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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 05 settembre 2008 : 17:08:32
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Qualche numero e qualche riflessione settembrina senza pretese... per rinfrancare lo spirito tra una conchiglia e l'altra. Se qualcuno avrà la pazienza (e ce ne vuole un bel po') di leggere questo sproloquio mi farà piacere conoscere il suo pensiero.
Piccola analisi dimensionale e distributiva dei gasteropodi marini mediterranei
La popolazione analizzata è quella dei gasteropodi marini mediterranei, che al momento conta 1.328 specie (lista Peter Sossi). All’interno di questa popolazione è stato analizzato un campione di 1.171 specie, pari a circa l’88% della popolazione, la scelta del campione è stata fatta sulla base della reperibilità di informazioni relative a dimensione, distribuzione e diffusione della specie; in particolare tali informazioni sono state desunte da Repetto et al., 1995. Naturalmente tutti gli strumenti bibliografici utilizzati non sono esenti da imprecisioni, nè da contenuti inesatti dovuti al continuo evolversi delle conoscenze, tuttavia lo scopo di questo post è solo quello di analizzare alcune caratteristiche macro a livello di Classe e per questo motivo l’incidenza delle eventuali imprecisioni può essere considerato marginale.
Analisi dimensionale La dimensione minore, documentata in bibliografia, tra i gasteropodi marini mediterranei allo stato adulto è pari a circa 0,5 mm; questa dimensione, molto ridotta, appartiene almeno a 5 specie: Retrotortina fuscata, Firoloida desmarestia, Lissotesta turrita, Tjaernoeia imperspicua, Eatonina fulgida. Viceversa la dimensione massima documentata con una certa frequenza, ad esclusione quindi dei non infrequenti casi di gigantismo, è pari a 40 cm e appartiene a Charonia lampas. Il rapporto dimensionale tra la specie più piccola e la specie più grande è quindi pari ad un fattore 800 (Charonia è cioè 800 volte più grande rispetto ad Eatonina), per fare un semplice paragone, che renda più realistico questo numero, accosto ad Eatonina un essere umano di media statura e mi rendo conto che l’equivalente umano di Charonia sarebbe un individuo alto poco meno di un chilometro e mezzo
Nonostante questo range di variabilità dimensionale appaia a prima vista molto elevato in realtà è del tutto normale se consideriamo che i Gastropoda sono una Classe sistematica, cioè un taxon di livello gerarchico elevato, che raggruppa forme lontane tra loro dal punto di vista filogenetico. Il paragone corretto da fare non è quindi quello con l’essere umano, ma quello con la Classe di appartenza di Homo sapiens: i Mammalia. Il più piccolo mammifero è il Mustiolo, che allo stato adulto misura non più di 35 mm, viceversa il mammifero più grande è la Balenottera azzurra, che può superare i 30 mt di lunghezza: il rapporto dimensionale tra queste due specie di mammiferi è pari ad un fattore 850, del tutto simile quindi a quello ricavato per i gasteropodi marini mediterranei. Al di là delle curiosità relative ai due estremi dimensionali è interessante analizzare la distribuzione delle specie lungo tutto il range di variazione, come riportato nel diagramma seguente:
Variazioni dimensionali
Anche a prima vista è facile individuare un trend che si presenta elevato nei valori dimensionali inferiori e tende quindi a decrescere più o meno regolarmente all’aumentare della classe dimensionale, tutto ciò non fa che confermare quanto già ampiamente noto e cioè che i microgasteropodi sono numericamente assai superiori ai macrogasteropodi. Per cercare di ricavare qualche considerazione aggiuntiva da questa distribuzione è necessario suddividere il trend generale in linee di tendenza di rango inferiore, non fosse altro che per definire cosa sia corretto intendere per micro- e macro-, definizioni solitamente ricavate dalla diversificazione dei metodi di raccolta, studio e conservazione, piuttosto che da reali discontinuità nella distribuzione dimensionale.
Un primo gruppo, comprendente poche specie (circa l’1% del totale), ha dimensioni inferiori a 1 mm, non è un gruppo significativo per la distribuzione, però sollecita eventuali considerazioni evolutive relative alla scarsa idoneità (ecologica oppure fisiologica) dei gasteropodi marini mediterranei a formare gusci funzionali di dimensioni inferiori al mm.
La classe seguente, la più popolosa, presenta come limite inferiore la dimensione di 1 mm e come limite superiore la dimensione di 6 mm. In questo range dimensionale si collocano circa 600 specie, pari ad oltre il 50% dell’intera popolazione. All’interno di questo picco nella distribuzione dimensionale è presente un massimo secondario, collocato nella fascia tra 2 e 4 mm, che raccoglie circa il 23% dell’intera popolazione di gasteropodi marini mediterranei. A questo punto si giustifica una domanda: quali sono le motivazioni evolutive che hanno condotto oltre la metà dell’intera Classe dei Gastropoda marini mediterranei a sviluppare dimensioni non superiori a 6 mm?
