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aspis
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Inserito il - 19 gennaio 2007 : 16:59:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Zoro, hai provato con dell'olio santo di oliva a staccare quella maledetta colla dai biaccchetti-mirauda?? come sai è l'unico rimedio!!!1
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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


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Inserito il - 19 gennaio 2007 : 17:00:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Pensando a Zoroaster (Link) e a San Patrizio, e rileggendo l'intervento di Bernardo Borri, e ripensando ai miei viaggi in India (Link), ho fatto questi semplici pensieri e mi sono posto questa domanda (so che l'argomento è già stato trattato, ma tant'è...): qui da noi, in Italia, gli innocui biacchi neonati vengono incollati alle tavolette, ai colubri d'Esculapio si spiaccica la testa con il bastone, le vipere, per maggior sicurezza, vengono fatte a pezzi, lo Stato, dal canto suo, non muove un dito per proteggere l'erpetofauna... e in India, invece, con tutti i problemi e la povertà che lì ci sono, anche il più umile dei contadini è felice di avere un cobra nel suo giardino, i serpenti sono sostanzialmente rispettati, esistono leggi protezionistiche severissime a favore di anfibi e rettili, e lo Stato, dal canto suo, protegge e rilascia in natura giganteschi cobra reali come se fossero cuccioli di lontra...
Ed ecco la mia domanda: c'è un legame fra questo e San Patrizio? Per dirla fuori dai denti: c'è un legame fra questo e le religioni?

Pensiamo a San Patrizio che scaccia i serpenti dall'Irlanda, pensiamo alla Madonna che schiaccia la testa al serpente, pensiamo ad Adamo ed Eva e al frutto proibito... e poi leggiamo, di contro, le caratteristiche della religione induista: "Ahimsâ è un concetto che raccomanda la non-violenza e il rispetto per tutte le forme di vita. Il termine ahimsâ compare per la prima volta nelle Upani e nel Raja Yoga, è la prima delle cinque yama, o voti eterni, le restrizioni dello Yoga. Molti induisti praticano il vegetarismo come una forma di rispetto per ogni forma di vita." -Da Wikipedia-
E pensiamo poi anche ai tanti templi e tempietti indiani in onore al "dio cobra", o alla tradizione che vuole il cobra a proteggere il Buddha con il suo cappuccio... e poi pensiamo, per confronto, alle nostre leggende e tradizioni sui serpenti....

Io trovo evidente che uno Stato come il nostro, che ha origine dalla nostra cultura, religione, tradizione e leggende, non possa far altro che, se ci va bene, disinteressarsi completamente della fauna minore; mentre è chiaro che in India, all'erpetofauna, lo Stato ha dato, giocoforza, nei recenti decenni tutt'altra rilevanza!
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Zoroaster
Utente Senior

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Inserito il - 19 gennaio 2007 : 17:05:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di aspis:

Zoro, hai provato con dell'olio santo di oliva a staccare quella maledetta colla dai biaccchetti-mirauda?? come sai è l'unico rimedio!!!1


No, aspis, ho solo provato a staccarli e a pulirli, e mi ritrovavo in mano delle palline di colla con in mezzo il biacchetto... almeno poi li mettevo a morire in ombra fra l'erba di un canale. Non potevo davvero fare altro in quei momenti, credimi... ma mi sono mosso anche in altre direzioni, legali, di cui al momento non voglio raccontare...
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aspis
Moderatore

Città: Bari
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Inserito il - 19 gennaio 2007 : 17:17:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se fosse accaduto qui e me ne fossi accorto io, qualcuno starebbe ancora piangendo...... così come sta ancora piangendo, per le conseguenze del suo gesto, un tale che per farsi bello con gli amici, roteava un cervone sulla testa, mentre si passava, per caso, di là con un amico della forestale......
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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


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Inserito il - 22 gennaio 2007 : 13:05:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Guardate questa... non si sa se ridere o piangere...

Cito solo una frase dall'articolo: " ...abbiamo piazzato venti esche alla vaniglia con un po' di veleno. Be', sa che non ci sono cascati?"

