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 Una storia incredibile - Il capovaccaio
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FOX
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Città: BAGNO A RIPOLI

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Inserito il - 29 agosto 2008 : 00:21:48 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia


Notizia trasmessami da Paolo Maria Politi


Una storia incredibile:

due avvoltoi capovaccai allevati nel CERM di Rocchette di Fazio (GR) nel 2005 e nel 2007 fotografati assieme in Sicilia.



In questo ultimo anno in cui il giovane capovaccaio Arturo, nato nel 2007 da una coppia di animali spagnoli ospitati nel CERM (Centro Rapaci Minacciati) di Rocchette di Fazio (GR), è stato seguito da numerosi ornitologi italiani nel suo girovagare in Sicilia, grazie alla radio satellitare di cui è dotato, tutto si poteva immaginare meno quello che ha scoperto e fotografato il naturalista Maurizio Marchese il 22 agosto nell'entroterra trapanese.

Il naturalista era alla ricerca di Arturo, liberato nel 2007 nell'Oasi LIPU Gravina di Laterza (TA), seguendo le coordinate GPS giunte dalla sua radio e riportate sulle mappe di Google Earth, le quali segnalavano il giovane vicino ad un allevamento di bestiame. In effetti Arturo era proprio là ma la sorpresa più grande è stata quella di averlo trovato in compagnia di Alì, un altro capovaccaio allevato nel centro maremmano nel 2005 e liberato, come Arturo, nella Gravina di Laterza. Questo incontro era al di fuori della più fervida immaginazione e riempie di soddisfazione chi sta lavorando da anni in favore di questa specie molto rara e minacciata di estinzione in Italia, anche perché la bella storia ci dice che la strada intrapresa per cercare di salvare i capovaccai italiani è quella giusta.

Anche la storia di Alì è straordinaria: il giovane capovaccaio è uno di tre nati dalle 8 uova di capovaccaio che furono sequestrate dal Nucleo CITES del porto di Ancona nel 2005. Il giovane nacque il 30 maggio 2005 nel Parco Zoo di Falconara, a cui le uova sequestrate erano state affidate provvisoriamente, e fu poi trasferito nel CERM. Alì fu allevato a mano per qualche giorno, fatto adottare ad una coppia di capovaccai in cattività ed infine liberato, assieme al compagno Turchino, attorno al 20 agosto 2005. Lo spostamento dalla Toscana alla Puglia dei due giovani, sopravissuti al traffico di animali protetti, avvenne con un elicottero messo a disposizione dal Corpo Forestale dello Stato. Dal giorno della partenza per l'Africa, avvenuta i primi di settembre 2005, di Alì si erano perse le tracce non essendo dotato di radio satellitare.

L'osservazione di Alì ed Arturo è avvenuta in un punto chiave per la migrazione di questa specie, dove i capovaccai solitamente sostano per alimentarsi prima di raggiungere l'isola di Marettimo, nelle Egadi, dalla quale compiono il salto verso Capo Bon in Tunisia e verso la loro meta finale che si suppone essere il Mali.

Infatti altri due giovani liberati gli anni passati hanno seguito la stessa rotta: Laerte nel 2004, non dotato di radio satellitare, fu osservato però da un ornitologo all'Isola di Marettimo mentre, in compagnia di 8 adulti, puntava verso la Tunisia. Arianna, una giovane nata nel CERM e liberata nel 2006 con radio satellitare, seguì la stessa rotta ed attualmente si trova in Mali, controllata ogni giorno nei suoi spostamenti.

Alì ha compiuto tre anni, età nella quale la maggioranza dei giovani che hanno migrato e sostato in Africa torna in Europa in primavera. Ipotizzando realisticamente che Alì sia tornato dall'Africa la scorsa primavera è alta la probabilità che ora divenga la guida di Arturo per attraversare senza pericoli lo stretto di Sicilia e raggiungere il Mali.

L'area trapanese dove sono stati fotografati i due avvoltoi è interessata da un flusso migratorio di rapaci molto forte ma vi insistono anche numerosi impianti eolici industriali. I segnali radio di Arturo indicano che più volte esso ha incrociato impianti eolici, fortunatamente ancora in costruzione. E' quindi evidente che su tutte le specie di uccelli rapaci che passano di lì per svernare in Africa incombe l'enorme pericolo di essere falciati dalle pale in movimento.

