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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Cjargnel
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:37:02
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Avrei voluto evitare il seguente predicozzo ma, volendo presentarvi elementi appartenenti al gruppo di O. attaviria (dal Monte Attaviros di Rodi), le “fusche del Mediterraneo orientale”, non posso esimermi da alcune considerazioni.
Avevo studiato a fondo l’argomento , spulciato tutte le pubblicazioni inerenti in rete, cercato di farne una sintesi nonostante le contraddizioni e le premesse aleatorie dei vari autori. Pensavo di avere le idee più chiare rispetto agli anni precedenti ma mi sbagliavo: le certezze accademiche in pochi giorni di osservazioni dirette si sono infrante come onde sugli scogli (avrei voluto dire da montanaro carnico “come neve al sole” ma, mentre qui il mare lo vedo, in Carnia quest’anno di neve non se n’è vista).
Se in Italia con la denominazione Ophrys fusca si intende un numero esiguo (una decina) di entità tra loro simili, distinte in varie sottospecie a diffusione perlopiù loco-regionale, analizzare i relativi taxa del Mediterraneo Orientale diventa complicato, per la notevole divergenza di opinioni tra i vari autori nel lavoro di classificazione: entità simili, presenti in territori distanti (spesso isole), magari con differenti periodi di fioritura, sono oggetto di infinite dispute spesso con risvolti polemici. Il risultato è una proliferazione del numero di specie a discapito delle sottospecie, così, per esempio, capita di osservare la stessa orchidea battezzata Y sulla costa Turca, Φ a Lesbos, X a Chios, Ψ a Samos, Ω a Rodi e Σ a Creta (di solito non dallo stesso “padrino”). Dato che esiste un gradiente termico Nord-Sud, il periodo di antesi del medesimo taxon non coincide e, complice la naturale variabilità morfologica, succede che, sulla stessa isola, siano descritti contemporaneamente Y, Φ, X, Ψ, Ω e Σ. Se poi viene individuato un pronubo differente da quello specifico … siamo fritti!
L’ultimo lavoro (2015), riguardante l’argomento, di Hannes F. Paulus e Monika Hirth [J.Eur. Orch. 47 2-4): 365-404], il cui specifico intento era di riordinarne la complessa tassonomia, privilegiando considerazioni “entomologiche” (una specie, un impollinatore) ma, contemporaneamente, minimizzando o trascurandone altre, curiosamente non ha ottenuto repliche da parte degli altri autori chiamati direttamente in causa.
In sintesi: sulle isole dell'Egeo orientale ci sono occorrenze altamente variabili di Ophrys fusca, che sono state assegnate a diversi taxa da vari autori (O. parosica var. parosica, O. parosica var. phaseliana, O. Pelinaea, O. meropes, O. theophrasti) ma, avendo come comune impollinatore Andrena gravida, vanno considerate come O. pelinaea, unica specie polimorfica. La simile O. parosica (di Paros, Antiparos, Naxos, nelle isole Cicladi) è specie diversa avendo diverso pronubo (Andrena similis) e per motivi paleo-geografici: pur essendo, alla fine dell’ultima glaciazione 21.500 anni fa, il Mar Egeo una “pozzanghera” con le isole Orientali collegate alla terraferma turca, permaneva un profondo mare a separarle dalle Cicladi. La simile, ma di maggiore dimensione labellare, O. phaseliana ha un areale proprio nella Turchia Sud-Occidentale (Licia) e diverso impollinatore. Questa nuova snella tassonomia però, quantomeno per quanto concerne Chios, presenta falle: restano fuori altre due “fusche”, O. bilunulata subsp. sancti-isidorii e O. attaviria subsp. cesmeensis.