Immagine:
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289,72 KB

P.S. Se i caratteri dell'articolo fossero troppo piccoli per la lettura, salvate il file e guardatelo con un altro programma. La mia scannerizzazione è stata buona.

Oppure cliccate sull'articolo: si aprirà una nuova finestra per una facile lettura!


Modificato da - Zoroaster in data 22 gennaio 2007 13:07:33
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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


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Inserito il - 22 gennaio 2007 : 13:15:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ne ho trovato un altro, abbastanza divertente...



Immagine:
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210,67 KB
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theco
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Inserito il - 22 gennaio 2007 : 14:55:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Zoroaster:

Per dirla fuori dai denti: c'è un legame fra questo e le religioni?


E' la cultura ad influenzare i simboli religiosi o accade viceversa? bella domanda...

Il serpente per la religione cristiana è uno dei simboli del male, ovviamente si tratta solo di un simbolo, così come la colomba è uno dei simboli dello Spirito Santo.
Ciononostante moltissime persone provano un moto di repulsione di fronte ai colombi cittadini, considerati una sorta di 'topi con le ali'.

La dottrina di Zoroaster sembra essere stata la prima a identificare con precisione l'esistenza di un principio del male e c'è chi pensa che le tre grandi religioni monoteistiche abbiano tratto proprio da qui ispirazione per i propri demoni.
Angra Mainyu è rappresentato nell'iconografia come un essere dalle fattezze animali, dotato di corna, grosso modo un 'caprone', da cui probabilmente deriva la nostra rappresentazione simbolica di Satana, oltre a quella più generica del serpente.

Sarebbe interessante sapere se l'induismo nella sua vastità o lo zoroastrismo nella sua nicchia hanno sviluppato una qualche forma di avversione culturale nei confronti di animali cornuti con lo zoccolo aperto.

Tutto ciò solo per amore di discussione, naturalmente ciò che rimane importante è il tuo riferimento all'atteggiamento delle autorità civili, e alla necessità di una loro coerente politica protezionista, laica e priva di qualunque condizionamento simbolico, più o meno coscientemente mutuato da dottrine religiose.

Ciao, Andrea
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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


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Inserito il - 22 gennaio 2007 : 16:03:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L'argomento è interessante: era già stato trattato, ed è giusto affrontarlo con delicatezza e rispetto verso chi la pensa in maniera diversa da noi, cosa che avviene di norma sul nostro forum. Se devo dire la mia opinione personale al proposito, è il caso di premettere due dati di fatto che possono rendere più comprensibile il mio pensiero: sono una persona completamente laica (nel senso di non credente) e non sono un esperto di storia delle religioni.
Affronto quindi la questione solo in ambito strettamente "erpetologico" e "ad istinto".

Abbiamo alcuni popoli che, in sintonia con il loro credo e i loro simboli religiosi, in linea di massima rispettano i serpenti; abbiamo altri popoli, che, sempre in sintonia con il loro credo e i loro simboli, in linea di massima aborrono (per dirla come Mughini) i serpenti.
Ma nasce prima l'odio verso i serpenti e su questo si creano simbolismi e religione, o nasce prima la religione, adotta i suoi simboli (e perché proprio quelli?), e poi, lentamente, questi simboli diffondono odio e antipatia verso l'essere materiale che sta alla base del simbolo?
Penso che il nocciolo della questione stia in questi termini.

