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 di Natura Mediterraneo
 


ATTENZIONE! Considerata la situazione in cui versa la grande maggioranza delle acque pubbliche italiane, il Forum di Natura Mediterraneo ricorda che l’immissione non autorizzata di qualsiasi specie di pesce in acque pubbliche è illegale in quanto può mettere a rischio gli equilibri ambientali e minacciare gravemente la biodiversità. Particolare pericolo è rappresentato dall'introduzione di qualunque specie alloctona.
In linea di principio sono da preferirsi immagini di pesci nel loro ambiente naturale o collocati temporaneamente in un acquario fotografico. Le foto di pesci morti sono in generale permesse solo in caso di individui deceduti per cause naturali (es: morie dovute a crisi anossiche o ad essiccazione di bacini, predazione, ecc.). Foto di individui morti dopo essere stati pescati sono ammesse solo in presenza di un reale interesse scientifico della cattura e comunque possono essere pubblicate solo dopo consultazione dei moderatori della sezione. Le foto di individui pescati (fotografati su nasse, retini o in mano) sono ammesse quando si tratti di individui in buona salute e ritratti nei pressi dell’ambiente di cattura, dunque non è possibile (in assenza di interesse scientifico, sempre previo consenso dei moderatori) pubblicare foto di pesci vistosamente feriti (eccettuate naturalmente le normali ferite dovute all’amo), colpiti con il raffio, tenuti tra le mani asciutte o fotografati in ambienti evidentemente lontani dal luogo di cattura (parcheggi, abitazioni, cucine, etc.). Non è inoltre consentito pubblicare nella sezione fotografie di pesci trattenuti in maniera scorretta (ad. es. per gli occhi).


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 PESCI D'ACQUA DOLCE
 Siluro in Arno a Firenze
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Second Spin
Utente V.I.P.

Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


125 Messaggi
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Inserito il - 09 settembre 2007 : 21:35:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non sono daccordo con Etrusko, anche le acque da trota sono senza speranza.
Basta vedere proprio il caso della macrostigma ridotta a due o tre stazioni, e le insistenti ed impunite immissioni di trote iridee.

Modificato da - Second Spin in data 09 settembre 2007 21:36:29
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etrusko
Moderatore

Città: Arcille
Prov.: Grosseto

Regione: Toscana


2252 Messaggi
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Inserito il - 12 settembre 2007 : 19:04:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bè qua in Toscana ci sono dei progetti di reintroduzione della macrostigma, ovviamente sempre in ambienti delimitati e ristretti, ed anche le iridee credo non vengano più introdotte (però, non essendo un pescatore di trote, non posso avere la certezza).
Quello che voglio dire è che la situazione delle acque a salmonidi è più emendabile di quelle delle acque a ciprinidi, soprattutto del piano.
In poche parole: se vuoi eliminare le iridee o le fario introdotte da un torrente non dico sia facile, ma almeno è possibile, con l'elettropesca ad esempio.
Prova ad eliminare i carassi o i pesci gatto da una roggia, invece..l'unica soluzione che mi viene in mente si basa su armi non convenzionali

NO all'autostrada in Maremma!
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leo@78
Utente nuovo

Città: firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


14 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 01 ottobre 2007 : 18:57:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
vi posso garantire che da quando sono arrivati i siluri i cavedani sono stati decimati non risalgono piu verso le pescaie per la riproduzione,ho visto siluri attaccare anatre e farle sparire sott'acqua. non penso che l'arno abbia accolto molto bene questo pesce,molte cose sono cambiate da quando e arrivato e purtroppo penso che andranno sempre a peggiorare e non vi e modo di fermare l'aumento di questa spece!!!!!!!!!
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Canaj
Utente V.I.P.

Prov.: Grosseto

Regione: Toscana


288 Messaggi
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Inserito il - 05 novembre 2007 : 12:48:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Second Spin:

La maglietta è del "Gruppo siluro Italia".
Il problema non è che quel pesce può diffondersi in altre zone; l'Arno è già ben popolato di siluri per buona parte del suo corso!
Per ultimo non credo che quell'esemplare si nutra di avannotti, quello mangia anche una carpa da 3kg se gli capita!