La dimensione di 6 mm appare essere una discontinuità significativa nella distribuzione, oltre tale dimensione si assiste ad una netta contrazione nel numero di specie, che decresce in modo piuttosto costante fino alla dimensione di 18 mm, alla quale corrisponde una seconda discontinuità significativa. Le specie appartenenti a questa seconda fascia, compresa tra 6 e 18 mm rappresentano un ulteriore 30% della popolazione esaminata. Infine le specie superiori a 18 mm (circa il 20% del totale) rappresentano l’ultima fascia di distribuzione omogenea, anch’essa regolarmente decrescente.
Rimangono solo una decina di specie, la cui dimensione media alla stato adulto supera i 10 cm di lunghezza; per quest’ultimo piccolo gruppo valgono le considerazioni fatte per il primo gruppo, quello di dimensione inferiore al mm, relative alle motivazioni ecologiche o fisiologiche in nome delle quali dimensioni superiori a 10 cm sembrano essere poco favorevoli per i gasteropodi marini mediterranei.
Le discontinuità rilevate (1 – 6 – 18 mm) non sono particolarmente evidenti nel diagramma precedente per via di tutta una serie di ‘apici psicologicici’ nella distribuzione. Le punte anomale corrispondono infatti ai multipli di 5 (20 – 25 – 30 – 35 – 40, ecc.) e sono dovute al fatto che chi ha pubblicato numeri dimensionali medi ha inconsciamente utilizzato con maggior frequenza i multipli di 5, quindi 29 e 31 sono diventati 30 nella maggior parte dei casi.
Analisi della distribuzione geografica
1. Longitudine La longitudine del mar Mediterraneo si estende da 5°W (stretto di Gibilterra) fino a 36°E (baia di Iskenderun). La distribuzione quantitativa delle specie lungo il meridiano si presenta discontinua, come si può rilevare dal diagramma seguente, che riporta in ascissa i valori di longitudine e in ordinata il numero di specie presenti (con il termine ‘endemismo’ ho inteso tutte quelle specie a distribuzione non ubiquitaria nel Mediterraneo, a prescindere che dall’ampiezza del loro areale). Sotto il diagramma è visulizzata la proiezione dei meridiani sulla cartografia.
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Il numero di specie endemiche presenta il massimo assoluto nell’estremo occidentale della distribuzione, in corrispondenza con lo stretto di Gibilterra, in ragione della ben nota dinamica di interscambio biologico con l’Atlantico. In realtà valori elevati di biodiversità nei gasteropodi marini si conservano per tutto il Mediterraneo occidentale, fino alle coste occidentali della Sardegna (8°E), con valori che superano costantemente le 300 specie con distribuzione locale.
Un terzo livello per importanza di biodiversità si colloca tra le coste orientali della Sardegna (9°E) e il Salento (17°E), in quest’area le spece con distribuzione locale sono costantemente più di 200; fanno parte di quest’area tutte le coste italiane e più a sud il golfo di Gabes.
Un quarto livello, che rappresenta il minimo di biodiversità riscontrabile in Mediterraneo con valori che non superano le 100 specie enemiche, si colloca tra il Salento (17°E) e il mar Egeo (23°E). Si tratta di un minimo giustificato anche dal fatto che in questa zona l’estensione delle coste è subordinata all’ampiezza dei bacini profondi; fanno parte di quest’area le coste occidentali della Grecia e le coste del Golfo della Sirte.
Infine un quinto ed ultimo livello si colloca tra le coste occidentali dell’Egeo e il margine orientale del Mediterraneo, con distribuzioni di specie endemiche che tornano a raggiungere la media di 200. Fanno parte di quest’area il mar Egeo e tutto il Mediterraneo orientale, ivi compresi gli endemismi provenienti dagli scambi biologici attraverso la soglia di Suez.
2. Latitudine Il mar Meditrerraneo si estende dal parallelo 31°N (Golfo della Sirte a sud) fino al parallelo 46°N (Alto Adriatico a nord). Il diagramma seguente riporta la variazione degli endimismi lungo la latitudine.
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Sono tre i livelli che possono essere estrapolati da questo diagramma. Un primo livello si spinge dai margini meridionali del bacino (31°N) fino alle coste meridionali di Cipro e Creta (34°N). Si tratta del bacino meridionale del Mediterraneo e appare essere il meno ricco dal punto di vista della biodiversità.
