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 Il microscopio: partiamo da 0
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Volvox
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Città: Pisa
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Inserito il - 01 febbraio 2009 : 13:08:12 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Premesse d'obbligo:
1) non voglio offendere nessuno;
2) non posso insegnare niente a nessuno, perché non ne ho i necessari mezzi culturali.

Ciò premesso, tuttavia, dal tenore di certe domande mi avvedo che alcuni frequentatori del Forum ...stanno proprio messi male, …addirittura, peggio di me!

A beneficio, dunque, degli iper-principianti, ritengo di far cosa gradita inserendo un elementarissimo post …di base, praticamente una sorta di abbecedario del microscopio, benché sappia che questo, nell’augusto consesso in cui si va ad inquadrare, potrebbe indurre la vostra incontenibile ilarità e, nei confronti della mia persona, un abbattimento verticale di stima e considerazione.

--ooOoo--


Ordunque, il sistema ottico del microscopio è rappresentato da due complessi di lenti, l’obiettivo e l’oculare, integrato con altra funzione, da quello del condensatore ed, eventualmente, da un altro, associato alla lampada.

- L’obiettivo esegue il primo e il più importante ingrandimento dell’oggetto da osservare e invia l’immagine all’oculare, che, a sua volta, operato un ulteriore ingrandimento, forma l’immagine definitiva, letta dall’occhio dell’osservatore.

Il potere d’ingrandimento dell’obiettivo è indicato sul corpo dello stesso e corrisponde al primo numero che vi è inciso, accompagnato o non dal simbolo “x” (per esempio, “40x” o soltanto “40”).
In pratica, non esistono più microscopi dotati di un solo obiettivo, dal momento che ormai tutti i modelli sono equipaggiati con un portaobiettivi a revolver, che ne reca tre o quattro (o più) di diverso potere d’ingrandimento (in genere, 4x, 10x, 40x e 100x) e che ne consente la sostituzione rapida con allineamento automatico all’asse ottico dell’oculare.

L’ingrandimento complessivo realizzato dal microscopio è dato dal prodotto di quello dell’obiettivo e di quello dell’oculare: se l’obiettivo è un 40x (40 ingrandimenti) e l’oculare è un 10x, l’ingrandimento totale fornito dal sistema ottico è di 400 ingrandimenti.
L’obiettivo da 100x (che, associato ad un oculare da 10x, dà ben 1.000 ingrandimenti) e che si usa in immersione in olio di cedro, è in assoluto il meno utile per l’esame in vivo dei microrganismi dell’acqua dello stagno, molti dei quali, già con minori ingrandimenti, non sono facili da seguire nel loro moto instancabile.

Il secondo numero impresso sul corpo dell’obiettivo, di seguito a quello degli ingrandimenti e separato da esso da una barra, indica l’apertura numerica (A.N. o N.A.) dell’obiettivo stesso, un parametro fondamentale dell’ottica del microscopio, perché indica la dimensione del cono di luce che l’obiettivo è in grado di ricevere: tralasciandone il significato tecnico (l’apertura numerica è espressa dal “seno della semiapertura angolare moltiplicato per l’indice di rifrazione del mezzo attraverso il quale passa la luce …”!), il significato pratico di questo valore è notevolissimo, perché quanto più grande è il valore dell’apertura numerica, tanto maggiore è il potere risolutivo dell’obiettivo, cioè la sua capacità di distinguere i particolari degli oggetti osservati, e, per conseguenza, tanto migliore è la qualità del sistema di lenti.
Moltiplicando questo numero per 1.000 è possibile calcolare il valore massimo d’ingrandimenti che si può ottenere utilmente da quell’obiettivo, cioè il limite della capacità d’ingrandimento dell’oculare che vi si può abbinare: un obiettivo da 10x con apertura numerica di 0,25 può fornire fino a 250 ingrandimenti, cioè può essere abbinato ad oculari di capacità fino a 25x (10 x 25 = 250); oltre questo limite si cade nell’”ingrandimento vuoto”, tanto caro ai microscopi-giocattolo, cioè un’inutile amplificazione d’immagini senza dettagli, perché questi ultimi non sono “letti” dalle lenti dell’obiettivo.
In relazione a questo parametro – salvo rare eccezioni, che rendono inarrivabile il prezzo dei modelli di microscopio che se ne fregiano e che rispondono ai nomi più altisonanti nel mondo dell’ingegneria specialistica – la situazione di una dotazione standard è la seguente:
obiettivo 4x, apertura numerica 0,10
obiettivo 10x, apertura numerica 0,25
obiettivo 20x, apertura numerica 0,40
obiettivo 40x, apertura numerica 0,65
obiettivo 100x, apertura numerica 1,25
per cui, in media, il microscopio ottico non può superare utilmente i 1.250 ingrandimenti.

