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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Nota! La determinazione degli insetti necessita quasi sempre di un'indicazione geografica e temporale precisa. Invitiamo quindi gli utenti ad inserire questi dati ogni volta che viene richiesta una determinazione o viene postata una foto di un insetto. I dati forniti dagli utenti ci consentiranno anche di attribuire un valore scientifico alle segnalazioni, contribuendo a migliorare e integrare le attuali conoscenze sulla distribuzione delle specie postate.
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Autore |
Discussione |
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Holly
Moderatore
Prov.: Varese
Regione: Lombardia
5555 Messaggi Flora e Fauna |
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Holly
Moderatore
Prov.: Varese
Regione: Lombardia
5555 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 09 ottobre 2011 : 18:10:05
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Questa è la pupa formatasi dal mio bruco. Ho notato che si trattava di una pupa mobilissima: si contorceva e muoveva con forza i segmenti addominali, anche se appena sfiorata! Non avevo mai osservato tale comportamento nelle mobili pupe di Nottuidi e Geometridi, men che meno in quelle delle farfalle diurne, solitamente piuttosto rigide (proprio come le pupe di Aglais urticae, che ho allevato insieme alla cardui).
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Holly |
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Holly
Moderatore
Prov.: Varese
Regione: Lombardia
5555 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 09 ottobre 2011 : 18:10:24
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Infine, ecco lo splendido adulto, sfarfallato il 24 agosto. E' stato bellissimo rivedere, così da vicino, poi, una specie che non osservavo da tempo; nonostante la presenza dei bruchi, in Valle ho osservato un solo esemplare, su Buddleja
E' stata una bella esperienza e ho avuto anche un pizzico di fortuna, perchè il bruco della cardui sfarfallato mi è capitato per caso insieme ad altre sei Aglais urticae, TUTTE parassitate da Tachinidi ho provato ad allevare anche due Vanessa atalanta, ma si sono rivelate parassitate entrambe. Solo due Aglais urticae (trovate in Natura già pupe, fra l’altro) sono sfarfallate con successo!)
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Holly |
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erborista1
Utente Senior
Città: gambettola
Prov.: Forlì-Cesena
Regione: Emilia Romagna
853 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 09 ottobre 2011 : 20:39:33
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Ciao Holly,bellissimo esemplare.Durante l'allevamento delle vanesse Aglais io,ho notato che le crisalidi,si agitavano molto,fin quasi verso lo sfarfallamento,come la tua vanessa del cardo. |
Modificato da - vladim in data 23 aprile 2016 04:58:46 |
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viviana
Utente V.I.P.
Città: Carmagnola
Prov.: Torino
Regione: Piemonte
361 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 09 ottobre 2011 : 23:09:23
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Complimenti! Molto bella. Non mi è mai capitato, tra i miei pochi allevamenti, di provare con le vanesse, sebbene ogni anno cerchi di trovarle. Pazienza, in compenso vengono loro a farmi visita.
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enrico f
Utente Senior
Città: modena
Prov.: Modena
Regione: Emilia Romagna
928 Messaggi Tutti i Forum |
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musbeppe957
Utente Senior
Città: Carmagnola
Prov.: Torino
Regione: Piemonte
2792 Messaggi Fotografia Naturalistica |
Inserito il - 11 ottobre 2011 : 08:00:12
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Domanda: Ma poi, una volta sfarfallate ed osservate ecc.ecc. cosa ne fate? Le lasciate in libertà, in natura? Beppe
----------------------- "Un crop l'è mai trop! |
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erborista1
Utente Senior
Città: gambettola
Prov.: Forlì-Cesena
Regione: Emilia Romagna
853 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 ottobre 2011 : 10:22:54
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E'naturale Beppe.E' un hobby molto nobile il nostro.Lo scopo dell'allevamento è essenzialmente quello di salvare i bruchi dai tanti nemici che hanno(uccelli,insetti vari,uomo)e poi una volta trasformati in farfalle,restituire loro la libertà.In questo modo contribuiamo a evitare una possibile estinzione.Ciao a presto | Messaggio originario di musbeppe957:
Domanda: Ma poi, una volta sfarfallate ed osservate ecc.ecc. cosa ne fate? Le lasciate in libertà, in natura? Beppe
----------------------- "Un crop l'è mai trop!
