C'erano più esemplari di varie dimensioni sotto pietre in mezzo ai prati a circa 1100 metri di altezza. Ne ho preso uno di circa 4mm da fotogrfare in studio, ma se li ritrovo proverò anche a fotografarli nel loro ambiente.
Ne ho visti alcuni che sembravano non avere problemi nello stazionare in un formicaio sempre sotto una pietra.
La foto frontale ha un RR di circa 7,34x (se ho fatto bene i conti) ed è il risulato della fusione di oltre 250 scatti con pause di alcuni secondi tra uno scatto e l'altro. In effetti questa lavorazione mi ha definitivamente convinto che non fosse un'esagerazione il racconto del tizio che fotografando a 100x subiva le vibrazioni attraverso la casa di una caldaia posta in tutt'altro locale. Mentre cercavo il punto di partenza dello stacking osservavo da schermo tramite lo zoom digitale la punta della zampa più sporgente in avanti e vedevo che ondeggiava.
Ma come!!?
Poi mi sono accorto che erano i mie passi sul pavimento che trasmettevano vibrazioni attraverso il pesante tavolo/mobile su cui era posto l'acaro.
Capisco anche perché altri più esperti utilizzino sistemi di ammortizzamento sia per i tavoli da lavoro che per i soggetti. Finché non mi attrezzo meglio la regola è: don't breathe, dont' move! Più semplicemente mi siedo da qualche parte o lascio la stanza finché la slitta automatizzata non finisce la sua opera, perché in fondo il difficile in fotomicrografia non sta nella produzione ma nella pre-produzione. Quest'ultima nella fotografia di soggetti attivi in natura invece è spesso inesistente, mentre la produzione è chiaramente rapida.
Pensando a come fotografare qualcuno di questi acari a casa loro, ipotizzo due possibilità: o tento un rapido focus bracketing se ne becco uno mentre sta fermo o mi limito a singoli scatti con diaframma chiuso e magari il flash, il che potrebbe andare bene per gruppi di esemplari.