddo intenso degli ultimi giorni ha sicuramente peggiorato di molto le cose). Due settimane fa ho dovuto dedicare gran parte del tempo alle foto paesaggistiche (in tutto ho eseguito circa 350 scatti). Penso che posteggerò a sud del fiume Fine ed esaminerò la zona che si estende fino al Pennello, in estate pullulante di bagnanti.
Il retroduna alto e ricco di Ammophila non dovrebbe essere troppo devastato: ma staremo a vedere.
Beppe

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vespa90ss
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Inserito il - 19 ottobre 2009 : 19:01:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quando e come nasce la Rosignano Solvay


Penso che sia d’obbligo a questo punto offrire una presentazione storica della zona cui in questo momento ci stiamo riferendo, in quanto è fondamentale comprenderne il trascorso per poter effettuare una valutazione obiettiva ed onesta di quanto è avvenuto nel corso dell’ultimo secolo: una trasformazione radicale dell’ambiente naturale, sociale e culturale cui oggi fa riferimento la realtà della Rosignano Solvay e delle Spiagge Bianche.

Ci troviamo nella Maremma livornese o Maremma pisana, conosciuta anche come Alta Maremma o Maremma Settentrionale. Questa interessa gran parte della provincia di Livorno e alcune aree della provincia di Pisa che si estendono lungo la costa e l'immediato entroterra iniziando a nord da Rosignano Marittimo per comprendere, scendendo a sud, Cecina, Bibbona, Bolgheri, Castagneto Carducci, Campiglia Marittima, Suvereto, San Vincenzo, Populonia ed infine Piombino.
Il paesaggio costiero di questa Toscana era diffusamente caratterizzato da paludi, stagni, acquitrini e lagune che si erano formati nel corso dei secoli immediatamente dopo l’abbandono da parte degli Etruschi, dovuto al declino della loro civiltà ad opera di quella romana rivolta più che altro alla conquista militare dei territori ed al loro sfruttamento.
Gli sbocchi al mare creati dagli Etruschi per drenare le paludi vennero quindi trascurati nella manutenzione dalla civiltà romana subentrante, dedita solo alla guerra ed all’espansione.
Il formarsi dei tomboli e delle dune nonchè la difficoltà di regolamentare il deflusso delle acque per la poca pendenza verso il mare creavano difficoltà di scolo dei terreni.
Ecco quindi che tutta una fascia litoranea comincia a trasformarsi in maremma, cadendo nell’abbandono più assoluto dove malaria, povertà assoluta e miserevolezza presero il sopravvento.


Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay



Le stagioni trascorsero lentissime abbandonando al loro destino quei pochi che riuscirono a sopravvivere. Circa 1400 ani dopo, nel XIII secolo, queste zone infestate da ogni genere di affliggimento compreso nel binomio malaria/carestia cominciarono a destare un minimo interesse da parte dei Pisani, poi dei Fiorentini ed infine dei Genovesi. Ma solo come territori di conquista e niente di più. Poi giungono nuovamente i fiorentini con i Medici, la cui politica fu estemporanea in quanto non seguì un programma organico di bonifiche. Gli interventi erano occasionali, volti a fronteggiare le calamità naturali. Dovremo attendere l’arrivo dei Lorena per la prima vera opera di bonifica dopo circa venti secoli di totale abbandono.
Intorno alla metà del settecento il Granduca Leopoldo cominciò a pensare alle bonifiche ambientali create per ripopolare delle zone completamente disabitate e rianimarle demograficamente ed economicamente. Risollevò quindi delle aree rimaste arretratissime, ricivilizzandole. Creò nuovi posti di lavoro e fornì motivo di fiducia nei proprietari agricoli di quelle zone investendo grandi risorse economiche ed umane mentre contestualmente progrediva il recupero idraulico di questi territori molto difficili. Le pinete che oggi ammiriamo lungo i litorali toscani sono opera del loro impegno di governanti illuminati.

