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ATTENZIONE! Considerata la situazione in cui versa la grande maggioranza delle acque pubbliche italiane, il Forum di Natura Mediterraneo ricorda che l’immissione non autorizzata di qualsiasi specie di pesce in acque pubbliche è illegale in quanto può mettere a rischio gli equilibri ambientali e minacciare gravemente la biodiversità. Particolare pericolo è rappresentato dall'introduzione di qualunque specie alloctona.
In linea di principio sono da preferirsi immagini di pesci nel loro ambiente naturale o collocati temporaneamente in un acquario fotografico. Le foto di pesci morti sono in generale permesse solo in caso di individui deceduti per cause naturali (es: morie dovute a crisi anossiche o ad essiccazione di bacini, predazione, ecc.). Foto di individui morti dopo essere stati pescati sono ammesse solo in presenza di un reale interesse scientifico della cattura e comunque possono essere pubblicate solo dopo consultazione dei moderatori della sezione. Le foto di individui pescati (fotografati su nasse, retini o in mano) sono ammesse quando si tratti di individui in buona salute e ritratti nei pressi dell’ambiente di cattura, dunque non è possibile (in assenza di interesse scientifico, sempre previo consenso dei moderatori) pubblicare foto di pesci vistosamente feriti (eccettuate naturalmente le normali ferite dovute all’amo), colpiti con il raffio, tenuti tra le mani asciutte o fotografati in ambienti evidentemente lontani dal luogo di cattura (parcheggi, abitazioni, cucine, etc.). Non è inoltre consentito pubblicare nella sezione fotografie di pesci trattenuti in maniera scorretta (ad. es. per gli occhi).


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blcamuno
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Flora e Fauna

Inserito il - 08 febbraio 2008 : 20:21:05 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

[size=3]Posso affermare di esser nato pescatore e già a 12 anni battevo le rive del fiume e dei torrenti della mia Val Camonica insidiando fario, marmorate e temoli con un amo allacciato ad una canna di bambù. Era il 1943 e la guerra, oltre ai lutti, alle sofferenze ed alle distruzioni, aveva portato penuria di cibo e razionamento dei generi alimentari ed i pesci catturati finivano subito in padella e cucinati da mia madre.
Oggi, ultrasettantenne, continuo a pescare trote nei laghetti alpini delle vallate bresciane. I pochi pesci ferrati, utilizzando ami privi di ardiglione per non causare ferite, sono subito rilasciati vivi.
Al rigido e pesante bambù ho sostituito una canna telescopica assiemata da un valente artigiano friulano, il mulinello è in fibra di carbonio e la coda di topo non è più in seta apprettata ma in una diavoleria moderna inaffondabile.
Solo il piacere del cammino in solitudine e l’emozione del pesce che “bolla” sull’inganno di piume è quello del tempo passato.

Una delle mete: il laghetto di Vaia a m 1910 slm. Ci troviamo nelle Prealpi Bresciane; le acque confluiscono nel Fiume Caffaro in dx idr.
Foto scattata il 26/06/2006 dal Dosso Pozzarotonda a m 2215.
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Modificato da - blcamuno in Data 08 febbraio 2008 20:39:22

blcamuno
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Flora e Fauna

Inserito il - 08 febbraio 2008 : 20:24:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Altra meta: i laghetti di Mignolo, il superiore a m 1990 slm e l’inferiore a m 1848 slm. Ci troviamo sempre nelle Prealpi Bresciane e le acque confluiscono in dx nel Fiume Caffaro.

Foto scattata il 26/06/2006 dal Dosso Pozzarotonda a m 2215.


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blcamuno
Utente Senior


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Flora e Fauna

Inserito il - 08 febbraio 2008 : 20:28:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le azzurre acque del laghetto di Mignolo inferiore a m 1848 slm.

Foto scattata il 07/06/2005.


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blcamuno
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Flora e Fauna

Inserito il - 08 febbraio 2008 : 20:29:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Laghetto di Mignolo inferiore a m 1848 slm. Su un masso la mia canna da mosca.

