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ATTENZIONE! Gli Amministratori ed i Moderatori di questa sezione del Forum di Natura Mediterraneo desiderano che l'argomento caccia sia evitato perchè ritengono che Associazioni come il WWF, Legambiente e Lipu, siano molto ben organizzate e coerentemente molto attive su questo argomento.
Inutile dire che siamo completamente in linea con gli ideali di queste associazioni.

Per contribuire alle finalità di salvaguardia che il forum si propone chiediamo inoltre a tutti gli utenti di collaborare con noi affinchè si possa contribuire a diffondere un'etica di approccio all'osservazione della fauna che rechi il minor disturbo possibile agli animali.


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arpax
Utente Senior


Città: Istres

Regione: France


654 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 18 febbraio 2010 : 15:47:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' vero la figura dell'amante della natura ha cominciato a prendere un pò più di importanza pochi anni fà, dopo il grande lavoro di Boitani( persona che ammiro moltissimo assieme a Felix Rodriguez de la Fuente), Zimen e molti altri. Fino agli anni '70 erano presi quasi per matti! E' importante conoscere e far conoscere specie ed ambienti per imparare a rispettarli.
ciao a tutti!

Se una sera vedrai all'orizzonte la mia sagoma scura aspetta, osserva, e non muoverti: potrebbe essere l'ultima volta. ( da l'ORSO di G.Boscagli)

Modificato da - arpax in data 18 febbraio 2010 16:16:01
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Barbaxx
Moderatore


Città: Bolzano
Prov.: Bolzano

Regione: Trentino - Alto Adige


6012 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 18 febbraio 2010 : 21:00:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di pigrofalco:
Sottoscrivo tutto e mi complimento anch'io con Friulscottish e con Barbaxx per il materiale che hanno qui proposto.Mi permetto anzi una domanda : è un hobby amatoriale o è una professione la vostra?

Nel mio caso le scienze naturali sono un hobby, mentre gli studi di storia oscillano tra l'hobby e la professione (a seconda delle vicende della nostra Università...)
Barbaxx

Modificato da - Barbaxx in data 18 febbraio 2010 21:01:20
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Friulscottish
Utente V.I.P.


Città: Udine/ Cambridge
Prov.: Udine

Regione: Friuli-Venezia Giulia


151 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 18 febbraio 2010 : 21:34:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anche per me è solo (purtroppo!) un hobby, anzi lo è stato fino ad una dozzina di anni fa. Poi certe responsabilità diventano prioritarie e gli hobby si allontanano. Diciamo però che per un po' di anni mi sono tolto delle belle soddisfazioni e se non fosse intervenuto il Provveditorato agli Studi avrei continuato a parlare di lupi nelle scuole elementari, cosa che mi dava enormi soddisfazioni.
Speravo e davo per scontato di riprende i miei hobby con mia figlia 13enne, ma l'amore per gli animali e fine alle coccole, nulla di scientifico purtroppo.
Alla sua età ed anche prima, ero già pieno di teche abitate da qualsiasi cosa incontrassi nelle mie perlustrazioni e da testi del settore.
Con voi sto rispolverando la voglia di tornare in bosco, devo quindi per forza ritagliarmi degli spazi. Ho una voglia matta di cercarmi dei roost di gufi, che sono una delle cose più belle e più strane che la natura possa offrire in questo periodo.
Mandiii..

Io me ne vado nella brughiera scozzese, non voglio diventare qua il più ricco del cimitero.
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clse
Utente V.I.P.

Città: como
Prov.: Como

Regione: Lombardia


382 Messaggi
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Inserito il - 19 febbraio 2010 : 00:10:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Friulscottish:

. ... Diciamo però che per un po' di anni mi sono tolto delle belle soddisfazioni e se non fosse intervenuto il Provveditorato agli Studi avrei continuato a parlare di lupi nelle scuole elementari, cosa che mi dava enormi soddisfazioni. ...


scusa ma in che senso? vuoi dire che il provveditorato ha proibito a una persona come te di trasmettere il tuo amore per la natura e la tua cultura a dei bambini (alunni?)

bè, allora rifatti pure su di noi, continua così che ci fai, o meglio ci fate, veramente felici.

grazie.


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Friulscottish
Utente V.I.P.


