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 Viviparus contectus (Millet, 1813)
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Subpoto
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Inserito il - 18 marzo 2007 : 23:35:24 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Classe: Gastropoda Famiglia: Viviparidae Genere: Viviparus Specie:Viviparus contectus
Il genere Viviparus è presente in Italia con due specie, e sono tra le poche di misura media tra i gasteropodi dulciacquicoli.
Viviparus contectus è l'unica presente nell'Italia peninsulare, è più globosa di V.ater che vive nel nord.
Vive in acque ferme o con lievissima corrente, è di colore verde-giallastro con a volte 3/4 bande di color rosso che nell'esemplare fotografato mancano completamente.
L'altezza è di 23mm.

Viviparus contectus - Fiume Portatore(LT)


Viviparus contectus (Millet, 1813)


Viviparus contectus (Millet, 1813)


Viviparus contectus (Millet, 1813)


La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro

ang
Moderatore


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Inserito il - 19 marzo 2007 : 09:44:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
è normale la carenatura dei primi giri? non mi pare di ricordarla per questa specie

ang

C'è sempre un baco nella mela. E il baco siamo noi (Alan Burdick)
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papuina
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Città: SAN PIETRO IN CASALE
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Inserito il - 20 marzo 2007 : 20:44:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho provato ad allevarne alcuni esemplari di ater in acquario, sono strepitosi perchè ogni tanto si vedono nuovi nati apparire dal nulla, non depongono uova
ma sono vivipari come si deduce dal genere.
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Subpoto
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Inserito il - 21 marzo 2007 : 00:15:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se gli fai delle foto postacele,così condivideremo con te l'entusiasmo per i piccoli ater.

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Sandro
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papuina
Utente Senior


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Inserito il - 21 marzo 2007 : 21:07:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Purtroppo le ho allevate qualche anno fa, di interessante sto provando ad allevare altre speci terrestri, credo che speci rare ed a rischio estinzione meritino il tentativo di essere allevate, allevandole si impara di più che a riconoscere le differenze morfologiche.
Sei d'accordo??
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Subpoto
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Inserito il - 21 marzo 2007 : 21:40:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Più che d'accordo sono molto perplesso,il problema delle estinzioni non è dovuto ad un'incapacità riproduttiva delle specie, ma alla distruzione degli habitat da parte nostra.
Specialmente le specie rare sono tali perchè hanno una grande esigenza nella scelta dell'habitat.Le specie con poche esigenze e molta adattabilita solo per questa loro caratteristica sono molto comuni.
Ammesso che si riesca ad allevare una specie rara ed esigente, il grande problema è dove liberarla.
Se si libera in un habitat che gia occupa è inutile perchè in genere quell'habitat ne contiene il massimo che può sostenerne, se la si libera in un habitat dove non c'è o non è idoneo o può creare squilibrio con le specie indigene di cui va ad occupare lo spazio.
Purtroppo, e non parlo di lumache, con l'immissione di specie estranee si sono creati enormi disastri ecologici.
Personalmente credo che la cosa più importante sia salvaguardare gli habitat,alla riproduzione ci pensano da sole.

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Sandro
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papuina
Utente Senior


Città: SAN PIETRO IN CASALE
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Inserito il - 21 marzo 2007 : 21:53:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' vero quello che dici, ma salvando in cattività una specie la puoi "trattenere" in attesa di tempi migliori.
Spesso zoo o riserve di caccia hanno salvato speci che sarebbero ormai estinte esempio il bisonte europeo che ormai si trova in riserve sparpagliate per l'Europa partite da Bielowieza in Polonia che altro non era che una riserva di caccia.
Ciao
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Subpoto
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Inserito il - 21 marzo 2007 : 23:37:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il problema del bisonte è molto diverso,non si estingueva per mancanza di habitat ma per la caccia sconsiderata.

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Sandro
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ang
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Inserito il - 22 marzo 2007 : 11:02:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
sono perfettamente d'accordo con subpoto sulle ragioni del mancato successo riproduttivo di allcune specie e ancor più sulla cautela nei confronti di un "interventismo" che può portare a risultati disastrosi se non si sa come funziona la natura, come ho già detto in un vecchio post.
Non ho dubbi sul fatto che la cosa migliore da fare per conservare una specie è preservare l'habitat in cui vive e lasciare le popolazioni in santa pace.

ciao

ang

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Ronni
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Flora e Fauna

Inserito il - 27 marzo 2007 : 18:05:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ho letto con molta attenzione le vostre considerazioni su allevare o meno specie rare e sull'importanza di preservare gli habitat dove esse vivono. Chi non potrebbe essere d'accordo su questo? Il problema che riguarda spesso i micro ambienti, specie quelli umidi, e la Piccola Fauna, è che specie in Italia non godono di quasi nulla considerazione, infatti basta muoversi in campagna, e nelle risaie, per constatare un impoverimento continuo ed una banalizzazione dell'ambiente. Che fare allora, oltre che piangere, inveire e lamentarsi? Io sto adottando una strategia (vi parlo del mio jobby): far si che questi ambienti e gli esseri che li popolano diventino "risorsa". E come tale meritevole di essere tutelata e incentivata. Nel caso specifico risorsa turistica, scolastica e quindi educativa. Nel caso dell'affascinante Viviparina ho raccolto qualche anno fa alcuni esemplari in un canale tra le risaie, li ho portati nella mia mini riserva biogenetica e lì si sono riprodotti. Ora posso farli conoscere alle scuole, ai turisti ecc. (che ignorano quasi tutti le loro interessanti caratteristiche), e conoscendoli dal vivo smettono spesso di essere indifferenti a queste piccole forme di vita. Tra l'altro ho notato, attendo da voi conferma, che questa specie è molto difficile da osservare durante l'estate in quanto si porta in profondità nei laghi dove vive mentre all'inizio primavera risale molto vicina alla superfice, immagino per una questione di temperatura, ed è quello il periodo buono per localizzarla.