Un terzo numero inciso sul corpo dell’obiettivo (nei microscopi standard, “160”) indica la lunghezza del tubo (160 millimetri) e serve solo se s’intendano acquistare altri obiettivi.

Il quarto numero (in genere, “0,17”) indica, infine, lo spessore in millimetri del vetrino coprioggetti da utilizzare con quell’obiettivo: quando al posto di questo numero vi sia una lineetta (“-”), quell’obiettivo può essere usato anche senza coprioggetto.

Le lenti degli obiettivi del Microscopio (emme maiuscola) sono sempre, come minimo, acromàtiche, cioè correggono l’aberrazióne cromatica (un “arcobaleno” tutt’altro che romantico) mediante l’abbinamento di vetri con diverso indice di rifrazione. Altri tipi di lenti sono presenti sul mercato, ma è meglio lasciarle lì, salvo che si sia azzeccato il “6” al Superenalotto.

- L’oculare è il secondo complesso di lenti che compone il microscopio, quello che raccoglie l’immagine ingrandita dall’obiettivo, la ingrandisce a sua volta e, come ho detto, forma l’immagine definitiva, leggibile dall’occhio dell’osservatore.

Gli oculari vanno, di solito, dai 5x ai 15x e oltre, ma di uso più comune è quello da 10 ingrandimenti.
Anche l’oculare può essere cambiato, sfilandolo dal tubo del microscopio (previa rimozione della vite di fissaggio, se presente) e sostituendolo con un altro di diverso potere d’ingrandimento; tuttavia, nella pratica, abitualmente la variazione degli ingrandimenti si ottiene, di solito, cambiando gli obiettivi.
Il potere d’ingrandimento dell’oculare è impresso sul corpo dello stesso (per es., “10x”), oggi quasi sempre accompagnato dalla sigla “WF”, ad indicare una particolare lavorazione a grandangolare delle lenti che lo compongono, tale da rendere più “panoramica” la visione.

La messa a fuoco del sistema ottico ora descritto avviene avvicinando opportunamente il tubo del microscopio al vetrino portaoggetti, o viceversa, mediante le viti macrometrica e micrometrica. Poiché gli obiettivi dai 40x in su sono piuttosto lunghi e, quindi, possono facilmente toccare il vetrino e addirittura romperlo, a questo livello d’ingrandimento il tubo va abbassato (o il tavolino alzato) mentre lo si guarda dall’esterno: quando l’obiettivo è molto vicino al vetrino, si pone l’occhio all’oculare e la messa a fuoco si esegue sollevando il tubo molto (o abbassando il tavolino) lentamente con la vite macrometrica e, infine, focalizzando alla perfezione con la vite micrometrica.

- Il terzo complesso di lenti che compone un Microscopio, e altrettanto importante dei precedenti, è quello del condensatore, non direttamente coinvolto nella “lettura” dell’immagine, ma fondamentale per la sua “leggibilità”.
Il condensatore, posto sotto il tavolino portavetrini e traslabile verticalmente per mezzo di un comando, svolge la funzione di concentrare la luce (proveniente dalla lampada o riflessa da uno specchio) nel punto in cui l’obiettivo scruta l’oggetto da osservare: detto così, sembra la scoperta dell’acqua calda, ma, nell’uso, l’inadeguatezza o l’errata regolazione del condensatore possono compromettere il rendimento dell’intero sistema ottico del microscopio.
In microscopia è tanta l’importanza dell’argomento da giustificare appieno l’affanno dei microscopisti di ieri e degli ingegneri ottici di oggi nella ricerca di soluzioni tecniche sempre più raffinate e innovative per migliorare, con l’efficienza dell’illuminazione, quella dell’intero strumento.