Per un materialista come me la soluzione è relativamente semplice. Visto che le religioni sono una creazione dell'uomo, è l'uomo che utilizza, come simboli del male o del bene, cose o creature che gli stanno rispettivamente antipatiche (nel caso del male), simpatiche (nel caso del bene) o che teme parecchio (e questo è a volte il caso di simboli malvagi, e invece è a volte il caso di simboli positivi...).
Nella cultura Indù perché il cobra è un tipico simbolo "del bene" ? Io non credo che gli antichi abitanti del subcontinente indiano fossero dei grandi erpetofili o erpetologi... Ma il cobra, a differenza della nostra vipera, può causare rapidamente la morte! E la causa davvero spesso...
Abbiamo quindi un animale molto particolare: un serpente, un serpente veloce, un serpente che rimane immobile e ti sfida allargando il cappuccio, un serpente che ti segue con lo sguardo e ti guarda negli occhi, ma soprattutto un serpente che, se non lo rispetti, ti regala la morte!!! Altro che la nostra vipera...
E' quindi a mio avviso molto probabile che le antiche popolazioni indiane temessero realmente i cobra, e sappiamo bene che quando si teme veramente una cosa, conviene anche tenersela amica quella cosa....
La vipera e i serpenti in generale invece, nel bacino mediterraneo, non hanno mai rappresentato una reale minaccia di morte per allevatori, pastori e contadini: erano semplicemente creature "viscide", sfuggenti, "strane", ma assolutamente non temibili. Per le persone di città, poi, il serpente era solo uno spiacevole e occasionale incontro di qualche giornata di primavera durante una gita fuori porta, non certo un "compagno di vita" da rispettare e conoscere, come capitava in India....
Quale animale quindi migliore di questo per rappresentare il male, il demonio e il lerciume del mondo?

E ora a mio avviso viene la parte più interessante del mio ragionamento.
I simboli e le religioni a questo punto ci sono. India: cobra, simbolo del bene. Italia: serpente, simbolo del male.
Secondo voi, un popolo che "cresce" nei decenni e nei secoli con tali simboli, sarà a sua volta condizionato, nei suoi pensieri e sentimenti, da questa simbologia, o capirà fin da subito che si tratta solo di simboli, punto e basta? I bambini capiranno cosa sono i simboli, e, una volta grandi, lo faranno capire ai loro figli?
Io credo che, una volta innescato il processo, vi sia un autorafforzamento continuo dell'odio o, viceversa, dell'amore che una popolazione ha verso determinati animali o cose.
Con i secoli, è molto più probabile che un popolo arrivi a detestare in alto grado un animale che nella sua cultura è simbolo del male, piuttosto che un animale che è simbolo del bene. Chiedete a 100 italiani cosa ne pensano dei serpenti: 95 vi risponderanno "Che schifo!!!", ignorando magari completamente a che classe animale appartenga il serpente.
Viceversa, in un Paese che vede nel cobra un simbolo positivo, la maggior parte della popolazione, salvo qualche eccezione, tenderà nei secoli a sviluppare quasi una "simpatia" per quell'animale, e comunque non certo un odio e un ribrezzo paragonabili a quelli presenti nelle nostre culture.

Quindi, per riassumere il mio pensiero: i simboli non sono scelti a caso, ma una volta che sono stati creati, rafforzano, in un circolo virtuoso o vizioso, rispettivamente l'amore o l'odio di un popolo verso l'oggetto reale alla base di quel simbolo.

Modificato da - Zoroaster in data 22 gennaio 2007 16:09:10
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
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Inserito il - 22 gennaio 2007 : 16:03:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho già espresso la mia idea in un'altra discussion:
Può la religione essere responsabile per l'odio verso i serpenti? Credo invece che bisogna invertire la domanda e interrogarci sulla ragione perché il serpente è stato scelto dalla religione cristiana come simbolo del male. Certo il racconto di Adamo e Eva non avrebbe lo stesso impatto se le parole tentatrici fossero state messe in bocca di un ghiro o un picchio.
Non è possibile forse che il serpente fosse scelto proprio perché l'istinto dell'uomo era di temerlo, come possibile predatore? Paradossalmente, la stessa precisa ragione che ha portato altre religioni di considerarlo come animale sacro e di rispettarlo al massimo, sperando così di placare la sua ira.
Quante altre delle nostre paure e fobie hanno le loro radici nel semplice istinto di sopravvivenza di ogni animale, che poi è stato elaborato e "razionalizzato" attraverso la cultura e la religione?
Anche la paura delle civette (mooolto diffusa) potrebbe essere spiegata dall'istinto dell'uomo, animale essenzialmente diurno, di temere il buio quando si sente più preda che predatore e quando il flusso della sua vita è al più debole. E temendo il buio, teme anche il richiamo della civetta che segnala il calare della notte.



Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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theco
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Inserito il - 22 gennaio 2007 : 16:43:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi era sfuggita la discussione linkata da Sarah, inutile quindi ripetere cose già dette.

Forse l'identificazione di un animale con un simbolo etico ha una duplice origine: da una parte è figlia di contenuti ancestrali, sicuramente pre-religiosi (le fobie innate, le interpretazioni psicologiche, ecc.), dall'altra parte è figlia di un determinato percorso culturale.

L'episodio della genesi più volte ricordato (almeno credo ci si riferisca a quel passo) è però un po' diverso: non è Maria che schiaccia la testa al serpente, ma è Dio che comunica al serpente dell'Eden che in un giorno futuro la discendenza di Eva gli avrebbe schiacciato la testa.
E' considerato talmente simbolico questo versetto nella dottrina cattolica da essere definito proto-vangelo: in poche parole è interpretato come il primo annuncio della venuta di Cristo, Gesù quindi (la discendenza di Eva) avrebbe schiacciato il male (serpente).

Maria non ricordo che abbia parte in tutto ciò e questo mi porta ad una nuova considerazione: la parola religione, che finora abbiamo utilizzato, identifica un concetto molto vasto, all'interno del quale trova spazio tanto l'evoluzione dottrinale e culturale di una fede, quanto la superstizione popolare (compresa quella che nasce dal pulpito).

A meno che non esista un altro passo evangelico che parla espressamente di Maria e del serpente posso ipotizzare che l'entrata in campo di Maria sia una sorta di 'sostituzione' femminile: la figura impura di Eva con quella di Maria, ritenuta più adatta a combattere il male.

Comunque sia sono parzialmente d'accordo con zoro riguardo al circolo vizioso dell'odio culturale verso gli animali, penso che si tratti invece di concetti che si modificano nel tempo, ma in modo molto lento, probabilmente impercettibile nel breve volgere di una vita.

Ciao, Andrea
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aspis
Moderatore

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Inserito il - 22 gennaio 2007 : 16:57:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Discussione interessantissima che mi spinge tuttavia a chiedervi: secondo voi la paura per i serpenti è atavica ed istintiva nell'uomo così come negli altri animali (mammiferi, uccelli, etc) oppure è soltanto indotta dai condizionamenti culturali e religiosi che possono intervenire successivamente?
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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


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Inserito il - 22 gennaio 2007 : 20:31:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di aspis:

Discussione interessantissima che mi spinge tuttavia a chiedervi: secondo voi la paura per i serpenti è atavica ed istintiva nell'uomo così come negli altri animali (mammiferi, uccelli, etc) oppure è soltanto indotta dai condizionamenti culturali e religiosi che possono intervenire successivamente?



Credo che la paura sia in buona parte innata. La cultura poi la rafforza o la diminuisce un po' a seconda dei casi.

Poi ci sono le eccezioni, come io, te, Emanuele, Ophidia, Paolo Mazzei... ma rappresentiamo un campione irrilevante della popolazione!
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 22 gennaio 2007 : 22:28:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io non sono così sicuro che la paura sia innata: non lo sono naenche del contrario, intendiamoci , ma soprattutto l'atteggiamento dei più piccoli mi dà da pensare: se non crescono con il messaggio ripetuto "che schifo, striscia, attento!", la paura mi sembra semplicemente che non ci sia, ripropongo le due foto di mia figlia Livia già messe altrove:

Narra la leggenda....

Narra la leggenda....

Allo stesso tempo, qualche stupidello di compagno di nido continua a parlarle del lupo come se fosse un mostro mangia-bimbi, e si è svegliata più di una volta la notte strillando "il lupo!!"...



Narra la leggenda.... Paolo Mazzei   Link   Link
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ophidia1978
Utente V.I.P.