Evitare la creazione di impianti eolici in aree chiave per la migrazione e la riproduzione, aumentare il numero di rilasci di giovani capovaccai nati in cattività, creare una rete di punti di alimentazione in aree protette in cui la specie è ancora presente e sorvegliare i siti di nidificazione e sono alcune delle azioni necessarie per cercare di salvare il capovaccaio dall'estinzione in Italia, dove sopravvive con meno di 10 coppie. I giovani Alì e Arturo ci dimostrano con la loro vitalità e collaborazione di credere in un futuro migliore.


Guido Ceccolini

Progetto Capovaccaio

Rocchette di Fazio 28 agosto 2008




Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan

Fabribor
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Città: Savarna
Prov.: Ravenna

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Inserito il - 29 agosto 2008 : 12:53:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questa storia, incredibile ed emozionante, conferma quanto quell'area sia strettamente legata al comportamento di questi "relitti" (nel senso che stiamo di parlando di una specie praticamente estinta in Italia) nel loro attendere il momento giusto per il salto in Tunisia e forse ancora di più per il loro ritorno in Europa (dato che l'adulto liberato in Puglia lo ritroviamo in Sicilia al suo probabile rientro in Italia dopo essersi "fatto le ossa", in Africa).
Ora ci resta solo da sperare che i due si muovano oltre mare prima che comincino a ruotare quelle dannate pale... ma dopo?

Fabribor.
Gli uccellini nel vento non si fanno mai male, hanno ali più grandi di me... [F.De Gregori]
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a p
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Inserito il - 10 settembre 2008 : 21:23:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Rispondo sull'effetto delle pale eoliche sull'avifauna. Non ci sono effetti negativi documentati in letteratura internazionale relativi alle interazioni tra pale eoliche e rapaci (ed avifauna in generale)
Sto seguendo un progetto che mi è stato finanziato in quest'ambito e sono disponibile a fornire i dati pubblicati. Ne va anche della mia credibilità SCIENTIFICA

Alessandro PD


Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



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Inserito il - 11 settembre 2008 : 19:45:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L'area trapanese dove sono stati fotografati i due avvoltoi è interessata da un flusso migratorio di rapaci molto forte ma vi insistono anche numerosi impianti eolici industriali. I segnali radio di Arturo indicano che più volte esso ha incrociato impianti eolici, fortunatamente ancora in costruzione. E' quindi evidente che su tutte le specie di uccelli rapaci che passano di lì per svernare in Africa incombe l'enorme pericolo di essere falciati dalle pale in movimento.

Evitare la creazione di impianti eolici in aree chiave per la migrazione e la riproduzione


A quel ceccolini quando avrò modo di parlargli dirò di informarsi meglio prima di parlare e scrivere a vanvera

Alessandro PD


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Stekal
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Inserito il - 11 settembre 2008 : 20:39:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Stefano
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



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Inserito il - 11 settembre 2008 : 20:54:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Stefano, non mi sembra un dato rilevantissimo tale da promuovere affermazioni pesanti come macigni

Alessandro PD


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StagBeetle
Moderatore


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Prov.: Ancona

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Inserito il - 11 settembre 2008 : 21:21:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho letto sulla rivista "biologi italiani" un articolo tristissimo sulle pale eoliche.
Sono rimasto scioccato nel vedere le carcasse di decine e decine di uccelli (anche in pericolo e anche grossi avvoltoi) accompagnati da alcuni pipistrelli adagiate in prossimità delle immense pale.
Si parlava di uccelli migratori che di notte non si accorgevano degli impianti.
Mi ha fatto molto riflettere e non avevo neanche paventato una ipotesi così terribile.
Mi sembra che si parlasse di vari siti in Spagna.
Da noi è lo stesso? Se interessa ricerco l'articolo.


Giacomo
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Stekal
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Inserito il - 11 settembre 2008 : 21:37:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Alessandro, i tuoi però non sono studi da dati diretti raccolti da te personalmente, da come lo dici è più una considerazione nata da un'analisi della bibliografia. Ma c'è la certezza tutto venga pubblicato e che quello già pubblicato sia tutto grasso che cola?




Stefano
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a p
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Inserito il - 11 settembre 2008 : 21:54:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho dati da impianti in Puglia, Sardegna, Campania (in tutto 20) ma ne arriveranno altri dalla Toscana e dalla Sicilia (altri 10).