Foto scattata il 07/06/2005.


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blcamuno
Utente Senior


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Flora e Fauna

Inserito il - 08 febbraio 2008 : 20:32:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Laghetto di Mignolo inferiore a m 1848 slm. La splendida livrea di una trota fario un attimo prima di ritornare libera nel suo ambiente.

Foto scattata 01/10/2005

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blcamuno
Utente Senior


Città: Nave
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Flora e Fauna

Inserito il - 08 febbraio 2008 : 20:34:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Laghetto di Mignolo superiore a m 1990 slm. Una trota, ingannata da un ciuffo di piume galleggianti sull’acqua, sta per essere tratta a riva e liberata dall’amo privo di ardiglione. In un’ora di pesca si possono contare 2 - 5 bollate sulla mosca secca.

Foto scattata il 10/08/2005


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blcamuno
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Flora e Fauna

Inserito il - 08 febbraio 2008 : 20:36:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mulattiera per i laghetti di Mignolo. Una marmotta prima di scomparire lanciando un fischio d’allarme alle compagne, concentrate nel cibarsi d’erbe e radici per il vicino inverno.

Foto scattata il 10/08/2005


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scolopendro
Utente V.I.P.


Città: Chieti

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 08 febbraio 2008 : 20:39:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
complimenti!!Anche io ho la passione per la pesca (come forse avrà visto nell'altro thread) ma ovviamente vorrei avere la sua esperienza :)
Peccato che siamo un po' distanti altrimenti organizzavamo subito una pescatina.Anche io vado a fario ed iridee ma a spinning,a breve un amico mi insegnerà la pesca a mosca...:)
Di nuovo complimenti e l'importante non sono gli anni biologici bensì la personalità che lei dimostra,sembra più giovane di me!

Ciao,Matteo

Andate a vedere il mio sito internet!!

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Barbadoro
Utente Senior

Città: Casalecchio di Reno
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


2494 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 08 febbraio 2008 : 20:56:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bello l'ambiente, belle le foto e ancora più bella la tua poetica prosa, complimenti.
Franco
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theco
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Inserito il - 08 febbraio 2008 : 21:16:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Tutto davvero bello... un po' di sana invidia

Ciao, Andrea
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Giacomo
Utente Senior


Città: Sesto Fiorentino

Regione: Toscana


1538 Messaggi
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Inserito il - 08 febbraio 2008 : 22:15:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Chi sà quanti anfibi c'erano prima che ci introducessero i pesci

Sempre le solite storie.....



Una persona non dovrebbe mai lasciare tracce così profonde che il vento non le possa cancellare.

Insegnamento dei nativi americani



Visitate il mio blog!-->Link


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Patrick_S
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Città: Switzerland

Regione: Switzerland


1195 Messaggi
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Inserito il - 09 febbraio 2008 : 00:43:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Giacomo:

Chi sà quanti anfibi c'erano prima che ci introducessero i pesci

Sempre le solite storie.....



Una persona non dovrebbe mai lasciare tracce così profonde che il vento non le possa cancellare.

Insegnamento dei nativi americani

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Già sicuramente erano un paradiso per i tritoni alpestri e rane temporarie.

Inoltre non credo che liberando il pescato sia sempre una buona ideea, spesso se abboccato male e con ardiglione il pesce subisce danni e prima o poi muore, secondo sono buoni e non sono a rischio di scomparire le specie più diffuse.

Se fosse per me organizzerei delle giornate di pesca con tanto di griglia, musica e bancone delle bibite a chiunque ne abbia voglia a togliere qualche pesce...

Ora sono pochi i laghetti alpini rimasti senza pesci..mi auguro che nessuno salti in mente di sbatterci dentro qualche pesce...