Io ne ho visti diversi anche sotto la passerella che porta al piazzale delle Cascine: c'erano dei vecchietti che tiravano in acqua dei tozzi di pane e spesso si poteva riconoscere il siluro
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Najas
Utente Junior

Città: Firenze

Regione: Toscana


80 Messaggi
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Inserito il - 06 novembre 2007 : 16:12:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Che il Siluro fa danni è ormai sicuro! In Arno dove c'è lui son rimaste solo le carpe più grandi... come dice "Leo@78", i cavedani ormai son diventati rari e trovano rifugio solo dove il mostro non arriva...

Finchè elimina un po' di Trachemys va benissimo... il problema è che sta eliminando i pochi autoctoni che erano rimasti!
(FOX ma erano Emys o Trachemys?)

E' già da un po' che anche qui in Arno i siluri hanno raggiunto dimensioni notevoli... l'anno scorso insieme a un mio amico ne ho pescato uno di 1 metro e 40 e il mio vicino di casa di 2 metri e 10!! (entrambi a S. Andrea a Rovezzano)
Chiaramente li abbiamo rilasciati anche perchè portar via degli affari del genere non sarebbe stato facile (e non avrebbe cambiato niente)... si è vero sarebbe necessaria un'eradicazione della specie ma è tutt'altro che semplice...


Immagine:
Siluro in Arno a Firenze
274,37 KB


Certo è un bel pescione ed è la gioia di ogni pescatore sportivo... ma purtroppo ne va dei pesci autoctoni che c'erano prima di lui come cavedani, alborelle, ecc.
e quindi andrebbero eradicati così come la Trachemys scripta che compete con le poche Emys orbicularis... o le Anodonta woodiana (enormi bivalvi cinesi) scalzano le nostre Anodonta anatina... e gli esempi sono tantissimi...

se vogliamo provare a conservare la biodiversità (che va così tanto di moda) è questo quello che andrebbe fatto!!

sarebbe bello riportare i nostri fiumi all'originario splendore... basterebbe un primo passo (depuratori efficenti, controlli, ecc.) poi sarebbe la natura stessa a fare il resto... ma forse è soltanto un'utopia...
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mauretto
Moderatore


Città: pergine valsugana
Prov.: Trento

Regione: Trentino - Alto Adige


4540 Messaggi
Micologia

Inserito il - 06 novembre 2007 : 16:27:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se posso dare il mio contributo,da me i gamberi di fiume ci stanno salutando per sempre a favore del gambero americano,sempre più diffuso.
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Najas
Utente Junior

Città: Firenze

Regione: Toscana


80 Messaggi
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Inserito il - 06 novembre 2007 : 21:00:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quelli si che sono un problema...
da noi in Toscana per adesso il Procambarus clarkii ("quello americano") non ha ancora raggiunto i nostri gamberi autoctoni (Austropotamobius italicus) perchè si mantiene in pianura... ma sta facendo dei danni incalcolabili.

Da voi in Trentino invece dovrebbe essere l'Orconectes limosus (sempre americano) a creare danni agli autoctoni... ma il problema rimane lo stesso!


E' proprio questo che intendevo...
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u / c
Utente Cancellato

Città: .


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Inserito il - 06 novembre 2007 : 23:12:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Najas:
[
e quindi andrebbero eradicati così come la Trachemys scripta che compete con le poche Emys orbicularis...


La competizione tra Emys e Trachemys è una grossa balla dettata dall'ignoranza da parte dei biologi europei delle abitudini delle specie americane, ignoranza generata da osservazioni falsate dall'allevamento in cattività.
Sono due specie che occupano due nicchie diverse.
In Habitat naturale l'Emys è prettamente carnivora e la Trachemys prettamente vegetariana da adulta.

Per uno studio europeo: Link

Feeding habit

Only the juvenile turtles are mainly carnivorous and hunt for snails, fish, amphibians and waterbugs. A protein-rich diet ensures a rapid growth. Research in the USA revealed that adult Trachemys are not specialised fish hunters although sometimes they will try to get them. Mature turtles generally feed on water vegetation and water insects. Turtles also feed on sick or dead fish or other animals.


