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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
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marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 09 luglio 2009 : 23:18:32
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Ovviamente si possono descrivere anche situazioni "difficili" in cui non si sia stati coinvolti direttamente, a condizione che si abbia comunque assistito di persona.
marz |
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mauretto
Moderatore
Città: pergine valsugana
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
4540 Messaggi Micologia |
Inserito il - 10 luglio 2009 : 12:53:12
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Incollo qui quello che ho scritto nell'altro topic.
Salve a tutti.
Io ogni anno mi faccio qualche giorno di tenda in montagna, ho fatto escursioni anche di 10 giorni e di temporali, grandine ed affini ne ho presi sulla testa talmente tanti da non ricordarli nemmeno. Quando si va in montagna MAI E POI MAI aprire un ombrello (nemmeno portarlo, così si evita la tentazione). E' semplicemente follia, per quanto mi riguardo io mi proteggo così: poncho integrale(ce ne sono di appositi che arrivano alla caviglia e coprono anche lo zaino da montagna e le braccia), ed incastrato sopra il cappuccio un berretto "tipo boscaiolo", per intenderci quei cappellini con la visiera abbastanza ampia e la reticella dietro. Con questo semplice accorgimento, camminando con la testa un po' bassa, si è praticamente immuni dall'acqua, la visiera non fa colare l'acqua sul viso e si può camminare per ore senza bagnarsi neanche un po'.
Io ho avuto pessime esperienze, pur essendo un montanaro estremamente prudente e che rinuncia SEMPRE quando non è il caso, nonostante questo per ben 2 volte mi sono trovato in cresta in mezzo ai lampi, una volta dopo 6 ore di cammino e con 16 kg di zaino in spalla ho CORSO per più di mezz'ora fino allo scollinamento, roba da olimpiadi. E vi assicuro che ho proprio corso. In quell'occasione mi è caduto un fulmine si e no a 15 metri, di fronte, vi posso garantire che ho visto (nel vero senso della parola) la morte in faccia... da quel giorno il mio rapporto coi fulmini è divenuto alquanto problematico...
Un altra volta sempre in cresta in un sentiero "a pallini", quelli per intenderci senza manutenzione e segnalati come pericolosi, ci siamo trovati attenagliati da due fronti del temporale avanti e dietro, con nebbia "metri zero" e impossibilità di procedere e raggiungere un riparo(tutto questo a quasi le 7 di sera...). Il risultato sono stati 900 metri di dislivello vero valle di cui buona parte su rocce bagnate, con grossi e pesanti zaini sulla schiena, a camminare con il culo per terra e le mani appoggiate, tra un dirupo e l'altro, l'ultima ora nel bosco di notte aggrappati l'un l'altro cammianndo a tentoni e la tentazione ogni tre passi di abbandonarci a Morfeo e scegliere una broncopolmonite come soluzione accettabile... Alla fine ci è andata bene, nel senso che abbiamo incrociato una malga che ci ha offerto ristoro, ma col senno di poi, avessimo anche dormito fradici in una tenda montata al buio, col rischio di cadere dalle rocce, sarebbe stato comunque più sensato di rischiare la frittura a 2300 metri.
Attenti che con queste cose non si scherza, mai più ombrelli, mi raccomando! Torna all'inizio della Pagina |
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Fabio F
Utente Senior
Città: -
Regione: Marche
1079 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 10 luglio 2009 : 14:47:23
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Riporto una mia esperienza.. Era il mese di maggio, quota 2000 metri. Eravamo sulla via del rientro, così per risparmiare strada invece di scendere in una vallata e proseguire ho deciso di tagliare lungo il fianco di una montagna. La neve era ancora abbondante, ma avevo ai piedi semplici scarponcini da trekking e un alpenstock su cui appoggiarmi. Dopo una ventina di minuti che camminavo per una ragione o per un'altra sono scivolato prendendo subito velocità. La cosa che ti fa capire quando la situazione ti è sfuggita di mano è quella sensazione che avverti quando sei in pericolo, quando il cuore comincia a batterti forte. L'ho avvertita appena ho capito che non sarei riuscito a fermarmi semplicemente cercando di fare attrito con la neve, continuavo a prendere velocità verso un gruppo di rocce affioranti a valle. Mi sono girato verso monte e ho piantato forte l'alpenstock nella neve, riuscendo a fermarmi. Non è una situazione al limite (come quella del fulmine ) però mi ha insegnato a non abbassare mai la guardia durante un'escursione e soprattutto a non fare scelte guidati dalla stanchezza (scorciatoie ecc.)
