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ATTENZIONE! A causa dello stato di grave minaccia nel quale si trovano attualmente gli anfibi, dovuta non solo all'alterazione degli habitat, ma anche alle patologie legate alla chitridiomicosi e alla possibilità che appassionati e studiosi di anfibi possano diventare vettori involontari del contagio durante le escursioni, invitiamo tutti gli utenti del forum ad avere particolare cura quando ricercano o fotografano questi animali. Considerata inoltre la delicatezza necessaria nel maneggiare gli anfibi, onde evitare emulazioni da parte di persone inesperte, che potrebbero causare danni agli animali, invitiamo gli utenti a non postare foto di esemplari tenuti in mano. Questo tipo di foto d'ora in poi saranno rimosse. Eventuali foto inerenti studi o indagini scientifiche possono essere postate previa autorizzazione da parte dei moderatori di sezione o degli amministratori.
Grazie a tutti per la collaborazione


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D21
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Città: Cuneo

Regione: Piemonte


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Inserito il - 26 ottobre 2008 : 13:21:08 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Salve a tutti .

Ho aperto questa discussione su suggerimento di mazzeip, dopo che uno scambio di mp lasciava interdetti entrambi sulla strana normativa vigente in Piemonte riguardo alla protezione degli Anfibi.

PREMESSA: non vorrei con questo post essere frainteso! Non intendo suggerire ai malintenzionati una scappatoia per far ciò che più gli piace, ma porre un limite SERIO a ciò che si può fare.
Se il tono, o l'argomento, fosse ritenuto troppo polemico o scottante, prego moderatori e/o amministratori di cancellare tutto senza problemi.



Questo l'argomento in questione: Legge Regionale del Piemonte, 2 novembre 1982, n°32:

Link

Leggete attentamente l'articolo 27, che riguarda gli Anfibi: per comodità lo riporto qui:

Art. 27 - Anfibi (Articolo sostituito dalla L.R. 29/84 Art. 1 - che replica esattamente le stesse parole -)

E' vietata nel territorio regionale la raccolta o la distruzione di uova e la cattura o l'uccisione di tutte le specie di anfibi, nonché la cattura, il trasporto ed il commercio dei rospi.

Dal 1° luglio al 30 novembre e' consentita la cattura di rane per quantitativi non superiori a 20 esemplari per persona al giorno. Nelle zone a risaia il limite e' elevato a 100 esemplari per persona al giorno.

La cattura di un numero superiore di esemplari e' consentita in deroga secondo le prescrizioni di cui all'art. 32 della presente legge.

E' vietato comunque l'uso della guada o di altre reti per la cattura.

La cattura e' vietata dal tramonto alla levata del sole


Riassumendo: la legge vieta di raccogliere e uccidere ogni specie di Anfibio, ma si affretta subito a fare un'eccezione per le Rane.
I ristoratori hanno sempre richieste di fritti misti!

Notata la stranezza? NON SI FA ALCUNA DISTINZIONE DI SPECIE DI RANA !!!

Certo, se si tratta delle più comuni, come le Rane temporarie o le Rane verdi, si può comprendere... ma anche in questo ultimo caso c'è da ridire!

Questa legge doveva recepire le norme della Direttiva Habitat dell'Unione Europea. Dunque, diamo un'occhiata alla Direttiva Habitat, allegato 4: "specie che richiedono una protezione rigorosa": sono elencate:

Rana arvalis
Rana dalmatina
Rana graeca
Rana iberica
Rana italica
Rana latastei
Rana lessonae

Eccola lì: la Rana lessonae (Phelophylax lessonae) è citata in D.H. allegato 4, ed è una Rana verde!

In altre parole: in Piemonte posso LEGALMENTE mangiarmi delle rane che sono protette a livello europeo!

Potrei, se davvero affamato, papparmi 20 latastei al giorno, o magari 100 al giorno, se le trovo in risaia!
Potrei friggermi 20 dalmatine ogni giorno, dal 1 luglio al 30 novembre, in modo perfettamente legale!
Potrei acchiappare 100 lessonae al dì (nulla di più facile, in risaia!) in barba alla Direttiva Habitat.

