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 La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti
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vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:36:06 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia  Controlla la Mappa di Google dal Satellite  Latitudine e Longitudine 42.544038,11.683745 clicca per visualizzare la mappa Google dal Satellite

Nazione: Italia Regione: Lazio Provincia: VT Comune: Farnese Localitŕ: Selva del Lamone





La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti




Fra le risposte ed i commenti ricevuti, collegati alla descrizione dell’itinerario relativo a Vitozza, Riccardo Banchi mi suggerì di visitare la Selva del Lamone da lì poco distante, luogo impervio e frequentato nell’ottocento esclusivamente da briganti ed animali selvatici.
Qualcosa affiorante dai miei ricordi mi ricollegò alle vicende avventurose del brigante Tiburzi, un personaggio che mi ha sempre incuriosito, tanto che decisi di documentarmi maggiormente per verificare la possibilità di un’escursione in zona durante le mie ferie che di lì a poco avrei dovuto trascorrere a Castiglione della Pescaia.
Dopo essermi procurato alcuni libretti sull’argomento mi resi conto che l’inizio della Selva del Lamone altro non era che il confine, non solo politico ma anche geografico fra l’alta Tuscia viterbese e la bassa maremma toscana. Un bosco fittissimo sopravvissuto al taglio indiscriminato che a tutt’oggi ancora separa Pitigliano da Farnese.


la Selva del Lamone ad ovest di Farnese (VT):
La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti



Una barriera naturale che per pochi chilometri ancora oggi delimita in modo netto e marcato la cadenza dialettale grossetana da quella viterbese. Due paesi appartenenti a regioni politicamente e ideologicamente diverse ma storicamente accomunati da caratteristiche molto simili nel corso dell’ottocento: a cominciare dalla morfologia del territorio, a seguire nella devastante miseria intellettuale e spirituale derivante dall’analfabetismo più assoluto mantenuto in piedi dallo sfruttamento latifondista. Tragiche le condizioni economiche in cui versava la popolazione locale priva quasi totalmente di lavoro se non per pochi mesi l’anno. Elevatissimo l’ indice di mortalità da attribuire principalmente alla malaria ma anche alle malattie respiratorie, alle gastriti e dissenterie, alla pellagra.
Farina di granoturco ed acque imbevibili perché inquinate da mille agenti patogeni facevano da corollario ad una vita miserevole trascorsa all’interno di capanne o di tuguri scavati nel tufo dove famiglie numerose si serravano in "monolocali" che nella migliore delle ipotesi erano costituiti da due stanze. Ed in quello spazio ridottissimo si cucinava, si mangiava, si facevano i propri bisogni, si dormiva, si procreava. Quindi è facile comprendere la totale promiscuità regnante, la mancanza d’igiene, l’incapacità di uscire da quella situazione di miserevolezza senza che nessuno intendesse offrire un aiuto per liberarli da quella tragica situazione. E tutto ciò si verificava appunto proprio laddove niente di questo sarebbe dovuto accadere perché quello era il territorio benedetto e santo dello Stato Pontificio. Invece lì albergavano prostituzione, furti di bestiame, incendi dolosi, tagli boschivi abusivi, atti di violenza indicibili. Gente comune che un bel giorno si ribellava all’ordine costituito che considerava iniquo e prepotente. Non tutti chiaramente, ma una buona percentuale della popolazione viveva d’espedienti di questa natura. E la prepotenza, la sopraffazione, la brutalità, il terrore, aggravavano pesantemente lo stato di arretratezza di queste terre ingrate.

vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:36:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti






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vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:37:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Darsi alla macchia dopo aver commesso un primo delitto che li consacrava briganti a tutti gli effetti, diventava quasi un percorso obbligato. Le punizioni erano tremende in quegli anni che abbracciavano gli eventi dell’Unità d’Italia: lavori forzati nelle saline spesso così duri da rimpiangere la pena di morte. Era naturale quindi che l’immensa estensione delle macchie e l’assenza assoluta di vie di comunicazione attraverso di esse favorissero il destino del brigantaggio. Foreste impenetrabili da chi non fosse stato un’esperto conoscitore dei luoghi garantivano la totale protezione dei briganti all’interno della selva. Sopravvivevano di stupri, assalti, ruberie fino ad arrivare ad una forma di pizzo primitivo costringendo i latifondisti a pagare l’imposta sul brigantaggio ma garantendo altresì loro una certa protezione dai brigantelli da strapazzo capaci di tutto.