Il dilettante che non abbia azzeccato il “6” di cui sopra non può (e non deve) aspirare a niente di più del condensatore a due lenti di Abbe, peraltro ottimo per la maggior parte degli impieghi; egli deve, invece, trovare, soprattutto con la pratica, il miglior equilibrio – nell’associazione tra l’altezza del condensatore, l’apertura del diaframma ad iride, l’eventuale impiego di filtri e l’obiettivo in uso – perché l’immagine risulti, contemporaneamente, ben illuminata e ben contrastata.
L’incremento del contrasto tra i particolari dell’oggetto da osservare si ottiene o attraverso la chiusura del diaframma ad iride (montato nella parte inferiore del condensatore e comandato da una levetta laterale), oppure abbassando il condensatore (mediante l’apposita manopola o leva) ovvero riducendo l’intensità della fonte luminosa (tramite reostato o allontanando la lampada), ma ciascuna di queste operazioni o qualunque combinazione di esse riduce anche la luminosità dell’immagine, per cui vanno eseguite con cautela e per tentativi.

La migliore illuminazione diretta si ottiene con il metodo di Koëhler, che richiede una lampada attrezzata di un proprio condensatore e di un proprio diaframma ad iride.

Nell’impiego del microscopio per l’esame di oggetti molto trasparenti, come parecchi degli organismi che si rinvengono nell’acqua dello stagno, tuttavia, l’illuminazione diretta, per quanto ben regolata, può non mettere nella più chiara evidenza diversi particolari interessanti. In questi casi, il ricorso all’illuminazione in campo oscuro, oltre che estremamente affascinante (tanto che il microscopio attrezzato per il campo oscuro viene anche chiamato ultramicroscopio), si rivela anche assai utile.
Apparte l’impiego degli appositi condensatori, costosi e complicati nell’uso, l’illuminazione in campo oscuro con obiettivi aventi apertura numerica di valore non superiore a 0,30 può essere facilmente realizzata in proprio.
E’ sufficiente, infatti, ritagliare un dischetto di plastica trasparente del diametro della ghiera portafiltri posta inferiormente al condensatore e applicarvi precisamente al centro un dischetto di circa 10 mm di diametro di plastica nera o di altro materiale opaco (va benissimo, per esempio, anche un feltrino circolare autoadesivo dello stesso diametro): il prodotto va inserito nella ghiera portafiltri, il condensatore alzato al massimo e il diaframma ad iride completamente aperto e il gioco è fatto.
L’oggetto osservato si mostra brillantemente luminoso su fondo nero (effetto luna) perché non è illuminato direttamente, ma da luce radente, con ben in evidenza tutti i particolari anche dell’interno del corpo. La tecnica può essere, inoltre, utilizzata per individuare più facilmente oggetti difficili da vedere in condizioni normali, perché molto trasparenti e pochissimo mobili, quali, ad esempio, le Amèbe: illuminandole in campo oscuro, infatti, di queste ultime risalta il movimento degli organelli e delle inclusioni cellulari, che sono i particolari dotati di maggiore vivacità del Protozòo.
Purtroppo, con obiettivi più potenti (già dai 20x, A.N. 0,40), il filtro autocostruito mostra tutti i suoi limiti e, quindi, per la visione in campo oscuro attraverso di essi si deve ricorrere necessariamente all’apposito condensatore. Forse, questo è uno dei pochi casi in cui sarebbe utile disporre di un altro oculare, che sfrutti al massimo l’apertura numerica del più potente fra gli obiettivi con i quali può essere utilizzato il filtro autocostruito: se, cioè, all’obiettivo da 10x (con cui ancora è possibile adoperare il sistema descritto, perché ha un’apertura numerica di 0,25) si abbinasse un oculare da 25x, sarebbe possibile sfruttare a 250 ingrandimenti il semplice filtro per la visione in campo oscuro sopra illustrato. Ciò, naturalmente, a condizione che questo secondo oculare costi sensibilmente meno dell’apposito condensatore per campo oscuro.

Altro metodo, realizzabile in proprio, per mettere in risalto i particolari degli oggetti da osservare è l’adozione di lenti polarizzatrici, reperibili presso gli ottici (sono le lenti Polaroid) e i negozi di materiale fotografico (filtri polarizzatori per fotografia): una delle lenti va posta (in qualche modo) tra la lampada e lo specchio e l’altra sull’oculare. Facendo ruotare lentamente la lente polarizzatrice più comoda si mettono in evidenza particolari altrimenti difficilmente visibili dell’oggetto osservato.