Ora analizziamo meglio la legge regionale: NON si dice che devo necessariamente mangiarmi le Rane... Si dice solo che posso catturarle. Se volessi detenerle? Commerciarle? La legge non dice nulla al proposito!

E infine: si parla di uova, ma non di girini: posso prelevare i girini di Rana, magari 20 al giorno se li considero delle piccole rane? E posso allevarli? Commerciarli? Mangiarli? La legge non pone limiti!

E notate bene: si tratta di una legge che vorrebbe proteggere gli Anfibi!

Ora: la cosa può perfino farmi piacere, se posso salvare i girini di Rana temporaria, che spesso si trovano in pozze in disseccamento, senza incorrere in sanzioni, ma trovo che questo buco legislativo sia MOLTO pericoloso per le Rane piemontesi, lasciate alla mercè di qualsiasi malintenzionato.

Nel libretto "Guida agli Anfibi e Rettili della provincia di Cuneo", l'autore faceva già notare questa mancanza: era il 1983! Da allora nulla è cambiato...

Vorrei chiedere, a chi ha competenze in materia giuridica, se questa legge regionale, nel territorio piemontese, ha davvero la priorità sulle leggi nazionali o sulla Direttiva Habitat, o la Convenzione di Berna.

Se è così, allora URGE cambiare la legge al più presto, e vorrei coinvolgervi per una richiesta in tal senso.

A voi la parola.

Dario.


"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)

perfect
Utente Senior

Città: Roma


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Flora e Fauna

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 19:19:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In Friuli la legislazione regionale, da quanto ho letto, consente (in periodi simili al Piemonte) il prelievo a scopo alimentare di un tot. di esemplari di Rana esculenta mentre vieta categoricamente il prelievo di Rana lessona. Sfido a riconoscerle con assoluta certezza e quindi rimanere nella legalità.

Per quanto riguarda la situazione piemontese, mi colpisce molto anche il numero degli esemplari catturabili che è davvero ingente: cento rane al giorno sono tante, sono troppe!
Non so tramite quali canali ci si può appellare per poter fare una distinzione tra le singole specie ed apportare delle modifiche alla legge, certo è che un raccoglitore di rane (anche in presenza di una legge correttamente enunciata) non è detto che sia in grado di distinguere una rana temporaria da una rana di lataste o da una rana verde.

Dario
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Marmoratus
Utente Senior

Città: Ferrara
Prov.: Ferrara

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 26 ottobre 2008 : 20:49:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Qui il problema si è risolto da solo: non ci sono più rane... I ''ranaioli'' si sono arresi o vanno nel mantovano. Cmq una buona fetta di ristoranti che offre le rane nel menù le comprano negli ingrossi del pesce, che a loro volta le prendono in Cina. Mi auguro vivamente che in Piemonte di rane ce ne siano ancora tante! Sarebbe anche interessante sapere se sono protette solo le specie in quanto tali o anche i loro ibridi. Tecnicamente l'ibrido di rana è appartenente ello stesso genere ma non alla stessa specie... Teoricamente l'ibrido ''non esiste'' a livello legislativo. Chiaramente la butto lì, è solo un ragionamento terra terra che ho fatto, ma molto probabilmente mi sbaglio

Gazzotti Roberto
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D21
Moderatore Tutor


Città: Cuneo

Regione: Piemonte


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Inserito il - 26 ottobre 2008 : 21:36:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marmoratus:
Teoricamente l'ibrido ''non esiste'' a livello legislativo.


Vero, ma basta specificare nella legge il nome corretto dell'ibrido e tutto dovrebbe andare a posto...

Messaggio originario di perfect:
Per quanto riguarda la situazione piemontese, mi colpisce molto anche il numero degli esemplari catturabili che è davvero ingente: cento rane al giorno sono tante, sono troppe!


Forse il numero è dovuto al fatto che in Piemonte, soprattutto nel Vercellese (ma anche altrove), ci sono molte risaie... Però la legge è valida in TUTTO il Piemonte, anche dove le risaie sono scarse, e quindi ci sono meno rane verdi!