Città: Udine/ Cambridge
Prov.: Udine

Regione: Friuli-Venezia Giulia


151 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 19 febbraio 2010 : 15:00:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Claudio,ora ti spiego brevemente.
Ai tempi, parlando di lupi con una giovane maestra amica, mi venne chiesto da essa, entusiasta ed appassionata di animali, di andare a parlare con i suoi alunni in una scuola di paese. Preparai un bel discorso e delle belle diapositive (acquistate a Civitella Alfedena), e mi preparai al confronto con alunni di 4° e 5°, quelli che con la maestra ritenemmo più idonei per l'argomento. Sono state due ore bellissime anche per me, dove penso di aver trasmesso qualcosa d'importante. Quasi tutti i bambini avevano un'idea del lupo nefasta ma sono tornati a casa anche loro, meravigliosamente attratti dal nostro amico.
Quindi, giornata positiva per tutti.
Un paio di settimane dopo, la maestra amica mi chiese se volessi parlare ancora del lupo in un'altra scuola ed io logicamente accettai. Qua è stata bellissima, perchè oltre ad una giovane maestra c'era anche una maestra d'annata, che seppur in pensione non mollava mai l'istituto. Il problema che questa, marchigiana di monte, era fermamente convinta della pericolosità del lupo, e si faceva ella stessa testimone di quando bambina rischiava di venir sbranata dai lupi per andar a scuola. Mi sembrava di essere a Porta a Porta...dalla parte sbagliata. Feci comunque la mia sporca figura e da lì decisi di fare le cose un pò più seriamente, anche con l'idea di stampare del materiale da lasciare i ragazzi.
Per farla breve, chiedendo appoggi e materiale a persone sbagliate, questa mia iniziativa arrivò a disturbare certe persone che nel settore firmano tutto, anche materiale non proprio. Fatto sta, che io, "zero tituli" (per parlare alla Mourinho), non avevo le carte in regola per colloquiare con i ragazzi, e tutte le scuole successive, che ingenuamente avevo già nominato, con mere giustificazioni annullarono l'appuntamento. Tutto qua, c'ero rimasto un po' male, ma ho visto di peggio. Persone che ne sono dentro, come biologi o ricercatori, che meriterebbero molta più luce e che invece sono tenuti in ombra ......dai soliti noti.
Mandii..

Io me ne vado nella brughiera scozzese, non voglio diventare qua il più ricco del cimitero.

Modificato da - Friulscottish in data 19 febbraio 2010 15:04:43
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arpax
Utente Senior


Città: Istres

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654 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 19 febbraio 2010 : 15:05:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non ho parole, sai quanto darei perchè una persona venga a scuola a parlare di Lupi?! La gente a volte è proprio ottusa!
ciao

Se una sera vedrai all'orizzonte la mia sagoma scura aspetta, osserva, e non muoverti: potrebbe essere l'ultima volta. ( da l'ORSO di G.Boscagli)
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clse
Utente V.I.P.

Città: como
Prov.: Como

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382 Messaggi
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Inserito il - 20 febbraio 2010 : 18:10:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
bè, ma è stata un'esperienza di mooooolti anni fa, vero Friulscottish?
adesso è cambiato tutto, non esistono più i provveditorati MANNARI



tirem innanz


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pigrofalco
Utente Junior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 20 febbraio 2010 : 19:22:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Luciano54:

Non nego eventuali aggressioni (abbiamo appurato che sono possibili praticamente da tutta la fauna .... selvatica e non) ... nego la predazione!
Il meccanismo predatori in un super predatore come il lupo è un meccanismo piuttosto complesso ... che deve comunque individuare nell'essere attaccato per predare (e non per difesa o reazione) una specie preda!
Dico semplicemente che homo sapiens ... non è in quella lista!

Stiamo parlando Luciano di predazioni avvenute 2/3/4/5 secoli fa, stiamo cioè parlando delle ricerche relative a quell'epoca e sulle quali Friulscottish ha postato poche righe della sua ricerca.

nessuno Luciano nega che:
Il lupo sia stato vittima di persecuzione nella storia moderna dell'occidente
Oggi sia altamente improbabile essere aggrediti in Italia da un lupo.

Ciò non toglie che secoli fa la situazione potesse essere diversa, e se leggi il lavoro di Cagnolaro potrai avere ben chiara l'ottica con cui il nostro arriva a sostenere quella tesi.

