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Nota! La determinazione degli insetti necessita quasi sempre di un'indicazione geografica e temporale precisa.
Invitiamo quindi gli utenti ad inserire questi dati ogni volta che viene richiesta una determinazione o viene postata una foto di un insetto. I dati forniti dagli utenti ci consentiranno anche di attribuire un valore scientifico alle segnalazioni, contribuendo a migliorare e integrare le attuali conoscenze sulla distribuzione delle specie postate.


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nick87
Utente Senior


Città: Caserta
Prov.: Caserta

Regione: Campania


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Inserito il - 28 settembre 2012 : 13:04:26 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao,
vi scrivo per delle delucidazioni. Due mesi fa durante dei lavori di estirpazione di un "muro" enorme di rovi adagiato ad una rete di ferro è venuto alla luce un bellissimo alveare. E' stato davvero una fortuna ( per le api e presumo anche per gli operai! ) che l'escavatrice non l'abbia sradicato insieme alle piante. Sono intervenuti i vigili a fare un rilievo ed un apicoltore che, non so a quale titolo, è intervenuto per vedere se era possibile toglierlo e portarlo via. Legale o illegale che fosse, non è stato possibile trasferirlo perchè l'alveare ha inglobato un palo della recinzione e segarlo col flex( tutto ciò mi è stato raccontato ) avrebbe fatto sciogliere la cera..quindi è stato lasciato qui..

Il mio timore continuo è che qualche imbecille o qualche ragazzino possa decidere di distruggerlo, fortunatamente è in una zona abbastanza appartata e abbastanza sorvegliabile dalla mia finestra, di fatto ho già sorpreso e bloccato un gruppo di persone che voleva bruciarlo ..

ora però temo anche per l'inverno perchè mi hanno detto che senza la protezione dei rovi, esposto com'è, potrebbe portare alla morte le api...non so se sia vero, nel caso c'è qualcosa che posso fare??

Dopo pranzo vi posto le foto!

Nic

ValerioW
Moderatore


Città: Padova
Prov.: Padova

Regione: Veneto


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Inserito il - 28 settembre 2012 : 16:36:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao.
Il tuo intento è sicuramente nobile, e ti ringrazio a nome della colonia di api per aver evitato il rogo! Purtroppo la morte delle colonie di molti imenotteri eusociali, tipo le api, a causa del freddo invernale è un evento naturale, per cui io non mi preoccuperei (l'evento meno naturale è che le api muoiano per i pesticidi presenti sulla vegetazione, o che la vegetazione spontanea sia cancellata per cementificare, fare pascoli o coltivazioni...ma non voglio aprire un flame). Ma non temere, all'incombere della nuova stagione calda le fondatrici metteranno su nuovi alveari. Le operaie non hanno una vita infinita , e non credo abbia molto senso cercare di salvarle; mentre le regine possono durare di più e, soprattutto, possono costituire nuove colonie. Personalmente non sono un apicoltore, e non so che sistema tu possa utilizzare per recuperare una fondatrice (lei, di suo, cerca già un rifugio una volta che la stagione fredda ruba il posto a quella calda). Ciò che penso è che se una fondatrice dovesse trovarsi in un clima molto ospitale tipo un ambiente confinato e riscaldato rispetto alle fredde giornate d'inverno potrebbe non ibernarsi ma costituire una nuova colonia... ma dentro un ambiente confinato le operaie non possono trovare campi o alberi fioriti, a meno che non siano in una serra. Tu cosa vorresti fare esattamente?

Modificato da - ValerioW in data 28 settembre 2012 16:45:13
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gisus
Utente Senior


Città: Cazzago Brabbia
Prov.: Varese

Regione: Lombardia


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Inserito il - 28 settembre 2012 : 17:01:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le colonie di "api domestiche" non funzionano come quelle delle vespe o bombi , nel senso che non c'è una "fondatrice" che sopravvive nella stagione invernale , ma è l'intera colonia (regina ed operaie) a sopravvivere - teoricamente perpetuandosi all'infinito - se ha fortuna.