Non so tramite quali canali ci si può appellare per poter fare una distinzione tra le singole specie ed apportare delle modifiche alla legge, certo è che un raccoglitore di rane (anche in presenza di una legge correttamente enunciata) non è detto che sia in grado di distinguere una rana temporaria da una rana di lataste o da una rana verde.


Concordo! Non si può lasciare che si raccolgano Rane di qualunque specie, da chiunque, anche da chi non sa neppure che esistono Rane rare e simili ad altre.

Il Piemonte, e credo anche in altre regioni, richiede obbligatoriamente un tesserino per raccogliere funghi e prodotti del sottobosco... Forse si potrebbe proprio fare così: cedere (o vendere: figuriamoci se non ci si lucra sopra! ) solo a chi supera un esamino pratico, un tesserino, che autorizzi quella persona, e non altre, a raccogliere quelle specie (e non altre) per un preciso scopo (e nessun altro).

Propongo una modifica alla legge, così, provvisoria... Poi si può affinare...

Dunque: il tesserino dovrebbe dire, più o meno,

"Constatato il superamento dell'esame identificativo delle specie di Ranidi piemontesi, il sig. X è autorizzato a catturare Rane temporarie e/o P. kl. esculentus, in numero massimo totale di 20 al dì (dall'alba a un'ora prima del calar del sole), dal 1 luglio al 30 novembre, senza l'uso di guade e retini. Nessun limite è posto alla cattura di Rane alloctone, quali Rana catesbeiana e P. ridibundus, nè di numero nè di tempo nè di metodo di raccolta (- forse sono eccessivo? Ma almeno servirebbe a eradicarle dal territorio, lasciando sfogare i raccoglitori su specie che soppiantano le autoctone, e distraendoli da queste ultime... -).
Le Rane di cui è permessa la raccolta potranno essere vendute ad esercizi di ristorazione, o allevate a fini terraristici o di commercio, purchè si segnali alle autorità competenti ogni trasferimento di ogni esemplare, anche di quelli nati in cattività.
Le uova e i girini delle specie di Rana di cui è concessa la raccolta, anche se non si trovano in zona in disseccamento, possono essere prelevati nella misura di 20 esemplari all'anno, da segnalare alle autorità, ed essere allevate a fini terraristici, o commerciali, o alimentari, specificando alle autorità quale fine avrà la raccolta.
E' fatto divieto di raccolta, distruzione, detenzione e commercio di uova, girini, larve e adulti di ogni altra specie di Anfibio. Tuttavia le uova, i girini e le larve di ogni specie di Anfibio rinvenute in zone umide in disseccamento potranno essere spostate in zone con acqua più profonda e stabile, purchè distante non più di 500 metri (- misura adeguata? Ditemi voi... -). In alternativa, previa richiesta di relativo permesso, potranno essere allevate in terracquario fino al raggiungimento della metamorfosi e quindi rilasciate nello stesso luogo ove furono raccolte, segnalando alle autorità competenti l'operazione. Se il luogo di raccolta non fosse più atto a supportare la vita degli Anfibi, si concorderà con le autorità un altro luogo di liberazione".


Non credo sia perfetta, come proposta, ma è già meglio della normativa vigente...

Per il riconoscimento delle specie di Rane verdi, ho letto da qualche parte che basta afferrarle con le mani perchè estroflettano i sacchi vocali: se saranno bianchi (P. lessonae) andranno liberate subito. Per una latastei, o una dalmatina, quando si hanno in mano, non è così difficile distinguerle da una temporaria... L'esame, un po' come quello cui si sottopongono gli aspiranti cacciatori, verificherà la competenza dei futuri raccoglitori.

Che ne pensate?

Dario.


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Modificato da - D21 in data 26 ottobre 2008 21:57:36
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Marmoratus
Utente Senior

Città: Ferrara
Prov.: Ferrara

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 26 ottobre 2008 : 23:27:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' fatto persino troppo bene... Per questo penso che non verrebbe mai approvato... Il prelievo a fini terrarristici però non passerebbe, si creerebbe una falla molto difficile da controllare. Migliore sarebbe la creazione di allevamenti per uso terrarristico, con animali schedati, numerati e regolamentati con qualche documento tipo cites, più o meno come fanno in Germania, Olanda, Inghilterra, ecc. E soprattutto non prelevati in natura. Mi chiedo anche che tipo di licenza/permesso abbia chi le alleva a scopo di lucro (per ristoranti & c.)