Una gradita semplificazione, ho pensato leggendo il riassunto del lavoro. Salvo notare nel testo alcune incongruenze. Prima l’affermazione che la prova dell’isolamento genetico (necessario per la speciazione) non possa essere basata su rare osservazioni di pseudocopulazioni, potendo i maschi delle api accoppiarsi anche per sbaglio, ma su “relazioni stabili”. Quando mai le avrà potute osservare, aggiungo io, considerata la scarsità di insetti (e di botanici) su queste ventose isole ai primi di Marzo, periodo di antesi delle “fusche”. Poi l’ammissione di quanto sia impraticabile questa strada “sul campo” e la rivelazione degli esperimenti fatti in camera d’albergo alla sera, utilizzando Andrene importate e fiori recisi. Liquida infine come irrilevanti i lavori sulle alterazioni delle emissioni fiorali (ferormoni) indotte dallo stress delle piante manipolate o recise per gli esperimenti [Manfred Hennecke, Stefan Munzinger, Gadi Miller, Alessandra Manzo, Sara Panseri, Anna Giorgi & Richard M. Bateman - Ber. Arbeitskrs. Heim. Orchid. 31 (2): 111 - 130; 2015] che implicherebbero modifiche comportamentali negli impollinatori e conseguente “de profundis” alle sue teorie.
Ma “sul campo” mi sono reso conto di quanto tutta questa teoria facesse a pugni con l’evidenza: rarissima simpatria, ovvero sì, condivisione di siti, ma sincronia zero virgola (tipo simultanea presenza di un esemplare su 200 altri). La grande variabilità così ricorrente “invariata” anno dopo anno negli stessi siti (spiccata in O. parosica), suggerisce a mio avviso solo l’origine ibrida del taxon in questione.
Ciò nonostante ero pronto a fotografare tante O. pelinaea con i vari polimorfismi. Già alla fine della prima uscita per “fusche” ho capito che nessuna piantina si meritava una simile sciatteria, optando così per la vituperata, confusa e scorretta precedente denominazione binominiale, senza sottospecie (a cui aggiungerò la dicitura “fusca orientale” ).
La parte noiosa termina qui, guardate quanto variopinte possano essere le “fusche orientali” .
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Cjargnel
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:40:07
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Ophrys cesmeensis (“fusca orientale”)
O. cesmeensis è stata segnalata la prima volta a Çesme, nella provincia turca di Smirne. Un particolare non subito evidente in fotografia: labello enorme (20 mm x 15mm), che fa apparire la pianta, di solito robusta, esile.
La costa turca di fronte a Chios con la cittadina di Çesme. 180,05 KB |
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Cjargnel
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:46:23
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Ophrys cesmeensis 74,82 KB |
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:47:44
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:48:39
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:49:36
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Ophrys cesmeensis 133,32 KB |
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:50:34
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Ophrys cesmeensis 67,61 KB |
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:51:23
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Ophrys cesmeensis 95,3 KB |
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Ophrys cesmeensis 93,86 KB |
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:53:12
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:54:06
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:55:07
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Ophrys cesmeensis 71,26 KB |
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:56:00
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Ophrys cesmeensis 70,88 KB |
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:57:12
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Ophrys cesmeensis 88,4 KB |
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 15:59:10
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Ophrys cesmeensis 231,76 KB |
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 16:00:22
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Con il progredire dell’antesi la prima parte che degenera è la parte inferiore delle lunule maculari (fenomeno che riguarda molte specie): pertanto a volte compare o si accentua un ω biancastro depresso.
Ophrys cesmeensis 133,1 KB |
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Cjargnel
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 16:06:27
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Ophrys parosica (“fusca orientale”)
Il polimorfismo di O. parosica riguarda la dimensione labellare, il suo grado di convessità longitudinale e trasversale, ma soprattutto la sua colorazione (anche tra fiori della medesima pianta).
I pigmenti rossi del labello non sono distribuiti uniformemente ma a mosaico, con tasselli più o meno grandi e densi, su uno sfondo aranciato. Ciò comporta pure che il bordino giallo non sia netto ma irregolarmente degradante verso il centro del labello.
Ophrys parosica 162,36 KB |
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 16:07:19
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Ophrys parosica 164,15 KB |
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 16:08:12
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Ophrys parosica 136,69 KB |
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Cjargnel
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 16:09:34
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Ophrys parosica 150,16 KB |
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Cjargnel
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Inserito il - 22 marzo 2023 : 16:10:33
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Ophrys parosica 294,14 KB |
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