Il rospo smeraldino
Il maschio di Rospo smeraldino di solito misura 6–8 cm arrivando ad un massimo di 10 cm; le femmine sono più grandi: possono raggiungere i 14 cm, ma di solito misurano 8–10 cm. Il colore del dorso ha un fondo variabile da biancastro a bianco–giallastro, rosato o grigio chiaro, su cui si notano numerose macchie di un verde brillante o spento (a seconda degli individui e delle popolazioni); sovente è picchettato di piccole chiazze rosse. Le ghiandole parotoidi sono subparallele. Il ventre è biancastro, senza chiazze, o al più con irregolari macchie scure. L’occhio ha l’iride colorata di giallo–dorato e verde; la pupilla è ellittica con asse maggiore orizzontale.
Il rospo smeraldino si nutre di
insetti e piccoli invertebrati. Il periodo riproduttivo inizia più tardi di quello del Rospo comune ed ha l’apice in aprile e maggio (in Italia settentrionale), con variazioni a seconda della latitudine e della temperatura. I maschi possono rimanere in acqua fino a tre mesi dopo l’accoppiamento, ma normalmente conducono vita terricola. I siti preferenziali di riproduzione sono le pozze temporanee o stagionali, normalmente in zone aperte e xeriche, anche nelle vicinanze delle abitazioni. Durante questo periodo gli arti anteriori del maschio appaiono più robusti e sulle prime tre dita presentano escrescenze cornee nerastre, rivolte verso il lato interno, utili per migliorare la presa nell’amplesso ascellare. Aumenta anche la plica interdigitale della palmatura delle zampe posteriori. I maschi vocalizzano grazie ad un ampio sacco golare mantenuto immerso per metà in acqua. Il canto viene emesso nelle ore serali e notturne e consiste di un trillo dolce e prolungato, simile a quello del Grillotalpa, ma più melodioso. Il canto ha la funzione di attirare le femmine, le quali effettueranno una selezione sessuale sulla base delle caratteristiche delle vocalizzazioni: una nota lunga, ad alto volume, con frequenza bassa, viene scelta nella maggioranza dei casi, ed è prodotta da maschi grossi, pesanti e in salute. Le ovature sono deposte in lunghi cordoni gelatinosi del diametro di circa 1 cm, che contengono da 5000 a 13000–15000 uova, disposte in una o due file. Ogni uovo, di colore nero, misura 1–1.5 mm di diametro. I girini fuoriescono dalla gelatina dopo una settimana e metamorfosano in 1.5–3 mesi. I girini sono inizialmente scuri, praticamente neri o nero-verdastri; in seguito si schiariscono, e quando giungono alla fase con 4 zampe, con ancora la coda lunga, compaiono le tipiche macchie verdi sul corpo. Lo svernamento avviene da novembre a marzo, sotto ripari di vegetazione, tronchi abbattuti, pietre, buche nel terreno.
Può abitare quasi ogni ambiente naturale o antropizzato (anche giardini), con una predilezione per quelli più aperti rispetto al Rospo comune. In Italia tende a restare in pianura e collina, evitando per lo più le montagne, e si adatta anche ad acque salmastre come gli estuari dei fiumi. Se disturbato, può rilasciare l’urina al fine di alleggerirsi ed essere così facilitato nella fuga: all’occorrenza è in grado di saltare più agilmente e frequentemente del Rospo comune. Se è vittima di un tentativo di predazione o di disturbo intenso, il Rospo smeraldino emette dalle ghiandole del dorso un veleno biancastro che odora di aglio, la bufalina, che agisce sulle mucose (boccale, nasale, e anche sugli occhi), infiammandole. Spesso il predatore è così indotto a sputare l’animaletto, che può allontanarsi incolume. I pericoli maggiori per la specie sono l’alterazione degli habitat riproduttivi, come la bonifica delle aree umide, e il naturale disseccamento precoce delle pozze temporanee usate per la riproduzione. Risulta sensibile ai diserbanti e ai pesticidi usati in agricoltura. E’ protetto a livello Comunitario essendo incluso nell’allegato II della Convenzione di Berna e nell’allegato IV della Direttiva Habitat (specie che richiedono una protezione rigorosa).
In Europa si rinviene dalle isole Baleari alla Francia Nord–Orientale, fino all’estremità della Svezia meridionale; in Italia è presente in ogni regione, anche sulle isole. Abita la penisola Balcanica, la Russia, il Caucaso, l’Iran e la Mongolia. In Africa lo si trova nelle regioni settentrionali, fino a 2000 m sui monti dell’Atlante in Marocco; sull’Himalaya è stato avvistato anche a 4500 m di quota.
Le varie forme presenti nei diversi paesi sono oggetto di studi che stanno distinguendo un grande numero di specie diverse all’interno del gruppo “Rospo smeraldino”, ma non tutti sono concordi su ogni nuova specie descritta sulla base di studi genetici. Anche il genere di appartenenza viene indicato di volta in volta come “Bufo”, “Pseudepidalea” o “Epidalea” a seconda delle popolazioni locali e degli studiosi che si occupano di questi studi, tutt’ora in corso e non ancora definitivi.
Testo e foto di
Dario Olivero
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