La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti





La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti


Ed esattamente questo ruolo era riuscito a ricoprire, al culmine della sua carriera di delitti, Domenico Tiburzi, un brigante creato da una società che non offriva più speranze né fiducia. Un uomo non più capace di sopportare una vita di sacrificio, di rinuncia, di umiliazioni. Un uomo che diventerà feroce assassino e che sarà costretto a scannare i suoi compari di brigantaggio, i contadini ben prezzolati che lo mantenevano periodicamente con il vettovagliamento alla vita di latitanza (manutengoli) e persino il suo cane quando si renderà conto che tutto stava trasformandosi in un pericolo per la sua sopravvivenza.



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vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:38:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Un personaggio davvero di spicco, temuto e rispettato da tutti che per la sua personalità, le sue capacità intellettive, la sua resistenza fisica ai disagi ed alle malattie era riuscito ad imporsi su tutta una fitta schiera di concorrenti che poteva tenere sotto controllo con l’uso della forza e del suo carisma indiscusso. Un trascinatore di folle capace di sensibilizzare le masse contadine alla ribellione covata segretamente dentro.
La gente del luogo lo ricorda ancora come il “livellatore”: colui che toglieva ai ricchi possidenti terrieri per dare ai poveri. Ma quello stesso popolo sottolinea anche la sua capacità d’essere stato bravo brigante anche in amore perché riusciva ad esercitare ed a mettere pienamente in atto il proprio fascino, facendo sue le donne più ambite di ogni piccolo paese del basso grossetano e dell’alta Tuscia viterbese da lui frequentati.


La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti



Un personaggio quindi tutto da studiare e da comprendere perché frutto e riflesso di una condizione storico sociale particolarissima in una landa semideserta dimenticata da Dio e dagli uomini.

Già …..la Selva del Lamone……
un’estesissima massa boschiva confinante col paesino di Farnese dove i lecci ed i cerri della foresta crescono infilando le radici fra cumuli di massi di origine lavica.



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vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:38:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Migliaia, milioni di sassi, di macigni neri derivati dall’eruzione del vulcano che 50.000 anni prima aveva sconvolto quell’estesa area al confine fra la Toscana ed il Lazio. Un territorio assolutamente impervio dove nessuna mano laboriosa potrebbe mai seminare alcunché, tanto è sterminato e spesso lo strato di macerie eruttive da rimuovere. Innumerevoli sono le “murcie”, costituite da muraglie naturali di pietra lavica fratturata. Negli avvallamenti all’interno del bosco dove si sono formati strati di terreno argilloso, si creano nel periodo invernale piccoli stagni conosciuti come “Lacioni".
Era quello dunque lo scenario che avevo scelto di esplorare per ripercorrere le orme del brigante Tiburzi con i miei scarponi di zingaro solitario.



La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti




Ero riuscito a trovare solo una piccola mappa improbabile, disegnata a mano e descritta in maniera imprecisa ed approssimativa su un libretto che riguardava le escursioni nella terra Etrusca laziale.
Niente di quanto descritto lì sopra corrispondeva a quanto ho verificato tanto che ad un certo punto ho abbandonato per la disperazione quelle indicazioni ed ho proseguito seguendo il mio istinto.
Ho iniziato il percorso partendo dal fontanile che si trova sulla strada provinciale del Lamone, circa tre chilometri prima di giungere a Farnese da ovest.




La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti




Chi è amante del trekking può lasciare la macchina lì e procedere a piedi: ma la strada da percorrere si arrampica però per almeno tre chilometri. Si può quindi salire in macchina dal fontanile, nessuno lo vieta, prima di incontrare il primo cartello posto ad un bivio che indica a destra il “Sentiero dei briganti”.
Da questo bivio, seguendo le indicazioni del cartello e procedendo in auto ancora per due chilometri, si raggiunge un parcheggio (in tutto sono 5 km dalla statale) con una ampia area attrezzata per la sosta ed il bivacco, circondata da una visibile staccionata. Il mio suggerimento è quello di arrivare almeno lì in macchina per poi proseguire a piedi in qualsiasi direzione.
Svoltando sul lato sinistro dell’area di sosta si percorre una strada di terra battuta che scende fino a delle capanne in pietra lavica di recente costruzione..



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vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:39:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Il suolo è costituito esclusivamente di piccoli frammenti di lava rossa, esattamente identica a quella che si compra per alleggerire e drenare il terriccio delle cactacee.