Città: Ghiffa (frazione Cargiago)
Prov.: Verbano-Cusio-Ossola

Regione: Italy


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Inserito il - 23 gennaio 2007 : 01:15:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Espongo anche il mio pensiero che (in fondo) non si discosta molto dall'unione di più pensieri già presenti in questa discussione.
Il mio pensiero iniziale molto materialista ci vede parenti stretti dei primati odierni, tutti noi abbiamo visto il comportamento delle scimmie in presenza di un serpente. Scene di panico e tensione.
Inizialmente pensavo ad una paura atavica verso i serpenti, qualcosa di innato evolutosi grazie alla selezione naturale; a questo va aggiunto l'ambiente in cui si trova a crescere un individuo, come detto da Zoroaster, un popolo che li adora ed uno che li disprezza, sicuramente due meccanismi che possono rafforzarsi nel tempo.
Pensai poi alla possibile reazione di un pargolo di fronte ad un serpente..... non vedo terrore, paura... vedo curiosità.
Quindi non può certo trattarsi di paura innata, l'esperienza offerta da mazzeip avvalora questa ipotesi; ma esiste anche il rovescio della medaglia.
Il mio cuginetto (ora poco più di 3 anni) non aveva mai incontrato un rettile, l'anno scorso suo nonno mi chiamo dicendo di aver trovato una vipera in giardino (ovviamente era un giovanissimo biacco) lo presi e lo portai a casa per prenderne le misure, lì si trovava il bambino. Incuriosito si avvicino con un po' di paura finchè sua madre iniziò a sbraitare, pregandomi di allontarmi, schifata. In quel momento la curiosità del bimbo si tramutò in paura pura e quando cercai di rassicurarlo, facendogli vedere che non mi faceva nulla e che l'animale non era pericoloso, mi avvicinai e lui scappò piangendo.
Allora penso che l'istinto e la cultura si fondano nel determinare il comportamento.
La nostra cultura non è altro che la crescita esperienziale delgi animali ad un livello nolto più raffinato; gli animali di giovane età sono soggetti a fenomeni di imprinting, nei confronti della madre e degli individui che li circondano, che saranno utili per cavarsela nel mondo. Un bambino in tenera età che vede la madre in panico di fronte al serpente fisserà per sempre nel suo cervello questa associazione (allo stesso modo se tutti gli dicono che il serpente ha fatto commettere il peccato originale o se tutti di fronte ad una statua raffigurante un cobra si inginocchiano).
Da qui l'unione dell'istinto (che è presente e si forma nei primi mesi o anni) e della cultura.
Certo questo è il mio pensiero.
Ciao, Luca
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Zoroaster
Utente Senior

Città: Pavia


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Inserito il - 23 gennaio 2007 : 07:43:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Distinguere con precisione nell'essere umano ciò che è innato e ciò che invece è appreso è molto difficile: e poi cosa vuol dire "innato"? Un uomo adulto è sempre il risultato dell'interazione che il suo DNA ha con l'ambiente.
Pensiamo al linguaggio. E' capacità innata? Io direi di sì. E se mi fate vedere un bambino di un anno, che ovviamente non parla ancora, non mi convinco facilmente del contrario... Anche certe paure innate possono evolversi e diventare pienamente strutturate con l'evoluzione della corteccia cerebrale durante la crescita di un individuo: un bambino in culla probabilmente non ha paura neanche di Frankenstein, ma io ritengo che la paura verso una "faccia mostruosa" sia innata, e che semplicemente vada verificata in bambini già un po' grandicelli...
Ma sapete cosa mi fa pensare che la paura del serpente sia innata, oltre al fatto che in qualsiasi parte della terra l'uomo reagisce sempre con "timore" alla vista di un serpente? Le mie stesse reazioni, di grande appassionato, alla vista di un serpente! C'è sempre una frazione di secondo, spesso neanche percepibile, quando io incontro un serpente in natura, in cui provo le stesse sensazioni di qualunque altro essere umano, e cioè "Mamma mia che cos'è quella roba strana e lunga che si muove!!!" E poi, dopo neanche qualche microsecondo, scatta il forte meccanismo della passione e dell'interesse e, anziché fuggire, mi getto a pesce sul rettile vincendo l'atavica paura di tutti noi verso ciò che è "diverso"...
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lynkos
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Inserito il - 23 gennaio 2007 : 07:54:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Credo che non la paura ma la diffidenza, parente stretto della curiosità, è innata nei piccoli dell'uomo come in moltissime altre specie di animale. Poi, viene o superata o confermata dall'insegnamento della famiglia, il branco... insomma, gli adulti che dovrebbero saperne di più.

