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 Variabilità in Chilostoma adelozona rhaeticum
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SnailBrianza
Moderatore


Città: Besana in Brianza
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


1619 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 15 settembre 2016 : 21:46:26 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Quando ormai credevo di avere la chiave di lettura per riconoscere le varie specie di Chilostoma del "gruppo" zonatum, rhaeticum e adelozona, mi si presenta questa popolazione della Valmalenco (SO) dove sotto gli stessi sassi ho trovato tutte le forme possibili ed immaginabili:
a- Chilostoma zonatum (forma classica con banda ben evidente)
b- Chilostoma zonatum (forma nana dalla colorazione olivastra e senza banda, forma rara ma presente in molte altre popolazioni frammiste)
c- Chilostoma adelozona cf.debettae (forma nana piuttosto depressa dalla colorazione più tenue e dalla banda poco marcata simile a quella del passo di Belviso)
d- Chilostoma adelozona rhaeticum (forma classica dal guscio lucido e con una banda ben marcata)
e- Chilostoma adelozona adelozona (forma abbastanza conica dalla colorazione pastello con banda poco pronunciata molto simile a quella che si rinviene sulle rocce dolomitiche della Valsassina)

Variabilità in Chilostoma adelozona rhaeticum

Variabilità in Chilostoma adelozona rhaeticum


Variabilità in Chilostoma adelozona rhaeticum

Chilostoma zonatum
Variabilità in Chilostoma adelozona rhaeticum

A parte gli esemplari a e b che sono degli zonatum a tutti gli effetti, gli altri tre sono probabilmente dei rhaeticum in tre varianti ben distinte. La forma c non mi stupisce molto, il nanismo è un fenomeno riscontrabile anche in altre specie, la forma e invece è quella che ha fatto crollare tutte le certezze che avevo costruito riguardo al "gruppo". Trovare un adelozona "tipico" in mezzo a dei rhaeticum mi ha fatto ipotizzare che forse le loro diversità non sono dovute al fatto di appartenere a due sottospecie diverse ma al tipo di substrato in cui vivono e in questo caso la geologia è molto complessa come lo dimostra il ritrovamento di due Chondrine avenacea poco più a valle: QUI
Mi sto rendendo conto che più mi spingo con la ricerca e più mi si confondono le idee.

Vittorio


"Non affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi." (Voltaire)

Arctica
Utente V.I.P.

Città: Solto Collina
Prov.: Bergamo

Regione: Lombardia


287 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 16 settembre 2016 : 11:21:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interessanti le tue osservazioni Vittorio , ma gli esemplari, quando affermi di averli trovati sotto gli stessi sassi , vuol dire tutti nella stessa area su stesso substrato magari eterogeneo ?

Se cosi’ fosse escluderei la componente geologica , in quando ogni singolo esemplare e’ libero di muoversi e scegliersi l’area che piu’ gli aggrada , le differenze morfologiche cosi’ marcate, parere personalissimo, potrebbero portare a due conclusioni , specie distinte conviventi o variabilita’ della stessa specie.

Diverso invece averli rinvenuti in aree ben distinte anche confinanti , ma di natura geologica diversa, anche in questo caso pero’, bisognerebbe appurare il perche’ alcuni si adattano a vivere su un substrato piuttosto che un altro , la ricerca delle cause potrebbe portare a nuove considerazioni.

Sulla Presolana parete Nord , appena sopra il rifugio Albani , a 2200 mslm, mi e’ capitato di osservare su substrato carbonatico la presenza di rhaeticum in una certa area , lo stesso sparire completamente per circa 800 metri su uguale substrato , per poi riapparire copioso sulla cima Verde su rocce diverse appartenenti alla Formazione di Breno.

Come mai nella parte centrale ha scelto di non viverci ?

Tra i due punti , e’ presente in numero molto alto hermesianum , che pero’ non invade mai gli spazi occupati da rhaeticum sugli estremi dell’area ( almeno dove io ho cercato circa cinque uscite ) , non tiro conclusioni , momentaneamente mi limito ad osservare .

Penso caro Vittorio , che le tue idee non si stiano confondendo , ma che tu semplicemente , abbia trovato un ulteriore tassello , che ti portera’inevitabilmente a fare altre e nuove considerazioni , per provare a capire qualcosa dei nostri amati Chilostoma.


Fabrizio
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SnailBrianza
Moderatore


