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 La Sabina Tiberina-Ritorno all'Arcadia
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lucabellincioni
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Inserito il - 24 settembre 2008 : 14:31:59 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia  Controlla la Mappa di Google dal Satellite

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Salve a tutti, come mio primo intervento a questo forum, vi propongo un bel reportage sulla Sabina Tiberina. Spero vi piaccia. Vi invito a visitare il mio blog ambientepaesaggio2000.splinder.com


"La Sabina Tiberina - Ritorno all’Arcadia"

La cosiddetta "Sabina Tiberina", quell'area dell’Alto Lazio sabino che rivolge il suo sguardo alla Valle del Tevere, offre un paesaggio collinare di rara bellezza, fra i più suggestivi e caratteristici del Centro Italia: il verde intenso delle leccete che avvolgono le colline e i monti dalle sagome arrotondate, i vigneti, i colori cangianti dei campi coltivati, i magnifici uliveti secolari che rivestono i poggi, i molti borghi arroccati formano insieme un vero e proprio "paesaggio medievale", tutt'oggi miracolosamente salvo da pesanti fenomeni di deterioramento di tipo para-metropolitano, nonostante la vicinanza con Roma. Cuore della ben più ampia sub-regione storica Sabina (che comprende quasi tutta la provincia di Rieti e parte delle province di Roma e Terni), il versante tiberino dei Monti Sabini, con le sue vaste propaggini collinari, ha mantenuto infatti elementi paesaggistiche e culturali del tutto propri. Vera peculiarità della Sabina tiberina (come del resto del territorio sabino) è la coltivazione dell’olivo, che caratterizza fortemente il paesaggio e che ha conservato la tradizionale importanza nell’economia locale, con la produzione di olio extravergine di oliva di altissima qualità e da tempo riconosciuto dal marchio dop.
Rilievi calcarei di quota modesta, eppure rimasti sostanzialmente intatti, i Monti Sabini possiedono inoltre uno spiccato interesse naturalistico e ambientale: oltre ad una flora molto varia, vi si rilevano numerosi fenomeni carsici, fra cui spicca l’enorme voragine del Revotano (seconda per grandezza, nel Lazio, solo al Pozzo d’Antullo sugli Ernici), che si apre nei pressi del grazioso paese di Roccantica. Più a Sud, invece, in una zona di transizione fra Monti Sabini e Lucretili, si allarga l’ampia e pittoresca Valle del Farfa, una sorta di appendice della Sabina tiberina, il cui fulcro politico e spirituale è da secoli la celebre Abbazia di Farfa, uno dei simboli del monachesimo europeo e baluardo della civiltà cristiana, nonché potente avamposto della Chiesa in Età Feudale: il complesso, di antichissima e leggendaria origine, esistente già all’epoca di Carlo Magno (dal quale ricevette peraltro sostegno), custodisce opere letterarie ed artistiche di inestimabile valore. Notevole è del resto il patrimonio storico, artistico e religioso della Sabina Tiberina, che cela aree archeologiche sabino-romane (Eretum, Cures), eremi, conventi e abbazie (oltre alla già citata Abbazia di Farfa, ricordiamo la splendida e venerata Cattedrale rurale di Santa Maria in Vescovio), accanto a numerosi centri storici, piccoli e forse poveri in quanto a monumenti, ma perfettamente integrati nel paesaggio agrario circostante, senza dubbio fra i migliori esempi nel Lazio in tal senso. Assai piacevole è entrare in uno di questi borghi, quasi sempre puliti e ben tenuti, per assaporare un'atmosfera d’altri tempi, ma più spesso di abbandono e spopolamento, come nelle innumerevoli frazioni rurali che punteggiano le campagne. Borghi e villaggi che talvolta si presentano come veri e propri gioielli sconosciuti, che attendono un recupero ed una valorizzazione adeguati, e ciò in relazione al concetto di "albergo diffuso", per cui la Sabina ha una vocazione ovvia e naturale: Casperia (premiata dalla bandiera arancione del TCI), Bocchignano, Fianello, Rocchette o la stessa Roccantica sono soltanto alcuni dei centri che, se adeguatamente valorizzati e recuperati, potrebbero creare un itinerario alla scoperta del Medioevo sabino, che presupponesse pernottamenti in edifici storici, magari con l’organizzazione periodica (stagionale e non solo annuale) di eventi in tema medievale, oggi molto in voga, alla riscoperta di antiche tradizioni, prodotti tipici, e scenari perduti, al fine di creare un flusso turistico per tutto l’arco dell’anno.
