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marz
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Inserito il - 31 gennaio 2020 : 00:03:55 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Cos'è?
Beh, è semplicemente la sigla del nuovo coronavirus che sta mettendo in allarme (più o meno giustificatamente) tutto il mondo.
Perchè ne parliamo qui?
Perchè è una delle tante testimonianze che ci fanno capire che in natura nulla ha senso se non viene visto in un' ottica evolutiva.


Giuseppe

Modificato da - vladim in Data 11 febbraio 2020 21:26:35

marz
Utente Super

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Inserito il - 31 gennaio 2020 : 20:24:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi scuso se non riesco ad intervenire con continuità, ma spesso non mi è possibile farlo.

Cosa sono i coronavirus?
I coronavirus sono un’ampia famiglia di virus a RNA, chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie.
Se qualcuno ne volesse vedere una ricostruzione può dare un' occhiata qua
Link

I coronavirus sono di riscontro abbastanza comune in molte specie animali (mammiferi ed uccelli), ma abitualmente non si trasmettono all'uomo e non lo infettano.
In alcuni casi, però, possono subire delle mutazioni spontanee, evolvere, infettare l’uomo e poi diffondersi nella popolazione umana, anche tramite contagio interumano.

Un nuovo coronavirus, come il 2019-nCoV, è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell'uomo.

Riassumendo e sebbene succeda abbastanza raramente, alcuni coronavirus possono subire delle mutazioni genetiche che modificano alcune caratteristiche del virus, consentendogli di infettarci.

Questa non è una peculiarità del coronavirus, ma è una caratteristica comune a quasi tutti i virus. I virus che infettano l'uomo generalmente hanno il loro habitat naturale in specifiche specie animali.

Torniamo dopo al coronavirus e vediamo adesso cosa sono le mutazioni.






Giuseppe
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marz
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Inserito il - 31 gennaio 2020 : 20:34:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Cosa sono le mutazioni?

Sostanzialmente sono errori nei processi di replicazione, della ricombinazione e della riparazione del DNA (o, come nel caso del coronavirus, del RNA).

Lo so, se uno è convinto della perfezione della natura, farà fatica a pensare che negli esseri viventi o nei virus (i virus dai più non vengono considerati esseri viventi) possono esserci errori nella replicazione del DNA/RNA.

Ma se uno studia come avvengono i meccanismi di replicazione cellulare, dopo un pò non ci vede niente di strano nel fatto che questi errori di replicazione possano capitare.

Una frase abitualmente riportata dai manuali di evoluzionismo è questa:
"Senza le mutazioni non ci sarebbe evoluzione. Le mutazioni non sono la forza trainante dell’evoluzione, però ne costituiscono il presupposto, perché forniscono la variabilità genetica su cui agiscono la selezione naturale e gli altri agenti dell’evoluzione."

Le mutazioni sono eventi relativamente rari. Possono essere dannose per l'organismo, oppure essere neutre (cioè non influire sulla sua capacità di sopravvivere e riprodursi).

In qualche caso possono anche migliorare la capacità di adattamento all’ambiente e quindi diventare potenzialmente vantaggiose.

Se, ad esempio, vediamo l' infezione da coronavirus dal punto di vista del virus , la possibilità di infettare l'uomo incrementa ovviamente la potenziale diffusione del patrimonio genetico del 2019-nCoV.



Giuseppe
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marz
Utente Super

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Inserito il - 31 gennaio 2020 : 21:01:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Adesso c'è ancora un aspetto molto importante da considerare.
Il fatto che un coronavirus che alberga in una specie animale (ancora non identificata, poi ne parleremo) abbia subito una mutazione che lo rende in grado di infettare l'uomo, di per sè è condizione necessaria, ma non sufficiente per provocare un' epidemia.
Ne occorre ovviamente anche un' altra...

Qui mi fermo un attimo per vedere se ci sono interventi

Giuseppe
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marz
Utente Super

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Inserito il - 01 febbraio 2020 : 10:39:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Perchè si sviluppi un'epidemia occorrono diverse condizioni.
Una però, in un caso del genere, è preliminare ed essenziale, e cioè che l' animale che ospita il coronavirus mutato (generalmente un mammifero o un uccello) entri in contatto con l'uomo.
Ed è qui che entra in gioco la Cina ed il mercato del pesce di Wuhan.

Cerco di spiegarmi meglio, anche se queste sono cose abbastanza intuitive.
Il coronavirus che ha subito una mutazione idonea ad infettare l'uomo è ospitato da un animale. Non sappiamo ancora quale specie animale abbia supportato la diffusione di questo virus.