Purtroppo non tutte le coste tirreniche vennero completamente bonificate perché la storia perse la sua partita contro il tempo che fu più rapido degli sviluppi preventivati. Nel periodo post-Lorena, Napoleonico-Unità d'Italia, successe più o meno ciò che avvenne in quello post-etrusco: abbandono, incuria, lenta regressione.
Alcuni decenni dopo, e siamo ad inizio 900, accade però che Ernest Solvay, titolare di uno dei più grandi gruppi mondiali Chimico-Farmaceutici, mentre cercava una località dove impiantare la propria produzione industriale in Italia, si imbatte in quella zona di malsana maremma livornese che si stava lentamente ricostituendo e la giudica adatta come sito per la propria produzione industriale anche perché in prossimità del mare che avrebbe fornito acqua a sufficienza per il raffreddamento degli impianti.



Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay


Modificato da - vespa90ss in data 19 ottobre 2009 19:42:07
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vespa90ss
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Inserito il - 19 ottobre 2009 : 19:02:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Vengono individuate le zone dove trovare le materie prime: il sale a Ponteginori (qui) ed il calcare al Monte San Carlo immediatamente a ridosso di San Vincenzo(qui). Negli anni successivi viene individuato il salgemma a Volterra.
Dietro la spinta di Ernest Solvay viene inaugurata la linea ferroviaria Livorno- Vada che avrebbe dovuto alimentare lo stabilimento (qui) .
La direzione belga fa cadere quindi la scelta fra Rosignano Marittimo, il mare ed il fiume Fine, zone semipalustri di scarso interesse agricolo, quindi di facile acquisizione.


La prima grande opera da realizzare era la fabbricazione dei mattoni per costruire uno stabilimento di quelle dimensioni: bisognava produrre 13 milioni di mattoni per edificare i suoi fabbricati. Venne quindi impiantato anche un mattonificio dove giunsero mattonai belgi ad insegnare ad intere famiglie locali come si facevano i mattoni: vennero assunte circa 130 persone.
Nel 1915 viene realizzato il Fosso Bianco che comincia il suo lavoro di lenta formazione delle Spiagge Bianche.
Negli anni successivi viene costruito l’impianto della Sodiera che dopo pochissimi anni riuscì a soddisfare le necessità di soda e soda caustica di tutta Italia.

Contemporaneamente si avviò la costruzione del villaggio Solvay in quanto il continuo allargarsi delle attività industriali richiamavano una grande quantità di mano d’opera. Nel 1926 i dipendenti sono circa 2100. E per tutti ci fu una casa perché il villaggio Solvay crebbe in proporzione alle dimensioni ed alla produttività dell’azienda.
La Società dette vita ad un villaggio operaio organizzandolo con molte aree verdi secondo una chiara ascendenza nord-europea. Insomma una piccola città-giardino (qui) in cui gli alloggi erano diversificati a seconda dei profili professionali dei lavoratori secondo una mentalità imprenditoriale stranamente illuminata e premiante del do ut des.

Villaggio Solvay - abitazione per impiegati (foto Sailko da Wikipedia)
Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay


Modificato da - vespa90ss in data 19 ottobre 2009 19:08:05
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vespa90ss
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Inserito il - 19 ottobre 2009 : 19:03:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il villaggio comprendeva proprio tutto: scuole elementari, farmacia, ospedale, ufficio postale, scuole professionali, fabbrica del ghiaccio ed altre strutture di sostegno per impiegati ed operai. Persino un Teatro come centro di confluenza delle attività culturali, ricreative e sociali.


Villaggio Solvay
Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay





Nel 1938 viene realizzato il chilometrico Pontile di Vada (qui) che consente lo sbarco da grandissime navi cariche di materie prime e l’imbarco dei prodotti finiti.

