testata Forum Natura Mediterraneo
Forum | Registrati | Msg attivi | Msg Recenti | Msg Pvt | Utenti | Galleria | Map | Gadgets | Cerca | | FAQ | Regole |NUOVA Tassonomia | Pagina Facebook di Natura Mediterraneo | Google+
Suggerimento: Conosci la funzione scorciatoia? Clicca qui!
Cerca
Salva
Password dimenticata

 Galleria Tassonomica
 di Natura Mediterraneo
 



 Tutti i Forum
 Forum Animali - Natura Mediterraneo
 MOLLUSCHI TERRESTRI E DULCIACQUICOLI
 Cosa vuol dire: specie legata a superfici rocciose?
 Nuova Discussione
 Versione Stampabile my nm Leggi più tardi
I seguenti utenti stanno leggendo questo Forum Qui c'è:
Pagina Successiva >>
Autore Discussione Precedente Discussione Discussione Successiva
Pag.di 3

Ezallot
Utente Senior

Città: Monster

Regione: Netherlands


938 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 24 ottobre 2008 : 19:50:18 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Apro una nuova discussione, sin qui’ portata avanti in una precedente (sic.. non so’ linkare...), per due motivi:
... il primo e’ che eravamo arrivati alla terza pagina.
... il secondo e’ che l’argomento sembra a me’ interessante di per se’ e generale.

Riassumo brevemente:
Basandomi sulle mie esperienze, riportavo Charpentieria stenzii come specie strettamente legata a particolari pareti rocciose.
Fern contesta questa affermazione basandosi su quanto da lui constatato e cioe’ il ritrovamento su lettiera.
Nella mia risposta consideravo in qualche misura “accidentale” tale ritrovamento.
Naturalmente, non ho pregiudizali filosofiche a riguardo.... pronto a cambiare parere.

Aggiungevo peraltro che l’osservazione del Fern e’ interessante perche’, a parte la nostra ‘querelle’, si presta ad un paio di considerazioni:

Troviamo certe specie su rocce e sassi solo perche’ piu’ facili da vedere o perche’, veramente, esse sono legate alle rocce?

...come “sottoquesito”: cosa vuol dire legate? Alimentazione? Riproduzione? Svernamento o estivazione?
... o meglio: quali di queste cose intendiamo con “legate” alle rocce?

Nel caso che certe specie siano “veramente” legate a superfici rocciose, quanto distanti devono essere due rocce per rappresentare una barriera invalicabile?
...e come considerazione correlata a quest’ultimo quesito: quanto distante devono essere due rocce per poterle considerare come ‘sedi’ di due popolazioni distinte?

... a Fern la palla....

Subpoto
Moderatore


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


9027 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 24 ottobre 2008 : 21:10:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Domanda un po' complessa,penso che andrebbe affrontata specie per specie.
Per esempio ho trovato specie molto legate alle rocce come Chilostoma cingulata o Marmorana signata che con il tempo umido erano in attivita sui prati,ma sempre vicino alle rocce su cui si ritrovano in periodo di riposo o di estivazione.
Forse per queste specie le rocce sono essenziali perché riescono a siggillarsi meglio per difendersi dall'essiccazione.
Un po' diverso è il discorso di Helix ligata,in terreni aridi si rinviene solo in presenza di rocce,in genere calcaree,lungo i fiumi dove c'è maggior umidita si può trovare anche in assenza di rocce.
Per le clausilie c'è ancora molto da capire,alcune specie sono strettamente calciofile mentre altre si trovano sia in parete che nel bosco su legname marcescente(es.Siciliaria paestana,Siciliaria gibbula),qui c'è ancora da capire se le popolazioni trovate in habitat diversi siano ancora la stessa specie o una specie gemella gia differenziata.
Spesso troviamo gusci vuoti fuori dell'habitat in cui ce li saremmo aspettati,potrebbero essere stati trasportati dall'uoma o da animali o potrebbero essere esemplari migranti che essendosi allontanati dal loro habitat non ne hanno trovato un altro idoneo.
Che distanza possono percorrere fuori del loro habitat? Probabilmente dipende dalle condizioni climatiche ma una risposta sicura credo che non esista.
In ogni modo per giustificare l'attuale dispersione delle specie si deve accettare anche una loro mobilità fuori del proprio habitat.
Forza ragazzi,ce ne sono di problemi da affrontare.