Perchè il virus possa trasmettersi all' uomo, occorre che egli entri in contatto con l' animale infetto.
Se non avviene questo contatto, l' infezione dell' uomo non può avvenire.
Oppure, se questo contatto avviene in un'area isolata che abbia una scarsa densità abitativa, è molto probabile che l'infezione si autodelimiti ad un'area confinata.

Se invece questo contatto avviene in una città di una decina di milioni di abitanti come Wuhan, che ha un mercato del pesce di enormi dimensioni, le probabilità di diffusione aumentano esponenzialmente.
Il cosiddetto mercato del pesce di Wuhan, non è un mercato del pesce come lo intendiamo noi, ma è un mercato dove c'è ampio commercio di specie animali di vario genere spesso vive e non domestiche.

Va detto che, è ancora incerto se l' epidemia sia partita proprio da lì e non da un'altra zona della Cina.
Però l' area dove l'infezione finora si è maggiormente concentrata è quella di Wuhan.



Giuseppe
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

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Inserito il - 02 febbraio 2020 : 00:16:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un' altra cosa interessante può essere cercare di capire quale animale ha trasmesso il virus all' uomo. E qui è successo un fatto abbastanza curioso.

Alcuni scienziati cinesi delle università di Pechino e Guangxi hanno pubblicato sul Journal of Medical Virology un articolo in cui sostengono di aver dimostrato che il 2019-nCoV è arrivato all’uomo dai serpenti. Sinteticamente, secondo loro, il virus sarebbe stato originariamente presente nei pipistrelli, dai pipistrelli si sarebbe trasmesso ad alcune specie di serpenti cinesi e dai serpenti poi è passato all’uomo. La notizia è stata riportata da tutti i giornali.

Sebbene Journal of Medical Virology sia una delle più prestigiose riviste scientifiche del settore, questa tesi è stata accolta (giornalisti a parte) in Occidente con un certo scetticismo. Uso un eufemismo per dire che in realtà pochi esperti del settore lo ritengono possibile.

E questo non perchè sarebbero improbabili in Cina contatti diretti fra serpenti e uomo. Alcune specie di serpenti sono tranquillamente mangiati in Cina (credo siano venduti anche al mercato di Wuhan) e quindi evidentemente da questo punto di vista il problema non si pone.

Il punto è che nessun coronavirus è mai stato ritrovato nei serpenti. Ed il passaggio dei pipistrelli ai serpenti appare improbabile, perchè richiederebbe tutta una serie di precondizioni difficili da verificarsi. Comunque vedremo.

Quale sia l' animale che ha veicolato l' infezione, ovviamente non lo so, ma è probabile che fra un pò di tempo si riuscirà a scoprire. Il genoma del 2019-nCoV è molto simile a quello di alcuni coronavirus presenti nei pipistrelli, ma forse è meglio essere cauti.

Individuare la specie animale da cui ha avuto origine l'infezione in qualche caso ha un' importanza decisiva per il controllo della malattia. Se invece, come nel 2019-nCoV, è possibile il contagio interumano, l'importanza, ai fini del controllo della malattia, è molto, molto minore. Al punto della diffusione del virus in cui siamo arrivati, l' individuazione conserva il suo interesse scientifico, ma l'utilità a fini pratici è abbastanza irrilevante.



Giuseppe
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 02 febbraio 2020 : 14:23:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
A proposito di "organismi" che non sono veri esseri viventi, che ne è stato dei prioni?
Per loro vale quello che hai detto per i virus?
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ang
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Inserito il - 02 febbraio 2020 : 14:29:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
grazie per questo interessante excursus; da profano ho una domanda su quest'ultimo punto:

Messaggio originario di marz:


Individuare la specie animale da cui ha avuto origine l'infezione in qualche caso ha un' importanza decisiva per il controllo della malattia. Se invece, come nel 2019-nCoV, è possibile il contagio interumano, l'importanza, ai fini del controllo della malattia, è molto, molto minore. Al punto della diffusione del virus in cui siamo arrivati, l' individuazione conserva il suo interesse scientifico, ma l'utilità a fini pratici è abbastanza irrilevante.


se il virus convive con una specie o una popolazione, non sarebbe interessante invece capirne il motivo? ovvero esisteranno degli individui che hanno sviluppato gli anticorpi nei confronti del virus?

ciao

ang



Anche se nessuno di noi sa esattamente dove sta andando o dove andrà a finire.....comunque lascerà la sua indelebile striscia di bava (Beppe/papuina)
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marz
Utente Super

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Inserito il - 02 febbraio 2020 : 15:38:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lascerei perdere il discorso dei prioni, anche se molto interessante, perchè ci porterebbe fuori strada rispetto alla discussione. I prioni sono strutture ancora più piccole dei virus e, per quel che sappiamo, addirittura non possiedono acidi nucleici. Quindi se non consideriamo i virus esseri viventi, ancor meno possiamo considerare come tali i prioni. Ma eviterei di approfondire quest' argomento, che potrebbe essere utilmente trattato in una discussione ad hoc.