Il problema è che una colonia rinselvatichita ed abbandonata a se stessa ,oggi come oggi, è destinata a morte certa nel giro di una o massimo due stagioni , ed è un'incubatrice di patologie per gli altri alveari (sicuramente per la varroasi).

Quindi, o un apicoltore provvede a recuperare la colonia (anche se ad ottobre direi che sarebbe comunque tardi...) o deve essere soppressa.

ciao
gianluigi
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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
Prov.: Padova

Regione: Veneto


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Inserito il - 28 settembre 2012 : 18:24:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gisus:

Le colonie di "api domestiche" non funzionano come quelle delle vespe o bombi , nel senso che non c'è una "fondatrice" che sopravvive nella stagione invernale



Ammetto che non lo sapevo. Ero convinto che anche le regine di ape seguissero lo stesso destino di quelle delle vespe, e invece ho scoperto che restano nel nido coperte da operaie che fungono da bio-riscaldamento.
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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
Prov.: Padova

Regione: Veneto


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Inserito il - 28 settembre 2012 : 18:26:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gisus:


Il problema è che una colonia rinselvatichita ed abbandonata a se stessa ,oggi come oggi, è destinata a morte certa nel giro di una o massimo due stagioni , ed è un'incubatrice di patologie per gli altri alveari (sicuramente per la varroasi).

Quindi, o un apicoltore provvede a recuperare la colonia (anche se ad ottobre direi che sarebbe comunque tardi...) o deve essere soppressa.


Perchè è sicuro che siano infestate dagli acari?
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nick87
Utente Senior


Città: Caserta
Prov.: Caserta

Regione: Campania


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Inserito il - 28 settembre 2012 : 19:04:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il problema è che una colonia rinselvatichita ed abbandonata


Quindi è certo che non sia una popolazione naturale?

ed è un'incubatrice di patologie per gli altri alveari


Ciò significa che questa popolazione si stabilisce in altri alveari??

deve essere soppressa


questa cosa non mi piace molto , per quale motivo??se sono destinate a morte certa perchè non lasciarle al destino naturale?
se è per la questione del rischio che contaminino altri alveari nei pressi, presumo che anche questi dovrebbero essere rinselvatichiti e infetti di loro e quindi perchè sopprimerle?
( non sono provocazioni! )

Nic




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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
Prov.: Padova

Regione: Veneto


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Inserito il - 28 settembre 2012 : 19:07:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nick87:

Il problema è che una colonia rinselvatichita ed abbandonata


Quindi è certo che non sia una popolazione naturale?

ed è un'incubatrice di patologie per gli altri alveari


Ciò significa che questa popolazione si stabilisce in altri alveari??

deve essere soppressa


questa cosa non mi piace molto , per quale motivo??se sono destinate a morte certa perchè non lasciarle al destino naturale?
se è per la questione del rischio che contaminino altri alveari nei pressi, presumo che anche questi dovrebbero essere rinselvatichiti e infetti di loro e quindi perchè sopprimerle?
( non sono provocazioni! )

Nic







Condivido le tue perplessità !

Modificato da - ValerioW in data 28 settembre 2012 19:08:53
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nick87
Utente Senior


Città: Caserta
Prov.: Caserta

Regione: Campania


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Inserito il - 28 settembre 2012 : 19:10:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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Alveare
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nick87
Utente Senior


Città: Caserta
Prov.: Caserta

Regione: Campania


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Inserito il - 28 settembre 2012 : 19:27:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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Alveare
224,09 KB