La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti




Da lì si prosegue poi all’interno della macchia, lungo un sentiero che conduce in discesa fino ad un grandissimo pianoro coltivato a grano ricavato nel cuore della fitta vegetazione. Lì il sentiero si conclude perché sbarrato da un cancello in legno.




La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti



Ti aspetteresti di trovare tutto tranne che questo. Un immenso campo arato.



La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti




Probabilmente uno dei “lacioni” si trova in prossimità delle capanne, cosa che ho potuto verificare al rientro dalle ferie confrontando il percorso dall’alto di Google maps, una volta potuto ricollegarmi alla rete.
Non avendo senso proseguire nei campi arati torno quindi indietro all’area di sosta dove stanno accatastate montagne di legna tagliata e mi reimmetto nella strada bianca (quella che proveniva dal fontanile) per proseguire nel percorso all’interno della Selva.
Dopo circa mezzo chilometro si giunge ad un crocicchio: a destra si scende attraversando la selva fino a Farnese, a sinistra si percorrono poche decine di metri per abbandonare la strada bianca e scendere lungo un canalone dove scorre un rio semiasciutto.

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vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:39:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


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vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:40:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Ho provato a cercare i tritoni ed i gamberi in più punti dove l’acqua dopo un salto formava delle vasche ma sempre con esito negativo.



La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti





La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti



Tengo a precisare che quasi tutti i sentieri sono percorribili in auto. Per le manovre nel bosco e per i tratti infangati e più ripidi sarebbe ideale poter disporre di un piccolo morigerato fuoristrada sul tipo del Pandino diesel 4x4 (non di una berlina da cinque metri come la mia).




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vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:41:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

E’ chiaro che però l’esplorazione naturalistica necessita di una percorrenza attenta per cui si può alternare tratti in auto a tratti a piedi data l’enorme superficie da visitare. La Selva è davvero molto estesa e se non la si conosce bene si rischia di girare a vuoto e di trascorrere la giornata senza aver visto le cose fondamentali. Io ad esempio non sono riuscito a trovare nemmeno un “lacione” con acqua: ma potrete comprendere come il tempo voli alla svelta scattando fotografie, specie se di macro spinta ed in condizioni di luce estremamente complicate (in un secondo momento pubblicherò delle immagini relative ai licheni nella sezione appropriata).



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Un tizio del luogo che mi ha offerto un breve passaggio a bordo del suo Land Rover, vedendomi così entusiasta e baldanzoso si è raccomandato vivamente più volte di non uscire dai sentieri principali per inoltrarmi nella boscaglia alla ventura: molte persone si sono perse ed hanno trascorso la notte all’addiaccio. Per cui, dietro le mie insistenze sulla dislocazione dei lacioni, non ha nemmeno voluto indicarmi i sentieri che conducevano nei luoghi più interessanti perché secondo lui c’erano ottime probabilità di perdersi. In effetti, tutto ciò che stava segnalato su quella mappa fotocopiata dal libretto era incredibilmente non corrispondente ad alcuna indicazione rintracciabile sul luogo. Anche all’interno della Selva mancano indicazioni precise su dove ci si trovi e dove si stia andando: c’è scritto solo e sempre “Sentiero dei Briganti” ed altri piccoli cartelli “Sentiero di collegamento delle aree faunistiche” ….e questo è quanto.



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Probabilmente non vengono offerte ulteriori indicazioni per evitare che la gente possa sentirsi incoraggiata ad inoltrarsi e perdersi nel folto della vegetazione…ma ogni tanto, data la particolarità del luogo che non offre assolutamente punti di riferimento, potrebbero indicare una mappa d’insieme in cui è evidenziato: “voi vi trovate qui”.
Chi è cacciatore conosce quei luoghi molto bene perché fino ad alcuni anni fa il Lamone costituiva ancora riserva di caccia ai tordi dove giungevano le personalità più illustri del centro Italia (ma anche chi esercitava il bracconaggio penetrandovi e sparando illegalmente). Per tutti gli altri si tratta di un territorio assolutamente ostile se non saputo affrontare con le dovute precauzioni. Appunto…un luogo per soli briganti.
Mi sono soffermato più volte ad osservare nel silenzio assoluto quelle muraglie di pietra dietro le quali avrebbe potuto celarsi un pugno di briganti o di carabinieri in attesa del loro passaggio.
Quante volte si saranno scambiati cenni d’intesa imitando il verso degli uccelli, mentre da lontano sopraggiungeva qualche temerario viandante. Il territorio è adattissimo alla fuga: in pochi istanti si può scavalcare un muro di pietre e procedendo carponi sfuggire all’inseguimento fino a cambiare completamente direzione per andare a nascondersi magari proprio alle spalle degli inseguitori. Le stesse tattiche di fuga adottate dai sommergibilisti. Con la stessa diabolica e geniale capacità di sfuggire alla cattura.
E tutto questo era accaduto realmente, negli stessi identici luoghi che io stavo vedendo e vivendo col cuore in gola quasi fossi a mia volta inseguito dalle forze dell’ordine.


