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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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vill
Utente Senior
Città: Castelnovo di Sotto
Prov.: Reggio Emilia
Regione: Emilia Romagna
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Subpoto
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Inserito il - 23 maggio 2009 : 11:36:46
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Fortunatamente queste popolazioni non sono state catalogate con l'ennesimo nome fantasioso. L'Appennino è pieno di popolazioni isolate di questa specie,alcune hanno un nome ed altre no,dai caratteri morfologici ed anatomici non sono distinguibili una dall'altra. Solo con una capillare revisione genetica si potrà fare un po' di luce sulle relazioni esistenti tra le varie popolazioni di Chilostoma cingulata. La segnalazione nell'appennino reggiano comunque è molto importante,se non sbaglio non dovrebbe essere calcareo. Se vill ce lo conferma potrebbe essere una spiegazione di come questa specie ha colonizzato anche zone più meridionali in assenza di continuità di rocce calcaree.
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo Sandro |
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vill
Utente Senior
Città: Castelnovo di Sotto
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Regione: Emilia Romagna
646 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 23 maggio 2009 : 15:30:45
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Ciao Sandro, l'appennino reggiano presenta vaste zone di rocce arenarie, calcaree, gessi messiniani e triassici, quest'ultimi inseriti nel parco nazionale appennino tosco emiliano. Gli esemplari in oggetto li ho trovati in zone dove la presenza di rocce calcaree è costituita da grosse bancate isolate contornate da marne incoerenti, dove è presente in modo cospicuo anche C. planospira. NOTA: nel post precedente ho dimenticato di indicare che il colore del mollusco e grigio scuro/nero. Viller |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
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Inserito il - 26 novembre 2009 : 14:35:34
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Mi spiace dare una delusione a Subpoto, ma par di capire che Cianfanelli le considera anconae, "sottospecie" che a differenza della altre "colonizza ... affioramenti di roccia arenaria". Ciao,
fern |
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Subpoto
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Inserito il - 26 novembre 2009 : 15:33:42
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Nessun problema,la sottospecie è stata regolarmente descritta. Costituendo C. cingulatum tutte popolazioni isolate, anche se a breve distanza, ognuna un po' diversa in qualche carattere, potremmo istituire una sottospecie per ogni popolazione. A questo punto la domanda è: ciò ha un senso finché non conosciamo la reale diversità tra queste popolazioni? Unico risultato che si potrebbe ottenere è quello di rendere incomprensibile la sistematica.
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo Sandro |
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fern
Utente Senior
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Inserito il - 30 novembre 2009 : 18:12:09
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Ho controllato il K.L.Pfeiffer (su cui si basa sostanzialmente la checklist) ed ho scoperto che anche lui considera anconae le forme dell'Appennino Reggiano e Modenese, di cui e' a conoscenza. Perche' per la checklist non sono inquadrate a livello sottospecifico? Forse perche' Pfeiffer la butta li' senza molta convinzione "non sono poi cosi' lontane dalla anconae topotipica per cui le si puo' raggruppare sotto lo stesso nome" (rendo a memoria). Il problema e' che l'autore dichiara di non aver potuto cercare sul campo le forme appenniniche e si basa solo su letteratura ed esemplari del museo Senckenberg, peraltro ben fornito. fern |
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Subpoto
Moderatore
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9027 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2009 : 18:28:31
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Abbiamo visto abbondantemente in queste specie poco mobili che ogni popolazione è diversa dall'altra per qualche particolare,quello che ci sfugge è la reale diversità tra una popolazione e l'altra. Essendoci una separazione reale tra una popolazione e l'altra si potrebbe istituire una sottospecie per ogni popolazione, ma questo ci aiuterebbe a chiarire i problemi?