Circa il problema posto da ang, per definizione il 2019-nCov è un nuovo ceppo di coronavirus che non è mai stato identificato in precedenza nell'uomo.
Il virus si è diffuso all' uomo in seguito ad una nuova mutazione genetica del coronavirus.
Quindi in via teorica (e anche praticamente) possiamo escludere che ci siano individui che abbiano sviluppato gli anticorpi nei confronti del virus (tranne ovviamente quelli infettati recentemente dal 2019-nCov e poi guariti).

Se non avviene trasmissione interumana del virus, cioè se il virus non si trasmette da uomo a uomo, ma solo da animale infetto ad uomo, individuare la specie animale che trasmette l'infezione vuol dire riuscire a controllare senza eccessivi problemi l'infezione. Ma quando è possibile il contagio interumano tale individuazione riveste minore importanza.

Una volta accertata la possibilità del contagio interumano, esistono variabili più importanti da tenere in considerazione.
Faccio un esempio. Alcune malattie infettive hanno portatori sani (asintomatici) ed altre no. Se il 2019-nCov ha portatori sani, l' individuazione precoce dei malati va sicuramente fatta, ma ha un' importanza non risolutiva nel controllo della malattia. Se invece non ci sono portatori sani, cercare di individuare precocemente i malati (che è quello che si sta cercando di fare, tramite, ad esempio, i controlli in aeroporto) diventa un fattore che può essere decisivo.


Giuseppe

Modificato da - marz in data 02 febbraio 2020 16:19:31
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 03 febbraio 2020 : 09:50:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La responsabile del gruppo di ricerca dello Spallanzani che ha isolato questo coronavirus ha detto che, probabilmente, l'epidemia si esaurirà da sola prima che sia disponibile il vaccino.
Il vaccino servirà eventualmente in futuro nel caso di una seconda epidemia con lo stesso virus.

Qual'è il meccanismo naturale che porta all'esaurimento dell'epidemia?
Perché gli infettati, da un certo momento in poi, diminuiscono?
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marz
Utente Super

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Inserito il - 04 febbraio 2020 : 20:45:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per quel che sappiamo adesso, l' affermazione della responsabile del gruppo di ricerca dello Spallanzani è del tutto condivisibile.

Per fare un nuovo vaccino il problema non è solo riuscire a "costruirlo". Su questo i tempi potrebbero anche essere rapidi (dipende dalle caratteristiche del virus e dalle risorse che si investono ), ma occorre fare tutta una serie di ricerche correlate.

Prima di un suo impiego nell’ ambito di programmi di vaccinazione, un nuovo vaccino deve affrontare una lunga sperimentazione clinica per accertare la sua sicurezza, la tollerabilità degli effetti collaterali e l’efficacia nel determinare una buona risposta immunitaria.

Se una situazione epidemica dovesse precipitare e la malattia avesse un' alta mortalità (ma non è questo il caso del 2019-nCoV) si può anche ipotizzare di mettere in commercio un vaccino senza aver fatto tutte le sperimentazioni previste dai protocolli. Forse la Cina lo potrebbe fare (io non credo); però nessuna multinazionale farmaceutica sarebbe disposta a correre questo rischio, perchè sarebbe troppo alto il rischio di dover pagare risarcimenti milionari.

Alcuni esperti parlano di pochissimi mesi per realizzare il vaccino. Questa tempistica è verosimile se parliamo del vaccino di per sè (sono già diversi centri in Cina e probabilmente altrove che ci stanno lavorando). Ma non è realistica se il vaccino, come abitualmente avviene, deve poi essere sottoposto agli usuali test di sperimentazione clinica per garantirne la sicurezza.

L'altro è un problema complesso.
Innanzitutto non è detto che un' epidemia scompaia. Può anche assumere, passata la fase epidemica, una veste endemica, cioè un numero di casi abbastanza costante nel tempo senza picchi particolari, oppure una veste ciclica, ecc...

La variabile principale è la correlazione inversa fra recettività ed immunità di una popolazione. Con il crescere dei casi, aumenta progressivamente la popolazione immune, anche perchè c'è una quota di casi (spesso elevata, ma variabile a seconda dell' agente infettivo) che entra in contatto con il virus, produce gli anticorpi (quindi diventa immune), ma non manifesta alcun segno di malattia.