La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo
Sandro
Torna all'inizio della Pagina

ang
Moderatore


Città: roma

Regione: Lazio


11322 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 24 ottobre 2008 : 22:35:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Ezallot:

Troviamo certe specie su rocce e sassi solo perche’ piu’ facili da vedere o perche’, veramente, esse sono legate alle rocce?


questo è sicuramente un elemento che distorce la nostra percezione, se stiamo cercando una specie la cercheremo dove sarà più facile trovarla. in un bosco sarà più semplice trovare gusci/esemplari viventi sulle rocce o alla base di queste, se non altro per una questione di visibilità; cercare nella lettiera è paragonabile alla ricerca del famoso ago nel pagliaio, ma già se solleviamo un ramo caduto scopriamo invariabilmente una piccola comunita di invertebrati di cui quasi sempre fanno parte anche molluschi terrestri, spesso gli stessi che troviamo nei pressi delle rocce, per cui in quel caso direi che si tratta di un riparo. penso che solo poche specie calciofile siano strettamente legate a rocce calcaree, ad es. alcuni Chondrinidae, le Medora, le Marmorana ecc. che effettivamente non si trovano in altri ambienti: il discorso è però complesso per il fatto che diamo per scontato che "superficie rocciosa" abbia lo stesso significato per tutte le specie, quando non è così; ad es. per Medora (o Albinaria), una parete rocciosa è al contempo riparo (passatemi il termine) e fonte di cibo (licheni), mentre così non è per Marmorana che non mi risulta si nutra di licheni; infatti mentre le prime non le trovo se non su rocce calcaree, le Marmorana possono anche trovarsi, seppur con popolazioni poco numerose e con vistose variazioni di forma (ad es. tetrazona) anche su pareti non calcaree