Patrick Scimè
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craniolucido
Utente Senior

Città: Rapallo
Prov.: Genova

Regione: Liguria


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Flora e Fauna

Inserito il - 09 febbraio 2008 : 10:05:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mah... io nella pesca ci lavoro.. posso garantire che un pesce preso sul labbro con un amo senza ardiglione, e slamato ovviamente con cura (panno bagnato, e delicatezza) non solo sopravvive, ma riprende ad alimentarsi immediatamente. Ma è poco importante, ai fini del post. Mi associo ai complimenti al signore, uno spirito invidiabile. Io che ho molti anni in meno, mi rodo dentro, perchè non posso più vedere, quello che vedevo un tempo.
Grazie per le sue parole, dimostrano che gli anni passano ma lo spirito può fermarsi.
Davide.
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theco
Utente Super




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Inserito il - 09 febbraio 2008 : 11:32:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non è mai facile (almeno per me) decidere come comportarsi in casi come questi: dare più valore alla conservazione di un ecosistema originario mettendo in secondo piano il diritto alla sopravvivenza di una specie introdotta artificialmente, oppure salvaguardare la vita biologica in generale, a prescindere dalla sua appartenenza o meno ad un ecosistema pre-umano.

Dalle mie parti le nutrie sono un esempio calzante di questa problematica.

La ragione naturalmente porta a sostenere le ragioni dell'ecosistema, nel suo complesso assai più prezioso della vita dei singoli dei singoli individui che lo compongono.

Però non posso fare a meno di pensare che l'ecosistema che vorremmo proteggere è solo uno dei tanti possibili che si sono susseguiti e si susseguiranno in quel particolare luogo e molto probabilmente si tratta di un modello non più in equilibrio con il territorio circostante (almeno dalle mie parti è così) e che quindi la sua conservazione richiederà un dispendio energetico sempre crescente, mano a mano che cresce lo stato di disequilibrio. Allora gli sfalci si fanno sempre più incisivi, gli argini sempre più alti, la selezione artificiale delle specie sempre più stringente. E che ne è della selezione naturale... non eiste più, sostituita dalle nostre scelte sul migliore destino per una determinata area: anfibi sì, pesci no; lontre sì, nutrie no.

Inoltre non posso fare a meno di pensare che un ecosistema è caratterizzato più che altro dalla sua componente biotica e difficilmente potrà essere 'naturale' una politica che si disinteressa della sua protezione, a prescindere da altre considerazioni.

Parlando di protezione ci siamo abituati a ragionare in termini di specie e non di individuo: l'ecosistema vale più di tutto, la protezione di una specie vale un po' meno, la salvaguardia di un individuo vale ancora meno. Capisco bene tutto ciò e si tratta di un modo di pensare che appartiene anche a me, però credo anche che questo genere di graduatorie di importanza portino inevitabilmente con sè una forzatura sull'ambiente naturale. Una sorta di marchio umano, che non mi sembra corrispondere perfettamente con le dinamiche naturali.

Naturalmente non ho una soluzione, solo dubbi: personalmente non amo molto la statistica, preferisco la matematica; e ragionando di cose naturali preferisco parlare di vita anziché dei sistemi, spesso astratti, nei quali siamo abituati a classificare la vita e le sue dinamiche.

Ciao, Andrea
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blcamuno
Utente Senior


Città: Nave
Prov.: Brescia

Regione: Lombardia


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Flora e Fauna

Inserito il - 09 febbraio 2008 : 17:27:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ringrazio Matteo (scolopendro), Franco (barbadoro) e Andrea (theco) per le gentili parole usatemi.
Rispondo alle osservazioni “preoccupate” dei giovani Giacomo e Patrick (18 e 21 anni … beati loro) con queste note:

1. i laghetti alpini camuni ospitano trote fario autoctone almeno dal 1600. Ne testimonia Padre Gregorio di Valcamonica nell’opera “Curiosj trattenimenti continenti raguagli sacri, e profani de’ Popoli Camuni”, in Venetia M.DC. IIC.,61: << Superano però l’esquisitezza d’ogni altra (trattandosi di trutte) quelle del lago d’Arno di Saviore, e quelle di Sonico, che vengono chiamate col nome di Carpioni da molti, e certamente che se non sono tali nella sostanza, e nella specie, lo ponno vantare nella qualità, e delicatezza >>.
Mitico, grande Padre Gregorio!
I laghetti citati si trovano nelle Alpi Retiche Meridionali (Gruppo dell’Adamello) a m 1817 e 2281 slm, sono entrambi originati da escavazione glaciale e le loro conche hanno oggi dighe di ritenuta a scopo idroelettrico. Il lago di Sonico porta il nome di Baitone.
Altre notizie di popolazioni di trote fario nei laghetti alpini del bresciano e del vicino trentino, si trovano copiose in documenti antichi e recenti.
Quindi, giovani amici, anfibi e pesci si spartivano gli l’habitat camuni già molti secoli prima che l’uomo introducesse l’uso dei ripopolamenti ittici.


2. Tritone alpestre (Triturus alpestris). Manco d’ogni conoscenza. Ricorro al testo “Anfibi e rettili del Parco dell’Adamello e del Parco dell’Alto Garda Bresciano” di A. Gentili – F. Barbieri, 07/2002;30: … ed è presente sulle Alpi Lombarde tra i 1300 e 2100 m slm; nella nostra regione è piuttosto raro e molto localizzato. .. per il Parco dell’Adamello l’unica segnalazione di M.ga Lavedole (2.040 m slm) in alta Val d’Avio (Edolo, Bs) risalente alla meta degli anni ’80 non è stata confermata da recenti sopralluoghi.Nessuna responsabilità può addebitarsi alle ns. trotelle, anche se oggi immesse.

3. Rana temporaria (Esperienze personali). Nei territori camuni si rinviene dai 300 ad oltre i 2100 m slm. Secondo le quote, la deposizione delle uova avviene da marzo a maggio nelle pozze d’alpeggio, nelle torbiere (moie), negli abbeveratoi e nei rami secondari dei corsi d’acqua. I pochi laghetti alpini che si prestano alla bisogna hanno bassi fondali sabbiosi e rive erbose al solivo. In questo caso i girini trovano facile riparo alla predazione delle trote nelle acque basse e nella vegetazione, così come le sanguinarole, che vivono fin oltre i 1900 m di quota.
E’ noto che le rane tornano a deporre le uova dove sono nate; in questa fase erano oggetto di cattura da parte dei montanari, me compreso, che ne apprezzavano la bontà delle carni, esaltata dalla penuria di cibo.
Nemici di questi anfibi sono l’abbandono e l’interrimento delle pozze di riproduzione, i concimi chimici, i diserbanti, l’inquinamento ecc. e non le fameliche trote alpine.

4. Per chiudere: laghetti senza pesci … sono tali perché gli ambienti non consentono queste forme di vita, diversamente la natura, salvo eccezioni, avrebbe provveduto da sola, senza aspettare semine e ripopolamenti artificiali;
se abboccato male e con ardiglione … ho precisato che le mie mosche sono montate su ami senza ardiglione (però hai ragione: l’uso dell’ardiglione dovrebbe essere proibito a tutti i pescatori nei laghetti alpini).

PILATI 1769: … in quel lago (Vaia) niun’altra sorta di pesce, ivi le sole Trutte non solo vivono felicemente, ma sono eziandio di sapore squisitissimo: non crescono queste in troppa mole, e sono composte di una carne rubicondissima; mostrano di più il collo fregiato di una collana indorata sì lucida e splendente che si direbbero di vero oro investite le squamme; anzi forse è verissimo oro, essendo opinione degli abitatori di quel luogo che di oro si nutriscano nascostamente tra le caverne di quel monte, la quale cosa ora io la lascio al vostro discernimento. (Laghi Alpini del Bresciano, 1985, 83)
A tutti i pazienti lettori, un saluto dal barbaro camuno

Modificato da - blcamuno in data 09 febbraio 2008 18:11:30
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blcamuno
Utente Senior