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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theco
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Inserito il - 23 gennaio 2007 : 09:07:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il meccanismo della paura è fondamentale nella crescita di un bimbo, senza paura difficilmente un cucciolo arriverebbe all'età adulta.

Il meccanismo penso quindi che sia innato, biologico, mentre l'indirizzo concreto che assumono le paure sia dovuto all'ambiente, e cioè, nel caso dei nostri bimbi a ciò che trasmettono i genitori e le altre persone che frequentano.

Per quanto ne so io il senso delle 'grandi paure': il buio, l'abbandono, si sviluppa poco dopo il primo anno di vita. Per quanto riguarda gli animali penso anch'io che molto sia dovuto all'esempio dei grandi.

Quel bimbo che parla in continuazione del lupo penso lo faccia per cercare di esorcizzare le sue normalissime paure che, grazie ai genitori, si sono concretizzate proprio nel lupo.

Certamente se una persona ha ricevuto come imprinting la paura verso i rettili difficilmente potrà trasmettere qualcosa di diverso ai figli (fatte salve le lodevoli eccezioni presenti in questo forum).
La trasmissione infatti non è razionale: io posso parlare con mia figlia dei serpenti, tranquilizzando e spiegando, ma conta cento volte di più quando poi mi vede agitato alla presenza di un serpente.

Il messaggio che vorrei trasmetterle è che prima di 'manipolare' qualunque animale è necessario conoscelo bene, per evitare di danneggiarlo e di danneggiarsi.

Per Paolo: è sempre un piacere rivedere quelle due immagini

Ciao, Andrea

Modificato da - theco in data 23 gennaio 2007 09:09:18
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Emanuele
Utente V.I.P.

Città: Pistoia


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Flora e Fauna

Inserito il - 23 gennaio 2007 : 09:57:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io azzardo un ipotesi che almeno su di me credo calzi a pennello, per alcune persone l'interesse verso questi animali è innato.
Faccio in breve una cronistoria per cercare di far capire meglio cosa voglio dire, fin da quando riesco a ricordare sono sempre stato attirato e incuriosito per animali strani, tant'è che già in V^ elementare anzichè fare la "ricerca" sul corpo umano la maestra per appoggiare la mia passione fece un fuori programma facendomi fare una relazioncina sulla rana toro (in quel periodo c'era stata una massiccia fuga da un allevamento vicino casa). La famiglia dove sono cresciuto è cattolica praticante, mia madre a sempre cercato di frenare la mia passione sperando che con il crescere sarebbe diminuita, mentre mio padre seppur in modo discreto mi ha sempre sostenuto.
All'età di 15 anni mi nasce una sorella, il cotesto familiare è un pò diverso dal mio, una madre che suo malgrado a superato certi pregiudizzi, ed un fratello che cerca di farli conoscere per quanto possibile questi insoliti animali. Mia sorella fin da piccolina si dimostra incuriosita e non mostra paura, crescendo mantiene il massimo rispetto verso questo animali non facendo distinzioni tra animali di serie "A" e animali di serie "B", ma l'interessa si ferma alla semplice curiosità o massimo a darmi qualche volta un aiuto quando armeggio nella stanza dove tengo i serpenti.
Questa discrepanza mi fa davvero riflettere...
saluti
EMa
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aspis
Moderatore

Città: Bari
Prov.: Bari

Regione: Puglia


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Inserito il - 23 gennaio 2007 : 19:09:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Cari Zoro ed Emanuele,
Che meraviglia!!
anch'io provo quell'attimo di terrore con relativa scarica di adrenalina, alla vista di un serpente in natura,
così come anch'io in prima elementare portai a scuola quello strano essere (un colubro leopardino!) trovato tra le pietre di un muretto a secco!
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