Ronni
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Subpoto
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Inserito il - 28 marzo 2007 : 01:28:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Ronni e benvenuto tra noi,
non posso che essere d'accordo con te,la didattica e la conoscenza delle specie e della loro ecologia è il primo passo per la sensibilizzazione verso determinati piccoli animali che non vengono minimamente considerati.
Purtroppo la cultura naturalistica in Italia non è mai stata considerata cultura ma solo perdita di tempo per individui strani,l'unica cultura era quella classica.
Per questo fatto oggi siamo millenni indietro rispetto ai paesi anglosassoni che hanno sempre tenuto i naturalisti in grande considerazione.
La protezione della natura è progredita con la conoscenza.
Ognuno di noi si adopera per un miglioramento di queste conoscenze secondo le proprie esperienze e capacità, se riusciremo a far considerare i molluschi come animali con un loro habitat ed un loro ruolo nella natura e non solamente degli oggetti da mettere in scatola con un cartellino avremo gia ottenuto la prima grande vittoria.
All'altra domanda sulle variazioni di profondità stagionali di questa specie nei laghi non so risponderti non avendo mai studiato questa specie in quegli ambienti.
Probabilmente come molte specie si avvicina a riva per la deposizione delle uova.

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Sandro
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papuina
Utente Senior


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Inserito il - 29 marzo 2007 : 21:06:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Ronni io sono uomo di pianura e le Viviparus le trovo nel fango assieme alle Anodonta nei canali utilizzati per l'irrigazione o per lo scolo delle acque che in inverno vengono solitamente tenuti con pochi cm di acqua.
In emilia si raccolgono a badilate assieme ai Procambarus clarkii ???
quei gamberi americani rossastri e bluastri che ci hanno letteralmente invaso.
In acquario ho notato la nascita di individui già di oneste dimensioni, non ho visto uova credo siano vivipare come si deduce dal nome.
Sei d'accordo?
Interessante è che alcune anodonta da me trovatee hanno dei fori simili a quelli che fanno le natiche marine sui bivalvi loro prede.
Da tua esperienza le Viviparus sono onnivore? Potrebbero aver prodotto loro i fori?Altri gasteropodi di dimensioni medie non ne trovo a parte Limnaea o Radix ma mi sembrano sproporzionate rispetto ai fori trovati che comunque non uccidono le Anodonta che tendono a formare una parete di madreperla all'interno della valva a chiusura del foro.
Sempre che i fori siano stati fatti da gasteropodi.....
In ogni caso devo trovare il modo di fare delle foto che fino ad oggi non ho mai pensato di fare e postarle.
Ciao
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papuina
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Inserito il - 29 marzo 2007 : 21:10:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Scusa Ronni dove hai la miniriserva se passo dalla Valle d'Aosta la visiterei volentieri, sono molto zingarone un pò per lavoro ed un pò per hobby....??
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ang
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Inserito il - 30 marzo 2007 : 09:34:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Purtroppo la cultura naturalistica in Italia non è mai stata considerata cultura ma solo perdita di tempo per individui strani,l'unica cultura era quella classica.


parole sante! sai quante volte mi è capitato di vedere gente incuriosita ad osservarmi mentre stavo scrutando una parete o tra le rocce a bordo strada, per poi sentirmi chiedere: "ha perso qualcosa"? a quel punto non sai se rispondere oppure no, perché poi si innesca la classica serie di botta e risposta che termina con uno sguardo interrogativo e con un misto di incredulità e commiserazione...

ciaociao

ang

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Ronni
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Flora e Fauna

Inserito il - 30 marzo 2007 : 10:26:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao Papuina, non credo che le Viviparine siano onnivore, non almeno nel senso di tentare di predare dei bivalvi. Non deponendo uova i piccoli sono già simili agli adulti ma con una specie di "peluria" sul guscio. Io mi occupo di Anfibi, Rettili e altri piccoli animali delle zone umide, nonchè di piante palustri rare. Nel mio lavoro progetto anche Aule Verdi, cioè zone umide ricostruite a fini didattici e turistici, dove vengono inseriti animali e piante recuperati in Natura da zone in procinto di essere distrutte o prosciugate, oppure nati nella mia miniriserva (che è davvero piccola, però funziona!). Attualmente le Aule Verdi operative da noi sono 4, la più interessante è quella del Vivaio regionale di Quart (AO)con uno stagno di 80 metri quadrati dove ora si riproducono Rospi, Rane verdi, Raganelle, Tritoni crestati e punteggiati e dove ho inserito piante molto rare come Iris sibirica, Utricularia (minor e australis), Potentilla palustris, ecc. Scrivimi: ronnibessi@tiscali.it

Ronni
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papuina
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Inserito il - 26 gennaio 2008 : 12:46:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Posto esemplari raccolti spiaggiati lungo le rive del lago di Campotosto in Abruzzo, Ciao Beppe


Immagine:
Viviparus contectus (Millet, 1813)
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Subpoto
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Inserito il - 27 gennaio 2008 : 15:15:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Beppe,
una curiosità,gli esemplari che si vedono chiari con fasce ben differenziate hanno perduto i periostraco?



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Sandro
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papuina
Utente Senior


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Inserito il - 27 gennaio 2008 : 15:53:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Sandro, sono esemplari raccolti morti ma freschi, la conchiglia è ancora bella e lucente, ho l'impressione che siano proprio così, dove manca il periostraco sotto si vede del bianco omogeneo, un pò più opaco
Beppe
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