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 Avifauna del delta del Danubio
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pan_48020
Utente Senior


Prov.: Ravenna

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 09 ottobre 2010 : 06:33:22 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao tutti

Faccio un' incursione (e neanche troppo breve!) nel forum ornitologico; in genere mi occupo di botanica, tuttavia in tempi ormai lontani ero un fervente ornitolo.

Sono passati vent'anni da quando andavo in giro per il delta del Po a fare Birdwatching. Allora c'erano alcune specie giunte da poco in zona che erano vere rarità, fra queste ricordo la Sterna zampenere, la Spatola e l'Airone bianco maggiore. Oggi sono relativamente frequenti e mi capita a volte di incontrarle quando vado in escursione.
Ai tempi chiesi a qualche ornitologo esperto a cosa fosse dovuto l'arrivo di queste specie e mi venne risposto che probabilmente si erano spostate dal delta del Danubio a causa di modificazioni ambientali.

Vedendo quello che è recentemente accaduto in Ungheria ed essendo abbastanza pessimista sulla possibilità di arrestare i fanghi rossi alcalini fuorisciti, sono convinto che purtroppo le ripercussioni ambientali saranno notevoli.
Anche nel caso si riuscisse ad abbassare la carica basica dei fanghi temo che il Danubio rimanga compromesso e quindi in ultima analisi anche il tratto finale, quello più fragile e con la maggiore biodiversità, il Delta.
Naturalmente è presto per stime e previsioni,e spero proprio di sbagliarmi, tuttavia se l'equilibrio venisse in qualche modo alterato è possibile che fra le eventuali conseguenze vi sia anche la dispersione in zone lontane di avifauna. Almeno gli uccelli, al contrario dei pesci, hanno questa possibilità!

E qui giungo al motivo del mio intervento.
Frequentando regolarmente una piccola porzione del delta del Po ritengo di poter osservare un eventuale aumento di alcune specie o addirittura l'ingresso di nuove.
Vorrei porre l'attenzione su questo fatto, e magari chiedere la stessa cosa agli ornitologi che frequentano regolamente le zone umide.
Una ripercussione indiretta di una eventuale e deprecabile alterazione del delta del Dunubio, potrebbe essere lo spostamente in aree simili, in zone umide quindi, di avifauna.
Qui nel forum ci sono molti naturalisti che "tastano il polso" alle loro piccole o grandi aree naturali e credo si possa avere qualche indicazione.

Ciò che accade nell'europa dell'est non fa molta notizia e ben presto non si avranno più nuove sulla faccenda.


Sarebbe interessante avere un'idea di massima sulla composizione e magari anche consistenza dell'avifauna del delta del Danubio, magari capire quali specie presenti manchino da noi (penso ad esempio al pellicano) . Io, purtroppo non sono mai andato e conosco ben poco a riguardo.

Ciao e grazie


Conoscere gli altri, è saggezza; ma conoscere se stessi è saggezza superiore.

Bigeye
Moderatore


Città: viterbo
Prov.: Viterbo

Regione: Lazio


6269 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 09 ottobre 2010 : 10:48:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
interessante discussione gentile Pan.
Al momento quindi ragioniamo in termini ipoteteci (facendo gli scongiuri):
il ragionamento che fai è assolutamente corretto. Ci sono molti esempi di casi di colonizzazione/estinzione di nuove aree dovute ad eventi avversi in un sito di grande interesse ornitologico. Anni fa in seguito alla siccità e all'inquinamento delle foci del Guadalquivir, si notarono in Camargue aumenti delle popolazioni di Ardeidi ed Anatidi; in Italia sempre in funzione di quella calamità ci fu la prima nidificazione di Fenicottero in un settore costiero tirrenico.
Gli uccelli per la loro estrema vagilità e per una spiccata selezione dell'habitat reagiscono rapidamente ai mutamenti, spostandosi all'interno del loro areale distributivo in modo eclettico, sempre intro habitat specifico.
Cosa succederebbe sul Delta del Po se avvenisse ciò che speriamo non avvenga?
Questo è difficile da dirsi. Probabilmente le popolazioni di Pellicano andrebbero a rinforzare la colonie orientali greche e turche e potrebbe disertare l'Italia (ma non è del tutto detto) forse i Mignattai (circa 1500 coppie stimate nel Delta del Danubio) potrebbero colonizzare nuove aree in Italia (Emilia Romagna, Veneto e forse in luoghi che non ci aspettiamo), oppure si assisterà ad "irruzioni" di Oche collorosso sveranti nel nord della penisola. Non mi sento per nulla di escluderlo.
Insomma il problema che poni può essere irrobustito da altri esempi, ma il fenomeno come già ipotizzavi non solo è possibili ma decisamente probabile.
Fortunatamente in Italia, anche nella cronica mancanza di fondi ed energie coordinate, esiste tuttavia una buona schiera di ornitologi seri e preparati che monitoreranno senza dubbio gli avvenimenti.
Incrociamo le dita perchè ciò non avvenga, altrimenti lo scienziato seguirà le fluttuazioni dei livelli di popolazioni almeno per le specie acquatiche più carismatiche e con più appeal (secondo alcuni ovviamente) e avremo dati di confronto. Per i Passeriformi forse le informazioni saranno meno dettagliate, ma non è detto; una buona rete di inanellatori esiste e chissà se qualche Silvia di Rueppel rumena verrà inanellata in qualche stazione italiana....

ok ho fatto due chciacchiere tra amici, spero di avere almeno in parte risposto

ciao :)


okkione

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Au village sans pretention, j'ai mauvaise reputation.
-Georges Brassens-

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pan_48020
Utente Senior


Prov.: Ravenna

Regione: Emilia Romagna


2334 Messaggi
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Inserito il - 09 ottobre 2010 : 21:25:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ok ho fatto due chciacchiere tra amici, spero di avere almeno in parte risposto


Allora ti ringrazio per le chiacchere...

Spero che la faccenda del Danubio si concluda positivamente, ma ho molti dubbi

ciao


Conoscere gli altri, è saggezza; ma conoscere se stessi è saggezza superiore.

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