Negli USA può capitare che fino a 9 e più specie differenti di tartarughe palustri siano presenti nello stesso specchio bacino e ognuna occupi la propria nicchia adottando addirittura differenti strategie di basking.
Guardate per esempio quante specie popolano una zona della Virginia:
Link

E alcune, come la Chelydra serpentina, con un loro morso possono staccare le dita di un piede, altro che Trachemys......

Modificato da - u / c in data 06 novembre 2007 23:15:13
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u / c
Utente Cancellato

Città: .


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Inserito il - 06 novembre 2007 : 23:29:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se si è scettici sulle abitudini alimentari delle due specie di tartarughe fate questo piccolo esperimento.
Ponete in due vasche differenti una Emys e una Trachemys.
In ogni vasca ponete una manciata di Lemna minor...
Dopo qualche giorno andate a controllare in quale vasca sono scomparse le lenticchie d'acqua.....Siluro in Arno a Firenze
Piccolo suggerimento, foto di una mia Emys.

E' un metodo valido anche per vedere se in un piccolo specchio d'acqua stagnate sono presenti dei pesci vegetariani o onnivori, se non ci sono Lemna è un indizio della loro presenza.

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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


6434 Messaggi
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Inserito il - 07 novembre 2007 : 06:29:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Tartagnan:

Messaggio originario di Najas:
[
e quindi andrebbero eradicati così come la Trachemys scripta che compete con le poche Emys orbicularis...


La competizione tra Emys e Trachemys è una grossa balla dettata dall'ignoranza da parte dei biologi europei delle abitudini delle specie americane, ignoranza generata da osservazioni falsate dall'allevamento in cattività.
Sono due specie che occupano due nicchie diverse.
In Habitat naturale l'Emys è prettamente carnivora e la Trachemys prettamente vegetariana da adulta.


ma non è solamente nell'intervento di Tartagnan - peraltro molto pertinente - che va individuata la risposta ai problemi di nuova introduzione e sovrapposizione delle specie. Se accade che una specie ad opera dell'uomo si insedia e prende il sopravvento sulle autoctone rientra in un disegno molto più grandioso di selezione naturale delle specie.
Il pesce siluro sta dimostrando doti di resistenza e di adattamento migliori delle altre per cui prevale.
L'uomo, nella sua imponente imbecillità, è da considerarsi pur sempre il più potente veicolo o strumento creato dalla natura per la diffusione delle specie sul pianeta, che lo faccia volontariamente o involontariamente. E qualcuno ha voluto che la sua mano rientrasse in questo disegno prestabilito.
In Arno sono state introdotte per casualità dall'uomo anche le Nutrie. Ma avrai notato da qualche anno la presenza dei cormorani in folte colonie e delle garzette sempre più numerose. Se i pesci mancassero, questi animali non si affolerebbero e si riprodurrebbero in tale misura.
Il vero fatto sta che i fiorentini gradirebbero l'Arno come una grande vasca di allevamento popolato solo dai pesci adatti alla loro canna, catturati solo dai loro ami. E a nessuno, proprio a nessuno importa che sulla riva d'Arno ad ogni grande risultato calcistico o ricorrenza del capodanno vengano buttate migliaia di bottiglie di spumante e birra da orde di dementi con gli occhi sbarrati.
Eppure..... la natura seguirà impassibile nel suo compito di selezione per fare evolvere le specie.

beppe
E' un



A volte Madre Natura decide di lanciare una palla ad effetto. (Charles Bronson)