Le strade della Sabina Tiberina, d’altro canto, sono tutto un susseguirsi di pittoreschi scorci medievali che in alcuni punti rendono il viaggiare in queste terre simile al vagare in un affresco dell’Età di Mezzo. Sensazione che forse raggiunge il proprio culmine quando ci si avvicina al piccolissimo, semispopolato villaggio di Rocchette (frazione di Torri in Sabina, a pochi chilometri dal confine con l'Umbria), uno degli abitati più suggestivi della zona: di fronte si innalza il colle ove sorgono le rovine del paese fantasma di Rocchettine, quest'ultimo dominato dai solenni ruderi di una fortezza; attorno solo boschi, campi, uliveti ed un silenzio quasi totale, se non fosse per l’ammaliante suono delle acque di un ruscello. Scendendo sempre più a valle, invece, il paesaggio, ormai dominato da vicino dalla mole solenne e solitaria del mitico Monte Soratte, si tinge di tinte spiccatamente umbre, con i filari di cipressi ad ornare le bianche sterrate che salgono sui poggi, coronati da vecchi casali con i loro pini marittimi: è la zona di Selci, Collevecchio e Magliano Sabina, ove, in vista dell’Autostrada Roma-Firenze e della piana alluvionale del Tevere, i confini fra Reatino e Ternano divengono sempre più labili: negli ultimi tempi nella zona sono sorti numerosi agriturismi e bed & breakfast, segno di un approccio nuovo e intelligente basato proprio sulla valorizzazione del bellezze paesaggistiche sabine, che si spera possa portare ad uno sviluppo sostenibile e di qualità a questo pregiato territorio.
Trattandosi di un’area interessata da un notevole spopolamento, priva di grossi centri urbani (fa eccezione, pur contenuta, Poggio Mirteto) e abbastanza lontana dallo sviluppo industriale, la Sabina Tiberina, anche in virtù dell’importanza mantenuta qui dal settore agricolo, è oggi terra dalla chiara vocazione turistica. Quel che ancora manca è la tutela dell’ambiente, lacuna gravissima se pensiamo che questa zona (come gran parte del resto della Sabina) conserva un paesaggio agrario “all’antica” divenuto ormai raro nel resto del Lazio. Progetti tronfi e demenziali di grandi aree produttive e di nuove strade, la costruzione di un ridicolo outlet ai piedi del Soratte, il proliferare di troppe ville sparse lungo le strade, inquietanti lottizzazioni e alcuni incresciosi fenomeni di abusivismo edilizio sono il sintomo di un’aggressione drammatica che deve essere necessariamente contrastata dalle istituzioni, anche avallando progetti coraggiosi come un nuovo ampio parco naturale. Riteniamo dunque che assieme alla già citata Valle del Farfa almeno le due cime maggiori dei Monti Sabini, ossia il Tancia (1292 mt) e il Pizzuto (1288 mt), debbano essere necessariamente tutelate. Il Revotano, da parte sua, potrebbe ricevere il riconoscimento di Monumento Naturale. L'ampia e splendida area collinare digradante verso il Tevere potrebbe infine trovare forme di protezione nell'ambito di un "parco agricolo". L’istituzione di un Parco Regionale dei Monti Sabini (o di un Parco della Valle del Farfa e di una Riserva Naturale dei Monti Tancia e Pizzuto) darebbe senz’altro nuovo impulso ad un comprensorio che, a causa del calo demografico e della mancanza di opportunità economiche (che verrebbero invece a crearsi proprio tramite una seria valorizzazione turistica), rischia non solo di perdere la propria preziosa identità ma di subire, come sta avvenendo, un incontrollato fenomeno di urbanizzazione del territorio, con il deterioramento di un patrimonio paesaggistico unico ed irriproducibile.