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vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:41:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

La mia escursione volge al termine: percorro in auto gli ultimi tratti di strada praticabile nella speranza di trovare qualche cartello che indicasse località particolari. Nulla di nulla. Mi ritrovo dopo alcuni chilometri in fondo ad una discesa presso uno dei vari ingressi alla Selva del Lamone. Piuttosto che andarmene via lungo la statale poco distante decido di tornare indietro dentro il bosco per visitare un’area archeologica vista di sfuggita all’andata. E’ indicata da un grandissimo cartello esplicativo e da un sentiero con gli alberi contrassegnati d’azzurro ma il tratturo dopo circa trecento metri in discesa si affaccia su un pianoro coltivato dove spunta in lontananza una sola costruzione moderna.



La Selva del Lamone ed il Sentiero dei Briganti


Forse i siti archeologici erano proprio laggiù, dietro la casa, ma la stanchezza mi aveva ormai stroncato in due.
Sarà quello l’ultimo tentativo per trovare qualcosa di quanto descritto da libretti e segnalazioni. Risalgo in macchina questa volta definitivamente e ripercorro tutto l’itinerario fino al fontanile dove mi fermo a rinfrescarmi.
Prima di ripartire alla volta di Farnese sosto ancora un attimo di fronte al cartellone d’accoglienza posto qualche metro più in là. Mi accorgo che una mano iraconda ma altresì pietosa vi ha inciso una frase di protesta.
Di certo avrà inteso porgere un estremo saluto al livellatore, un simbolo d’altri tempi.
Una frase forte. Un pugno nello stomaco.
Un gesto mirato alla ribellione moderna, brace ancora accesa sotto la cenere di un territorio che non si è mai piegato al bigottismo papalino di una società attenta solo al futile ed al superfluo. Un mondo fatto di uomini mostruosamente acculturati in direzioni virtuali, contrapposte ed avverse rispetto ad una realtà terribilmente concreta sopravvissuta alle incredibili nefandezze che lo sfruttamento padronale, la miseria dilagante e la natura ostile avevano generato.
Senza alcun dubbio l’unica indicazione scritta corrispondente per filo e per segno a quella identità locale.
Una frase definita soltanto dall’asprezza delle sagome di lava scura e dall'amarezza del fitto intrigo di rovi e di lecci:
...........“ onore ai briganti “



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vespa90ss
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Inserito il - 04 maggio 2008 : 23:42:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia



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beppe miceli

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BIBIUS
Utente V.I.P.

Città: Scandicci
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 05 maggio 2008 : 15:58:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Interessante come da un'escursione suggerita così per caso si possano conoscere poi delle storie intriganti...la storia del brigante è veramente fascinosa, si direbbe quasi che da un momento all'altro avrebbe potuto sbucar fuori da una radura!

Ciao!!




Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.
(Lao Tzu)
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vespa90ss
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Inserito il - 05 maggio 2008 : 16:47:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Esiste un'amplia bibliografia sul brigantismo nell'ottocento della Tuscia viterbese e della bassa maremma grossetana.
Attraverso questa interessantissima lettura emerge uno spaccato delle miserie italiane di cui non si riesce a sospettare minimamente l'entità. Conoscere le vicende che hanno accompagnato gli anni più bui dei nostri antenati di origine contadina rappresenta un bagaglio culturale di cui penso sia ingiusto ignorare l'esistenza. Anche perchè assieme al procedere della loro evoluzione(involuzione) il territorio si è modificato di conseguenza. E a chi meglio di noi può interessare questo processo?
Grazie Sofi per la tua attenzione. Quando vuoi passa a prenderti i libri.

papi



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beppe miceli

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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 06 maggio 2008 : 05:06:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Beppe, un post fra gli itinerari con la tua firma è una garanzia d'incanto e conoscenze. La natura e la storia si intrecciano perfettamente per creare un'atmosfera del tutto particolare. Peccato che non si sono percorsi più facilmente percorribile... ma forse è proprio quello che mantiene intatto quell'odore della selva.

