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Cjargnel
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Inserito il - 05 aprile 2023 : 10:44:02
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Si fa presto a dire passione. A volte bisogna confrontarsi con l’invasione di campo della realtà: sono a Chios ormai da oltre 5 settimane, a cercare e cercar di capire le orchidee di cui tanto ho sentito parlare, a fare i conti con il vento che ne rovina i fiori, la siccità che neppure permette loro di crescere, la distruzione delle loro nicchie ecologiche, e se non bastasse, con le fuorvianti indicazioni corologiche e bibliografiche.
C’è carenza di serie ricerche botaniche (fatte a scopo scientifico) cui attingere e, da persona metodica e pragmatica quale mi considero, certamente non mi bastano indicazioni generiche ed informazioni manipolate (turistico/promozionali).
Per la ricerca di orchidee qui a Chios mi sono basato sull’opera di P. Delforge [Contribution à la conassaince des Orchidées des îles de Chios, Inousses et Psara (Nomos Chiou, Égée orientale, Grèce) – Natural. Belges 88 (Orchid. 20) (2007): 41-227], mastodontica, dettagliata ma ormai datata: risale a 16 anni fa, indica siti localizzati in uliveti e masticeti abbandonati, allora ricchi di orchidee, ora riattivati (crisi economica ed aratura meccanica ne sono la causa) e divenuti monocolture di Poaceae e Oxalis. Il costante aumento del prezzo del mastice, oltre i 100 € al kg, è causa di sempre maggiore spianamento con ruspe e terrazzamento di phrygana per nuovi impianti. Presenta inoltre errori ed imprecisioni che denotano scarsa conoscenza dell’isola e forse un metodo antiquato di mappatura non essendoci spesso coincidenza tra coordinate della bussola e UMT (non aveva GPS e Google maps?). Da non scordare le modifiche naturali nella corologia per il cambio climatico con aumento dei periodi siccitosi e i frequenti incendi, l’antropizzazione, la pastorizia (nonostante Leggi europee che mirano alla protezione di specie botaniche rare, ampiamente disattese). Altri lavori di botanica sistematica dedicati alle isole dell’Egeo Orientale (a parte quelli di Delforge) non ce ne sono, mentre esistono trattati specifici per Creta. La monumentale opera di A. Alibertis [The self-sown orchids of Greece (2015)], 621 pagine con più di 1.000 foto (180 €) è un bellissimo tomo da salotto da sfogliare in una giornata invernale senza cercare approfondimenti per non rovinare quelle poche certezze acquisite sul campo.
Anche le relazioni post-viaggio dei turisti orchidofili (già ne ho incontrati) non aiutano: questi, supportati da personaggi incompetenti e voraci (100 € al giorno, ovviamente in nero, per ogni persona accompagnata, in media 3, circa 12 volte il salario giornaliero di un lavoratore dipendente), costretti ad ottimizzare la spesa in 8-10 giorni, girano come trottole cliccando a raffica con sole, pioggia e vento, confusi da ridondante tassonomia.
Ho passato giornate intere e percorso km (in auto e a piedi) alla ricerca delle orchidee rare, quelle non necessariamente vistose o neanche belle, la cui scoperta però ti cancella le precedenti delusioni. Con scarso successo: aleggia sempre una sensazione di frustrazione, come fossi giunto tardi (decenni) alla saga orchidofila, ora moto ondoso ridotto a risacca.
In attesa di più interessanti scoperte, oggi propongo altre orchidee trovate a Marzo: Orchis anatolica, Ophrys apollonae, Anacamptis papilionacea, Ophrys umbilicata, Ophrys orphanidea ed alcune “fusche” provenienti dalle pendici settentrionali del Monte Pelineo.
Orchis anatolica Orchis anatolica è molto diffusa a Chios, cresce in tutte le altre isole dell’Egeo Orientale, a Creta, Cipro, in Turchia, Siria , Israele ed Iran.
I fiori sono piccoli (labello di 10 x 12 mm circa), in vario numero (da 2 a 20) a costituire infiorescenze dall’aspetto laxiflora, con lungo sperone arcuato. Il colore degli stessi assume varie gradazioni di viola, la parte mediana ed apicale del fusto magenta. Generalmente il labello trilobato presenta una colorazione più chiara nel lobo mediano che sempre appare punteggiato di viola, anche nelle forme ipocromatiche permane tale caratteristica. Rarissimi i casi di apocromia: in tal caso il labello è completamente bianco e il fusto verde, anche nella parte apicale.
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Inserito il - 05 aprile 2023 : 10:58:03
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Pineta chiara (Pinus brutia) con Orchis anatolica e Euphorbia rigida 278,36 KB |
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Euphorbia acanthothamnos (secca), E. rigida e Anemone coronaria 253,9 KB |
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Orchis anatolica 166,61 KB |
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Inserito il - 05 aprile 2023 : 11:00:50
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Orchis anatolica 138,9 KB |
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Inserito il - 05 aprile 2023 : 11:01:51
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Orchis anatolica ipocromatica 117,93 KB |
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Inserito il - 05 aprile 2023 : 11:02:44
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Orchis anatolica ipocromatica 108,2 KB |
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Inserito il - 05 aprile 2023 : 11:03:42
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