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robybar
Utente Senior

Città: Catanzaro
Prov.: Catanzaro

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Flora e Fauna

Inserito il - 28 settembre 2012 : 20:46:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma è splendido!!!!!
Dal titolo pensavo fosse uno dei tanti nidi di Polistes che vengono chiamati alveari, non immaginavo l'ape domestica...La mia forma di vita preferita!!!
Il loro ciclo vitale è molto complessso.
Quando arriva l'inverno, la regina originale sopravvive protetta da un mucchio di operaie che fanno vibrare i loro corpi per produrre calore (In alcune arnie sotto la neve di febbraio sono state segnalate temperature di 37 gradi)
Poi in primavera nascono fuchi e la regina anziana lascia uova in celle particolari chiamate celle reali, dopodichè si prende metà della colonia di operaie e se ne va a creare un altro nido. Nelle celel reali, le operaie rimaste orfane allevano nuove regine che alla loro nascita ammazzeranno le loro rivali e si accoppieranno con i fuchi, dopodichè prenderanno il posto della regina che le ha precedute. Se le api sono davvero troppe (sui 120.000 esemplari solo operaie) le regine vergini vengono tenute distanti in modo da farle vivere tutte e dando vita a sciami multipli che si scinderanno con il tempo.
Ad ogni modo, l'acaro Varroa convive bene con le api selvatiche perchè comunque fa parte della natura e la natura non fa le cose a caso. E' dimostrato che le api selvatiche sono in grado di ripulirsi dalla varroa. Negli alveari domestici ciò non succede perchè le api vengono sottoposte continuamente agli steress dell'apicoltore.
Se mai la peste americana sarebbe un rischio enorme, distrugge alveari interi in pochissimo tempo e se un nido è affetto anche solo leggermente da peste americana, và immediatamente soppresso per evitare la contaminazione del virus ad altre colonie.
E' una malattia talmente brutta, la peste delle api, che se se ne trova anche una sola colonia infetta, gli apicoltori in un raggio di almeno 4 km da quel favo devono adottare misure precauzionali molto rigide sui loro alveari.

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nick87
Utente Senior


Città: Caserta
Prov.: Caserta

Regione: Campania


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Inserito il - 28 settembre 2012 : 23:48:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
non è soltanto splendido è anche ENORME!
Un metro circa di lunghezza!

scusate sono un pò confuso..queste che ora sono rinselvatichite e non più soggette a stress sono o no capaci di tenere a bada l'acaro??
Nel caso lo fossero il problema sarebbe solo la peste, c'è un modo pratico per capire se sono appestate?
La soppressione preventiva non mi sembra tanto giusta..

Nic

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Mizar
Utente Super

Città: Napoli
Prov.: Napoli

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Inserito il - 29 settembre 2012 : 01:32:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Nic, mi sembra di aver capito in pratica che le api inselvatichite abbiano più possibilità di combattere l'acaro rispetto alle domenstiche. Poi che ci riescano o meno è affare della natura.
Per quanto riguarda la terribile peste non so quanto sia diffusa in Italia, ma mi pare di aver letto che l'uomo non è immune da colpe riguardo la sua veloce diffusione tra gli alveari. Magari Roberto può dirci qualcosa in più a riguardo.
Ad ogni modo sono d'accordo con te nel lasciare che la natura faccia il suo corso e spero tu riesca a preservarlo dai malintenzionati. E' così bello e grande questo alveare che quasi quasi verrei a vederlo da vicino!

Verrà il giorno in cui uccidere un animale sarà considerato un delitto al pari di uccidere un uomo. (Leonardo da Vinci)
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gisus
Utente Senior