Città: Nave
Prov.: Brescia

Regione: Lombardia


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Flora e Fauna

Inserito il - 09 febbraio 2008 : 18:03:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono entrato nel tuo sito ed ho scoperto un mondo nuovo.
bruno[

quote]Messaggio originario di scolopendro:

complimenti!!Anche io ho la passione per la pesca (come forse avrà visto nell'altro thread) ma ovviamente vorrei avere la sua esperienza :)
Peccato che siamo un po' distanti altrimenti organizzavamo subito una pescatina.Anche io vado a fario ed iridee ma a spinning,a breve un amico mi insegnerà la pesca a mosca...:)
Di nuovo complimenti e l'importante non sono gli anni biologici bensì la personalità che lei dimostra,sembra più giovane di me!

Ciao,Matteo

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perfect
Utente Senior

Città: Roma


1790 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 09 febbraio 2008 : 21:34:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le foto sono molto belle e mostrano tutte piccoli specchi d'acqua completamente isolati dal reticolo idrografico della zona, scusatemi ma le trote lì (anche se dal 1600) come ci sono finite? Il discorso fatto da theco sull'importanza in primis dell'ecosistema nella sua interezza mi trova d'accordo ma, lungi da me essere un estremista anche nel campo ecologico, nel momento in cui da un ecosistema scompare una specie per cause antropiche quell'ecosistema ha minori capacità di "riprendersi" da eventuali impatti, è necessario perciò fare un distinguo tra quanto è naturale e quanto non lo è. E l'introduzione di una specie "aliena" in un ecosistema o peggio in una regione geografica non ha mai portato nulla di positivo. Le trote purtroppo sono feroci predatori di piccoli invertebrati e vertebrati, in specchi d'acqua così piccoli probabilmente privi di vegetazione si creano condizioni tali che uova, larve e neometamorfosati di tritoni e rane hanno davvero poche probabilità di scampo, grazie che poi sulle Alpi Lombarde il tritone alpino è è piuttosto raro e molto localizzato. Ovviamente intervenire in situazioni così incancrenite dal tempo è quasi del tutto inutile!

Modificato da - perfect in data 09 febbraio 2008 21:37:46
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theco
Utente Super




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Inserito il - 09 febbraio 2008 : 23:44:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Immagino che i pesci possano colonizzare spontaneamente anche acque separate dall'idrografia superficiale, grazie all'azione dispersiva delle loro uova fatta da uccelli e forse altri animali... immagino, ma non so, magari qualcuno può confermare o smentire.

Se ci sono fonti bibliografiche risalenti al 1600 che testimoniano la presenza della trota è ragionevole ipotizzare che il pesce fosse presente in zona già da molto tempo addietro, credo che nessuno in quell'epoca si prendesse la briga di trasportare trote in alta quota per popolare laghetti più o meno effimeri.

Non so nulla dei rapporti trofici tra trote e anfibi, ma immagino che non si discostino di molto dal modello generale di equilibrio tra prede e predatori: il declino di una delle due categorie porta al declino dell'altra e viceversa, in condizioni naturali il sistema dovrebbe trovare il proprio punto di equilibrio... forse l'intervento umano può avere modificato nel tempo questo equilibrio.

Sono discorsi molto interessanti, ma non dimentichiamo cosa ha voluto raccontarci bicamuno: il piacere di starsene immobili, soli con se stessi e con una canna in mano, dimentichi di tutto, in attesa che una 'bolla' ci ricordi che non siamo soli.

Ciao, Andrea
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D21
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Regione: Piemonte


6702 Messaggi
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Inserito il - 10 febbraio 2008 : 17:43:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:

Sono discorsi molto interessanti, ma non dimentichiamo cosa ha voluto raccontarci bicamuno: il piacere di starsene immobili, soli con se stessi e con una canna in mano, dimentichi di tutto, in attesa che una 'bolla' ci ricordi che non siamo soli.