Ecco una panoramica della Sabina Tiberina dal Monte Pizzuto: un "mare" di verdi colline chiuse al'orizzonte dalla sagoma enigmatica e solitaria del Monte Soratte.
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Modificato da - lucabellincioni in Data 24 settembre 2008 14:44:40

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Inserito il - 24 settembre 2008 : 14:43:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia  Controlla la Mappa di Google dal Satellite
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Ecco invece i Prati di Poggio Perugino, fra il Pizzuto e il Tancia, guardando verso il Terminillo. Il toponimo "perugino" risale all'antica appartenenza di questa parte della Sabina all
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Inserito il - 24 settembre 2008 : 14:47:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per raggiungere il Monte Pizzuto si risale la bella Valle Gemini, sempre immersi nel bosco.


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Inserito il - 24 settembre 2008 : 14:51:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La Sabina è terra di memorie medievali. Ecco le scenografiche rovine del Castello di Catino.


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Inserito il - 24 settembre 2008 : 15:58:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un pittoresco "foro" fra le mura del Castello di Catino.
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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:00:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Avvicinandosi poi alla "finestra"... un panorama stupendo sulle verdi colline circostanti
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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:03:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L'alta torre del castello, vista dall'orlo della voragine del Catino.

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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:08:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Tornando giù al paese di Catino (fraz. di Poggio Catino), ancora un panorama sulle colline sabine, stavolta verso il Monte Soratte: sembra un dipinto! Io non ho alcun merito... le foto lì vengono "da sole"... ed è incredibile constatare come questa splendida zona sia ancora sconosciuta, sebbene non abbia nulla da invidiare - a livello paesaggistico - alla vicina Umbria. Sarà l'incapacità cronica dei romani di apprezzare le cose che hanno dietro casa... o magari l'assenza di città d'arte capaci di attrarre per il loro nome e per i loro monumenti?
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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:12:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Una chiesetta che si affaccia sulla campagna di Catino... Quale amenità!
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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:15:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lasciata Catino, che tante emozioni hi ha donato, una deviazione verso la montagna, alla ricerca dell'Eremo di San Michele..., ed ecco uno scorcio dall'alto sul Castello di Catino e le fertili campagne sottostanti.


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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:19:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Dopo una breve camminata si giunge alla grotta di San Michele Arcangelo, antico eremo immerso in un'atmosfera di silenzio e sacralità. L afoto ritrae uno scorcio dell'antro d'ingresso vers
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116,96 KB o l'esterno... a voi il piacere di andare a visitare l'interno dal vivo..

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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:23:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ridiscesi a valle, ricomincia la perlustrazione di questa terra incantevole. Le campagne presso Stimigliano, piccolo borgo affacciato sul Tevere. Di fronte, sotto al Soratte, stanno costruendo un abominevole outlet che ha devastato un paesaggio mantenutosi intatto per secoli e ora svenduto alla speculazione e al consumismo demente... Questa, signori, è l'Italia del 2000.

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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:25:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questa, invece, è la splendida campagna di Tarano... ci stiamo avvicinando a Rocchette e Rocchettine, in una delle zone più suggestive dell'intera Sabina! E' la fine di febbraio, e qualche gemma di grano timidamente si scorge fra i campi arati.

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Modificato da - lucabellincioni in data 24 settembre 2008 16:26:32
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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:27:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Dopo Tarano (pure molto carino come paese) c'è Torri in Sabina.