ciao

ang
Torna all'inizio della Pagina

fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2349 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 ottobre 2008 : 22:36:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Accidenti, Ezallot, se e' pesante questa palla! Premetto che parlo soprattutto per esperienza personale e che le mie sono osservazioni, nella migliore delle ipotesi, "non sistematiche". Sposto il discorso su Chilostoma (a me la scelta delle "armi"), altro gruppo spesso legato alle rocce e che penso di conoscere meglio. Chilostoma cingulatum e' sicuramente legato alla presenza di pareti rocciose abbastanza estese. Sui M.Berici (quindi bassa collina) non l'ho mai visto sul lato occidentale dove queste mancano, mentre e' comune sul lato orientale, in corrispondenza della cosiddetta "scogliera oligocenica" nota ai rocciatori. In quell'area pero' lo troviamo anche su piccole sporgenze rocciose e addirittura su qualche masso isolato. Si potrebbe pensare a presenze casuali, dovute a trasporto passivo (ad es. piogge) ma non credo sia cosi' perche' e' troppo sistematico.
Un altro caso tipico mi sembrano le rocce sporgenti in alcuni pascoli di montagna. A volte si osservano C.cingulatum praticamente su tutte, eppure le popolazioni di ogni singola roccia sono troppo piccole per pensare che possano sopravvivere molte generazioni. Mi pare evidente che in alcune circostanze, o forse alcune fasi della loro vita, si spostano fra l'erba, eppure in tanti anni mi e' capitato una volta sola di trovare due piccoli Ch.cingulatum su uno stelo d'erba. Una delle cause e' sicuramente che io in quei luoghi "passo soltano", durante le mie escursioni che avvengono nelle "belle giornate" per cui vedo solo un lato della medaglia. Nel volume dedicato ai molluschi della "Fauna Helvetica" si legge che Ch.cingulatum vive sulle rocce che gli consentono di trovare rifugio alle avversita' climatiche, per la presenza di fessure o perche' vicine al terreno. In ogni caso, credo che la maggior parte delle popolazioni sia fortemente legata alle rocce nel senso che trascorrono su di esse una frazione significativa della loro vita.
Anche all'interno della stessa "sottospecie" (penso a baldense) ci sono popolazioni di montagna che vivono a 1500-2000m, su ampie e ripide pareti prive di vegetazione (e che sembrano evitare le rocce, magari adiacenti, dove cresce qualcosa), e quelle che a piu' bassa quota (<1000m) vivono in ambiente di bosco, purche' vi siano ampie sporgenze rocciose anche se qui le rocce non sono mai nude, ma sempre rivestite di muschi, felci, licheni ... Infine ci sono popolazioni come quelle ai piedi dei Lessini, che vivono in un ambiente submediterraneo, legate a sporgenze rocciose a volte assai ridotte o manufatti umani e credo trascorrano buona parte della loro vita su altri substrati (e' il caso che avevo segnalato in questo post). Personalmente non cesso di stupirmi di fronte a tanta differenza e penso che, se trasportassimo esemplari da un estremo all'altro non sopravviverebbero. E' giusto considerarli non gia' una sola specie, ma addirittura un'unica varieta'?
Mi vengono in mente altre cose, ma un po' disordinatamente e credo di aver bisogno di un "time out". Aggiungo solo questo, che se Chilostoma cingulatum e' universalmente considerato specie legata alle rocce, ho letto che Ch.ambrosi lo sarebbe assai poco e si puo' trovare ovunque. Eppure, almeno il 90% di quelli che ho visto erano su roccia. Non posso spiegare questo fatto se non come effetto del campionamento (si vede meglio) ed e' opportuno che non ce ne dimentichiamo mai. Perfino Nordsieck c'e' cascato a proposito di Charpentieria itala. Ciao,

fern

p.s. Per i link, come mi ha spiegato a suo tempo Ang, io faccio cosi':
- "clicco" sull'icona "Inserisci e-mail"
- nella finestra che si apre scrivo le parole che voglio siano evidenziate
- si apre una seconda finestra per inserire l'indirizzo. E' tutto, ma controlla che non sia rimasto "mail to:" e se c'e' cancellalo a mano.
Torna all'inizio della Pagina

Ezallot
Utente Senior

Città: Monster

Regione: Netherlands


938 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 25 ottobre 2008 : 07:13:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
beh: sarebbe interessante raccogliere informazioni in modo sistematico e linkarle alla check list.... per osservazioni intendo:
1 - Alimentazione: ho visto la specie x mangiare y su z
2 - Accoppiamento: ho visto la specie x in accoppiamento su z. la posizione era.....
3 - Riproduzione: ho visto uova/giovanili di x su z (dove)
4 - Riposo invernale o estivo: ho visto la specie x in inverno a riposo su z (dove e come)
5 - ...dimenticato qualcosa?

Comincio io.....

Cochlostoma henricae (...che novita'....)

Alimentazione: licheni microscopici su roccia. Penso endolitici perche' si vedono "pascolare" su superfici apparentemente "pulite" e le "cacche" sono roccia macinata.

Accoppiamento: maggio/giugno. giorni piovosi. Maschio a cavallo della conchiglia della femmina,lato destro. Su roccia. Molte coppie in poco spazio.

Riproduzione: esemplari da "microscopici" a quasi completi in grande quantita' su roccia assieme ad adulti.

Ibernamento: in fessure riparate su roccia. Molti esemplari raggruppati. Apice della conchiglia rivolto verso il basso. Apertura chiusa da una pellicola trasparente ad attaccata alla roccia con una specie di filamento.

Dai Fern! Non dirmi che Cochlostoma henricae non e' "legato" a superfici rocciose!