Città: Besana in Brianza
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


1619 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 16 settembre 2016 : 21:51:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Fabrizio
ti rispondo quotando quanto hai scritto.
...quando affermi di averli trovati sotto gli stessi sassi , vuol dire tutti nella stessa area su stesso substrato magari eterogeneo ?
In tutta la zona le rocce sembravano avere la stessa natura geologica a parte la piccola oasi carsica dove avevo trovate le Chondrine. I Chilostoma li ho trovati dunque sotto massi della stessa natura e non escludo che siano dei calcari di origine sedimentaria che hanno subito un processo di metamorfosi rendendoli leggermente scistosi.
...le differenze morfologiche cosi’ marcate, parere personalissimo, potrebbero portare a due conclusioni , specie distinte conviventi o variabilita’ della stessa specie
Le mie conclusioni sono che in quest'area ci sono due specie ben distinte, Chilostoma zonatum e C. adelozona, con entrambe un'altissima variabilità intraspecifica. Per quanto riguarda l'adelozona potrei affermare che geograficamente si tratta della sottospecie rhaeticum ma osservando l'esemplare e comincio a sospettare che la suddivisione sottospecifica non è così netta come credevo ma potrebbe trattarsi semplicemente di un adattamento a substrati diversi. Forse questa popolazione non ha da molto occupato questa area e le loro caratteristiche morfologiche si devono ancora assestare.
Penso caro Vittorio , che le tue idee non si stiano confondendo , ma che tu semplicemente , abbia trovato un ulteriore tassello , che ti portera’inevitabilmente a fare altre e nuove considerazioni , per provare a capire qualcosa dei nostri amati Chilostoma.
Hai perfettamente ragione, sono stato un po' esagerato ma tutto questo evidenzia il fatto che siamo ancora ben lungi dall'avere le risposte che cerchiamo e spero solo che le nostre osservazioni possano tornare utili a chi vorrà affrontare il problema più scientificamente studiando i legami genetici che intercorrono fra le varie popolazioni alpine.

Vittorio


"Non affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi." (Voltaire)
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2349 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 17 settembre 2016 : 08:41:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La sensazione di Vittorio non è solo sua, mi sembra che ogni autore abbia avuto una visione diversa dagli altri e talvolta l'ha cambiata nel corso degli anni.
Per Forcart rhaetica e adelozona "passano con continuità l’una nell’altra", e fin qui tutto bene, ma diceva pure che ci sarebbero forme di passaggio rhaetica-zonata e addirittura rhaetica-achates!

Considerando che la Valtellina è un corridoio diretto fra i laghi di Como e Lugano ed il Trentino, la presenza di C.zonatum in Valmalenco forse ci dice che alcune specie lo hanno sfruttato e potrebbe spiegare la presenza di C. zonatum isolato nel gruppo dell'Ortles. Se poi, in un passato geologicamente non lontano, esisteva una maggior copertura sedimentaria, potrebbero esserci passate anche specie calcicole ... Guarda un po' che razza di ruminamenti! Aggiungo una cartina

Località del gruppo zonatum-achates (Degner, 1937)
Variabilità in Chilostoma adelozona rhaeticum
160,4 KB



fern
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SnailBrianza
Moderatore


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Regione: Lombardia


1619 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 17 settembre 2016 : 21:25:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interessante la cartina (Degner 1937), le distribuzioni sono abbastanza in linea con le mie osservazioni tranne per alcuni punti. Riporto la cartina dove ho cerchiato, con il colore corrispondente alla specie, alcune località che non concordo con l'originale:

Variabilità in Chilostoma adelozona rhaeticum

1-Se ho interpretato bene la carta, questo punto dovrebbe corrispondere alla val Sissone, la diramazione sinistra della Valmalenco (SO). Qui non ho mai trovato Chilostoma adelozona rhaeticum ma Chilostoma zonatum.
2-Questo punto l'ho segnato con i colori del rhaeticum e dello zonatum perchè è l'unico posto dove ho trovato le due specie simpatriche ed è il punto di contatto tra gli areali delle due specie, praticamente è il luogo del ritrovamento in esame nella discussione.
3-In alta valle Brembana ho trovato solo esemplari morfologicamente identici ai rhaeticum classici della Valtellina ma la loro discontinuità geografica mi lascia parecchi dubbi.
4-Qui ho indicato una località in alta val Trompia dove c'è una popolazione isolata di Chilostoma zonatum.
...Se poi, in un passato geologicamente non lontano, esisteva una maggior copertura sedimentaria, potrebbero esserci passate anche specie calcicole ...

Se ho ben capito, è probabile che prima delle glaciazioni ci siano stati degli affioramenti calcarei che facevano da ponte tra le varie località che oggi sono geologicamente isolate, asportati in seguito dal lento progredire delle lingue glaciali. L'idea è molto interessante e non l'avevo mai presa in considerazione ma questo potrebbe essere stato possibile solo se i sedimenti erano molto sottili e ricoprivano, tipo crosta, i versanti delle valli superficialmente perchè oggi non mi risulta che siano rimaste tracce di queste formazioni ma non essendo geologo, le mie riflessioni sono senza cognizione di causa.

Vittorio


"Non affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi." (Voltaire)
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2349 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 18 settembre 2016 : 19:46:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hai capito bene, salvo che io penso ad un dilavamento provocato dagli agenti atmosferici in generale.
E' stato il gruppo dell'Adamello a suggerirmi questa possibilità: è un grande plutone di roccia magmatica solidificatosi sotto la crosta preesistente, successivamente erosa mettendo a nudo le rocce caratteristiche di questo gruppo (tonalite, diorite ...). Dell'antica copertura calcarea si conservano tracce più o meno consistenti, specie lungo il margine meridionale ma per lo più è scomparsa e il sollevamento stesso contribuisce ad accelerare l'erosione. Ciao,

fern
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