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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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Barbadoro
Utente Senior
Città: Casalecchio di Reno
Prov.: Bologna
Regione: Emilia Romagna
2494 Messaggi Flora e Fauna |
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
9799 Messaggi
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Inserito il - 02 settembre 2009 : 16:13:14
Classe: Monocotyledones Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Genere: Specie:
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Se si osserva in molti casi i labelli delle orchidee fungono da trappole per gli insetti. Sembra infatti che la Natura li abbia conformati appositamente per il proprio e specifico impollinatore.
Alessandro PD
Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori |
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Licia
Utente V.I.P.
Città: Bologna
431 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 settembre 2009 : 00:31:38
Classe: Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
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Ma se i "labelli" davvero funzionassero da trappole, che vantaggio avrebbero dal punto di vista evolutivo,intendo, se l'insetto rimanesse intrappolato e ucciso? Mi spiego meglio la sindrome fiorale (ovvero gli adattamenti del fiore atti ad attrarre un certo tipo di insetto piuttosto che un altro) "servono" per avvantaggiare l'impollinazione, cioè il trasporto del polline da un fiore all'altro (trasporto che avviene, come è ovvio, grazie all'insetto vivo !) e favorire la sopravvivenza della specie. Secondo il mio punto di vista questo è un caso di "incidente di percorso", l'insetto è rimasto invischiato nel nettare (forse) ed è fortuitamente morto. Gli adattamenti del labello portano alla specializzazione insetto-pianta e la specie sopravvive finchè questa sorta di simbiosi mutualistica funziona. Quando la specializzazione è molto stretta, gli adattamenti molto selettivi, come in molte orchidee (da qui anche la rarità di molte specie che "possono" essere impollinate da insetti specifici e specializzati e non da tutti) succede che se l'insetto specie-specifico muore, l'impollinazione è persa, il chè non è evolutivamente conveniente, e l'orchidea rischia l'estinzione. Ne parlava già Darwin (1862- On the various contrivances by which british and foreign orchids are fertilised by insects; 1883-I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti, ecc...) e pare che avesse ragione. C'è un bel capitolo che parla di questo, scritto da Cozzolino S. e Scopece G. nel catalogo della mostra "il giardino di Darwin-l'evoluzione delle piante", edito da Allemandi, che si è svolta all'orto botanico di Bologna da aprile a giugno 2009. Sul discorso della sindrome fiorale si è studiato molto dal punto di vista evolutivo, è un argomento veramente entusiasmante, ma non vorrei andare troppo fuori tema. In questo caso penso che l'insetto sia morto accidentalmente. L.
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
9799 Messaggi
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Inserito il - 03 settembre 2009 : 09:04:49
Classe: Monocotyledones Ordine: Orchidales Famiglia: Orchidaceae Genere: Specie:
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| Secondo il mio punto di vista questo è un caso di "incidente di percorso", l'insetto è rimasto invischiato nel nettare (forse) ed è fortuitamente morto. |
E' stato un incidente di percorso ... credo che con altre parole di averlo detto anch'io. La conformazione del fiore è specifica per l'impollinatore, per gli altri può essere una trappola mortale.
Alessandro PD
Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori |
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circus
Utente Senior
Città: Pisa
Prov.: Pisa
Regione: Toscana
1677 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 03 settembre 2009 : 16:47:37
Classe: Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
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| Messaggio originario di Licia:
Ne parlava già Darwin (1862- On the various contrivances by which british and foreign orchids are fertilised by insects; 1883-I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti, ecc...)
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Tra un paio di mesi uscira' una ristampa dell'edizione italiana di questo libro di Darwin, Edizioni ETS, basato su un originale conservato nella biblioteca dell'Universita' di Pisa. Eh eh eh !