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mazzeip
Moderatore
Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma
Regione: Lazio
13572 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 11 ottobre 2011 : 11:04:40
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Non vorrei sconfessare le affermazioni di Pietro, senz'altro dettate da ottime intenzioni, ma qualcosa va comunque precisata: gli allevamenti in cattività potenzialmente portano più danni che benefici, dato che:
- comportano spesso il rilascio di individui lontano dal luogo di cattura della larva, con possibile "inquinamento" a livello genetico delle popolazioni; se la specie è alloctona, il rilascio diventa una introduzione di una nuova specie, con conseguenze facilmente intuibili
- comunque le condizioni di allevamento, per quando riguarda soprattutto la temperatura e secondariamente l'umidità e l'illuminazione, sono ben diverse da quelle che la larva avrebbe in natura, e questo provoca spesso una modifica dei tempi di sviluppo e il conseguente sfasamento temporale dello sfarfallamento rispetto agli individui in natura, cosa che preclude alle farfalle allevate la possibilità di accoppiarsi con i loro conspecifici naturali.
Per questi motivi, eccettuato l'allevamento in condizioni più "naturali" possibili di specie locali, gli individui sfarfallati non vanno rilasciati nell'ambiente.
Paolo Mazzei Link Moths and Butterflies of Europe and North Africa Link Amphibians and Reptiles of Europe |
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erborista1
Utente Senior
Città: gambettola
Prov.: Forlì-Cesena
Regione: Emilia Romagna
853 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 ottobre 2011 : 12:36:19
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Sono perfettamente daccordo con Paolo.Io,per l'esattezza,allevo farfalle macaone e vanesse Aglais io,che trovo vicino a casa. | Messaggio originario di mazzeip:
Non vorrei sconfessare le affermazioni di Pietro, senz'altro dettate da ottime intenzioni, ma qualcosa va comunque precisata: gli allevamenti in cattività potenzialmente portano più danni che benefici, dato che:
- comportano spesso il rilascio di individui lontano dal luogo di cattura della larva, con possibile "inquinamento" a livello genetico delle popolazioni; se la specie è alloctona, il rilascio diventa una introduzione di una nuova specie, con conseguenze facilmente intuibili
- comunque le condizioni di allevamento, per quando riguarda soprattutto la temperatura e secondariamente l'umidità e l'illuminazione, sono ben diverse da quelle che la larva avrebbe in natura, e questo provoca spesso una modifica dei tempi di sviluppo e il conseguente sfasamento temporale dello sfarfallamento rispetto agli individui in natura, cosa che preclude alle farfalle allevate la possibilità di accoppiarsi con i loro conspecifici naturali.
Per questi motivi, eccettuato l'allevamento in condizioni più "naturali" possibili di specie locali, gli individui sfarfallati non vanno rilasciati nell'ambiente.
Paolo Mazzei Link Moths and Butterflies of Europe and North Africa Link Amphibians and Reptiles of Europe
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Modificato da - vladim in data 23 aprile 2016 04:59:51 |
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Holly
Moderatore
Prov.: Varese
Regione: Lombardia
5555 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 12 ottobre 2011 : 16:30:49
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Grazie a tutti per l'apprezzamento!
Anch'io condivido in pieno le affermazioni di Paolo. Vorrei precisare, per correttezza, che, nel mio piccolo (le mie esperienze di allevamento sono ancora modeste) ho sempre allevato specie rinvenute nei dintorni di casa, cercando di avere la massima attenzione per i tempi di sfarfallamento e la sincronizzazione con i conspecifici selvatici: non mi è mai sfarfallata, finora , una specie primaverile in inverno, ma le ho sempre fatte svernare, tenendole a temperatura ambiente. Questo esemplare di Vanessa cardui, nello specifico, è stato allevato nella sua bottiglia, fuori sul balcone; ho tenuto in casa solo la crisalide per evitare predazioni da parte di altri insetti o parassitismo. In ogni caso, rispettate le condizioni elencate da Paolo, ho sempre liberato ogni farfalla, dopo l'allevamento.
Holly |
Modificato da - Holly in data 12 ottobre 2011 16:36:28 |
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viviana
Utente V.I.P.
Città: Carmagnola
Prov.: Torino
Regione: Piemonte
361 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 15 ottobre 2011 : 00:11:34
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Anch'io, coi miei modesti allevamenti, mi sono sempre comportata come Holly: solo specie trovate nell'orto o nel giardino di casa o nelle immediate vicinanze. Mai portato a casa un bruco visto in altri posti. Può anche capitare di dare una mano alla natura, come nel caso di due bruchini di macaone trovati, qualche anno fa, intirizziti verso il venti di ottobre sopra una pianta di finocchio nell'orto, sorpresi da un repentino calo della temperatura dopo un inizio autunno piuttosto tiepido. Portati in casa, hanno terminato le ultime mute e si sono impupati sul davanzale della finestra in soggiorno, conquistando, per oltre dieci giorni, l'attenzione del resto della famiglia ("Ma sono anche carini" "Ma quanto mangiano!" "Ma quanta ne fanno" "Ma che divoratori", ecc.). Dopo che la pupa si era ben formata, li ho spostati in cantina e ve li ho tenuti fino alla primavera; portati all'aperto, sono poi sfarfallati normalmente. |
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