Perché ho voluto offrire tutte queste informazioni che apparentemente poco o nulla hanno a che vedere con un post riguardante la biodiversità? Per offrire la percezione esatta di come l’uomo, nonostante sia riuscito a modificar sostanzialmente un luogo stravolgendone i contorni geografici e ambientali ma anche la storia, la cultura e le tradizioni, sia allo stesso tempo riuscito a dar vita ad uno dei fulcri di ricchezza e di recupero socio-economico che hanno risollevato dalla disperazione più profonda una porzione notevole della maremma toscana, secondo un percorso già tracciato ed avviato dalla casa asburgica dei Lorena.
Oggi, alla luce di una nuova coscienza ambientalista, sono numerosi gli interventi promossi dalla Solvay per ridurre al minimo gli effetti che la produzione industriale ha esercitato nel corso dei decenni sul territorio circostante.
Le Spiagge Bianche rappresentano il simulacro del caro prezzo che la miseria ha dovuto pagare per riscattarsi. E tutti noi restiamo in silenzio a guardare questa candida distesa di sabbia impalpabile in attesa che la natura possa riuscire a ristabilire un punto di giusto equilibrio fra povertà e dignità.




Le Spiagge Bianche a Rosignano Solvay



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Modificato da - vespa90ss in data 19 ottobre 2009 19:21:22
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lynkos
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Inserito il - 20 ottobre 2009 : 06:04:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono contenta di vedere la ripresa della discussione . Particolarmente interessante visto che non sapevo praticamente nulla della storia di questo luogo. Sono curiosa di vedere il seguito.

Sarah Gregg - Con altri occhi, Flickr


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vespa90ss
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Inserito il - 20 ottobre 2009 : 06:27:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La storia di questa realtà sociale è molto ma molto più articolata di ciò che compare in questo sintetico tracciato storico. Ho dovuto adattarmi a talune necessità contingenti, non ultima quella dello spazio tiranno.

Ho già quasi tutte le piante pronte ma.... senza determinazione certa in quanto le ho individuate solo in base alle mie esperienze precedenti maturate sugli altri litorali toscani. E come sai in botanica sono un apprendista stregone . Ci accontenteremo quindi delle immagini su cui apporrò il nome presunto: chi vorrà contribuire con le sue correzioni ed indicazioni sarà ben accetto.
Beppe





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gigi58
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Inserito il - 20 ottobre 2009 : 08:51:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:

Le Spiagge Bianche rappresentano il simulacro del caro prezzo che la miseria ha dovuto pagare per riscattarsi. E tutti noi restiamo in silenzio a guardare questa candida distesa di sabbia impalpabile in attesa che la natura possa riuscire a ristabilire un punto di giusto equilibrio fra povertà e dignità.

Quanta tristezza in questa frase caro Beppe, quanta amarezza nel constatare (per l'ennesima volta) come al "nostro(?)benessere(?)" sono state sacrificate tante risorse naturali.
L'unico esempio che conosco di industria pienamente ecologica era quella dell'estrazione del sale a Trapani. Dico era in quanto attualmente i mulini sono muti testimoni di un mondo che cambia troppo velocemente affinché la natura trovi quell'equilibrio di cui parli, oggi le spire di Archimede, rigorosamente in acciaio inox, sono mosse da motori a scoppio o ad energia elettrica dimenticando che nel recente passato tutto era svolto con efficienza dal dio Eolo

Gigi
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vespa90ss
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Inserito il - 21 ottobre 2009 : 23:12:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Punta Lillatro



Lasciando Gigi nel dubbio che tutta l’amarezza che mi pervade possa essere solo quella trapelata dalla mia ultima frase (e lasciandolo anche nel dubbio che forse basterebbe modificare i mulini a vento delle saline di Paceco applicando delle dinamo al posto degli originari ingranaggi in legno, per alimentare decine di viti-senza-fine di Archimede), riprendo un discorso strettamente collegato alla biodiversità relativa a questo ambiente così singolare.

Suddividerei l’habitat delle Spiagge Bianche in due settori ben distinti: quello a nord del Fiume Fine delimitato da Punta Lillatro, lungo il quale le dune sono piuttosto basse, non molto superiori alla statura umana e quello a sud che dal fiume termina al moletto del Pennello, a Pietrabianca, dove nell’ultima parte terminale l’altezza è ben superiore, direi almeno il doppio ma non oltre i cinque metri.


Le Spiagge Bianche divise dal Fiume Fine
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