Tutto è iniziato a febbraio del 2010, quando ho prelevato una manciata di terriccio da un cumulo di materiale organico (bucce di ortaggi e frutta), che depositavo ogni due-tre giorni in campagna – il terriccio è stato messo in un contenitore trasparente (cm 18 *30, profondo circa 10 cm, pieno di terriccio ed acqua per circa 3 cm). Il contenitore originale è ancora “vivo”, da alcuni mesi c’è anche una pellicola di alghe sulle pareti, ed ogni tanto aggiungo qualche avanzo vegetale e qualche artropode morto (trovato in un piazzale di cemento la mattina) Mi sono accorto subito che c’erano svariati microorganismi, e mi è capitato di isolare in un contenitore più piccolo quelli che all’inizio erano pochi collemboli, con un po’ di terriccio. Da oltre un anno e mezzo, in un contenitore circolare del diametro di circa 8 cm, vive una popolazione di collemboli, assieme ad acari, anellidi, nematodi, rotiferi, protozoi. E’ un ecosistema in miniatura, che mi stupisce ogni volta che lo osservo allo stereoscopio. Come nutrimento aggiungo una volta a settimana piccolissime quantità di frutta matura o marcescente, e quando capita qualche insetto morto (zanzare soprattutto). Attualmente sono presenti collemboli in centinaia di esemplari della stessa specie (almeno credo). In basso un filmato dei collemboli e delle loro uova
Il campo visivo iniziale è di 17 mm (lato lungo) per 13 mm circa, poi ho utilizzato lo zoom digitale della fotocamera – quei due puntini bianche che si vedono sulle uova sono i riflessi delle luci led che uso per l’illuminazione.
Ecco una foto (qualità molto scarsa, lo so) di un collembolo mentre depone – è l’unico che ho visto finora, e non ho continuato a seguire la deposizione; nonostante le tante uova presenti non ne ho mai visto schiudersi.
Immagine:
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Come si vede dal filmato i collemboli sono su un velo di acqua, e per questo inizialmente credevo si trattasse di Podura aquatica; non ero molto convinto perché Podura aquatica ha un aspetto più tozzo ed ellissoidale, e poi ho scoperto che si trova solo nel Nord Italia. Con l’aiuto delle chiavi (link proposto da Carlmor, in evidenza nell’indice delle discussioni sui Collembola), ma soprattutto di foto che ho visto in Internet sono arrivato alla famiglia Isotomidae (non ne sono sicuro), e lì mi sono fermato – sul sito Link sono presenti le chiavi per scendere a livello di genere, ma occorre cercare dettagli submicroscopici: mi mancano il microscopio biologico e la pazienza di smembrare sotto il microscopio qualche esserino per vederne mandibole, apparati riproduttori, …, che già avrei dovuto utilizzare per le chiavi citate.
Si tratta comunque di esserini allevabili in pochissimo spazio e con poche necessità. Il contenitore è chiuso e viene arieggiato una volta ogni 2-3 giorni. Bisogna soprattutto stare attenti a non introdurre troppo materiale organico, perché se si hanno fenomeni putrefattivi la coltura potrebbe morire per mancanza di ossigeno (mi riferisco non solo ai collemboli, ma anche ad acari, anellidi, …) In altre aree del forum, in futuro, posterò qualcosa anche su acari ed anellidi che sono a far compagnia ai collemboli.
pietruzzo
Modificato da - pietruzzo in Data 17 novembre 2011 19:25:59