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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


2265 Messaggi
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Inserito il - 20 aprile 2016 : 11:18:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lasciando stare le motivazioni strettamente scientifiche della "lotta" alle alloctone, che si possono ormai trovare in un'ampia bibliografia, che in alcuni casi è anche di alto livello qualitativo, fra noi, per esprimere opinioni, si può parlare anche a livello di logica di base.
Una specie introdotta è spesso molto "efficiente" (per questo, spesso la si definisce invasiva o infestante) proprio perchè non è ancora in equilibrio con le altre componenti ambientali, biotiche e non, con le quali si confronta.
L' aliena (mi si passi il termine, piuttosto che un altro giro di parole, tanto per intenderci...) si fa notare quando è più "efficiente" di una "autoctona", e questo si è verificato sia in Europa con l'arrivo di specie americane o asiatiche, sia negli altri continenti, quando vi vengono rilasciate specie europee.
Questa efficienza, se le risorse ambientali locali fossero illimitate, non avrebbe conseguenze, ma non è così perchè una specie introdotta utilizza parte delle risorse precedentemente sfruttate da una specie "locale".
Col tempo si può creare un nuovo equilibrio, che chiaramente sarà a scapito di qualcuno di quegli organismi che avranno dovuto rinunciare a parte delle risorse che in precedenza erano a loro disposizione.
Senza scomodare esempi come quelli della fauna australiana o delle faune isolane completamente stravolte dalle introduzioni di specie estranee, credo si trovino anche da noi situazioni di faune interamente sostituite da accozzaglie di esotiche (i già citati pesci del Po sono un esempio desolante) con tanti saluti alla biodiversità, visto che le faune di posti antropizzati lontani fra loro tendono ad uniformarsi a causa dell'affermazione "competitiva" di specie cosmopolite dominanti.
Premesso tutto ciò, e considerato che le introduzioni e le conseguenti perturbazioni all'ecosistema avvengono per mano dell'uomo, perchè escludere a priori la possibilità di interventi di controllo?
Si può discutere su come farli e sul bilancio costi-benefici delle singole iniziative, ma io mi auguro che si possa concordare sull'utilità dell'eliminazione di un elemento estraneo ad un ecosistema (estraneo nel senso che non vi si è coevoluto autonomamente), soprattutto perchè la sua presenza è solitamente dovuta ad un "errore umano" ed è sottratta alle normali dinamiche delle comunità naturali.
Anche considerando che il fenomeno delle introduzioni è in continuo incremento, per ridurne gli impatti deve essere contrastato il più possibile.
Il quadro normativo, a differenza di quanto succedeva in passato, è ormai favorevole ad un impegno della "società" nel contrasto alle specie alloctone; per quanto riguarda le specie introdotte di interesse venatorio, invece, non c'è sufficiente condivisione (cioè ci sono pressioni sul mantenerle da parte di chi ne beneficia, mentre dalle altre persone non sono percepite come problematiche) nel ritenere necessari interventi su di loro (ricordo l'inclusione, qualche anno fa della minilepre fra le cacciabili in Lombardia, con la motivazione di un contrasto alla sua diffusione ma col risultato che, anzichè vederla sparire sotto i colpi delle doppiette, si è diffusa rapidamente ovunque anche attraverso una serie di introduzioni abusive "a tappeto"...).
Premesso che non è pensabile che si possa intervenire subito su tutti i fronti, per alcune specie (ad es., le Trachemys) non vedo interessi contrastanti che potrebbero ostacolare la riuscita di piani di controllo o eradicazione locale.
La pericolosità dello scoiattolo grigio per la sopravvivenza del rosso credo sia stata accertata in paesi europei dove la ricerca naturalistica è assai più finanziata che nel nostro, e dove i faunisti avrebbero potuto sbizzarrirsi in altri campi senza elaborare piani di eradicazione solo per ottenere fondi... poi in Gran Bretagna c'è stata una polemica sul fatto che fosse più efficace, per controllare il grigio, smettere di ammazzare le martore (che li predano) piuttosto che effettuare campagne di trappolaggio. L'efficacia dei metodi è senz'altro da verificare, personalmente sono però convinto (si era capito? ) che i ripristini ambientali resi necessari per porre rimedio alle maldestre gestioni umane dell'ambiente naturale debbano anche comportare l'eliminazione degli elementi estranei (a cominciare ovviamente dai casi in cui questo è materialmente fattibile senza grossi impegni ed investimenti).
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nocino
Utente Senior