Sarah Gregg - Con altri occhi


Sono appassionatamente curiosa, ma il mio desiderio di conoscenza è uno sfizio che perde ogni giustificazione e valore se soddisfarlo significa recare disturbo, danno o distruzione ad ecosistemi ed ai loro abitanti.
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vespa90ss
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Inserito il - 06 maggio 2008 : 08:34:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di lynkos:

...........Peccato che non si sono percorsi più facilmente percorribile... ma forse è proprio quello che mantiene intatto quell'odore della selva.

Sarah Gregg - Con altri occhi


Sono appassionatamente curiosa, ma il mio desiderio di conoscenza è uno sfizio che perde ogni giustificazione e valore se soddisfarlo significa recare disturbo, danno o distruzione ad ecosistemi ed ai loro abitanti.


.
Hai proprio ragione nelle tue considerazioni, Sarah. La selva ama mantenere i suoi segreti e li cederà poco alla volta.
Ci tornerò e la prossima volta, ricco della prima esperienza, potrò muovermi con maggior agilità.


Grazie anche per il tuo parere qualificato che considero estremamente gratificante. Un saluto. Beppe



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beppe miceli

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Aphyllo
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Micologia

Inserito il - 11 maggio 2008 : 23:10:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
I tuoi reportage sono sempre estremamente interessanti e tu li sai rendere passionali. E' un vero piacere leggerli, grazie!
20 anni fa, o più, quando abitavo in romagna, una delle mie mete preferite era il fiume Lamone, sopra a Faenza, sulla strada che passa per Marradi. Che tu sappia centra qualcosa con la selva? Forse li ci sono le sorgenti?
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vespa90ss
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Inserito il - 12 maggio 2008 : 07:28:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Marco. Grazie per le tue parole che giungono in un momento di totale demotivazione. Quando viene a mancare lo stimolo alla condivisione delle poprie scoperte qualsiasi sforzo rimane fine a se stesso. Dopo l'esplorazione della Selva del Lamone non ho fatto più alcuna escursione di rilievo ma ho gironzolato nei luoghi già a me noti.
Ho scattato moltissime foto ma rimangono nel fondo del cassetto. Sono belle ma non mi piacciono più. Non riesco a legarle ad un filo logico e galleggiano in un limbo di indefinibilità.


Il fiume più grosso che c'è in zona è il Fiora dove affluiscono tutti i fiumiciattoli dell'alta Tuscia e di quella fetta di bassa Maremma toscana che vi confina. Il Fiora con il suo bacino idrico è il fiume che ha alimentato una fetta importante della civiltà etrusca. Ed è solo a lui che bisogna far riferimento in quella zona della Tuscia. Nasce dal Monte Amiata e sbocca a Montalto di Castro. Non è quindi quello cui ti riferisci tu essendoci nel mezzo tutta la lunghezza dell'Umbria.
A presto,
Beppe



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Beppe Miceli

Modificato da - vespa90ss in data 12 maggio 2008 07:50:18
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Aphyllo
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Micologia

Inserito il - 12 maggio 2008 : 21:55:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Marco. Grazie per le tue parole che giungono in un momento di totale demotivazione.

ti posso assicurare che la condivisione della tue interessanti scoperte va per la maggiore in questo forum, la prova sta nell'elevato numero dei lettori dei tuoi topic. Sono sicuro che tutti coloro che ne sono a conoscenza stiano aspettando con impazienza che tu esca da questo periodo di "demotivazione" per poter ammirare le altre interessanti meraviglie chiuse dentro al tuo cassetto...
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giova80
Utente Senior




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Flora e Fauna

Inserito il - 14 maggio 2008 : 17:50:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vespa come sempre fantastico, ti ammiro per la passione e la pazienza che metti quando fai questi reportage...mi son letto tutto per filo e per segno e nemmeno me ne son accorto che ero arrivato alla fine, tutto magnifico tutto bellissimo !

grazie per tutto quello che fai !

_______________________________________
Cerco ragazzi nelle Marche con mia stessa passione floristica.
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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 14 maggio 2008 : 19:46:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di giova80:

Vespa .......grazie per tutto quello che fai !


Giovanni, sai benissimo che non è me che devi ringraziare. Io sono uno dei tanti e tanti che scrivono su queste pagine. Godiamo ambedue della stessa opportunità di poter condividere le nostre conoscenze. Rallegrati di questo.
Natura Mediterraneo non è capitata per caso. Nè per chi l'ha creata nè per chi vi si è imbattuto. Appartiene ad un disegno.
Beppe



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Beppe Miceli
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