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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
Città: Borgo Valsugana
Prov.: Trento
275 Messaggi Tutti i Forum |
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Aureliano Cerreti
Utente V.I.P.
Città: Borgo Valsugana
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Inserito il - 17 novembre 2012 : 10:53:08
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Del ritorno del falco pescatore: come la comunicazione sfugge (nel/al)la conservazione della natura in Italia
Il falco pescatore (Pandion Haliaetus) e` un rapace diffuso nel mondo ma rarissimo nel Mediterraneo come nidificante. In Italia s'era estinto prima degli anni '70.
E` un animale notevole: e` grande, e` visibile, e` riconoscibile. Attira l'attenzione, e` spettacolare. E` una di quelle specie-bandiera di cui si parla al grande pubblico per perorare la causa della difesa dell'ambiente, e una di quelle specie-ombrello che si mostrano al grande pubblico per ottenere un effetto cascata anche sugli insetti delle scogliere che vengono salvate per lasciar nidificare il falco. Ma questo succede altrove: in Italia la cultura scientifica (e naturalistica in particolare) non fa grande breccia. Gl'animali sono carini, dolci, innocenti. Altrimenti, non hanno un grande significato per il pubblico.
Per tornare al falco pescatore, voglio chiarire subito che l'animale e` tornato a nidificare in Italia almeno dal 2011. E` tornato alla foce dell'Ombrone (GR), grazie a un misterioso (per chi ne cerca notizie) progetto di reintroduzione del Parco regionale della Maremma in collaborazione col Parco regionale Corso (Francia). Si`: perche' in Corsica i falchi ci sono, e sono anche tanti, e non hanno piu` tanto posto per nuove coppie. In effetti, in Italia, tra Sardegna e Toscana, sono in parecchi che hanno pensato di riportare il falco pescatore, creando una "metapopolazione" con quelli che sono gia` in Corsica. Sulla carta, un'operazione realistica, di grande importanza conservazionistica (riportare una specie cosi` grande in Italia dopo quasi mezzo secolo, ecc) e di facile vendibilita` comunicativa. Invece, niente.
Quando lessi della notizia della nascita dei due pulcini nel 2011, cercai d'informarmi. Avevo gia` sentito, letto, qua e la`, accenni al progetto. Ma vaghi, frammentari. Non mi ricordavo manco se fosse in Toscana o in Sardegna. Anzi: ricordavo una notizia di qualche anno fa, per la Sardegna.
Mi sono stupito, che niente (niente) fosse disponibile in rete. In Francia seguono questa specie (che pure, da loro, e` piuttosto comune) con un sito apposito, e pubblicazioni periodiche. Con fatica, ho trovato informazioni su una nidificazione in Sardegna, ufficiale, nel 2006 - di cui non s'e` parlato tanto, a seguito (forse) d'un progetto comunitario Interreg III, con Corsica e Toscana. Del progetto non eiste (piu`?) un sito. Non ho trovato molto. Tranne che si dovrebbe chiamare "Balbuzard", ed esser stato promosso dal comune di S. Teodoro, in Sardegna (guardate in che sito si trova la migliore descrizione del progetto a me nota). Poi, piu` nulla.
Scavando, scavando, viene fuori che sulla nidifazione in Toscana del 2011 (definita la prima in Italia dagli anni '60, quindi ignorando quella del 2006 in Sardegna) non c'e` assolutamente nessuna notizia dal febbraio 2012. Ho scritto al parco regionale e a qualcun altro. Sembra che nel 2012 ci sia stata un'altra nascita. Il progetto di reintroduzione, descritto brevissimamente e malamente dal sito del parco corso, dovrebbe esser partito tra il 2003 e il 2004. La maggior parte delle informazioni si trova cercando in francese...
Infine, il PNAT (Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano). Indubitabilmente in mezzo, tra Maremma e Corsica. Molto vicino alle coppie del Capo Corso. Pieno di isole rocciose, tra cui la famosa Montecristo - che sembra fatta apposta per il falco pescatore. Infatti, ora esce la notizia d'un (possibile) Link" target="_blank" >futuro ritorno a Montecristo. A cercare nel sito del PNAT, si trovano notizie che dal 2011 fanno riferimento a "Interventi per la salvaguardia del Falco pescatore (Pandion haliaetus) e creazione di una esposizione naturalistica presso l’Isola di Montecristo". Ne' una pagina dedicata, ne' un'introduzione alla specie, ne' uno straccio di spiegazione della strategia. Nulla.
Insomma.
Come pensiamo di riuscire a far conoscere alla cittadinanza cio` che pur si fa per la natura, se non si raggiunge un pubblico vasto colla comunicazione? E come si raggiunge un pubblico vasto, se NON si ha comunicazione? Perche' non c'e` coordinamento, almeno in termini di comunicazione di queste (tre?) azioni? Perche' non esiste una vetrina, anche individuale, di queste azioni? Perche' nessuno sa, o dice, nulla di quello che succede? Che fine ha fatto la coppia sarda di sei anni fa? Che succede in Maremma? Perche' i parchi nazionali limitrofi dell'Asinara e della Maddalena non sono coinvolti? O lo sono e non se ne sa?
L'autoreferenzialita` impastoia la protezione della natura in Italia. Sono convintissimo della necessita` d'una guida altamente scientifica e tecnica nella gestione del patrimonio naturale - ma questo obbliga a un'ottima comunicazione per informare poi i cittadini e renderli partecipi (e soddisfatti) dei successi ottenuti. |
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Ago
Utente Senior
Città: Crema
Prov.: Cremona
Regione: Italy
1936 Messaggi Fotografia Naturalistica |
Inserito il - 21 novembre 2012 : 13:43:07
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Ciao, non ero al corrente di tutte le info che hai dato ma ho visto il f.p. alle foci dell'Ombrone 2 anni fa ed era favoloso. Purtroppo anch'io sono convinto che l'informazione sia sempre latente in confronto a quanto si fa ma ... e qui la sparo grossa, a volte diffondere le notizie su queste realtà aiuta da una parte e produce danni dall'altra. Spero di non averla detta troppo grossa !!! Ciao |
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