Gazzotti Roberto
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D21
Moderatore Tutor


Città: Cuneo

Regione: Piemonte


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Inserito il - 27 ottobre 2008 : 00:33:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questa è una cosa che non capirò mai.
Si possono uccidere 20 rane al giorno, ma non allevare dei girini per salvarli dal disseccamento e liberarli quando sono metamorfosati.
Insomma: una legge di protezione della fauna mi permette di uccidere animali in natura, ma non salvarli... Vi pare logico?

La discussione si è prolungata un bel po', oggi, ma vorrei pregare chi interverrà in seguito di leggersi tutto il thread, e magari postare una propria versione della legge. Credo fermamente che sia possibile trovare un testo ragionevole, utile e costruttivo da sottoporre a chi di dovere.

Lo so... Sono un inguaribile sognatore.
Ma una cosa distingue i sogni dalle illusioni: i sogni si possono realizzare!


Dario.


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Riccardo Banchi
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Prov.: Livorno

Regione: Toscana


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Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2008 : 08:51:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anche la Legge Regionale Toscana n. 56 del 6 aprile 2000 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche” è simile a quella piemontese; forse un po' più di precisone nel definire le rane prelevabili... Resta la contraddizione contro il salvataggio di uova e larve di anfibi...
La tua proposta sarebbe buona, anche se difficilmente controllabile.
Anche noi, come Centro di Entomologia, abbiamo avuto difficoltà ad avere i permessi necessari, soprattutto perché le autorità competenti non si sono dimostrate competenti (ma per le multe sarebbero competenti...); per fortuna c'è venuto incontro il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno, ma la strada non mi è parsa la più lineare e scontata.
Tempo fa creai un topic dal titolo "Se i nostri anfibi fossero commerciabili", proprio per valutare se in tal caso sarebbe stato un bene o un male per le nostre specie. Era ovviamente una provocazione, ma i pareri furono interessanti, sia per chi la pensava in un modo o nell'altro... L'argomento che Dario ha affrontato è molto complicato, e in Italia si fa poco per evitare che lo sia ancor di più...

Un saluto, Ric
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Marmoratus
Utente Senior

Città: Ferrara
Prov.: Ferrara

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 27 ottobre 2008 : 09:27:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In effetti sono leggi che si contraddicono da sole. Forse perchè chi le fa non è molto competente in materia di anfibi, e questo può anche essere capito da certi punti di vista, per questo penso che certe leggi dovrebbero essere supervisionate da esperti in materia. Se i nostri anfibi fossero commerciabili e a prezzi ridotti a mio avviso ci sarebbero molte meno ''predazioni'' in natura. Senza contare che si formerebbe uno stock di animali autoctoni pronti per essere reimmessi in natura in caso di ripristino di qualche ambiente compromesso. E' la storia dell'axolot: praticamente estinto in natura ma presente in commercio con svariate centinaia di migliaia di esemplari per non dire di più... Come ho già scritto sopra molti altri paesi europei lo fanno già da molto tempo. A mio avviso se tutte le associazioni erpetologiche, musei di storia naturale ecc. presentassero una richiesta ben scritta e studiata nei minimi dettagli, forse si otterrebbe un qualche risultato. Anche perchè a mio avviso non esistono motivazioni valide per NON allevare questi animali. Ma siamo in Italia, paese dove tutto va a rovescio...

Gazzotti Roberto
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Riccardo Banchi
Utente Super


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Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2008 : 09:53:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grossomodo erano le considerazioni che vennero fuori a suo tempo...
Interessante la tua proposta sollecitativa.

Ric
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D21
Moderatore Tutor


Città: Cuneo

Regione: Piemonte


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Inserito il - 27 ottobre 2008 : 10:42:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Uhmmm... Proviamo a limare qualche idea...

Voi aprireste la caccia alle alloctone? Nessun limite, nè di tempo, nè di quantità, nè di modo di raccolta.
In Piemonte abbiamo la rana ridibunda, la rana toro e la kurtmuelleri.