Ciao, Roberto |
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Barbadoro
Utente Senior
Città: Casalecchio di Reno
Prov.: Bologna
Regione: Emilia Romagna
2494 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 03 settembre 2009 : 17:26:46
Classe: Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
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Effettivamente non ho verificato se all'interno dell'ipochilo ci fosse una particolare quantità di nettare vischioso tale da causare la morte dell'insetto, che comunque non mi sembra sia caduto lì casualmente. Vorrei fare notare che il fiore è in piena antesi, bello fresco, non così il viscidio, che non ha il solito aspetto globoso e bianco lucente, ma è evidentemente appassito opaco e marroncino; inoltre i pollinii non sono compatti, ma parzialmente disgregati. La mia opinione è che ci troviamo di fronte ad una pianta di Epipactis cfr. helleborine non perfettamente allogama e che quindi può "permettersi" di fare a meno di insetti impollinatori, ma è anche attrezzata per attirarli, come d'altra parte diverse Epipactis autogame (ad es. E. leptochila, E. flaminia) che hanno comunque l'ipochilo nettarifero! E anche di ciò non trovo una spiegazione razionale, sempre che l'insetto morto non sia poi così inutile... A questo punto il "labello-trappola" potrebbe essere il prossimo passo evolutivo. In altre parole, se me lo permettete, queste Epipactis non sono ancora serial killer ma ci stanno seriamente pensando.
Ciao Franco |
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Licia
Utente V.I.P.
Città: Bologna
431 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 settembre 2009 : 20:53:02
Classe: Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
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Tutto è possibile, ma come meccanismo evolutivo, non capisco quale potrebbe essere il vantaggio per Epipactis nell'"uccidere"il pronubo essenziale per la sua sopravvivenza.
La morte dell'insetto potrebbe essere casuale, non la visita, che probabilmente è avvenuta proprio per attingere alle ricompense fiorali della pianta.
La sindrome fiorale dell'orchidea in questione non sembra molto specifica; il fiore non ha adattamenti particolari per selezionare una specie piuttosto che un'altra come avviene per esempio nell'Ophrys bombifera, o nell'Angraecum sesquipedale, penso che l'Epipactis, pur preferendo gli insetti al vento possa essere ritenuta una pianta "generalista" (come si usa dire tecnicamente). Cioè che non abbia preferenze particolari sulla specie entomologica che veicola il polline.
Che siamo in un punto evolutivo di transizione penso sia certo, come in effetti è per tutte le entità naturali, quindi bisognerebbe capire verso che cosa potrebbe evolvere (non so se mi riesco a spiegare). Vorrei comunque aggiungere un'altra riflessione: in generale le piante che definiamo insettivore lo sono non tanto per l'impollinazione quanto per la necessità di assumere sostanze azotate deficitarie nell'ambiente edafico in cui vivono (torbiere, terreno molto povero di azoto, minerale importantissimo per i vegetali, poiche ne favorisce l'accrescimento). Di solito non digeriscono l'insetto attraverso il fiore ma attraverso trasformazioni fogliari (ne sono esempi: la dionea, la drosera, la sarracinia, la nepentes, la nostra pinguicola). Esse hanno trasformato le foglie in trappole attive o passive e attraverso liquidi enzimatici sciolgono l'insetto per ottenere le sostanze azotate contenute nell'insetto stesso.
L. |
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Licia
Utente V.I.P.
Città: Bologna
431 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 settembre 2009 : 21:00:58
Classe: Ordine: Famiglia: Genere: Specie:
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Il tuo ragionamento cmq è molto interessante soprattutto in relazione alla probabile-possibileautogamia...(sarebbe bello verificare, me ne sono occupato per 10 anni di impollinazione..ah che nostalgia....) Dunque"adesso tento un'interpretazione forse fantasiosa": in effetti se la pianta fosse autogama uccidere l'insetto che ha i suoi stessi pollinii caricati sul corpo, avrebbe il significato di veicolare il proprio polline sul proprio stigma, impedendo all'insetto di portarsi via l'intero carico...ora questo meccanismo che raccontato in questa rozza maniera antropizza un po troppo l'azione della pianta (cosa che non mi piace fare), potrebbe però, se letto in maniera non intenzionale ma come un meccanismo evolutivo casuale, avere un senso!
Molto interessante, ma non voglio esagerare con le interpretazioni, è un'ipotesi, forse sensata! Grazie per lo stimolo! L. |
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