Città: Acquapendente
Prov.: Viterbo

Regione: Lazio


4317 Messaggi
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Inserito il - 20 aprile 2016 : 17:28:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie iperione hai espresso un quadro molto dettagliato e veritiero.
Stefano, in Piemonte i dati parlano chiaro. Anche se in un primo momento lo scoiattolo grigio è rimasto circoscritto a piccole zone oggi i dati sono ben altra cosa. Lo scoiattolo grigio si è espanso in buona parte della regione...e per magia lo scoiattolo rosso è sparito.
Questi sono i dati che hanno presentato alla giornata formativa un mese fa.
Poi se non mi vuoi credere sei liberissimo di farlo.


Luca
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stefanovet1958
Utente Super


Città: Capocavallo di Corciano
Prov.: Perugia

Regione: Umbria


8074 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 aprile 2016 : 18:56:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di iperione:


.....La pericolosità dello scoiattolo grigio per la sopravvivenza del rosso credo sia stata accertata in paesi europei dove la ricerca naturalistica è assai più finanziata che nel nostro, e dove i faunisti avrebbero potuto sbizzarrirsi in altri campi senza elaborare piani di eradicazione solo per ottenere fondi... poi in Gran Bretagna c'è stata una polemica sul fatto che fosse più efficace, per controllare il grigio, smettere di ammazzare le martore (che li predano) piuttosto che effettuare campagne di trappolaggio. L'efficacia dei metodi è senz'altro da verificare, personalmente sono però convinto (si era capito? ) che i ripristini ambientali resi necessari per porre rimedio alle maldestre gestioni umane dell'ambiente naturale debbano anche comportare l'eliminazione degli elementi estranei (a cominciare ovviamente dai casi in cui questo è materialmente fattibile senza grossi impegni ed investimenti).


In Europa , il grigio è presente solo in Italia in Gran Bretagna e Irlanda. Alla base della "quasi" estinzione del rosso, dalle isole britanniche, c'è fondamentalmente un'infezione da Poxvirus, che ha quasi sterminato la popolazione autoctona. Questo virus non è mai stato isolato da scoiattoli in Italia e pare sia endemico delle isole britanniche. Continuo a pensare, che Parrocchetti e scoiattoli siano ormai naturalizzati, così come Nutrie e Trachemys, e che l'eradicazione dal territorio sia ormai improponibile . Vorrei poi capire perché nel mondo scientifico, ci sono" alieni" di serie A e di serie B e si punta sempre il dito su specie che non hanno interesse venatorio. Ci sono specie estranee alla nostra fauna, nazionale e/o regionale, che sono periodicamente lanciate per soddisfare il prelievo venatorio ( Parlo di fagiani, ciukar, silvilago, estranei alla nostra fauna e pernici cinghiali caprioli e lepri europee liberati in regioni dove storicamente non erano presenti). Scoiattoli & Co. sono soprattutto una buona opporunità economica....
P.s . Qui in Umbria la competizione più grossa, il rosso ce l'ha con il ratto nero, e non con il grigio, con il quale in molte zone coabita....



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nocino
Utente Senior

Città: Acquapendente
Prov.: Viterbo

Regione: Lazio


4317 Messaggi
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Inserito il - 21 aprile 2016 : 08:29:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
P.s . Qui in Umbria la competizione più grossa, il rosso ce l'ha con il ratto nero, e non con il grigio, con il quale in molte zone coabita....



Era così anche in Piemonte! Ma oggi.....

Luca
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