Torna all'inizio della Pagina

Fabiomax
Moderatore


Città: Cefalù
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


2229 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 25 ottobre 2008 : 21:35:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Ezallot:


Troviamo certe specie su rocce e sassi solo perche’ piu’ facili da vedere o perche’, veramente, esse sono legate alle rocce?


...come “sottoquesito”: cosa vuol dire legate? Alimentazione? Riproduzione? Svernamento o estivazione?
... o meglio: quali di queste cose intendiamo con “legate” alle rocce?


Anche io penso che bisogna valutare caso per caso
ci sono specie che trascorrono tutta la lora vita sulla roccia, dove trovano fonte di alimentazione e riparo dalle intemperie e dai predatori (un esempio sono le Rupestrelle)

ci sono specie per le quali il legame è meno stretto


Messaggio originario di Ezallot:


Nel caso che certe specie siano “veramente” legate a superfici rocciose, quanto distanti devono essere due rocce per rappresentare una barriera invalicabile?
...e come considerazione correlata a quest’ultimo quesito: quanto distante devono essere due rocce per poterle considerare come ‘sedi’ di due popolazioni distinte?


A questa domanda non ha risposto quasi nessuno
eppure è molto interessante !
Io penso che due affioramenti rocciosi sono sede di due popolazioni distinte quando tra di essi vi è interposta una importante barriera biogeografica
di qualsiasi natura essa sia
Una barriera biogeografica può essere un tratto di mare molto breve ma molto profondo.
Un esepio ci è dato dall'arcipelago delle Egadi:
Le isole di Favignana e Levanzo sono separate dalla vicina sicilia da un tratto di mare poco profondo, e così durante le utlime glaciazioni, l'abbassamento del livello del mare ha permesso il passaggio di molluschi dalla Sicilia alle due isole minori e viceversa
L'isola di Marettimo è invece separata da un tratto di mare molto più profondo, che ha determinato per la malacofauna di questa isola un isolamento molto più prolungato. Come conseguenza la malacofauna di Marettimo ha un grado di endemicità molto più elevato rispetto a Favignana e Levanzo

Concludendo penso che la distanza tra due popolazioni va valutata tenendo ben presente l'evoluzione paleogeogragica della regione
e viceversa il DNA dei molluschi ci può dare indicazioni su come si è evoluta una determinata area geografica

Ciao Fabio





Sicilia: bellissima per natura
Torna all'inizio della Pagina

Ezallot
Utente Senior

Città: Monster

Regione: Netherlands


938 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 06:09:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Fabiomax

Grazie per il contributo. Il punto e' che tu ti riferisci ad "importanti barriere biogeografiche".
Il mio problema, piuttosto, e' relativo a "insignificanti barriere biogeografiche"!
Mi spiego: ci sono due belle pareti rocciose in un bosco, ad 1 chilometro di distanza l'una dall'altra. Abbiamo, in ciascuna di esse, una popolazione di una specie a bassa mobilita' e strettamente legata alle pareti rocciose. In mezzo, bosco, lettiera.
Quand'e' stata l'ultima volta che queste due popolazioni si sono scambiate geni?
Nella mia zona (Alpi e Prealpi Nord-orientali, penso sia possibile stabilire degli "indici" di mobilita' minima perche' abbiamo avuto le glaciazioni (40,000 anni fa' il massimo). Il fondovalle della Val Belluna era, ad esempio, ricoperto da 1000 metri di ghiaccio. Ora, se nel fondovalle trovo una specie, questa si e' mossa, quantomeno, dal piu' vicino posto libero dai ghiacci sino al fondovalle.
Pero'devo immaginare (tornando alla specie legata alle superfici rocciose) che mentre i ghiacci si ritiravano vi era piu' roccia disponibile, poi man mano ricoperta con il svilupparsi della vegetazione e del suolo. Ad un certo punto, questa "insignificante" barriera, puo' essere diventata invalicabile.....
Torna all'inizio della Pagina