Intorno a Asti pare che tutte le rane verdi siano kurtmuelleri. Riconoscerle è facile: sacchi vocali neri, come la ridibunda.
Quelle autoctone sono scomparse.

Pare non ci sia modo di evitare l'estinzione locale delle lessonae e esculenta, dove si insediano le ridibunde e kurtmuelleri. L'eradicazione è ammissibile o sareste più tolleranti?

Ovviamente ci vorrebbero fior di controlli, per evitare che nel mucchio di raccolta ci finiscano anche le nostrane... Ma faccio notare che la legge, così com'è, permette già la raccolta delle nostrane...

Partiamo da qui.

Dario.


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Patrick_S
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Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2008 : 11:39:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quà in Svizzera è vietata la raccolta e l'uccisione di qualsiasi anfibio.

Le coscie di rana si trovano nei surgelati, importate dalla cina.

Patrick Scimè
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Marmoratus
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Inserito il - 27 ottobre 2008 : 12:54:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di D21:

Uhmmm... Proviamo a limare qualche idea...

Voi aprireste la caccia alle alloctone? Nessun limite, nè di tempo, nè di quantità, nè di modo di raccolta.
In Piemonte abbiamo la rana ridibunda, la rana toro e la kurtmuelleri.
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Non è così semplice. Bisognerebbe bonificare dalle alloctone un ambiente alla volta e reintrodurre subito dopo quelle autoctone. La natura è un gioco ad incastro, le alloctone presenti al momento riempiono una nicchia che era delle autoctone. Eliminarle di punto in bianco creerebbe degli squilibri. Bisognerebbe togliere le alloctone e reintrodurre le autoctone, un bacino idrico alla volta, per poi monitorare la situazione ed eliminare i sopravvissuti col tempo. Facile sulla carta e complicato nella pratica

Gazzotti Roberto
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Marmoratus
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Inserito il - 27 ottobre 2008 : 13:18:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Riccardo Banchi:

Grossomodo erano le considerazioni che vennero fuori a suo tempo...
Interessante la tua proposta sollecitativa.

Ric


Basterebbe provare. Avendo un buon nuero di enti con il giusto peso e qualche conoscenza che sa il fatto suo secondo me è fattibile. Non facile ma fattibile. Anche una richiesta scritta da parte di erpetologi e appassionati vari, firmata da tutti, potrebbe aiutare. Chiaramente dovremo essere in migliaia per avere peso ed essere presi in considerazione. Si fa una richiesta con due punti:
1) Migliorare la tutela di anfibi e rettili italiani ed avere la possibilità pratica di poter salvare uova e larve in caso di immadiato pericolo di sopravvivenza, con relative indicazioni comportamentali, senza scopo di detenzione.

2) Creare degli allevamenti certificati di specie autoctone con individui numerati e schedati al fine di essere venduti a scopo terrarristico e ceduti ad associazioni che si occupano di salvaguardia ambientale e reinmissioni in natura. Gli individui nati in cattività potrebbero essere denunciati ed eventualmente ceduti indicando i dati di chi li prende. Una sorta di cites insomma...
Volendo essere pignoli e visto che siamo tutti in Europa, sarebbe interessante sapere come si sono regolati gli altri paesi su questo fronte e prendere spunto

Gazzotti Roberto
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Riccardo Banchi
Utente Super


Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


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Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2008 : 13:58:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un invito interessante; voi altri cosa ne pensate?