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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:31:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E dopo Torri in Sabina, si gode lo spettacolo di Rocchette e Rocchettine, le due "fortezze gemelle". Oggi Rocchette sta venendo resaturato e sta diventando un prestigioso luogo di vacanza, mentre Rocchettine è ormai in completo abbandono.
In questa zona, sembra di essere tornati indietro di colpo di almeno 60-70 anni.


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Modificato da - lucabellincioni in data 24 settembre 2008 16:35:27
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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:37:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un'altro scorcio di Rocchette e Rocchettine... in controluce...


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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:39:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un'ultima veduta, solo di Rocchette, un paese immerso nel verde. Vi invito tutti a visitarlo... Ne vale proprio la pena.


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Inserito il - 24 settembre 2008 : 16:44:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Tornando verso Roma per la SP 313, si arriva ai piedi di Roccantica... altro spettacolo... il Medioevo di fronte a noi... Vi consiglio vivamente di visitare anche questo borgo, stupendo, interamente in pietra e molto accogliente. Dal paese partono bellissimi percorsi nel bosco, sino alle rive del Torrente Galatina, con i ruderi di un mulino medievale... nei pressi c'è pure l'Eremo di San Leonardo, un luogo fantastico ma un po' difficile da raggiungere.


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Inserito il - 24 settembre 2008 : 17:09:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Andandocene da Roccantica, un'ultima vista sull'ennesimo borgo immerso nel verde di boschi e montagne. Qui il tempo sembra davvero essersi fermato al Medioevo.


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Inserito il - 24 settembre 2008 : 17:25:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quando dico "un susseguirsi di scorci medievali" non esagero: l'uno dopo l'altro si alternano borghi medievali straordinariamente integri. Io ho girato molto nel Centro Italia, ma zone così ricche di centri storici in un ambiente così intatto ce ne sono ormai poche. Nella stessa Umbria, negli ultimi tempi sono sorte numerose aree artigianali, commerciali e industriali, spesso ai piedi di borghi magnifici (Spello e Trevi solo per fare un paio di esempi) senza alcun rispetto per il paesaggio circostante, quasi sempre splendido. Nella stessa Valdorcia, in uno dei paesaggi "umani" più belli al mondo, si assiste a fenomeni simili. Pure le incantevoli valli intorno a San Leo, nelle Marche, hanno subito affronti del genere. La stessa Tuscia Viterbese sta vivendo questo tipo di degrado. Certo, nella Sabina Tiberina
non ci sono né Pienza né San Gimignano, né Gubbio né Assisi, né San Leo, né Tuscania, ecc... E, nella Sabina più che altrove, il proliferare di ville e villette in certi punti ha fatto seri danni all'integrità del paesaggio... Ma per una volta che bello non vedere per chilometri e chilometri nemmeno un orrendo capannone industriale a fregiare la splendida campagna italiana! Almeno per ora...
Ed ecco che mentre facciamo queste riflessioni, un altro gioiello compare dinnanzi a noi:
è Casperia, la medievale "Aspra", tutta arroccata sul suo colle e ornata da cipressi. La foto è di quest'epoca, ve lo assicuro, ho voluto soltanto esaltare col seppia il senso di "antichità" di questo affascinante centro storico.

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Modificato da - lucabellincioni in data 24 settembre 2008 17:59:22
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Inserito il - 24 settembre 2008 : 17:30:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
A Casperia una sosta è d'obbligo. Il paese ha ricevuto recentemente la "bandiera arancione" del TCI, e nel complesso (nonostante qualche costruzione fuori posto) se l'è meritata. Casperia sta divenendo negli ultimi tempi una sorta di "buen retiro" di intellettuali e artisti provenienti da Roma, stanchi del caos della metropoli. Questo è uno dei primi vicoli che si incontrano provenendo dal versante "a monte". Notare la tipica struttura urbanistica medievale, con la casetta ad angolo.

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