P.s. Siamo seri però ... non paragoniamo testimonianze sulle guerre puniche ... con quelle di un'aggressione di lupi! Sono sempre episodi raccontati da pochi (spesso da uno solo) ... o immaginati a seguito di ritrovamenti ritenuti "strani" .... un po' come se trovo un topo morto e dico " ... è stato sicuramente il gatto"

Si chiama storiografia e presuppone un metodo che ha statuto di scientificità.Il lavoro di Cagnolaro comprende quello dello storiografo Comencini e utilizza appunto il metodo storiografico, il quale consta dell'esegesi delle fonti, della loro accurata valutazione e analisi e della loro interpretazione finale.....

posto qualche riga inerente questo lavoro presa dal sito della regione piemonte:

Link


"[...]Quanto potesse essere problematico il rapporto uomo-lupo in casa nostra, e ancora all’inizio del secolo scorso (parla del 1800 essendo il lavoro stato effettuato ancora negli anni dello scorso secolo), lo testimoniano i risultati di una ricerca recentemente pubblicata da ricercatori del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, coordinati da Luigi Cagnolaro. Attraverso un paziente lavoro di scrematura e di incrocio delle fonti storiche relative ad una vasta area comprendente Lombardia, Piemonte orientale e Canton Ticino, sono stati catalogati ben 440 casi di aggressione all’uomo avventi fra il XV ed il XIX secolo (100 casi, con 67 decessi, fra il 1800 ed il 1825, anno dell’ultima «predazione» ufficiale in comune di Gattinara)
Viene sottolineato come la stragrande maggioranza delle aggressioni e come la totalità delle predazioni propriamente dette fossero a danno di giovani, con una maggior frequenza nella fascia d’età compresa fra 8 e 12 anni. Non può sfuggire l’analogia con gli episodi recentemente documentati in India.

La particolare vulnerabilità dei «fanciulli» risulta anche dalla moltitudine di testimonianze contenute nei registri parrocchiali di quasi tutti i restanti comuni del Piemonte, Torino compresa.

Ovviamente, sarebbe imprudente accreditare tutte queste aggressioni senza una selezione (non facile) delle fonti ed è probabile che alcuni racconti, in realtà, nascondano un infanticidio; questo, per altro, non fa che confermare come le aggressioni da parte di lupi fossero credibili al punto da poter essere utilizzate a copertura di un atto delittuoso.

Che il problema degli attacchi esistesse viene infine provato dalle ordinanze di autorità del tempo che, per evitare il ripetersi di quegli episodi, disponevano azioni tanto a carattere repressivo (battute, appostamenti, distribuzione di carcasse avvelenate) come difensivo (fino alla protezione di uomini ed animali da parte di scorte armate). Interessante, in quest’ambito, è la presa di posizione del prefetto di Agogna che, ordinando quel tipo di misure dopo l’aggressione di due fanciulli, uno dei quali venne sbranato, dice anche «grave colpa però ne hanno i genitori, che soli li abbandonarono in luoghi deserti, per lo che mi riservo a procedere contro i medesimi», dal che si intuisce ulteriormente la non eccezionalità dell’evento.


L’aggressione all’uomo avveniva secondo due modalità ben distinte, riconducibili al soddisfacimento dei bisogni alimentari o ad alterazioni comportamentali su base patologica.

Nel primo caso i lupi, eventualmente in branco, erano soliti fare una vittima alla volta, consumandola poi se non disturbati. Gli attacchi di questo tipo avvenivano in zone marginali e a danno di persone (in maggioranza fanciulli, come sopra ricordato) addette alla custodia del bestiame; inoltre, pur verificandosi in tutti i periodi dell’anno erano particolarmente frequenti in giugno e luglio, in coincidenza con la fase più impegnativa dell’allevamento delle cucciolate. Nell’ambito di questa modalità di aggressione non devono stupire alcune concentrazioni di casi nel tempo e nello spazio. A Pragelato, a esempio, si attribuirono a lupi una ventina di aggressioni mortali negli anni 1710 e 1711 mentre ulteriori aggressioni a scopo alimentare non vennero registrate nei cento anni successivi, nonostante la presenza del predatore, provata dalle catture nei confinanti comuni della media Val Susa.

A questo proposito, è opinione degli esperti che l’attacco e l’uccisione di esseri umani, per quanto indubbiamente accidentale, possa risultare «gratificante» per il singolo predatore, essere eventualmente trasmessa al gruppo sociale di appartenenza e ingenerare nello steso una sorta di «specializzazione». per difendersi da questo tipo di attacchi venne addirittura sviluppato sulle Alpi un attrezzo a forma di lancia, detto ronca o pennato da lupo, di cui si trova illustrazione nel libro di Luciano Gibelli «Memorie di cose prima che scenda il buio».