Ric
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perfect
Utente Senior

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Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2008 : 17:22:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per quanto riguarda la questione rane verdi alloctone in Italia il mio punto di vista è che anticamente P. ridibundus era presente sul nostro territorio per lo meno nel Nord Italia (come è ancora autoctona nel Carso Triestino) dal momento che la presenza degli ibridi è imputabile ad antichi fenomeni di ibridazione con P.lessonae.
Sul perché sia scomparsa non mi pronuncio, ma dico semplicemente che la piccola fauna è stata soggetta a transfaunazioni e modificazioni di vario genere più o meno massicce dall'alba dei tempi da parte dell'uomo, perciò niente vieta che queste rane verdi alloctone che ora riteniamo tali, si siano estinte a causa nostra ed ora le abbiamo riportate in Italia perché hanno per noi un significato mangereccio, insomma la solita confusione che noi esseri umani siamo tanto bravi a creare.
Le rane verdi sono un complex di specie diverse ma strettamente imparentate (o come ho letto su una tesi "un complesso" ) ed io personalmente le tendo a ritenere tali con l'accezione poi che le singole specie sono più o meno in grado di adattarsi ad ambienti più o meno antropizzati o a tipologie ambientali naturali di tipo diverso.
Nel momento in cui una popolazione di P. ridibundus si inserisce in un ambiente prima colonizzato solo da P. esculentus e P. lessonae, considerando che quest'ultima ha una fase annuale di vita che possiamo definire decisamente terrestre, se l'ambiente è fortemente compromesso mi aspetto di veder scomparire o diminuire di molto la P.lessonae, se invece l'ambiente è ben diversificato perchè tutte e tre non dovrebbero convivere così come avviene in alcune zone d'Europa e trovare un equilibrio dettato appunto dalla diversificazione delle nicchie? Come sempre tutto sta principalmente a come trattiamo l'ambiente.

Tutta questa tiritera per dire che in una legge fatta bene, io non farei distinzioni di sorta e nel prelievo a fini gastronomici tratterei le rane verdi alloctone come le italiane.
Ben diversa la situazione della rana toro, sia per le sue dimensioni molto maggiori delle nostre rane e sia per il problema dell'essere portatrice del Chitridio, insomma di fronte ad una rana toro trovata non mi farei troppi scrupoli a toglierla di mezzo, sono purtroppo una mina vagante.


Edit: ho dimenticato di dire una cosa, l'attuale situazione di stranezze delle leggi ed anche di mancanza fisica di rane da destinare ai ristoranti o ai privati ha fatto si che le cosce di rana, come ha ricordato Patrick, s'importanto dalla Cina e sopratutto dall'Est Europeo, abbiamo spazzolato tutta la nostra fauna ed ora lo facciamo con quella degli altri Paesi.

Dario

Modificato da - perfect in data 27 ottobre 2008 17:25:10
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Marmoratus
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Inserito il - 27 ottobre 2008 : 19:32:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Effettivamente dire chi è realmente a casa propria e chi è alloctono è dura. La transfaunazione non è solo imputabile all'uomo ma è anche un fenomeno naturale. E' provato che gli uccelli acquatici migratori possono talvolta trasportare uova di crostacei e anfibi attaccate alle piume. Come pure le trombe d'aria.E' un fenomeno saltuario e lento e noi gli abbiamo messo il turbo...

Gazzotti Roberto
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claudia maria
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Città: prov.Alessandria

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Inserito il - 27 ottobre 2008 : 20:34:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io ogni giorno, per lavoro, passo tra le risaie vercellesi.Al mattino presto, con la rugiada nei campi, si vedono le donne sui bordi delle strade con la canna a pescare le rane per il pranzo.Come se non bastasse ,per evitare che le rane saltino fuori dal cesto gli spezzano le gambe.

Claudia Maria
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Marmoratus
Utente Senior

Città: Ferrara
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Inserito il - 27 ottobre 2008 : 20:52:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di claudia maria:

Io ogni giorno, per lavoro, passo tra le risaie vercellesi.Al mattino presto, con la rugiada nei campi, si vedono le donne sui bordi delle strade con la canna a pescare le rane per il pranzo.Come se non bastasse ,per evitare che le rane saltino fuori dal cesto gli spezzano le gambe.

Claudia Maria


Va là che in quel momento non passavo io con un fucile... ! E non per sparare alle rane! Quando finiranno le rane cosa pescheranno? Le limnea stagnalis? Cmq predazione a parte è la barbarie che non capisco. Sarebbe meglio ucciderle subito, no? Non capisco perchè farle soffrire così

Gazzotti Roberto

Modificato da - Marmoratus in data 27 ottobre 2008 20:56:15
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claudia maria
Utente Junior


Città: prov.Alessandria

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Inserito il - 27 ottobre 2008 : 21:13:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Al pomeriggio si vedono i vecchietti a pescare le rane per poi andarle a vendere nei ristoranti.Le cene a base di rane sono da prenotare per non rischiare di trovare il tutto esaurito.Da non credere!!!!!!