cliccami:
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


17647 Messaggi
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Inserito il - 07 novembre 2007 : 16:59:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Effettivamente questo discorso autoctono/alloctono mica è tanto semplice. Alloctono - dal greco allo altro, e chthòn, suolo/terra). Cioè, quello che viene da un'altra terra... complicato da affrontare, soprattutto per l'uomo delle grandi migrazioni, partito da Africa per approdare in Europa solo, quando, 80, 50, 40 mille anni fa. Eh sì, solo... perché nei tempi geologici della terra, sembra proprio ieri! Seguendo il flusso e riflusso di specie attraverso i millenni è affascinante, entusiasmante. E' ciò che ha disegnato il paesaggio faunistico e floristico che conosciamo. Come mai adesso questi cambiamenti fanno tanta paura? Se una specie arriva da qualche altra parte, con o senza l'aiuto dell'uomo, e riesce a farcela nelle condizioni pessime che abbiamo creato, meglio delle povere bestie che c'erano prima... non è che ne dovremmo essere riconoscente? Una ricchezza in più insomma. Impoverisce la biodiversità? E' se invece, adattandosi al suo nuovo habitat, si evolvesse, cambiasse quel puntino di DNA che basta per farsi riclassificare come una nuova specie? E' fine mondo? Non sarebbe esattamente lo stesso processo che nei millenni ha prodotto tutte quelle altre specie che affollano gli archivi fotografici del forum?
Eresia, lo so, lo so e chiedo perdono. Ma guardando da spettatore, a volte ho l'impressione che se soltanto rispettassimo la natura veramente; se proteggessimo l'ambiente e gli habitat più che le specie individuali; se avessimo fiducia nella natura invece di proporci in ruolo paternalistico, come il suo custode e sorvegliante, sempre attenti che non sfugge dal nostro controllo... allora forse la natura riuscirebbe moooolto meglio di noi a raddrizzare gli equilibri alterati.
Mi sbaglio...? Allora via alla guerra santa contro le specie alloctone. Cominciamo con i castagneti della Toscana ?

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto" (S. J. Gould)

Modificato da - lynkos in data 07 novembre 2007 17:01:14
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EffeCi
Utente Senior


Città: Milano
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


2668 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 07 novembre 2007 : 18:11:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non posso ribatterti, perchè sono un eretico anch'io...
Se gli ambienti naturali fossero un po' meno degradati, buona parte del problema non si porrebbe, in quanto gran parte delle specie alloctone hanno successo proprio perchè in grado di vivere bene in situazioni "difficili" o sfavorevoli per la fauna autoctona...

--------------------------------------
Dubito, ergo sum.
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

Regione: Lazio


13572 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 07 novembre 2007 : 22:08:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quadro normativo:

- Il DPR 357, all'art. 12, commi 1 e 3, richiede una specifica autorizzazione del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio per le introduzioni in natura di specie non locali, decisa sulla base di un parere dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e di un apposito studio che accerti che non sussistano rischi di impatto per gli habitat naturali e la fauna autoctona;

- la Convenzione di Berna, all'Articolo 11, paragrafo 2.b, impegna gli stati firmatari a controllare rigorosamente l'introduzione di specie alloctone;

- la Convenzione di Rio sulla Biodiversità, all'Articolo 8, lettera h, impegna gli Stati firmatari ad attivare misure per prevenire l'introduzione, controllare o eradicare le specie alloctone che minaccino gli ecosistemi, gli habitat o le specie autoctone;

- la Direttiva Habitat (92/43/CEE), all'Articolo 22, lettera b, richiede agli Stati membri di assicurare che l'introduzione deliberata in natura di specie non originarie dei rispettivi territori sia regolata in modo da non danneggiare gli habitat naturali, la fauna e la flora selvatiche e, se necessario, di proibire tali introduzioni;

- la Risoluzione N° 57 del Comitato Permanente perla Convenzione di Berna sull'introduzione di organismi appartenenti a specie non indigene nell'ambiente, approvata in data 5 dicembre 1997, raccomanda agli stati membri di proibire la deliberata introduzione all'interno dei loro confini o in parte del loro territorio di organismi alloctoni al fine di stabilire popolazioni naturalizzate;

- la Risoluzione N° 77 del Comitato Permanente per la Convenzione di Berna sull'eradicazione dei vertebrati terresti alloctoni, approvata in data 2 dicembre 1999, raccomanda agli stati membri azioni di prevenzione, monitoraggio ed eradicazione delle specie alloctone invasive, comprese le specie domestiche.




Siluro in Arno a Firenze Paolo Mazzei   Link   Link
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Najas
Utente Junior

Città: Firenze

Regione: Toscana


80 Messaggi
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Inserito il - 07 novembre 2007 : 22:12:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Tartagnan:

Messaggio originario di Najas:

e quindi andrebbero eradicati così come la Trachemys scripta che compete con le poche Emys orbicularis...


La competizione tra Emys e Trachemys è una grossa balla dettata dall'ignoranza da parte dei biologi europei delle abitudini delle specie americane, ignoranza generata da osservazioni falsate dall'allevamento in cattività.
Sono due specie che occupano due nicchie diverse.
In Habitat naturale l'Emys è prettamente carnivora e la Trachemys prettamente vegetariana da adulta.