Città: Cazzago Brabbia
Prov.: Varese

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Inserito il - 29 settembre 2012 : 09:50:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
in natura la varroa è un parassita di Apis cerana , una specie di ape asiatica, ed è stata introdotta in europa circa trent'anni fa; quindi, non si possono fare affermazioni tipo " la natura provvede..." perchè si tratta di situazioni innaturali, le razze di ape europee non hanno mai conoscuto la varroa e sono prive di difese naturali (nessun allevatore è riuscito sino ad ora a selezionare dei ceppi resistenti , e stiamo parlando del mondo intero, e di danni economici di miliardi creati dalla varroa) Una colonia, anche se non stressata dall'apicoltore è destinata a morte certa. La presenza di uno sciame incontrollato rappresenta un pericolo per quanto riguarda la varroa perchè rischia di vanificare i trattamenti degli apiari nel raggio di chilometri (fenomeno della reinfestazione) e rappresenta un pericolo per quanto riguarda altre patologie come la peste americana (infezioen baterica che si diffonde attraveerso spore di resistenza che possono riattivarsi anche dopo anni) Lasciare uno sciame inselvatichito infetto (e di conseguenza indebolito o alla fine soccombente ) comporta la matematica certezza del "saccheggio" con diffusione della malattia per chilometri.
Per concludere, è molto probabile cheesistano anche obblighi in merito fissati da leggi o ordinanze a livello regionale.

ciao
gianluigi
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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
Prov.: Padova

Regione: Veneto


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Inserito il - 29 settembre 2012 : 10:43:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gisus:

in natura la varroa è un parassita di Apis cerana , una specie di ape asiatica, ed è stata introdotta in europa circa trent'anni fa; quindi, non si possono fare affermazioni tipo " la natura provvede..." perchè si tratta di situazioni innaturali, le razze di ape europee non hanno mai conoscuto la varroa e sono prive di difese naturali (nessun allevatore è riuscito sino ad ora a selezionare dei ceppi resistenti , e stiamo parlando del mondo intero, e di danni economici di miliardi creati dalla varroa) Una colonia, anche se non stressata dall'apicoltore è destinata a morte certa. La presenza di uno sciame incontrollato rappresenta un pericolo per quanto riguarda la varroa perchè rischia di vanificare i trattamenti degli apiari nel raggio di chilometri (fenomeno della reinfestazione) e rappresenta un pericolo per quanto riguarda altre patologie come la peste americana (infezioen baterica che si diffonde attraveerso spore di resistenza che possono riattivarsi anche dopo anni) Lasciare uno sciame inselvatichito infetto (e di conseguenza indebolito o alla fine soccombente ) comporta la matematica certezza del "saccheggio" con diffusione della malattia per chilometri.
Per concludere, è molto probabile cheesistano anche obblighi in merito fissati da leggi o ordinanze a livello regionale.



Anche l'Apis mellifera è originaria dell'Asia, non solo l'acaro parassita.
Io capisco eventualmente l'idea di uccidere le api dopo averne verificato lo stato di infestazione (per il discorso della propagazione dell'acaro) o infezione (batterio della peste)...ma ucciderle a prescindere mi sembra alquanto discutibile.

Modificato da - ValerioW in data 29 settembre 2012 10:43:39
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gisus
Utente Senior


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Inserito il - 29 settembre 2012 : 12:19:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anche l'Apis mellifera è originaria dell'Asia, non solo l'acaro parassita.


????

Io capisco eventualmente l'idea di uccidere le api dopo averne verificato lo stato di infestazione (per il discorso della propagazione dell'acaro) o infezione (batterio della peste)...ma ucciderle a prescindere mi sembra alquanto discutibile.


ho detto chiaramente nel primo intervento che non si può lasciare uno sciame abbandonato a se stesso; o lo si sopprime o deve esserci un apicoltore SERIO che se ne faccia carico;

ciao
gianluigi
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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
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Inserito il - 29 settembre 2012 : 13:04:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gisus:

Anche l'Apis mellifera è originaria dell'Asia, non solo l'acaro parassita.


????



L'Apis mellifera NON è solamente europea, ma originaria anche dell'Asia, dove c'è appunto l'acaro (le differenze all'interno della specie A. mellifera costituiscono il razionale per le sottospecie). Quello che voglio dire è che il confronto tra i due non è una cosa che si è verificata solo di recente in Europa.