La seconda modalità di aggressione, legata ad un danno irreversibile dei centri nervosi ad opera del virus della rabbia, era invece caratterizzata dall’interessamento in tempi brevi (pochi giorni consecutivi) di più persone, spesso adulte, ad opera di un lupo immancabilmente isolato che poteva anche penetrare nei centri abitati.
L’attacco determinava ferite gravi (spesso anche al volto) e, in caso di morte, la vittima non veniva mai consumata. Inoltre, a distanza di qualche settimana, buona parte dei sopravvissuti accusava i sintomi inequivocabili della rabbia, meglio nota con il termine di idrofobia. Va ricordato che allora, come oggi, i segni dell’idrofobia erano sinonimo di morte certa. Siamo convinti che l’atavica paura del lupo affondi le sue radici, profondamente, nell’immagine di sfrenata aggressività dell’animale in preda alla rabbia nella forma clinicamente nota come «furiosa», conosciuta anche nel cane e nella volpe. Particolarmente ben documentati sono i «mauvais exploits» di una lupa malata che, nel 1766, in Val d’Aosta, aggredì in poche ore 35 persone, per essere poi uccisa a sassate nel corso dell’ultimo attacco.
Nonostante l'avviso rassicurante di un’equipe di tre medici, inviati dalle autorità locali a visitare i feriti, almeno quindici di questi ultimi perirono di rabbia ad alcune settimane di distanza dal contagio.

Stabilito che non tutte le storie del passato erano fantasie, merita soffermarsi sul perché, da oltre un secolo (è bene rimarcarlo), i destini dell’uomo in Italia non si siano più incrociati in modo così drammatico con quelli del lupo.

La risposta è immediata per quanto riguarda la rabbia, dal momento che la distribuzione del lupo non ha più coinciso con quella della malattia; infatti la rabbia silvestre, che ha nella volpe il principale diffusore, è stata segnalata solo nelle regioni alpine, e in particolare nel settore centro-orientale (l’ultima ondata epidemica si sviluppò fra il l 1977 ed il 1986). Va aggiunto che la rabbia è oggi controllabile, anche nella fauna selvatica, grazie alla vaccinazione orale a mezzo di appositi bocconi. Utilizzando questa moderna strategia di intervento, gli stati dell’Europa «ricca» si sono praticamente liberati del problema. Resta per noi, un margine limitato di rischio legato alla possibilità che esemplari di lupo eventualmente infetti possano giungere sulle Alpi orientali proveniendo da zone (Slovenia, Croazia) dove motivi economici impediscono l’impiego regolare della vaccinazione orale. È verosimile che un aiuto in questo senso possa venire dai Paesi dell’Unione Europea, come già in parte verificatosi negli anni scorsi. In ogni caso, è oggi possibile intervenire efficacemente sul soggetto morsicato, mettendo in atto la cosiddetta vaccinazione post-contagio.

A sua volta, la scomparsa degli attacchi a scopo alimentare è giustificata non solo dalla contrazione numerica dei lupi rispetto a quel passato e dall’impiego sempre meno diffuso di fanciulli per lavori in ambienti marginali, ma anche dal venir meno dei fattori che possono favorire l’acquisizione di comportamenti antropofagi da parte del predatore.

Questi fattori, di cui sembrerebbe fondamentale la presenza in contemporanea, sono stati individuati da Cagnolaro nella carenza di prede domestiche e/o selvatiche di una certa taglia, nella scarsa disponibilità di territori utilizzabili dal lupo e nello sgretolamento della struttura sociale dei branchi. Non sfuggirà che uno scenario di questo tipo richiama momenti storici caratterizzati da una contrazione dell’ambiente del lupo e da un’espansione di quello antropico; cioè, l’esatto contrario di questo sta avvenendo sotto i nostri occhi.