Subpoto
Moderatore


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


9027 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 09:57:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Una sintesi delle discussione può portare all'ipotesi che meno è mobile la specie e più piccolo è il suo areale.
Da non trascurare la dispersione per via fluviale in seguito ad alluvioni,questa via potrebbe aver trasportato alcune specie dall'alto verso il basso.
Un esempio può essere dato dalla similitudine genetica esistente tra Marmorana signata molteni,forma con conchiglia robusta e carenata presente in parte della Valnerina e nei monti presso Norcia e Marmorana signata tetrazona della valle del Tronto con conchiglia liscia e leggera.
Quest'ultima forma si è adattata a vivere su terreni marnosi e quest'ambiente ha favorito un adattamento della conchiglia.
Identica e non distinguibile da quest'ultima è una Marmorana signata vivente nella valle del Vomano situata sull'altro versante dei monti della Laga che ha colonizzato un terreno simile a quello di tetrazona.
Diversamente da quanto si potrebbe ipotizzare la distanza genetica tra queste due popolazioni identiche è piuttosto alta,mentre le popolazioni della valle del Vomano sono più vicine a quelle dei monti retrostanti del reatino da cui potrebbero discendere.
Purtroppo gli studi genetici su popolazioni di molluschi sono quasi inesistenti e dobbiamo lavorare molto di fantasia.




La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo
Sandro
Torna all'inizio della Pagina

Fabiomax
Moderatore


Città: Cefalù
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


2229 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 10:37:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ezallo

Io conosco poco la fauna alpina e altrettanto la storia della sua evoluzione e diversificazione
Pertanto in riferimento al particolare caso che ci sottoponi
posso fare solo un discorso di carattere generale

In genere la distanza genetica tra due popolazioni di molluschi poco mobili cresce con l'aumento della distanza geografica oppure per la presenza di una barriera molto importante
Nel caso di molluschi che vivono sulle due fiancate di una stessa vallata, le differenze potrebbero essere solo apparenti e cioè dovute ad adattamento alle diverse condizioni ecologiche dei due versanti (esposizione, umidità ecc..)

Questo in generale
nel caso di vallate alpine non so ...





Sicilia: bellissima per natura
Torna all'inizio della Pagina

Juventino
Utente Super

Città: Nizza

Regione: France


10135 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 12:10:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interesante davvero purtroppo non sono in grado di paticipare ...
Grazie mille!!!
Ciao!!!

Link
L’école buissonnière
Torna all'inizio della Pagina

siciliaria
Utente Senior


Città: Catania
Prov.: Catania

Regione: Sicilia


2017 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 12:20:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questa discussione credo sia partita in un verso e si sta evolvendo in un altro senso.

A me pare che Enrico volesse focalizzare l'attenzione su un campo più ristretto, e non su scala geograficamente così ampia, come quella indicata nelle ultime risposte.

Una cosa è l'isolamento geografico generato da grandi processi geo-morfologici, una cosa è l'eventuale isolamento causato dalla scarsa mobilità di un organismo in relazione allo "spazio" limitato in cui esso potrebbe/dovrebbe muoversi.

Io credo che Enrico volesse dire questo che personalmente ho osservato diverse ma rare volte.

Una volta sono andato a Rocca Novara (Monte Salvatesta) che molti di voi conoscono. Era primavera credo, i Cochlostoma affine stavano sotto i detriti delle scarpate, ne ricordo tanti; alcuni di essi stavano anche sotto massi di "tipo travertinosi", quindi molto porosi, in prossimità del bosco (praticamente a contatto con la lettiera!). Sulle pareti rocciose pochissimi.

Due anni fa - Autunno.

Cochlostoma affine sulle pareti centinaia! Sotto i detriti: nessuno, almeno ad uno sguardo non tanto approfondito, ma sicuramente in numero trascurabile. Sotto i massi travertinosi, li stessi di 10 anni fa, almeno, nessun individuo.