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Modificato da - Fabio F in data 10 luglio 2009 14:48:42 |
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marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 10 luglio 2009 : 21:02:56
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A me è capitato diverse volte, andando in montagna, di commettere quelli che, col senno di poi, è possibile definire errori e di qualcuno ne parlerò in seguito (comunque soltanto chi non fa nulla, non sbaglia mai).
Ma una sola volta mi sono trovato in una situazione di reale pericolo, causato peraltro da quello che, più che un errore, è definibile una vera e propria stupidaggine. A mia (parziale) giustificazione posso solo dire che ero molto giovane.
E' successo diversi anni sulle Dolomiti, in un' escursione intorno al Monte Civetta. Ero arrivato ad un rifugio di cui non ricordo il nome (che doveva essere la meta finale) con ai piedi un paio di scarpe da tennis, perchè gli scarponcini da montagna che avevo appena acquistato mi facevano male ai piedi.
Arrivato al rifugio c' era un percorso bellissimo da fare quasi in piano e che sembrava (ed in effetti lo era) abbastanza facile e mi ci sono incamminato. Senonchè era inizio di stagione e ad un certo punto mi sono trovato sul percorso un nevaio abbastanza esteso, da percorrere quasi in piano, ma a mezza costa. Dopo alcuni tentennamenti, ho deciso di percorrerlo, ma arrivato a metà nevaio ho perso l' aderenza della scarpa (come, col senno di poi, era abbastanza facile da prevedersi) e sono scivolato lungo il pendio per quasi un centinaio di metri di dislivello. Ho cercato disperatamente di fare attrito lungo il nevaio con le mani, i piedi, le ginocchia e quant' altro potevo, riuscendo a diminuire la velocità della caduta, finchè ad un certo punto (non so nench' io come) sono riuscito a fermarmi.
Me la sono cavata con qualche escoriazione e tanta paura.
marz |
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biancolisa
Utente nuovo
Città: mantova
Prov.: Mantova
Regione: Lombardia
1 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 14 luglio 2009 : 11:59:38
Nazione: Italia Regione: Lombardia Provincia: MN Comune: mn Localitŕ:
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La prima volta che affrontai un'escursione organizzata a metà del mese di luglio mi accorsi di essere stata decisamente incosciente e disorganizzata. Visto che il percorso appariva semplice sulla cresta del Monte Baldo,decisi di partire con bermuda, scarpe da tennis, canottiera ed ombrellino portatile. Nulla sapevo delle sorprese dei duemila metri. E fu così che sopravvenne una bufera di vento e neve che perdurò per più di un'ora proprio nella nostra zona di percorrenza. La cosa molto curiosa fu che io fisicamente mi adattai alla perfezione al repentino cambio di temperatura mentre nel nostro gruppo, gente equipaggiata alla perfezione sfiorò l'assideramento e fu portata semisvenuta e assiderata in rifugio. Quando si dice "La fortuna dei principianti"...certo dall'eperienza s'impara!! |
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macromicro
Utente Super
Città: Piovene Rocchette
Prov.: Vicenza
Regione: Veneto
7113 Messaggi Macrofotografia |
Inserito il - 05 agosto 2009 : 18:26:14
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Un benvenuto a Biancolisa
Gianfranco |
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