Man mano che aumenta la popolazione immune dimuisce la popolazione recettiva e diminuisce la possibilità per il virus di infettare.

Ma poi entrano in gioco tantissime altre variabili. Le elenco alcune, ma ognuno di questa richiederebbe una spiegazione e credo interesserebbe pochi o nessuno. Fattori legati all' infetto: recettività, contagiosità, vie di escrezione, periodo di incubazione; altri legati all'agente infettivo: virulenza, stabilità, ecc...

La cosa forse più interessante è che sono stati sviluppati diversi modelli matematici, in cui uno inserisce queste variabili e viene visualizzato l' andamento futuro dell' epidemia.

Questi modelli matematici sono molti belli da vedere. In genere però capita sempre qualcosa di imprevisto, per cui quello che succede nella pratica è sempre diverso (a volte molto diverso) da quello che il modello matematico aveva previsto .

Nel caso specifico, chi conosce bene la materia, aggiunge, a scopo cautelativo, al modello matematico, una dicitura del genere
"la mancanza di dati dettagliati sull’epidemia del virus 2019-nCoV rende i modelli molto soggetti alle assunzioni e alle limitazioni circa i dati e i parametri sui quali si basano”."



Giuseppe
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 04 febbraio 2020 : 21:51:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Interessantissimo e illuminante!
Grazie, Giuseppe!
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Hoplocampa
Utente Senior

Città: Vicobarone di Ziano P.no
Prov.: Piacenza

Regione: Emilia Romagna


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Flora e Fauna

Inserito il - 04 febbraio 2020 : 22:07:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto chiaro e interessante. Grazie infinite Giuseppe
Renato

Più poeti, meno banchieri!
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 05 febbraio 2020 : 15:26:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Una domanda che sorge spontanea.
Spesso sui media si sente confrontare questa epidemia con quella dell'influenza, che, in Italia, fa ogni anno migliaia di morti.
E' corretto questo confronto?
E sensato dire che l'influenza è statisticamente più pericolosa del coronavirus?

La mia sensazione è no.

L'influenza, come la frattura del femore, di solito dà il colpo di grazia ad un anziano già compromesso, per cui le morti sono tante, ma si tratta di una specie di eutanasia.

Il coronavirus, a quanto si dice, può essere mortale anche per persone giovani e sane.

E' vero?

Se così fosse sarebbe giustificato l'allarme che si sta creando, e le misure di prevenzione che si indicano (più che le mascherine, il lavaggio e la disinfezione delle mani) sarebbero da non trascurare.
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

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Inserito il - 06 febbraio 2020 : 20:48:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La mia opinione è che, per preferire l' infezione da 2019-nCov piuttosto che l' influenza, occorre amare molto il rischio .

Da un lato abbiamo una malattia ben conosciuta, dall' altro abbiamo una malattia di cui si sa ancora molto poco.

E' vero che l' influenza in persone che abbiano determinati fattori di rischio può essere potenzialmente pericolosa, ma la conosciamo bene ed in ogni caso, se abbiamo fattori di rischio, avremmo potuto vaccinarci.

L' infezione da 2019-nCov è dovuta ad una mutazione del coronavirus. Perciò il nostro sistema immunitario non è mai entrato in contatto prima con questo virus e questa circostanza presenta sempre delle incognite.

E anche i dati che conosciamo, relativi al virus, vanno valutati senza inutili allarmismi, ma con una certa cautela.
E questo non perchè ritengo che la Cina nasconda qualcosa (anche se la Cina ha alcune peculiarità di cui sarebbe opportuno tenere conto), ma perchè è quello che occorre fare abitualmente quando compare una malattia nuova, sia che capiti in Cina, che in Italia o negli USA.

Faccio un esempio.
Tutte le fonti di informazioni riportano che la mortalità (il termine giusto sarebbe letalità, ma non ha importanza), del nuovo coronavirus è del 2-3%.

La letalità è data dal rapporto fra il numero totale di decessi per una determinata malattia in rapporto al numero totale di soggetti affetti da tale malattia.

Sia le informazioni riguardanti il numero di pazienti che sono deceduti a causa del 2019-nCov, che il numero dei casi di malattia vengono aggiornate quotidianamente da vari organi sanitari e si riferiscono a dati ufficiali. E quindi uno potrebbe chiedersi: il problema dov'è?

Il problema c'è ed un problema che non riguarda specificatamente la Cina, ma succederebbe ovunque.
Mentre il numero dei deceduti è generalmente attendibile, il numero dei casi di malattia è molto meno sicuro. Perchè?

