Domenica, io e l'utente quadrifarius, abbiamo fatto un'escursione in Grigna seguendo un sentiero poco frequentato che porta al passo della Stanga e alla famosa parete Fasana (famosa per gli scalatori) ai piedi del Pizzo della Pieve. Poco prima del passo abbiamo trovato due nicchi vuoti ma molto freschi di Chilostoma che, vista la geologia del posto di origine dolomitica, abbiamo creduto in principio che fossero dei Chilostoma adelozona. Solo a casa mi sono reso conto che erano dei Chilostoma zonatum, a dimostrare che lo zonatum in Valsassina non è legato solo alle rocce silicee ma si adatta perfettamente anche alle rocce calcaree, non è così invece per l'adelozona che vive solo ed esclusivamente su rocce calcaree. Chilostoma zonatum sul calcare l'avevo osservato solo sulle Alpi Marittime e Cozie ma in quei casi si parla di una sottospecie diversa, il Chilostoma zonatum flavovirens. Molto più sotto al sentiero che abbiamo percorso, a livello del torrente Pioverna, avevo già trovato degli zonatum ma la roccia era di origine porfirica e il dato non mi aveva stupito.
Ciao Vittorio
"Non affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi." (Voltaire)
Per quanto riguarda adelozona, di recente ne ho trovato in Val Daone (TN) su tonalite (credo). Saranno stati rhaeticum? A me sembravano identici all'adelozona segnalato presso Bagolino (BS) Purtroppo si è guastata la scheda di memoria della fotocamera ed ho perso tutte le foto (è la terza volta, e sembra succeda solo a me! ). Ciao,
Sarei molto curioso di vedere delle foto, tieni presente che quella dovrebbe essere l'areale del rhaeticum. La divisione dei loro areali, per quello che ho in mente, corrisponde alla divisione geologica calcare/silicio ma forse è perchè sono solo forme di un'unica specie adattatasi a substrati diversi. Tra tutti i cambiamenti nella checklist sui Chilostoma, una delle cose che concordo pienamente è che il rhaeticum non è più un achates ma è diventato giustamente un adelozona.
Ciao Vittorio
"Non affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi." (Voltaire)