Cos'è successo? Significa che queste bestiole si muovono, magari in un momento in cui di solito non si va a fare osservazioni: temporali lunghi, fasi notturne piovose, ecc...

Altro esempio:

vicino alle mie zone vi sono dei calcari miocenici isolati in ampie distese di argille, ora quasi tutte adibite a coltivi. In tali blocchi vi sono popolazioni isolate di Rupestrella philippi, Murella muralis....altro....ed una Papillifera curiosissima.

Sembrerebbe una barriera invalicabile quella rappresentata dalle argille, eppure per Papillifera non lo è, perchè laddove vi siano rocce isolate, o cumuli di spietramenti....vi è questa Papillifera. Sui terreni incolti, sui fili d'erba, sotto le zolle di terra, ecc..... nessuna papillifera!

Le altre specie degli stessi blocchi, invece, sembrano avere una mobilità estremamente ridotta, confinata solo a quel blocco.

Ora: c'è qualcosa che ci sfugge, oppure tali separazioni sono avvenute moltissimo tempo fa? Se così fosse dovremmo trovare distanze genetiche enormi, ma non solo, probabilmente anche morfologie diverse; però sembra non essere così; quelle pareti che sembrano dannatamente lontane, forse non lo sono.

Ultima cosa:
una volta a Capo Milazzo ho pianto per l'eccessivo vento, cui è seguita una pioggia devastante evolutasi in una grandinata. Perchè ho pianto? Era tutto maledettamente orizzontale! Non riuscivo a ripararmi. Il vento portava anche pietruzze di peso considerevole.

Secondo me c'è una dispersione anemocora che probabilmente sottovalutiamo.

Ciao




Link
Torna all'inizio della Pagina

Fabiomax
Moderatore


Città: Cefalù
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


2229 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 13:18:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ottimo Agatino

Il vento e le alluvioni sono eventi ciclici,
che giocano un certo ruolo nella dispersione di piccoli animali su distanze "relativamente" brevi

Il vento può portare a considerevole distanza anche foglie sulle quali sono state deposte le ovature;
e teniamo pure presente che il vento può soffiare in varie direzioni, ma in alcune zone esso ha una direzione nettamente prevalente durante l'arco dell'anno
(ciò è in genere testimoniato dagli alberi che risultano piegati in quella direzione)







Sicilia: bellissima per natura
Torna all'inizio della Pagina

Ezallot
Utente Senior

Città: Monster

Regione: Netherlands


938 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 13:56:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Penso che Siciliaria abbia colto il segno....era proprio questa la scala di cui stavo parlando....naturalmente anche le altre, a piu' "alto" livello, sono interessanti.
Torno alle mie due rocce separate solo da lettiera (..e da un chilometro. Di meno o di piu' se vi pare). Sono spietato (!). Da una elimino completamente la popolazione di una specie "strettamente" legata alle rocce. Dopo quanti anni ( decine, centinaia, migliaia) trovero' la roccia ricolonizzata?
Tutte le osservazioni sono benvenute....
Torna all'inizio della Pagina

siciliaria
Utente Senior


Città: Catania
Prov.: Catania

Regione: Sicilia


2017 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 14:27:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ehiii Fabio....proprio in questo post hai totalizzato i tuoi 1000 punti!

Interessante la questione vento prevalente.....

Link
Torna all'inizio della Pagina

Ezallot
Utente Senior

Città: Monster

Regione: Netherlands


938 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 17:38:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il trasporto verso il basso con l'acqua mi convince... alla fin fine e' il meccanismo che da origine alle posature.
..in un post di pochi giorni fa', questo qui
abbiamo l'osservazione che conferma...
Torna all'inizio della Pagina

Laser
Utente Senior


Città: Valle Mosso
Prov.: Biella

Regione: Piemonte


1685 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 26 ottobre 2008 : 18:56:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Ezallot:

Il trasporto verso il basso con l'acqua mi convince... alla fin fine e' il meccanismo che da origine alle posature.
..in un post di pochi giorni fa', questo qui
abbiamo l'osservazione che conferma...

