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 L'UOMO E LA NATURA: SCIENZA CULTURA ED ETICA
 La biodiversità è un valore riconosciuto e condiviso?
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 09 gennaio 2019 : 16:03:20 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

(copiato da Wiki)
Secondo il Glossario Dinamico ISPRA-CATAP, per biodiversità entro un determinato ambiente si intende la varietà di organismi viventi in esso presenti. Può essere descritta in termini di geni, specie ed ecosistemi.

Per quanto riguarda Natura Mediterraneo, leggo sul frontespizio della pagina:
"Conoscenza, valorizzazione, salvaguardia della Natura nell'ambiente Mediterraneo"
E, sotto:
"Natura Mediterraneo si propone di presentare e divulgare la natura ed il paesaggio dell'ambiente mediterraneo, in particolar modo la fauna, i funghi e la flora italiana."

Da questo, e dai contenuti del sito e, in particolare, del forum, mi pare di capire che la biodiversità è il tema centrale, o almeno uno dei temi centrali, insieme al paesaggio.

Dovrebbe essere quindi scontato che, tra i partecipanti a questo forum, la biodiversità sia un valore riconosciuto e condiviso.

Ma proviamo comunque a chiederci se veramente lo sia, e se lo sia per tutti noi, e, soprattutto, ad argomentare sul perché sia o non sia un valore.

La mia posizione è che la biodiversità sia un valore importante sotto vari aspetti:
  • Aspetto culturale ed estetico. La biodiversità, insieme al paesaggio, alle bellezze artistiche, alle tradizioni e alle altre specificità di un territorio, lo caratterizza e contribuisce al suo valore per chi ci vive e per chi lo visita.
  • Aspetto ecologico e scientifico in genere. La biodiversità garantisce il mantenimento dell'equilibrio ecologico di un ambiente, previene gli squilibri, e gli fornisce i mezzi per difendersi dalle perturbazioni esterne. E' inoltre un "terreno" fertile e importante per la ricerca scientifica.
  • Aspetto ambientalistico. E' un indicatore della "salute" di un ambiente anche in ottica di vivibilità per la specie umana.

La biodiversità va incrementata o mantenuta?

Direi che l'obiettivo primario di chi ama la natura sarebbe quello di mantenerla, così come si mantiene il nostro patrimonio artistico, letterario e archeologico per permettere ai nostri discendenti di poterne godere come ne abbiamo goduto noi.
Significativo il proverbio dei nativi d'america, grandi ecologisti ante litteram, secondo il quale "Non abbiamo avuto la Terra in eredità dai nostri padri, ma l'abbiamo avuta in prestito dai nostri figli."

E se la incrementiamo? Incrementare la biodiversità introducendo specie nuove, a mio giudizio, è rischioso come è rischioso restaurare un affresco del '400. Può darsi che il restauro, se non invasivo, renda l'opera più godibile, ma può anche darsi che la snaturi e le tolga gran parte del suo fascino.
Quindi, massima cautela e massima previdenza.

ninocasola43
Utente Super

Città: s.agnello
Prov.: Napoli

Regione: Campania


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Inserito il - 09 gennaio 2019 : 21:47:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
è mia opinione che dovremmo coniugare le due parti del pensiero degli autoctoni nordamericani e che cioè abbiamo avuto in eredità la terra dai nostri padri e nel contempo l'abbiamo avuta in prestito dai nostri figli!
in effetti il nostro compito è quello di attraversarla in punta di piedi evitando sia di arrecarvi delle distruzioni che di apportarvi modifiche che per noi possano sembrare di miglioria introducendo elementi autoctoni che potrebbero guastare un equilibrio che si sta autocorreggendosi,
e cerco di spiegarmi meglio su questa mia ultima affermazione: se in un ecosistema equilibrato, vuoi per intervento umano o vuoi per casualità incidentali si dovesse creare uno squilibrio (sappiamo che al sorgere di un buco la natura autonomamente provvede a porvi i suoi rimedi) il nostro intervento potrebbe (e sottolineo potrebbe) ricreare un nuovo squilibrio.
esempio ne è che, in alcune zone di ripopolamento si viene a creare una sovrappopolazione dei nuovi arrivati in senso opposto costringendoci ad un nuovo intervento correttivo (esempio la reintroduzione di cinghiali alloctoni nel Salento ha creato problemi ai rettili autoctoni e alla fauna avicola dovendo poi ricorrere al successivo abbattimento dei mammiferi eccedenti).
quindi, caro Luigi, mi permetto di esprimere un terzo concetto a quanto hai sopra riportato ed è quello di correggere, e con assoluta cognizione di causa e preparazione scientifica, la biodiversità
un cordiale saluto!


nin

Modificato da - ninocasola43 in data 09 gennaio 2019 21:49:13
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


33000 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 09 gennaio 2019 : 22:15:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Forse c'è un piccolo malinteso.

Sono d'accordo con te che, se l'evoluzione, per qualche causa, per lo più non naturale, produce uno squilibrio ambientale, noi uomini, con grande attenzione e cautela, potremmo tentare di riportare l'ecosistema in equilibrio.
Per esempio, potremmo cercare di catturare gli scoiattoli grigi americani per evitare che portino all'estinzione lo scoiattolo rosso.

Ma questo, in pratica, significa che ci preme la conservazione della biodiversità e ce lo poniamo come obiettivo, anziché lasciare che l'evoluzione faccia il suo corso e trovi autonomamente un nuovo equilibrio con una condizione di biodiversità che necessariamente sarà stata modificata..
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ninocasola43
Utente Super

Città: s.agnello
Prov.: Napoli

Regione: Campania


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Inserito il - 10 gennaio 2019 : 08:40:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
il mio pensiero, caro amico è coincidente col tuo; solo che non si dovrebbe (il condizionale è d'obbligo, mai arrivare a introdurre scoiattoli americani per poi sopprimerli|
cordialmente!

nin
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