Alessandro PD


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Stekal
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Inserito il - 11 settembre 2008 : 21:57:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Fonte dei dati? (se è possibile dirlo eh, altrimenti non importa)




Stefano
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a p
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Inserito il - 11 settembre 2008 : 21:59:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Raccolte in situ (i dati si raccoglieranno in tre anni)

Alessandro PD


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Stekal
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Inserito il - 11 settembre 2008 : 22:01:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ok grazie
se dovesse uscire qualche pubblicazione non mi dispiacerebbe dargli un occhio

non è proprio il mio settore attuale, ma sono pur sempre Amb&Terr





Stefano
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FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


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Inserito il - 11 settembre 2008 : 22:08:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Non trovo più il post di Alessandro (se ricordo bene), dove avevo inserito alcune foto fatte nei pressi di San Francisco, in California 12 anni fa, esattamente nel mese di settembre, a Altamont Pass a 50 km da San Francisco dove si trovano 7000 turbine, io non ho visto tutto questo strucinio di uccelli, anzi non ricordo di averne visto uno morto.... qui. anche se dicono sia uno dei luoghi più terribili per i rapaci.

Oggi mentre andavo all'aeroporto di Pisa, all'altezza della periferia di Pontedera ho visto che hanno installato almeno altre 5/6 turbine...c'era nebbia non potevo vedere bene quante erano esattamente, vi saprò dire in futuro se queste creano problemi, ce lo può confermare anche l'amico Maurizio Forti, visto che abita in zona...


simo


Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
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maurizioforti
Utente V.I.P.

Città: Cascina
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Inserito il - 11 settembre 2008 : 22:38:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di FOX:



Non trovo più il post di Alessandro (se ricordo bene), dove avevo inserito alcune foto fatte nei pressi di San Francisco, in California 12 anni, esattamente nel mese di settembre, a Altamont Pass a 50 km da San Francisco dove si trovano 7000 turbine, io non ho visto tutto questo strucinio di uccelli, anzi non ricordo di averne visto uno morto.... qui. anche se dicono sia uno dei luoghi più terribili per i rapaci.

Oggi andando all'aeroporto di Pisa, all'altezza della periferia di Pontedera ho visto che hanno istallato almeno altre 5/6 turbine...c'era nebbia non potevo vedere bene quante erano esattamente, vi saprò dire in futuro se queste creano problemi, ce lo può confermare anche l'amico Maurizio Forti, visto che abita in zona...


simo


Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan



Ciao simo e ciao a tutti, le ho viste le pale sono nella zona di gello tra fornacete e ponsacco. L'unica cosa che mi è venuta in mente, passando dalla superstrada, è stato l'impatto ambientale.......
Ho letto qui, non ci avevo mai pensato, delle morti di uccelli avvenute a causa delle pale, che Alessandro ha smentito sulla base della bibliografia internazionale e sono df'accordo con lui che certe affermazioni vanno confortate da dati e da documentazione anche visiva........
Come sapete da due anni seguo la nidificazione di cicogne nella mia zona, e persone più (molto più) qualificate di me (Enrico Zarri, Padule di Fucecchio), da anni segue questi eventi in Toscana. Beh quest'anno due cicogne sono morte fulminate dai cavi elettrici.......certo dispiace, certo si può vedere di isolare i cavi (come è stato fatto sul traliccio di Cascina), certo si può fare tutto il possibile ma può succedere sempre qualcosa.......
Come sapete mi diletto nel fare foto agli animali, mi piacciono e vorrei che quelli che sono a rischio potessero aumentare di numero ma........
Le pale eoliche fanno parte delle nuove tecniche per l'ttenmento di energia pulita...tutti siamo contro l'imquinamento quindi magari prima di allarmismi generalizzati guardiamo cosa vogliamo e caso mai cerchiamo di risolvere i problemi......forse sto andando fuori argomento o perlomeno fuori da quello che è questa sezione ma sparare a zero, secondo me, opinione mia personalissima, non serve a nessuno
Scusate la lungaggine....
Per tornare alle pale "fornacettare" per ora mi sembra che siano ancora ferme e mi senbra che siano 4.......
Ciao a tutti
Maurizio

Maurizio Forti
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 11 settembre 2008 : 22:42:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Qui trovate (pre bozza) un mio lavoro sull'impatto degli impianti eolici

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Alessandro PD


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Lanius
Utente Senior

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Prov.: Trento


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Flora e Fauna

Inserito il - 12 settembre 2008 : 10:48:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io ho visto decine di foto di uccelli triturati da impianti eolici, anche su riviste di prestigio quali British Birds.