Anche se non sono in grado di discutere al vostro livello vorrei intervenire e capire meglio sulle posature, è proprio da quanto recuperato da Maurizio che sto rimurginando,Vertigo è, o credo che sia, tipica di zone umide in prossimità di torrenti o ruscelli in più presente in tutta Italia isole comprese quindi non mi pare che trasporto e formazioni di posature centrino sulla presenza o trasferimento della specie.
Trovo molto logico quanto detto da Agatino, l'azione eolica è un mezzo ottimale di trasferimento ma sempre considerando che specie giudicate effettivamente autoctone o meglio specifiche e stanziali e di scarsa mobilità un bel giorno vengano a popolare zone nuove.
Se ho detto qualche strafalcione attendo i vostri rimproveri.


Sergio
--------------------
Indagare per conoscere la natura è vivere (Settepassi)
Torna all'inizio della Pagina

siciliaria
Utente Senior


Città: Catania
Prov.: Catania

Regione: Sicilia


2017 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 27 ottobre 2008 : 00:30:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Laser:

Messaggio originario di Ezallot:

Il trasporto verso il basso con l'acqua mi convince... alla fin fine e' il meccanismo che da origine alle posature.
..in un post di pochi giorni fa', questo qui
abbiamo l'osservazione che conferma...

Anche se non sono in grado di discutere al vostro livello vorrei intervenire e capire meglio sulle posature, è proprio da quanto recuperato da Maurizio che sto rimurginando,Vertigo è, o credo che sia, tipica di zone umide in prossimità di torrenti o ruscelli in più presente in tutta Italia isole comprese quindi non mi pare che trasporto e formazioni di posature centrino sulla presenza o trasferimento della specie.
Trovo molto logico quanto detto da Agatino, l'azione eolica è un mezzo ottimale di trasferimento ma sempre considerando che specie giudicate effettivamente autoctone o meglio specifiche e stanziali e di scarsa mobilità un bel giorno vengano a popolare zone nuove.
Se ho detto qualche strafalcione attendo i vostri rimproveri.


Sergio
--------------------
Indagare per conoscere la natura è vivere (Settepassi)


Laser, premesso che io non sono a nessun livello, le mie sono solo opinioni che scaturiscono da osservazioni e supposizioni.

Il vento di cui parlo comunque penso che abbia un effetto limitato a pochi metri o poco più, nel senso che non produce la colonizzazione di nuove zone, almeno non in unità di tempo brevi. Tale fenomeno potrebbe deporre tali bestioline sull'argilla dove probabilmente saranno destinate a morire, o chissà per quale combinazione potrebbe farle finire sulla roccia, dove invece continueranno a vivere.

Sappiamo pure che i clausilidi sono "duri a morire". Questi riescono a rimanere anche 24-36-48 ore sott'acqua in uno stato latente di vita. Appena usciti dall'acqua....rieccoli risuscitati.

A Siracusa ho visto centinaia di Muticaria dentro strutture carsiche, nelle quali le acque piovane avevano convogliato nicchi di qualunque specie ivi presenti. Bene, le muticarie erano ancora vive, se pur sommerse. Questo significa che un acquazzone può portarle dove vuole e disperderle ovunque sia possibile.

Rupestrella: stessa zone precendente; vi è un terrazzo delimitato da due falesie una nord ed una sud. In entrambe vi sono Rupestrella philippi; sulla spianata ad un occhio mordi e fuggi nessuna rupestrella. Chinandosi per bene e cercando negli anfratti anche dei massi isolati in mezzo a sterminate distese erbose....eccole la. Sparuti esemplari viventi disseminati laddove, secondo noi, non dovrebbero stare. Come ci arrivano? Forse una conquista avvenuta passo passo attraverso generazioni diverse che prima o poi porteranno il loro patrimonio da una falesia ad un'altra? Può darsi.