Non vi è dubbio che, a seguito dello spopolamento e della riforestazione spontanea delle nostre montagne, il lupo dispne oggi di ampi spazi da ricolonizzare. È inoltre dimostrato che i primi lupi insediatisi sulle Alpi si nutrono per oltre il 90% di ungulati, domestici ma soprattutto selvatici, abbondanti quasi ovunque. È bene chiarire che nonostante messaggi di segno opposto che vengono da un’informazione in questo caso molto approssimativa: a) il numero di ungulati presenti sulle Alpi è incomparabilmente superiore a quello del secolo scorso; b) sono oggi popolate anche zone di bassa montagna mai utilizzate dagli ungulati a memoria d’uomo; c) esiste una maggior varietà di specie-preda di un tempo (per il Piemonte, cinghiale, cervo, capriolo e muflone sono acquisizioni che datano solo pochi decenni). La notevole disponibilità di prede di media e grossa taglia, a sua volta, rende possibile un’organizzazione in branchi numerosi (fino ad un massimo noto 8-9 individui nel Parc National du Mercantour) che, in quanto tali, sono assai efficienti nella caccia delle prede-tipo e non sembrano avere alcun bisogno di rivolgere altrove la loro attenzione. In conclusione, tutto fa pensare che il frequentatore delle Alpi (come già quello degli Appennini e dei Cantabrici) avrà poco da temere dalla nuova presenza. Qualche «vittima», al massimo, la faranno i cartelli che invitano a non percorrere determinati sentieri in quanto frequentati da lupi. C’è da scommettere che l’originale provocazione degli allevatori francesi troverà anche da noi qualche estimatore!"





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Friulscottish
Utente V.I.P.


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151 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 febbraio 2010 : 23:11:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Alessio, complimenti per il tuo intervento, per la stesura e soprattutto per il contenuto.

Io me ne vado nella brughiera scozzese, non voglio diventare qua il più ricco del cimitero.
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clse
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Inserito il - 21 febbraio 2010 : 23:44:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao friulscottish, stavo rileggendo adesso il libretto dell'opera "lupus in fabula", un progetto di "opera domani" patrocinato dal ministero per i beni e le attività culturali e dal ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca

mia figlia Serena frequenta la seconda elementare, e quest'anno come programma di arte e immagine partecipa a questa opera.

ti riporto un'estratto delle note di regia che sono sul libretto dell'opera teatrale:
..... lupus in fabula ci parla dell'ignoranza che porta alla paura dell'altro, che porta all'odio, che porta alla violenza. è un'escalation che conosciamo bene. ci parla di tutti i muri che gli uomini hanno costruito in tutti i tempi: il muro di berlino, della palestina, bastioni e muraglia cinese,mura che separano i romeo dalle giuliette, e tanti altri ancora, reali o mentali.
e noi?quali muri incrociamo tutti i giorni, quali muri costruiamo o subiamo? quali sono gli stereotipi nel nostro mondo di oggi?......

.....il lupo della nostra storia sarà uno straniero, uno senza fissa dimora, un irregolare, un morto di fame, un tipo losco che ci fa cambiare strada. di fronte a lui, una famiglia di cacciatori in un interno bianco, nikel, confortevole, una casa inquadrata e ben ordinata in cui tutto ha il suo posto.
cosa succederà quando arriverà il lupo?

questo è il link per saperne qualcosa in piu
Link


non so se quello che ho riportato lo potevo fare, spero di non aver violato nessun copyright e di non aver mancato di rispetto a nessuno, in caso contrario autorizzo i moderatori a cancellare il mio intervento e me ne scuso.

so invece per certo di essere andato fuori tema...
forse, con molta calma, i tempi stanno cambiando

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Edoardo
Utente V.I.P.

Città: Bologna
Prov.: Bologna

Regione: Italy


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Inserito il - 22 febbraio 2010 : 00:26:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho poco tempo per postare, ma il discorso è interessantissimo, faccio solo un breve accenno:

consiglio la lettura di "Uomini Prede e Predarori" di Hans Kruuk..un bellissimo libro dove vengono analizzati in dettaglio molte dinamiche di relazione tra uomini e grandi predatori!
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pigrofalco
Utente Junior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

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72 Messaggi
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Inserito il - 25 febbraio 2010 : 11:44:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Edoardo:

Ho poco tempo per postare, ma il discorso è interessantissimo, faccio solo un breve accenno:

consiglio la lettura di "Uomini Prede e Predarori" di Hans Kruuk..un bellissimo libro dove vengono analizzati in dettaglio molte dinamiche di relazione tra uomini e grandi predatori!

grazie per la segnalazione, qui è possibile leggere in inglese alcuni stralci del libro
Link

Modificato da - pigrofalco in data 25 febbraio 2010 11:47:36
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pigrofalco
Utente Junior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


72 Messaggi
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Inserito il - 25 febbraio 2010 : 11:46:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Friulscottish:

Alessio, complimenti per il tuo intervento, per la stesura e soprattutto per il contenuto.

Io me ne vado nella brughiera scozzese, non voglio diventare qua il più ricco del cimitero.

Ti ringrazio Friulscottish, anche per la cordialità e le profferte di montasio seppure virtuali !
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