Non per essere scettici ma spesso le valutazioni di incidenza vengono pagate dalle stesse persone che commissionano la costruzione degli impianti e completate da incompetenti (ad esempio mi viene in mente una du queste valutazioni di impatto in cui si scriveva che in Molise nidifica lo Smeriglio)...
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Stekal
Moderatore


Città: CANTU'
Prov.: Como

Regione: Lombardia


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 12 settembre 2008 : 10:52:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Lanius:


Non per essere scettici ma spesso le valutazioni di incidenza vengono pagate dalle stesse persone che commissionano la costruzione degli impianti


ovviamente era questo a cui alludevo quando ho chiesto la fonte dei dati




Stefano
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Bigeye
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Regione: Lazio


6269 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 12 settembre 2008 : 12:34:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ho apprezzato la richiesta di stekal di chiarire, la posizione di lanius e di alessandro.
al di là di facili valutazioni tutto bene versus tutto male e purtroppo noi italiani abbiamo il primato mondiale di manacheismo, il problema è estremamente complesso e dibattuto in tutto il mondo.
incidenza, quanta incidenza, compatibilità degli impianti in un dato sito è questa una analisi che andrebbe fatta di volta in volta da tecnici delle varie branche interessate. ornitologi in testa. progettisti in testa.
quindi mi piacerebbe che al di là di potenziali risse verbali, che non fanno parte dello spirito di NM, si svluppasse un discorso ampio.
mi piacerebbe che guido ceccolini che stimo con ornitologo si confrontasse in modo forte e civile con il pensiero articolato di alessandro e che altri potessero esprimere il loro.
se guido ceccolini legge NM è invitato ad iscriversi, o chi lo conosce può contattarlo. sicuramente alessandro e chi la pensa in modo diamentralmente opposto a quanto esposto nel topic di apertura dall'ornitologo menzionato sarebbero felici di un confronto sorretto da motivazioni opposte ma entrambe degnissime di cittadinanza in NM.
un confronto civile, perchè la sola conoscenza della fauna e della ecologia di specie e di comunità è davvero un lavoraccio, derivarne implicazioni gestionali è davvero complicatissimo.
come si risolve? non con il muro contro muro, ma collaborando.
la forza delle opinioni e il loro contenuto scientifico possono portare ad interessanti sintesi.

è questo che auspico.


moderokkione
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FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


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Inserito il - 29 dicembre 2008 : 14:18:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


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IL 29 dicembre, attorno alle ore 17.00, andrà in onda su Geo & Geo un servizio sul Progetto Capovaccaio (allevamento e restocking) e sul CERM Centro Rapaci Minacciati di Rocchette di Fazio (GR).


Riporto ancora qui quanto trsmessomi da Guido Ceccolini:

Cara Simonetta,
eccoti un'estrema sintesi del progetto,
Ciao
Guido

Il progetto Capovaccaio, diretto dall’esperto di rapaci Guido Ceccolini, è stato avviato nel 1993 dal WWF in Toscana, con il sostegno economico della Regione Toscana, della Provincia di Grosseto e della Comunità Montana Amiata Grossetano.

Questo progetto, attualmente gestito dal Centro Rapaci Minacciati (CERM) di Rocchette di Fazio (GR), ha messo a punto nuove tecniche per l'allevamento in cattività e il rilascio dei giovani nati. Da 22 soggetti irrecuperabili, provenienti da centri di recupero della fauna selvatica operanti per lo più in Spagna, tra il 1997 e il 2008 sono nati 14 soggetti; inoltre, altri tre giovani sono stati allevati da uova oggetto di sequestro CITES. Di questi 17 giovani, otto sono stati trattenuti per la riproduzione in cattività e nove sono stati liberati in natura. Nella prima liberazione, effettuata in Sicilia nel 2003, è stata usata la tecnica dell’adozione mettendo il giovane in un nido di una coppia selvatica. Nei rilasci successivi i giovani sono stati collocati in anfratti artificiali o in casse nido, utilizzando la tecnica dell’hatching. Degli otto capovaccai rilasciati con la tecnica dell'hacking, solo uno è morto per cause accidentali; tutti gli altri si sono adattati alla vita in natura e si sono allontanati dal sito di rilascio, iniziando la migrazione verso l’Africa. Di cinque soggetti si sa con certezza che hanno intrapreso una vera e propria migrazione, manifestando un comportamento e una capacità di adattamento analoghi a quelli dei capovaccai nati in natura. Inoltre, l’impiego di radio satellitari apposte su tre soggetti liberati ha permesso di verificare le modalità di migrazione adottate e di acquisire informazioni rilevanti a fini.

Arianna (2006) si trova in Mali da due anni, Arturo (2007) ha vissuto un anno in Sicilia ed Alì (2005) è stato osservato e fotografato a tre anni dal rilascio nel 2008 in compagnia di Arturo.



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