--ooOoo--


Lasciamo perdere le altre tecnologie di manipolazione della luce (contrasto di fase, fluorescenza, interferenza, ecc.), che implicherebbero l’istituzione, innanzitutto, e poi la vincita del “7” al Superenalotto; e, poiché la parte più rilevante del fascino del Pianeta invisibile sprigiona dall’esame in vivo degli organismi che lo popolano (che, uccisi e fissati, cambiano forma, diventano opachi e, soprattutto, non si muovono), lasciamo perdere anche le problematiche relative al fissaggio e alla colorazione dei preparati, che interessano assai di più altri generi d’indagine microscopica.

Vorrei, invece, spendere una parola e mezza in consigli sulla manutenzione del microscopio, per evitare che disattenzioni o tentazioni improvvide ne compromettano prematuramente la carriera:
a) quando non si usa, lo si copra sempre con l’apposito cappuccio parapolvere in plastica;
b) la polvere, che, comunque, trova il modo di accumularvisi, va tolta con un pennello morbido e uno straccetto pulito e che non lasci pelucchi; mai non fia che si usino detersivi, ammoniaca, alcool, abrasivi o solventi di sorta;
c) le lenti non vanno giammai toccate con le dita e, se sono polverose, vanno pulite soffiandovi aria con la specifica pompetta reperibile presso tutti i negozi di ottica e utilizzando il pennellino di cui la stessa pompetta è dotata. Se del caso, dopo aver alitato sulla lente, passarvi delicatamente l’apposita cartina. Se le lenti sono unte, vanno pulite con benzina, in dosi minime (attenzione: l’alcool, per questo uso, è criminalizzato da diversi Costruttori);
d) gli ingranaggi della messa a fuoco, quelli del meccanismo traslatore e quelli del condensatore non vanno mai lubrificati, poiché lo sono all’origine con un grasso speciale, viscosissimo, che in commercio non si trova neanche se ci mettiamo a piangere tutti insieme: ove gli ingranaggi stessi dovessero indurirsi o, comunque, mostrare malfunzionamenti, non resta che ricorrere alle cure di un tecnico qualificato;
e) i vetrini e, a maggior ragione, i coprioggetto sono delicatissimi e vanno puliti con cura ed attenzione facendo uso di alcool e di un panno pulito, morbido e che non lasci pelucchi: naturalmente, vanno presi per i bordi, per evitare che le impronte delle dita compromettano la nitidezza delle immagini.

Volvox

"Omnia ab ovo.
Le còcce, pe' piacere, ner biologgico!"

Modificato da - geppe in Data 09 febbraio 2011 20:16:27

sapiens
Utente Senior

Città: valeggio sul mincio VR


1339 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 01 febbraio 2009 : 13:34:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Dopo la scarrellata di informazioni degli ultimi giorni, il mondo della macchina microscopio mi è molto più chiaro.

Grazie a tutti.

Tuttavia, mi sembra che questo forum stia andando controcorrente in un sistema che fa del mantenimento nell'ignoranza della moltitudine uno dei capisaldi della propria sopravvivenza.

Non ci siamo proprio..... attenti che il forum rischia di essere oscurato.



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Modificato da - sapiens in data 01 febbraio 2009 13:38:43
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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

Regione: Toscana


3685 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 01 febbraio 2009 : 13:50:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di sapiens:
...mi sembra che questo forum stia andando controcorrente in un sistema che fa del mantenimento nell'ignoranza della moltitudine uno dei capisaldi della propria sopravvivenza...


Forse hai ragione: io ho patito le pene dell'inferno per sapere quelle quattro cose che ho la presunzione di sapere! Sarebbe il caso che anche gli altri soffrissero altrettanto!!!

Volvox

"Omnia ab ovo.
Le còcce, pe' piacere, ner biologgico!"
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Maurizio Gazzaniga
Utente Senior


Città: Borgarello
Prov.: Pavia


2838 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 01 febbraio 2009 : 13:57:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vero Franco. Sino a qualche anno fa era impensabile per un "comune mortale" raggiungere certi livelli di conoscenza...