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo Sandro |
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fern
Utente Senior
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Inserito il - 30 novembre 2009 : 20:46:34
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Checche' se ne dica, gli esemplari mostrati da Vill mi sembrano molto simili alla anconae topotipica, sia nelle foto del Pfeiffer che in questo bel post. Nella suddivisione di K.L.Pfeiffer, carrarense raggruppa tutte le forme delle Alpi Apuane e anconae le forme della cresta centro-settentrionale dell'Appennino. A naso non mi sembra un atteggiamento divisionista e non capisco il discorso sulla sottospecie per ogni monte: al contrario, rispondendo alla domanda | ma questo ci aiuterebbe a chiarire i problemi? |
direi che questo schema offre un quadro d'insieme a mio parere interessante, per quanto forse (probabilmente) contestabile su molti particolari. fern |
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vill
Utente Senior
Città: Castelnovo di Sotto
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Inserito il - 01 dicembre 2009 : 11:48:11
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Ciao,
ho scritto a Cianfanelli, speriamo che risponda.
Viller |
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Subpoto
Moderatore
Città: Roma
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9027 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 dicembre 2009 : 16:10:30
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Rispondendo a fern cercherò di chiarire la situazione di Chilostoma cingulatum in Appennino. Le sottospecie descritte non hanno nessun senso logico,per questo ho sempre sostenuto che una sottospecie dovrebbe essere collegata ad un areale definito. Chilostoma (Chilostoma) cingulatum philippii (Kobelt, 1905) è segnalato su un'area piuttosto ampia, dal Matese(CB)-(CE),Gole di Celano(AQ) Monti Reatini(RI) Gualdo Tadino(PG),al'interno dell'areale di questa sottospecie troviamo Chilostoma (Chilostoma) cingulatum nicatis (Costa, 1836) sulla Maiella (TE), Chilostoma (Chilostoma) cingulatum infernale (Hesse, 1931) (AP) ed infine poco più a nord Chilostoma (Chilostoma) cingulatum sentinense (Piersanti, 1933) (AN),risalendo ancora troviamo le forme riferibili a Chilostoma (Chilostoma) cingulatum anconae (Gentiluomo, 1868). Inermezzate a queste popolazioni ve ne sono molte altre non segnalate e senza nome ognuna diversa per piccole caratteristiche dalle altre. Il quadro che appare è che all'interno di philippii appaiono delle enclavi (nicatis e infernale) ed una popolazione subito sulla continuazione dei calcari di Gualdo Tadino(sentinense). Questo ampia introduzione per chiarire la situazione geografica della specie che nelle varie località non presenta differenze tali da poter essere divisi se per disavventura gli esemplari si mischiano. Più a nord separati da un tratto di Appennino acalcareo compaiono le forme di cui stiamo discutendo attribuibili a Chilostoma (Chilostoma) cingulatum anconae (Gentiluomo, 1868). Non sono contrario alle sottospecie per principio ma solamente a quelle vaghe in cui non sono chiari i caratteri distintivi e la distribuzione,penso che l'ICZN dovrebbe inserire delle norme più restrittive per la descrizione delle sottospecie.
La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo Sandro |
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fern
Utente Senior
Città: Vicenza
2349 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 dicembre 2009 : 20:10:42
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Grazie per le spiegazioni. Non conoscendo la zona la mia unica guida e' il lavoro del Pfeiffer (1951) pur sempre alla base della checklist per questo gruppo. Sono andato a leggermi come l'autore distingue queste "sottospecie" e dopo la faticaccia mi permetto di riassumere quel che ho capito: fra nicatis e philippii le differenze conchigliari sono piccole (direi minime, ma per lui importanti) le differenze maggiori sono pero' nell'apparato genitale (ma 1 su 3 popolazioni di philippii indagate non quadra) e nella conformazione della radula. infernale si distinguerebbe da nicatis soltanto per l'apparato genitale. Gli studi anatomici sono quelli di Hesse. In questo quadro mi sembrava che anconae rappresentasse un caso particolarmente chiaro: abbastanza caratterizzata come conchiglia e con areale ragionevolmente definito.
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