Un secondo livello, che rappresenta invece il massimo di distribuzione della biodiversità lungo la latitudine, si colloca tra 36°N e 38°N, comprende il mare di Alboran ad ovest e le coste del medio-orientali ad est. Questa fascia intermedia si presenta particolarmente ricca.
Un terzo e ultimo livello comprende tutta l’area a nord del 38° parallelo, quindi tutto il Mediterraneo centro-settentrionale. In quasta ampia area il valori di biodiversità endemica si presentano piuttosto costanti.
Punti caldi della biodiversità Incrociando i dati sopra esposti, relativi alla distribuzione di specie lungo paralleli e meridiani, si possono ricavare aree omogenee per valori di biodiversità tra i gasteropodi marini. Nella mappa che segue queste aree sono state numerate da 1 a 5 con colori di intensità decrescente: 1 corrisponde al massimo riscontrato di biodiversità e 5 al minimo.
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1. Il valore massimo, pari a 1, appartiene solo al settore occidentale del mare di Alboran; 2. Il valore seguente, pari a 2, appartiene alla parte rimanente del mare di Alboran e alle coste di Algeria e Tunisia; 3. Il valore immediatamente inferiore, pari a 3, appartiene al bacino Provenzale, al mar Tirreno e al Canale di Sicila; 4. Il valore successivo, pari a 4, appartiene alle coste adriatiche, alle coste greche e turche. 5. Il valore successivo, pari a 5, che rappresenta il valore minimo di biodiversità, si trova in tutto il bacino meridionale del Mediterraneo.
Conclusioni Naturalmente conclusioni non ce ne sono... se desiderate impallinarmi ne avete buon diritto, ma vi prego di caricare il fucile con buon detrito, fa male uguale, ma contiene simpatici microgasteropodi Scherzi a parte mi farebbe piacere se ci fossero gli elementi per avviare una piccola discussione su questi temi.
Ciao, Andrea
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myzar
Utente Senior
Città: Livorno
Prov.: Livorno
Regione: Toscana
3886 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 05 settembre 2008 : 17:50:56
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Apprezzo suprattutto le idee che han portato a tali esami, che mi paiono interessanti e degne di essere perseguite. Purtroppo i dati di ingresso a disposizione di Theco, soprattutto quelli di distribuzione geografica e le conseguenze che ne seguono, sono assai poco affidabili. In particolare il testo usato è quantomeno fantasioso nel citare la distribuzione di molti gastropoda. Inoltre per molti, troppi di essi, quasta è ben poco nota, soprattutto relativamente ad aree a ...bassa densità di studiosi della materia. myzar |
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argonauta
Utente Super
Città: Guidonia
Prov.: Roma
Regione: Lazio
6664 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 05 settembre 2008 : 20:51:46
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| Messaggio originario di myzar:
Apprezzo suprattutto le idee che han portato a tali esami, che mi paiono interessanti e degne di essere perseguite. Purtroppo i dati di ingresso a disposizione di Theco, soprattutto quelli di distribuzione geografica e le conseguenze che ne seguono, sono assai poco affidabili. In particolare il testo usato è quantomeno fantasioso nel citare la distribuzione di molti gastropoda. Inoltre per molti, troppi di essi, quasta è ben poco nota, soprattutto relativamente ad aree a ...bassa densità di studiosi della materia. myzar
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...le idee che han portato a tali esami...rappresentano sicuramente un punto fermo da cui partire per uno studio che si rileverà sicuramente molto interessante e dagli sviluppi insperati. Purtroppo mancano i mezzi davvero affidabili di approfondimento e di confronto. E' doveroso ringraziare theco per la sua intelligente idea e la sua voglia di mettersi in gioco in prima persona.
Mario
Volgi gli occhi allo sguardo del tuo cane: puoi affermare che non ha un'anima? (Victor Hugo) |
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Delta
Utente Senior
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
741 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 05 settembre 2008 : 21:20:25
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Sono d'accordo con Mario.....da un punto bisogna iniziare,giusto o sbagliato che sia,poi lungo il percorso(leggi " studi " ),si può aggiustare il tiro! Grazie Theco,una bellissima analisi. Ciao ciao
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Verdemare
Utente V.I.P.
Città: Roma
Prov.: Roma
Regione: Lazio
477 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 11 settembre 2008 : 10:31:10
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Da parte mia, GRAZIE PER L'INTERESSANTISSIMO ARGOMENTO DELLA DISCUSSIONE ! ! Ciao !
Valerio
Fai agli altri ciò che vuoi sia fatto a te e lascia il mondo, migliore di come l'hai trovato ! |
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