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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

Regione: Toscana


3685 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 01 febbraio 2009 : 15:08:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
errata
Messaggio originario di Volvox:
...poiché gli obiettivi dai 40x in su sono piuttosto lunghi e, quindi, possono facilmente toccare il vetrino e addirittura romperlo, a questo livello d’ingrandimento il tubo va abbassato (o il tavolino alzato) mentre lo si guarda dall’esterno: quando l’obiettivo è molto vicino al vetrino, si pone l’occhio all’oculare e la messa a fuoco si esegue sollevando il tubo molto (o abbassando il tavolino) lentamente con la vite macrometrica e, infine, focalizzando alla perfezione con la vite micrometrica


corrige

"...quando l’obiettivo è molto vicino al vetrino, si pone l’occhio all’oculare e la messa a fuoco si esegue sollevando il tubo (o abbassando il tavolino) molto lentamente con la vite macrometrica e, infine, focalizzando alla perfezione con la vite micrometrica..."

Volvox

"Omnia ab ovo.
Le còcce, pe' piacere, ner biologgico!"
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FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


21536 Messaggi
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Inserito il - 01 febbraio 2009 : 15:23:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Grazie Franco,

te ne sono molto grata, almeno io ho osato ammettere le mie deficenze in competenza...
e non mancherò di chiedere ancora...


simo


Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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escocat
Utente Super


Città: Messina
Prov.: Messina

Regione: Sicilia


6612 Messaggi
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Inserito il - 01 febbraio 2009 : 15:51:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E infatti stiamo soffrendo tutti moltissimo.
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antonella pintimalli
Utente V.I.P.

Città: catanzaro
Prov.: Catanzaro

Regione: Calabria


131 Messaggi
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Inserito il - 01 febbraio 2009 : 16:17:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
mi è molto più chiaro adesso. grazie tante

antonella
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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

Regione: Toscana


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Inserito il - 01 febbraio 2009 : 17:44:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Poi, si può sempre leggere qui (e rodersi anche il fegato per il microscopio Olympus ivi illustrato!).

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Buona lettura.

Volvox

"Omnia ab ovo.
Le còcce, pe' piacere, ner biologgico!"

Modificato da - Volvox in data 01 febbraio 2009 17:46:35
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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

Regione: Toscana


3685 Messaggi
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Inserito il - 01 febbraio 2009 : 23:11:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Volvox:

...Premesse d'obbligo:
1) non voglio offendere nessuno;
2) non posso insegnare niente a nessuno, perché non ne ho i necessari mezzi culturali ...


Sono commosso fino all'osso! Chi è che ha messo in evidenza queste quattro e insignificanti cavolate che ho detto sul microscopio?

Volvox

"Omnia ab ovo.
Le còcce, pe' piacere, ner biologgico!"

Modificato da - Volvox in data 01 febbraio 2009 23:14:43
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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

Regione: Toscana


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Inserito il - 04 febbraio 2009 : 11:32:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Volvox:

Poi, si può sempre leggere qui (e rodersi anche il fegato per il microscopio Olympus ivi illustrato!).

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Un altro link interessante:

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Volvox

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pikkolo kimiko
Utente V.I.P.


Città: bari
Prov.: Bari

Regione: Italy


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Inserito il - 04 febbraio 2009 : 20:28:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao volvox volevo chiederti: è molto grave se ho gia pulito le lenti degli oculari con l'acool a 90°??
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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

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Inserito il - 04 febbraio 2009 : 21:40:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di pikkolo kimiko:

Ciao volvox volevo chiederti: è molto grave se ho gia pulito le lenti degli oculari con l'acool a 90°??


Beh, se non è successo niente, non è grave, ma ti consiglio di non riprovarci e, soprattutto, non ci provare con gli obiettivi!

Volvox

"Omnia ab ovo.
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pikkolo kimiko
Utente V.I.P.


Città: bari
Prov.: Bari

Regione: Italy


149 Messaggi
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Inserito il - 04 febbraio 2009 : 21:42:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
c***** scusate....vabbè non lo farò più per fortuna non è successo niente
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FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


21536 Messaggi
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Inserito il - 04 febbraio 2009 : 21:49:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Allora con cosa dovremmo pulirli?

se sentiamo 10 persone ci danno dieci indicazioni diverse!!



simo



Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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Kos
Utente V.I.P.