Claudia Maria
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D21
Moderatore Tutor


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Inserito il - 27 ottobre 2008 : 21:15:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Davvero incredibile, Claudia Maria... E triste. Si capisce da questo perchè sono state introdotte a più riprese le ridibundus e le kurtmuelleri.

Pensavo a una cosa di questo tipo: se nel 1300-1500 qualcuno, nascostamente, avesse introdotto P. ridibundus in Italia, ovunque, e nessuno se ne fosse accorto, noi oggi le considereremmo autoctone, perchè nel frattempo sarebbero scomparse le lessonae e le esculentus (che verrebbero considerate roba d'oltralpe)... La cosa dà da pensare.

Dico questo perchè ho letto su varie pubblicazioni che la ridibundus è dominante sulle lessonae e esculentus. Dove si insedia, le autoctone spariscono. Si portava avanti un discorso logico, che però non so quanto sia corretto in ogni situazione ambientale (dite la vostra, così facciamo chiarezza). E' un meccanismo preciso e inesorabile: vado a illustrare:

ridibundus + lessonae = esculentus

lessonae + esculentus = esculentus

esculentus + esculentus = (i girini muoiono in tenera età per corruzione del DNA)

ridibundus + esculentus = ridibundus
(teoricamente, ma difficilmente i geni "vecchi" della esculentus, moltiplicatisi per millenni per via clonale, si adattano a quelli "freschi" della ridibundus d'importazione.

Mettiamoci nei panni di una povera lessonae: va in cerca di un partner: se incontra un'altra lessonae, tutto bene!

Se però incontra una esculentus, nasceranno ancora esculentus. Riproduzione fallita!

Se poi incontra una ridibundus, di nuovo figli esculentus! Di nuovo riproduzione fallita.

Nel frattempo, le ridibundus incontrano altre ridibundus, e il numero cresce.
Oppure incontrano lessonae, e nascono esculentus.
Oppure incontrano esculentus: beh, forse qui non succede nulla, forse nascono ridibundus...

In altre parole: nel tempo ci saranno sempre più ridibundus, e aumenteranno, in proporzione, le esculentus. Quindi le lessonae avranno sempre meno possibilità di incontrare altre lessonae, sempre più rare.

Alla fine le lessonae si estinguono. Va da sè che anche le esculentus scompaiono, perchè potevano esistere solo se si incrociavano con altre lessonae!

Risultato: sul terreno restano solo più ridibundus!
E' quello che è successo a Asti.

Se questa dinamica è vera (non in modo così netto: ci saranno alterne vicende, con popolazioni altalenanti di ogni forma, ma il trend dovrebbe essere quello), allora possiamo dire che le ridibundus non sono mai vissute spontaneamente in Italia, o hanno fatto una triste fine con i cambiamenti ambientali delle zone umide.
Forse (chiedo conferme e-o smentite a questa ipotesi) le ridibundus erano in simpatria con le lessonae solo nel nord-est, al limite dell'areale naturale delle ridibundus. Lì si formavano le esculentus.
Dopodichè lessonae e esculentus hanno via via colonizzato l'Italia... Mentre le lessonae si spostavano lungo la penisola, le esculentus le seguivano: non c'era più bisogno delle ridibundus, perchè lessonae + esculentus = esculentus.
O magari la lessonae era già presente in tutta la penisola ed è stata l'esculentus a espandersi, da sola, lungo gli areali della lessonae parassitandone la riproduzione.

Se così fosse, allora la ridibundus sarebbe alloctona al 100%!
E ho il grande sospetto che sia davvero così, perchè, come ho detto prima, dove si insedia la ridibundus nel sistema L-E (lessonae-esculentus), queste sono fatalmente destinate a estinguersi.

Ciò significa che se non mettiao un freno alle ridibundus, presto non vedremo più lessonae e esculentus in Italia. Sono molto preoccupato, perchè Asti non dista molto da Cuneo, e si sono avvistate ridibundus anche a S. Stefano Belbo (molto più vicino a Cuneo) e in Valle Roja (risalgono dalla Liguria, dove si sono diffuse dalle introduzioni del 1942 occupando nicchie vuote... almeno lì non hanno fatto estinguere nessuno).

