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 Storie vecchie, molto vecchie.
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enotria
Utente Senior


Città: Gaibanella FE
Prov.: Ferrara

Regione: Emilia Romagna


1322 Messaggi
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Inserito il - 17 novembre 2017 : 23:44:22 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

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La sorpresa


Stavo ripulendo dalla matrice una bella ammonite Pleydellia paucicostata con il vibro incisore e, come al solito, quando si vuole perfezionare quello che è già a posto, con l’ultima vibrata l’ammonite mi si spezza in mano.

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Poco male, le colle le hanno inventate apposta per me, ma cosa sono quei corpi gialli e che ci fanno “dentro” alla mia ammonite ?

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Sembrano tante uova gialle, la frattura ha spezzato anche diversi di questi “ovetti”, lasciando vedere una superficie perfettamente liscia e regolare.

Ma cosa sono ed in che rapporto si pongono rispetto alla ammonite ?

Si chiamano ooliti e si formano per deposito di carbonato di calcio, un po’ come le stalattiti: probabilmente l’ammonite è morta, circa 180 milioni di anni fa, ed i suoi tessuti molli si sono decomposti, lasciando vuota la camera di abitazione.
Questa è stata presto riempita da fango e sabbia e, in milioni di anni, il carbonato si è concentrato in strati continui e sovrapposti, formando una specie di cipolla, appunto, il nostro oolite. Il colore, intensamente giallo, è dato dalla presenza di ferro (limonite) che si è poi concentrato negli ovuli.

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Se noi andiamo a guardare l’oolite in sezione, possiamo notare ancora oggi la sua formazione a strati concentrici, a partire da un nucleo centrale originario.

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Gli ooliti ferrosi, quando sono presenti in grande quantità, diventano preziosi come sorgenti di ferro, tanto da venire sfruttati anche a livello industriale, come nella Lorena francese o nella nostra italica Brianza.

Così, dalla rottura di una vecchia ammonite, abbiamo scoperto che il tempo non è passato invano: goccia dopo goccia, evaporazione dopo evaporazione, le “uova” continuavano a crescere all’interno della camera di abitazione, quasi come se la nostra “lumacona” fosse pronta per riprodursi, ancora una volta.




Ultima difesa


Che cosa fa un uomo quando si sente minacciato, non può fuggire e non è più in grado di difendersi ?
Normalmente assume una posizione caratteristica, raggruppandosi su se stesso in una posizione denominata “fetale”: le gambe vengono richiamate a coprire l’addome più vulnerabile, la testa viene piegata fra le ginocchia a trovare maggiore protezione, solo la schiena, ben protetta dalla colonna vertebrale e dalla gabbia delle costole, viene lasciata esposta all’eventuale attacco dell’aggressore.

Questo comportamento è naturale oggi nell’uomo, ma in realtà è diffuso in tutto il mondo animale ed in tutti i tempi.

Mi piace, ogni tanto, fare un giretto nei tempi passati, ma molto passati, ed osservare la Vita di allora. Ed anche la Morte di allora.

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Questo sopra è il signor Gerastos tuberculatos, un trilobite, ed è decisamente morto e defunto.
Viveva durante il periodo che chiamiamo Devoniano, circa 400 milioni di anni or sono, quando ancora i continenti erano tutti ravvicinati e la maggioranza della vita animale era concentrata nei mari.
E così anche per il nostro trilobite, che se ne andava a spasso per l’oceano ma, essendo ormai vecchio, gli prese un coccolone e morì. Ondeggiando come una foglia morta, cadde sul fondo, dove ben presto fu ricoperto da sabbia e melma e restò li come un salame, fino a che dei terremoti lo sospinsero sempre più su, fino a emergere fra le sabbie del deserto marocchino.

Ma perché tutto questo discorso ?

Riguardate l’immagine precedente, vedete come è bello disteso e rilasciato ? E’ l’abbandono della morte: prima è morto, poi è stato sepolto e così come era, è stato conservato per sempre.

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Guardate ora queste altre due trilobiti che tengo in mano: sembrano delle palline da giocare a “boccini”, tutti raggomitolati su se stessi, perché ? Cosa gli è successo 400 milioni di anni fa ?
Anche loro nuotavano belli tranquilli per il loro mare, quando all’improvviso una intera parete di fango gli crollò in testa, seppellendoli. Poverini, certamente tentarono di liberarsi dalla morsa del fango, ma fu tutto inutile ed infine si arresero: si chiusero in posizione di difesa e morirono.

Come è diversa la loro postura, contratti in un ultimo spasmo, si sono chiusi a palla, prima di morire.
Già, proprio così, quei poveri trilobiti erano certamente vivi quando sono stati sepolti e la morte li ha fissati nel tempo nella posizione “fetale”, ammesso che nel loro caso la parola possa avere lo stesso nostro significato.

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Una trilobite Flexicalymene retrorsa, chiusa a palla, con la testa corazzata ripiegata sull’addome, a proteggere gli organi vitali.

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Qui ben si vede la robusta schiena, rinforzata da grosse nervature, inutilmente contratta a difendere il trilobite da un nemico che invece che morderlo, lo soffocava.

Sono molti i trilobiti che vengono trovati così contratti, indicando chiaramente una posizione voluta e mantenuta fino alla morte, e l’osservarli mi fa sempre pensare a quei pochi minuti di tanto tempo fa.

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E attorno a loro la vita continuava, non per nulla questo periodo viene anche chiamato l’Età dei Pesci ed il mare è pieno non solo di trilobiti, ma tante ammoniti di tutte le dimensioni, pesci dalla testa completamente corazzata da placche ossee e sono ultimamente comparsi anche strani pesci che hanno sviluppato delle minuscole zampette al posto delle solite pinne.

Poverini, che strani, chissà se avranno successo nella continua evoluzione.














Andrea ---> Link

Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)

D21
Moderatore Tutor


Città: Cuneo

Regione: Piemonte


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Inserito il - 18 novembre 2017 : 21:19:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sempre un piacere scoprire un tuo post e rievocare queste antichissime storie.

Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
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