Città: colli euganei
Prov.: Padova


126 Messaggi
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Inserito il - 04 febbraio 2009 : 22:24:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Uno di quei "dieci" mi aveva consigliato benzina avio (presente negli smacchiatori) , oppure una miscela di alcool 70%-etere 30%.
Ciao Kos

Modificato da - Kos in data 04 febbraio 2009 22:43:54
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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

Regione: Toscana


3685 Messaggi
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Inserito il - 04 febbraio 2009 : 23:45:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Volvox:

Messaggio originario di Volvox:

Poi, si può sempre leggere qui (e rodersi anche il fegato per il microscopio Olympus ivi illustrato!).

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Un altro link interessante:

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...e aggiungo questo:

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Volvox

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Salvatore Caiazzo
Moderatore


Città: Monteveglio
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Inserito il - 05 febbraio 2009 : 01:40:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie, Franco.
Io comincio praticamente adesso, finito di montare il bestiozzo, seguirò le prime indicazioni, per poi partire.
Ma di cose da spiegare ne hai in abbondanza...... e noi che pascoliamo nella crassa ignoranza siamo qui ad attendere lumi....

Siamo parte della natura - Salvatore
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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

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Inserito il - 19 febbraio 2009 : 20:52:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Salvatore Caiazzo:

Grazie, Franco.
Io comincio praticamente adesso, finito di montare il bestiozzo, seguirò le prime indicazioni, per poi partire...


Richiamo questo capitolo perché mi è rivenuto in mente il seguente argomento, tutt'altro che secondario per chi voglia dedicarsi a riprese al microscopio con video o foto-camera:

- prendasi la video o foto-camera che si abbia a disposizione;
- accendasi la video o foto-camera che si abbia a disposizione;
- predispongasi la video o foto-camera che si abbia a disposizione per l'esecuzione di un video o di una foto;
- prendasi un telecomando (funzionante) di televisore, di stereo, di climatizzatore aut similia e se ne ponga l'estremità che usualmente si dirige verso l'apparecchio da telecomandare davanti all'obiettivo della video o foto-camera che si abbia a disposizione;
- premasi qualsivoglia tasto del telecomando nel mentre che si guarda nel display della video o foto-camera che si abbia a disposizione;
- qualora sul display della video o foto-camera che si abbia a disposizione appaiano lampi di luce emessi dal telecomando durante la pressione di uno qualsivoglia dei suoi tasti, si acquisisce la consapevolezza che la video o foto-camera che si ha a disposizione non è protetta dai raggi infrarossi;
- allorché ciò avvenga, la video o foto-camera che si abbia a disposizione non è idonea all'uso con il microscopio;
- conseguentemente, previa tempestiva comunicazione allo scrivente in merito al cassonetto destinatario, riporre con molta delicatezza la video o foto-camera che si abbia a disposizione nel cassonetto medesimo e attendere che arrivi lo scrivente a raccoglierla e a portarsela via;
- in alternativa, acquistare un filtro IR cut (taglia-infrarosso) da porre nel percorso dell'illuminazione microscopica, oppure davanti all'obiettivo della video o foto-camera che si abbia a disposizione o sopra il diaframma di campo.
Naturalmente, lo scrivente consiglia caldamente la prima delle due soluzioni suggerite .

Volvox

"Omnia ab ovo".
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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

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Inserito il - 26 febbraio 2009 : 22:40:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Salvatore Caiazzo:

Grazie, Franco.
...Ma di cose da spiegare ne hai in abbondanza ...


Una cosa da spiegare è come arrivare senz'altro a rompersi l'anima: un metodo inbfallibile è limare un tubo di raccordo per il terzo oculare, in modo che la visione miope-presbite dell'osservatore agli oculari sia contemporaneamente a fuoco con quella, non miope, della videocamera sul terzo tubo: du' palle senza canestro..., 'na robba insopportabbile..., santo Cielo, chi me l'ha fatto fa'!!!

Volvox

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Salvatore Caiazzo
Moderatore


Città: Monteveglio
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 26 febbraio 2009 : 22:49:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bene, adesso so cosa fare nelle lunghe serate d'inverno, ma stiamo per arrivare alla primavera!
Intanto fino adesso ho utilizzato la compattina con la impostazione super macro, e con quella riesco a riprendere decenti foto nei microscopi dell'università, non è il massimo, ma è didatticamente utile. Invece non ho ancora provato sul mio bestiozzo (Optika trinoculare e 4 obiettivi), purtroppo non hanno ancora inventato la giornata di 48 ore!!!

Siamo parte della natura - Salvatore
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