Per diversi motivi, ma soprattutto per il fatto che un caso per poter essere individuato, deve essere stato visitato da un medico.
I pazienti con i casi più lievi di malattia spesso non si rivolgono ad un medico e quindi non vengono "notificati", senza contare che possono esserci casi asintomatici o con sintomi talmente lievi che vengono ignorati od appena percepiti dal paziente.

Quindi, in casi del genere, il dato della letalità che risulta dai dati ufficiali è sovrastimato rispetto al dato reale.

Questa potrebbe essere una notizia rassicurante. Ma è meglio aspettare almeno qualche altra settimana prima di poterlo dire con certezza.

E qualcuno potrebbe anche pensare che tutto sommato una letalità del 2-3% non è un grosso problema.
Non è così, nel senso che tutto dipende da quanti sono i casi.

Supponiamo che un' influenza abbia una letalità del 2-3%. Un' influenza colpisce abitualmente milioni di persone. Supponiamo che abbia colpito un italiano su 20 (è una stima molto ottimistica). Vuol dire che 3 milioni di italiani hanno avuto l' influenza. Con una mortalità del 2-3%, vuol dire anche però che sono morti per influenza dalle 60.000 alle 90.000 persone.

In realtà, la letalità per influenza è fortunatamente più bassa. Mediamente si aggira intorno 1 per mille, anche se in qualche caso più raggiungere valori decisamente più elevati.



Giuseppe
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marz
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Inserito il - 11 febbraio 2020 : 21:02:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Caspita, oggi hanno cambiato nome al virus .
Adesso il nome non è più 2019-nCoV, ma l' hanno battezzato ufficialmente Covid-19.
Se qualcuno potesse cambiarmi il titolo del post mettendo "Covid-19", mi farebbe un favore.

Lo ha annunciato oggi l' Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra.
Il nome del virus, Covid-19, è la crasi di alcuni elementi che lo caratterizzano: COrona, VIrus e Desease (malattia in inglese). 19 (2019) è invece ovviamente l' anno in cui è comparso.

Il nome è stato scelto in nome del "politically correct". Secondo le regole del politicamente corretto, il nome non deve contenere alcuna indicazione geografica o riferimento animale o umano.
Mah...


Giuseppe

Modificato da - marz in data 11 febbraio 2020 21:53:43
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marz
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Inserito il - 11 febbraio 2020 : 21:51:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non so chi lo ha fatto, ma grazie per la modifica del titolo.
Se è possibile, chiederei di eliminare fra qualche giorno anche il vecchio nome fra parentesi, perchè nessuno in futuro lo chiamerà più così.

Rileggendo il mio intervento del 6 febbraio, forse non è stato abbastanza chiaro. In estrema sintesi, quello che volevo dire è che era troppo presto per avere un quadro preciso della situazione e che persino le affermazioni ufficiali andavano prese con una certa cautela.

Adesso, però, con il passare del tempo, molte cose diventeranno più chiare e nel giro di qualche settimana si dovrebbe avere un quadro più preciso della situazione, che consentirà di fare previsioni attendibili.



Giuseppe
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vladim
Moderatore trasversale


Città: Milano
Prov.: Milano

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Inserito il - 12 febbraio 2020 : 05:10:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marz:

Non so chi lo ha fatto, ma grazie per la modifica del titolo.
Se è possibile, chiederei di eliminare fra qualche giorno anche il vecchio nome fra parentesi, perchè nessuno in futuro lo chiamerà più così.




Ho lasciato il vecchio nome, perchè compare in alcuni dei primi messaggi.
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 12 febbraio 2020 : 21:13:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sì, hai ragione. Grazie.


Giuseppe
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mazzeip
Moderatore


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Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 13 febbraio 2020 : 19:29:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per pignoleggiare un tantino : il virus si chiama SARS-CoV-2, mentre Covid-19 è il nome della malattia (la "d" in Covid sta appunto per disease)




Paolo Mazzei
presidente della Associazione Lepidotterologica Italiana - ALI
leps.it: Moths and Butterflies of Europe and North Africa
serifoswildlife.net: Serifos wildlife
seychelleswildlife.info: Seychelles Wildlife
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marz
Utente Super

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Regione: Lombardia


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Inserito il - 13 febbraio 2020 : 21:07:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Indubbiamente. Ho lasciato perdere senza correggere perchè il titolo era comunque preferibile riferirlo alla malattia e non al virus e quindi è giusto così: Covid-19.
Per capirci, è come con l' AIDS. Nel senso che la malattia è l' AIDS, ma il virus è l' HIV.
La cosa più interessante però è capire il riferimento alla SARS .


Giuseppe
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