Per uno studio europeo: Link

[...]

Negli USA può capitare che fino a 9 e più specie differenti di tartarughe palustri siano presenti nello stesso specchio bacino e ognuna occupi la propria nicchia adottando addirittura differenti strategie di basking.

[...]



Non mi pare infatti di aver detto che compete per le risorse trofiche... ne sono scettico sul loro regime alimentare di tipo prevalemente vegetariano (da adulti), ne ero già al corrente...
sicuramennte ne sai più di me in fatto di tartarughe... ma quel che dicono i biologi (e non è assolutamente detto che sia la verità) è che le Emys sono già in netta diminuzione a causa della loro sensibilità alla distruzione, al degrado dell'ambiente e al disturbo antropico... mentre le Trachemys sono più adatte a sopravvivere in ambienti con ridotta naturalità e tendono a competere per gli spazi con le Emys.
Io non ho avuto la possibilità di fare esperimenti in questo senso... ma se in un dato ambiente vive una popolazione di Emys e ne immetti una di Trachemys non credo che vadano così d'amore e d'accordo come tra le specie americane che magari hanno avuto tutto il tempo di evolvere strategie diverse (in cattività è sempre diversa la situazione e quasi sicuramente riescono a convivere)... immagino che siano le Emys ad essere spodestate e a ritirarsi...

Poi è possibile che abbiano ragione quelle osservazioni in Olanda (dove peraltro non c'è alcuna tartaruga palustre autoctona con cui competere)...

In ogni caso possiamo anche togliere dagli esempi le tartarughe ma il discorso di fondo non cambia...
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Najas
Utente Junior

Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 07 novembre 2007 : 23:08:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:


[...] Se accade che una specie ad opera dell'uomo si insedia e prende il sopravvento sulle autoctone rientra in un disegno molto più grandioso di selezione naturale delle specie.
Il pesce siluro sta dimostrando doti di resistenza e di adattamento migliori delle altre per cui prevale.
L'uomo, nella sua imponente imbecillità, è da considerarsi pur sempre il più potente veicolo o strumento creato dalla natura per la diffusione delle specie sul pianeta, che lo faccia volontariamente o involontariamente. E qualcuno ha voluto che la sua mano rientrasse in questo disegno prestabilito.
In Arno sono state introdotte per casualità dall'uomo anche le Nutrie. Ma avrai notato da qualche anno la presenza dei cormorani in folte colonie e delle garzette sempre più numerose. Se i pesci mancassero, questi animali non si affolerebbero e si riprodurrebbero in tale misura.
Il vero fatto sta che i fiorentini gradirebbero l'Arno come una grande vasca di allevamento popolato solo dai pesci adatti alla loro canna, catturati solo dai loro ami. E a nessuno, proprio a nessuno importa che sulla riva d'Arno ad ogni grande risultato calcistico o ricorrenza del capodanno vengano buttate migliaia di bottiglie di spumante e birra da orde di dementi con gli occhi sbarrati.
Eppure..... la natura seguirà impassibile nel suo compito di selezione per fare evolvere le specie.

beppe



Si certo sono contentissimo che i bellissimi Ardeidi siano in aumento, tra l’altro stanno dando una mano mangiandosi i Gamberi killer americani...
ma infatti non è che mancano i pesci come numero... ma il fatto che ne stiamo perdendo in varietà... sono sempre le stesse specie alloctone siluri, pesci gatto, carpe, ecc. a prosperare a scapito degli autoctoni vaironi, ghiozzi, scardole, ecc.
Sono assolutamente d’accordo sulla tua visione sui pescatori che continuano ad introdurre specie esotiche per il solo gusto di pescarle... come se le acque pubbliche fossero la loro vaschetta personale...
È una vergogna certo anche il fatto che l’Arno come molti altri corsi d’acqua sia stato scambiato per una discarica! Sicuramente è un problema che viene prima di tutti quelli su cui stiamo discutendo!!
Nonostante tutto mantengo la mia posizione sulla pericolosità degli alloctoni verso la nostra fauna...
Ah, certamente è vero anche il contrario, la nostra cara fauna può diventare un pericoloso killer se introdotta ad esempio in America o in Australia (e gli esempi in tal senso non mancano...).
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Najas
Utente Junior

Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 07 novembre 2007 : 23:23:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di lynkos:

[...]
Come mai adesso questi cambiamenti fanno tanta paura? Se una specie arriva da qualche altra parte, con o senza l'aiuto dell'uomo, e riesce a farcela nelle condizioni pessime che abbiamo creato, meglio delle povere bestie che c'erano prima... non è che ne dovremmo essere riconoscente? Una ricchezza in più insomma. Impoverisce la biodiversità? E' se invece, adattandosi al suo nuovo habitat, si evolvesse, cambiasse quel puntino di DNA che basta per farsi riclassificare come una nuova specie? E' fine mondo? Non sarebbe esattamente lo stesso processo che nei millenni ha prodotto tutte quelle altre specie che affollano gli archivi fotografici del forum?

Mi sbaglio...? Allora via alla guerra santa contro le specie alloctone. Cominciamo con i castagneti della Toscana ?




Un conto è se arriva senza l'aiuto dell'uomo e tutto un altro è se invece arriva a causa dell'uomo...

Il punto non è se riesce a farcela a sopravvivere in un ambiente ormai degradato ma il fatto che può danneggiare e mettere in pericolo le specie autoctone (non solo dello stesso tipo, es. gambero americano contro gambero italiano... a questo giro evito la tartaruga... ma a tutti i livelli: animali, vegetali, ecc.).

Certo alcune introduzioni sono ormai storiche e indelebili... non avrebbe nessun senso adesso cercare di eradicare i castagni... ormai le specie autoctone presenti nei boschi ai tempi dei romani non sono più presenti nei castagneti da secoli e sarebbe un lavoro inutile e soprattutto impossibile! Ma almeno sarebbe opportuno non ripetere gli errori...

Come hai giustamente detto questo dicorso è tutt’altro che semplice soprattutto perchè nessuno sa di preciso cosa succederà... in ogni caso prima che una specie alloctona si evolva fino alla speciazione occorrerebbero milioni di anni e comunque probabilmente lo farebbe a scapito di una specie alloctona che si estinguerebbe...
...non vedo perchè l’uomo dovrebbe fare questi scambi, se poi la cosa è invontaria è un altro conto ma andrebbero almeno prese tutte le precauzioni possibili!


Comunque si il punto è proprio che impoveriscono la biodiversità...
poi ognuno è libero di pensarla come vuole ma, come ha fatto notare Paolo, fortunatamente non è libero di introdurre le specie alloctone che vuole!

----


Concordo assolutamente con quanto dice EffeCi...
eresia a parte naturalmente...

Modificato da - Najas in data 07 novembre 2007 23:30:56
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 08 novembre 2007 : 06:23:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
nessuno sa di preciso cosa succederà...

Ecco, è questo il punto. Facciamo una fatica bestiale anche a sapere con certezza se pioverà a Roma la prossima lunedì mattina, figurati se riusciamo a sapere come si evolverà nei prossimi diecimila anni (solo per cominciare) il nostro pianeta che non è, e non è mai stato, statico. Alcune specie spariranno (fra quali, forse anche l'uomo), altre si evolveranno... chi siamo noi per dire che è nel bene o nel male? Se non da un punto di vista strettamente antropocentrico.
Da quando le prime forme di vita hanno cominciato ad apparire sulla Terra, è stato tutto un fermento genetico incessante di adattamento, di sopravvivenza, chi sta sotto, chi sta sopra. Mò arriviamo noi e senza veramente aver capito bene le regole del gioco, vogliamo mettere un punto finale a questo processo. Tutto deve rimanere come lo conosciamo noi, rassicurante, sotto controllo e soprattutto funzionale ai piaceri e profitti dell'uomo.
Abbiamo creato un po' dovunque delle situazioni penose di degrado ambientale che mettono sotto stress le specie di fauna e flora che ci abitano. Arrivano altre specie meglio adattate, sopravvivono, prosperano, creano nuovi ecosistemi funzionanti e stabili. Forse alla fine dei conti, questo potrebbe avere più significato per il futuro del pianeta che la sopravvivenza a stento di una specie oscura di coleottero (solo per fare un esempio) che si differenzia da tutti gli altri solo da qualche peletto in più sul terzo segmento della gambe anteriori visibile solo sotto microscopico. O un tritone così simile ad altri che per capire bene dove incastrarlo nella sua scatola tassonomica, bisogna tagliarci un dito o un pezzo di coda per esaminarlo il DNA.
Invece lasciamo habitat e ambienti andare a rotoloni su grande scala, mentre cerchiamo di proteggere piccole unità che forse sarebbero sparite uguali nel corso dell'evoluzione.
Tutta l'evoluzione è stata fondata sul principio di adattamento e sopravvivenza del migliore, il più forte. Adesso pensiamo di sapere meglio noi e blocchiamo i tentativi della natura di adattarsi alle pessime condizioni che abbiamo creato. Alla fine arriveremo al punto della sopravvivenza assistita del più debole e peggio adattato. Non è un po' presuntuoso dell'uomo?


Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto" (S. J. Gould)

Modificato da - lynkos in data 08 novembre 2007 06:27:15
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 08 novembre 2007 : 06:41:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Najas......
tutto ciò che sta accadendo è il frutto di un disegno prestabilito che in qualsiasi modo tu lo possa indirizzare o tentare di controllare porterà sempre e comunque in quell'unica direzione che è rappresentata dall'evoluzione delle specie mediante selezione naturale. Sottolineo che l'imbecillità umana rientra come uno fra gli strumenti previsti per la realizzazione di questo piano.

Per creare sulla sponda d'Arno quella vergognosa spiaggetta fra i topi sfuggiti alle cloache l'uomo ha devastato e spianato circa trecento metri per cinquanta di splendido habitat dove trovavano rifugio decine e decine di specie appartenenti alla classe animale e vegetale.
Come vedi il vero pesce siluro è l'uomo che sottrae sempre più spazio alla biodiversità con i suoi gesti barbari e violenti.
Solo a questo punto incollerei il quadro normativo che ci ha voluto ricordare Paolo Mazzei. Solo ora. A questo punto della discussione. Non prima. Un memento rivolto a questa categoria di persone che detengono l'autorità per volgere il pollice verso o contro l'accelerazione di tale processo distruttivo. A chi dà l'ok perchè certe opere di devastazione vengano realizzate. Non a noi che assistiamo impotenti allo scempio quotidiano.
Chissà.....magari chi acquista per il proprio bambino un minuscolo pesce siluro non sa nemmeno se è un pesce o un anfibio. E quando sarà giunto il momento di disfarsene compirà il gesto nobile che è previsto dal disegno soprannaturale nella più completa innocenza ed ignoranza delle regole umane.

beppe



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Modificato da - vespa90ss in data 08 novembre 2007 06:46:00
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mazzeip
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Inserito il - 08 novembre 2007 : 08:51:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Beh, cerchiamo di non banalizzare troppo o corriamo il rischio di dare messagi fuorvianti: non si sta parlando di "altre specie meglio adattate che arrivano", stiamo parlando di specie introdotte da noi, per svago, attività che qualcuno chiama sport, ignoranza ambientale, interesse. E anche sul termine adattate ci sarebbe molto da discutere, semmai sono specie generaliste che riescono a sfruttare le risorse in modo più efficiente.

In questo momento sono all'aereoporto e devo essere telegrafico, ma pensiamo alla comunità entomologica che abita un castagneto o un rimboschimento appenninico a pino nero: quanto di meglio si possa desiderare... o no?



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lynkos
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Inserito il - 08 novembre 2007 : 09:23:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di mazzeip:

corriamo il rischio di dare messagi fuorvianti

Se guardi indietro nel tempo, poi (con tutte le problematiche del caso) cerchi di guardare anche in avanti... non è che ogni tanto ti sfiora per un attimo il dubbio che il messaggio fuorviante di oggi non potrebbe forse essere l'intuizione illuminante di domani? Un po' come la pura follia irragionevole di credere che la Terra potessi orbitare intorno al Sole, o l'eresia per eccellenza che l'uomo potesse essere, scandalo, disceso da una scimmia!
ma pensiamo alla comunità entomologica che abita un castagneto

Allora... è deciso... tutti da Simo con le motoseghe ... Ahiiii Simo, non mi menare, sai (spero) che sto solo scherzando .

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto" (S. J. Gould)
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