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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

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32954 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 settembre 2018 : 15:45:06 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Osservando gli insetti - ma vale in una certa misura anche per gli animali superiori (vedi i topi, i lemming, la Quelea ecc...) - si nota che spesso le specie di piccole dimensioni sono presenti con popolazioni numerosissime.

Per esempio, due emitteri che si nutrono di linfa di eucalipto: Thaumastocoris peregrinus e Glicaspis brimblecombei, che hanno un nome inversamente proporzionale alla lunghezza dell'insettino.

Anche gli afidi, in genere, sono presenti con popolazioni molto numerose.

A parte la considerazione banale che, essendo piccoli, ce n'entrano di più per unità di territorio, c'è qualche motivazione precisa?

Qualcuno ha studiato il fenomeno?


Modificato da - elleelle in Data 04 settembre 2018 16:19:38

theco
Utente Super




6116 Messaggi
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Inserito il - 04 settembre 2018 : 19:13:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non credo che la dimensione sia una discriminante per la densità.
Sai quanti alberi per ettaro ci sono in querceto?
Penserei piuttosto alla strategia riproduttiva: di tipo k o di tipo r.
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32954 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 05 settembre 2018 : 17:01:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non mi pare che sia quello il determinante.
Gli afidi sono vivipari e i giovani non sono predati più degli adulti.
Anche la prima delle due specie dell'eucalipto che ho citato fa poche uova grandi, non più di una decina per femmina.
Anche i collemboli e gli psocotteri fanno poche uova grandi.
Il massimo della strategia R lo troviamo tra alcuni pesci ossei
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32954 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 08 settembre 2018 : 14:47:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La tua osservazione chiama in causa una questione interessante, che si può vedere legata all'altra.
Gli animali piccoli non fanno molti figli.
Presumibilmente, per sopravvivere, un neonato non può essere troppo piccolo. Nel caso sia un predatore, per esempio un ragno, non troverebbe prede alla sua portata.
Quindi, gli animali piccoli concentrano le loro riserve nella produzione di poche uova relativamente grandi, mentre quelli un po' più grossi attuano una vera strategia R deponendo centinaia di uova.

Faccio un esempio relativo a due generi di ragno della famiglia Lycosidae, e quindi con abitudini predatorie simili: Hogna radiata, che raggiunge i 3 cm di corpo, e Pardosa wagleri, che sta sui 6-7 mm.

Nel caso Hogna radiata ho stimato che una femmina molto ben nutrita ha avuto circa 400 figli, mentre questa Pardosa ne avrà addosso non più di 30-40.


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Modificato da - elleelle in data 08 settembre 2018 20:46:42
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2346 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 17 ottobre 2018 : 22:04:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non ho un'idea precisa ma per me le dimensioni contano eccome, anche se non sono l'unico criterio.
La butto lì: all'equilibrio una specie è limitata essenzialmente dai predatori e dalle risorse. In mancanza di predatori finisce per saturare le risorse a disposizione e ciò corrisponde a numeri tanto più grandi quanto più piccola è la specie. Probabilmente i due emitteri dell'esempio si sono ritrovati con un tanti eucalipti a disposizione, senza predatori e senza concorrenti.
Se fossero stati koala forse si sarebbero moltiplicati anch'essi ma siamo tutti convinti che non avrebbero mai raggiunto certi numeri, indipendentemente dalla strategia riproduttiva. Questa è importante nelle competizione con altre specie ma non dovrebbe influire sul numero di individui in condizioni di saturazione delle risorse.

fern



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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32954 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 17 ottobre 2018 : 22:46:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Giusta osservazione nel caso di due insettini che vivono sulle piante di eucalipto.

In realtà mi pare che il criterio valga anche per molti insetti autoctoni che, ove presenti, sono presenti in gran numero.
Per esempio, Chrysomelidae come Xanthogaleruca luteola, afidi vari, cocciniglie, Psyllidae ....

Se ho capito bene, tu dici che tendono a saturare l'ambiente, e se sono piccoli per saturarlo devono essere tanti.
Corretto?
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2346 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 18 ottobre 2018 : 23:19:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Si, la vedo così, probabilmente influenzato dalla "legge" dell'esclusione competitiva.

E' vero che non tutte le specie così numerose sono aliene, spesso però (sempre?) sfruttano situazioni create dall'uomo.

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gomphus
Moderatore


Città: Milano
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


10487 Messaggi
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Inserito il - 19 ottobre 2018 : 17:45:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
osservo che, almeno nel mondo che abbiamo creato e continuiamo a creare noi , dove negli ambienti periurbani e agricoli gli spazi (semi)naturali residui sono spesso molto ridotti e altamente frammentati, potrebbe esserci un altro fattore a favore delle piccole dimensioni

una popolazione di qualunque cosa, per essere pienamente vitale, non può scendere al disotto di determinati limiti numerici; in caso contrario, viene a trovarsi sempre più a rischio

ora, una popolazione di koala dubito molto che potrebbe sopravvivere in un quadrato di 50 m di lato coperto di eucalipti, a meno di non essere oggetto di attenta protezione da parte umana... e anche così, la sua sopravvivenza sarebbe sempre appesa a un filo, perché il numero totale di individui rimarrebbe inevitabilmente troppo basso

una popolazione di Thaumastocoris o di Glycaspis, invece, potrebbe farlo benissimo, perché lo stesso spazio sarebbe più che sufficiente a consentire la presenza di una popolazione abbastanza numerosa da risultare vitale... anche perché le stesse condizioni, per i possibili predatori, sarebbero sempre meno favorevoli man mano che aumentano le dimensioni di questi

così, un campo incolto di un km2 di superficie, in mancanza di qualunque spazio disponibile circostante, potrebbe bastare a ospitare popolazioni sufficientemente grandi di varie specie di insetti e microvertebrati (ad es. lucertole), ma non dei loro grandi predatori

e un gran numero di individui (tanto meglio se si riesce a ottenerlo anche in spazi ristretti) di una specie con buone od ottime capacità di dispersione, soprattutto una volta saturato l'ambiente, consente a una parte anche significativa di essi di allontanarsi per tentare la colonizzazione di nuovi ambienti, senza per questo impoverire eccessivamente la popolazione di partenza

maurizio

quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato,
allora ci accorgeremo che il denaro non si può mangiare

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