Ciao, Andrea


Ho letto quanto sopra e ho deciso di mettermi nei guai e dire la mia sull'argomento. Se l'intervento è giudicato di troppo toglietelo senza problemi. Sono discorsi delicati, che meriterebbero una discussione a sè...

Quoto interamente quanto detto da theco. Ma anche Giacomo, che è apparso in questa discussione, e dalle poetiche parole di blcamuno ci ha riportato con un effetto fulminante con i piedi per terra, ha detto cose di notevole importanza. Vorrei fare questa considerazione: è pur vero che i pesci sono lì da secoli, forse anche da millenni, ma non possiamo sapere se ci sono arrivati da soli o per opera antropica. Se fossero stati importati in epoche remote, la distinzione naturale-innaturale diventerebbe molto difficile. Per esempio: nessuno, oggi, si sognerebbe di eliminare il castagno e tutti i castagneti dall'Europa, con il ricchissimo patrimonio di vita che sostengono e si portano dietro, eppure sappiamo che questa pianta è giunta da noi appena 2000 anni fa ad opera dei romani...
E' un esempio di specie importata che si è così integrata nella natura europea da non poterne più fare a meno senza compromettere quanto di endemico c'era prima, o si è formato poi. Se si interviene, sia su questa o su altre specie, si altera sempre e comunque l'ambiente, a volte in meglio, a volte in peggio.
Suppongo che dobbiamo accettare l'idea che noi stessi siamo una specie che agisce all'interno dell'ambiente, con la possibilità di alterarlo, ma che sia praticamente impossibile far sì che la natura riesca a ignorarci, e modificarsi senza tener conto di noi. L'impatto antropico dell'uomo è notevole. Anche "rimettere le cose a posto" diventa un'azione antropica, che, come ha detto theco, modifica l'ambiente secondo un modo di intendere la natura che può perfino variare con l'evolversi del pensiero umano nel corso del tempo...

Sono convinto che tutto ciò che possiamo fare, volta per volta e caso per caso, sia solo quello che volta per volta e caso per caso riteniamo giusto. In modo insomma relativo, dettato dalle conoscenze naturalistiche del tempo in cui viviamo. Senza mai sapere del tutto se abbiamo fatto bene o no, e quale specie andava difesa e quale cancellata. Anche gli interventi di "lotta biologica" con certi insetti possono modificare l'ambiente in modo difficilmente prevedibile. E non sappiamo neppure definire, sulla lunga distanza, cosa era giusto e cosa sbagliato.

Probabilmente, nel complesso mondo della natura, non esistono verità assolute.

Dario.
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Giacomo
Utente Senior


Città: Sesto Fiorentino

Regione: Toscana


1538 Messaggi
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Inserito il - 10 febbraio 2008 : 20:48:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se le trote presenti nel lago sono quelle italiane ben venga! mi farebbe molto piacere la cosa

Ricordo che alcune specie ittiche come le carpe vennero importate dai romani, ben prima del 1600.

Il mio voleva essere un invito a non ripetere tali errori, che continuano ad avvenire aimè costantemente, non solo nei laghi alpini.
Porto l'esempio del Lago Santo e del Lago Baccio, nel modenese, dove ho rilevato da dati bibliografici che i tritoni erano presenti fino a poche decine di anni fa....adesso è una riserva di pesca....

Mi imbatto molto spesso situazioni simili....basti pensare ai ripopolamenti di trote nei torrenti, dove le uova fecondate (vengono conservate in un modo particolare) vengono rilasciate quasi alla sorgente! riducendo lo spazio vitale per larve di salamandra e co.
Ci vorrebbero maggiori restrizioni e più controlli



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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 10 febbraio 2008 : 20:59:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Concordo con Giacomo che molte modificazioni antropiche che hanno avuto come oggetto le zone umide (laghi, torbiere, torrenti), hanno minacciato la biodiversità (sia vegetale che animale)
Sono concorde con molti di Voi, le parole di Bruno sono suonate come musica e poesia (grazie davvero!!)


Alessandro PD


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