Insomma: STANNO ARRIVANDO!!! AIUTO!!!
Per questo mi preme spostare la cattura a fini alimentari su di loro: sarebbe un rallentamento all'avanzata. E si smetterebbe di raccogliere lessonae, che devono vedersela sia con gli umani che con le rane cugine dei balcani.

Una nuova legge è URGENTE, e deve, a mio avviso, preservare le lessonae a discapito delle ridibundus.

Questo è il primo punto della legge da discutere, poi passeremo a analizzare le altre rane, i girini, le uova e gli allevamenti terraristici. Non temete, non intendo mollare questa proposta di legge, e voglio precisarla in ogni suo punto. Sono determinato !

Ma prima definiamo la questione delle ridibundus. Ho bisogno di voi...

Dario.


"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)

Modificato da - D21 in data 27 ottobre 2008 21:18:34
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Mauro Grano
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Inserito il - 28 ottobre 2008 : 08:11:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Regione PIEMONTE - Legge Regionale del 2 novembre 1982, n. 32
Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale.
Modificata da:
Legge Regionale del 21/06/1984, n. 29 - L.R. 2 novembre 1982, n. 32 "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale" - Modifica ed integrazioni degli articoli 27, 33, 38.

Articolo 27
Anfibi:
E' vietata nel territorio regionale la raccolta o la distruzione di uova e la cattura o l'uccisione di tutte le specie di anfibi, nonché la cattura, il trasporto ed il commercio dei rospi.
Dal 1° luglio al 30 novembre è consentita la cattura di rane per quantitativi non superiori a 20 esemplari per persona al giorno. Nelle zone a risaia il limite è elevato a 100 esemplari per persona al giorno.
La cattura di un numero superiore di esemplari è consentita in deroga secondo le prescrizioni di cui all'art. 32 della presente legge.
E' vietato comunque l'uso della guada o di altre reti per la cattura.
La cattura è vietata dal tramonto alla levata del sole.
Articolo 30
Ulteriore norma di tutela:
La Giunta Regionale, sentito il parere del Comitato Consultivo di cui all'art. 34, può con propria deliberazione vietare temporaneamente la cattura e la detenzione di specie di fauna minore di particolare interesse scientifico.
Articolo 36
Vigilanza:
La vigilanza sull'osservanza della presente legge e l'accertamento delle violazioni relative sono affidati al personale del Corpo Forestale, alle guardie di caccia e pesca, agli agenti di polizia locale, urbana e rurale, ed alle guardie ecologiche volontarie.
Gli Enti competenti provvedono all'aggiornamento del suddetto personale per la materia di cui alla presente legge.
I Comuni, le Province, le Comunità Montane dispongono, mediante il personale di cui al 1° comma, anche su segnalazione e denuncia presentata da Enti, Associazioni o da singoli cittadini che dichiarino la loro identità, immediati sopralluoghi e verifiche per pervenire all'accertamento di eventuali trasgressioni, ferme restando la competenza e le procedure per l'irrogazione delle sanzioni di cui agli articoli 38 e 39.
Il promotore della segnalazione può inviare copia agli uffici regionali competenti.
I Comuni relazionano periodicamente alla Regione sull'attività di vigilanza dettagliando, per quanto possibile, le generalità dell'Ente o persona che ha presentato la segnalazione, dell'eventuale trasgressore, le sanzioni applicate e gli eventuali provvedimenti adottati.
Chiunque può prendere visione ed estrarre copia, previo pagamento delle spese correnti, della relazione di cui al precedente comma.
Articolo 38
Sanzioni amministrative:
Per le violazioni dei divieti e per l'inosservanza degli obblighi di cui alla presente legge si applicano le seguenti sanzioni:
(…omissis…)
Le violazioni al 1° comma dell'art. 20 sopra citato e agli articoli 27 e 28 comportano la sanzione di L. 10.000 più L. 3.000 per ogni esemplare eccedente la quantità consentita.
(…omissis…)


Mauro
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