Concordo con Enrico che spesso le cerchiamo dove meglio si vedono, dove pensiamo di trovarle, perchè la letteratura dice questo, oppure dove sono maggiormente concentrate. Sappiamo benissimo che ci sono tante aggiunte che potrebbero farsi alla nota letteratura.

Saluti

Link
Torna all'inizio della Pagina

Subpoto
Moderatore


Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


9027 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 27 ottobre 2008 : 01:16:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
FLYING SNAILS-HOW FAR CAN TRUNCATELLINA (PULMONATA: VERTIGINIDAE) BE BLOWN OVER THE SEA?
CH KIRCHNER, R KRATZNER, FW WELTER-SCHULTES - Journal of Molluscan Studies, 1997 - Malacological Soc London

è un lavoro che tenta di spiegare con formule matematiche la possibile dispersione per via eolica di Truncatellina nelle isole dell'Egeo.
Personalmente sono molto dubbioso,nel lavoro i molluschi vengono trattati come granelli di sabbia senza considerare che si cementano tenacemente alla rocia.
Il trasporto ipotizzato può essere valido per i gusci vuoti ma difficilmente il vento potrà disperdere un numero significativo di molluschi viventi.



La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo
Sandro
Torna all'inizio della Pagina

Ezallot
Utente Senior

Città: Monster

Regione: Netherlands


938 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 27 ottobre 2008 : 07:07:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Considerazione filosofica (lunedi mattina...): se le ipotesi sono il pepe della scienza, le osservazioni ne sono il sale.
A parte quelle di Siciliaria e le vertigo del post, per il momento abbiamo pepe (anche il trasporto eolico delle Egee mi sembra pepe).
Anch'io, al momento, ho purtroppo solo pepe da portare....

PS per Laser: spingendo il tuo ragionamento un po' al limite, solo pochi insigni luminari potrebbero parlare.... ed io per primo dovrei tacere


Torna all'inizio della Pagina

Ermanno
Moderatore


Città: Longare
Prov.: Vicenza

Regione: Veneto


6436 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 27 ottobre 2008 : 12:09:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sinceramente, trovo molto strano che in un'area come il mare Egeo , dove anche il più piccolo scoglio, è stato testimone del passaggio e della vita, di migliaia di uomini e questo, ormai da qualche migliaio di anni ... non sia stata presa in considerazione la loro opera per spiegare la distribuzione delle specie di molluschi.
Ad esempio, è risaputo degli stravolgimenti ecologigi portati con la nonocultura dell'ulivo , che gli antichi portarono in ogni loro colonia del tempo ... e di queste piante di certo non si portavano con loro i semini , ma talee e giovani piante vive , che messe a dimora nel nuovo sito, se avevano qualche molluschetto tra le loro radici , di certo anche lui si dava da fare per colonizzare il nuovo sito.
Con questo non voglio dire , che la teoria proposta sia una fola, ma che bisognerebbe guardarsi un pò più attorno, prima di farla, magari, passare come unica risposta.

Ermanno
Torna all'inizio della Pagina

siciliaria
Utente Senior


Città: Catania
Prov.: Catania

Regione: Sicilia


2017 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 27 ottobre 2008 : 12:14:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per non parlare delle pietre usate come zavorra per le navi, i marmi ed i calcari usati per elementi architettonici portati da un lato all'altro del Mediterraneo, ecc......



Link
Torna all'inizio della Pagina
Pag.di 3 Discussione Precedente Discussione Discussione Successiva  

Pagina Successiva >>

 Nuova Discussione
 Versione Stampabile my nm Leggi più tardi
Scorciatoia






Natura Mediterraneo © 2003-2024 Natura Mediterraneo Torna all'inizio della Pagina
Questa pagina è stata generata in 0,34 secondi. TargatoNA.it | Movie BackStage | Snitz Forums 2000

Leps.it | Herp.it | Lynkos.net