Messaggio originario di gisus:

[quote]

ho detto chiaramente nel primo intervento che non si può lasciare uno sciame abbandonato a se stesso; o lo si sopprime o deve esserci un apicoltore SERIO che se ne faccia carico;



Scusami, dunque secondo te tutte le colonie di A. mellifera dovrebbero essere controllate dall'uomo o, in caso contrario, soppresse? Forse ho capito male, nel caso scusami.

Modificato da - ValerioW in data 29 settembre 2012 13:11:04
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 29 settembre 2012 : 19:54:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ha ragione Gisus. Quando si trova uno sciame selvatico, la cosa da fare e' chiedere l'interessamento dell'apicoltore più vicino, che ne sarà in ogni caso contento e potrà intervenire.
Ci succede spesso nella stagione, e in alcuni casi ci facciamo pagare se l'operazione e' particolarmente complessa . Se puoi mettici un telo sopra e stai a guardare.. Se hai problemi contattami in privato, ho un apiario a Pascarola...

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ValerioW
Moderatore


Città: Padova
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Regione: Veneto


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Inserito il - 29 settembre 2012 : 20:08:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Ha ragione Gisus. Quando si trova uno sciame selvatico, la cosa da fare e' chiedere l'interessamento dell'apicoltore più vicino, che ne sarà in ogni caso contento e potrà intervenire.



Perchè non possono esistere Apis mellifera selvatiche? Non è troppo antropocentrica come filosofia?

Modificato da - ValerioW in data 29 settembre 2012 20:17:23
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


2280 Messaggi
Fotografia Naturalistica

Inserito il - 29 settembre 2012 : 21:04:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Valerio e gli altri.. La discussione e' complessa, se volete approfondire. 
Come dice Gisus, purtroppo non e' provata la capacita' della ns ape mellifera, di sopravvivere a due stagioni di sviluppo, senza presidi veterinari per il controllo della acariosi. La Warroa infesta la covata delle api, prima della opercolatura, verso l'ottavo giorno, e si rende irraggiungibile. Essa e' anche responsabile della diffusione di altre infezioni opportuniste nell'ambiente alveare, e col crescere dell'infestazione porta al collasso della colonia, che viene poi saccheggiata da vespe formiche e altre api. Sull'ape Cerana, che ha una biologia molto diversa, basata sulla frequenza della sciamatura, come su alcune   api africane, più disponibili ad abbandonare il nido, la Warroa ha trovato un equilibrio con l'ospite, come ci si aspetta da ogni bravo parassita!!

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robybar
Utente Senior

Città: Catanzaro
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Flora e Fauna

Inserito il - 29 settembre 2012 : 21:23:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di ValerioW:

Messaggio originario di nanni:

Ha ragione Gisus. Quando si trova uno sciame selvatico, la cosa da fare e' chiedere l'interessamento dell'apicoltore più vicino, che ne sarà in ogni caso contento e potrà intervenire.



Perchè non possono esistere Apis mellifera selvatiche? Non è troppo antropocentrica come filosofia?

Purtroppo la selezione degli apicolori ha creato razze che stanno soppiantando del tutto la razza originale selvatica.
gli ultimi ceppi puri di A.M. ligustica sono due alveari in Australia soggetti a studi scientifici.
Ormai la ligustica (il ceppo naturale dell'ape italiana) geneticamente non esiste più.
Ma poi ovviamente ci sono le eccezioni:
Non mi ricordo su quale forum, un alveare selvatico di A.mellifera è stato monitorato per 5 anni senza che nessuno lo toccasse mai, si è spopolato dopo 5 anni ed ovviamente nessuno gli faceva trattamenti perchè era a 20metri d'altezza in un palo d'acciaio dell'elettricità!
Ci fecero anche una teoria, secondo la quale il campo elettromagnetico del traliccio non disturberebbe le api ma impedirebbe il prosperare della varroa.

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robybar
Utente Senior

Città: Catanzaro
Prov.: Catanzaro

Regione: Italy


1267 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 settembre 2012 : 21:24:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
PS:
e poi se è largo un metro come dici tu, non può che essere lì da anni!

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