Il rospo
Diffuso nella maggior parte
dell'Europa (eccetto Irlanda, Corsica, Sardegna, Baleari, Malta e
Creta) in Italia è molto comune. Lo si ritrova in una gran quantità
di ambienti, spesso piuttosto asciutti. Gli adulti arrivano a 15
cm di lunghezza con le femmine più grandi dei maschi. Ha una pelle
molto verrucosa e delle ghiandole paratoidi molto prominenti e
leggermente oblique. Ha un colore brunastro ma variabile da color
sabbia a quasi rosso mattone, grigiastro e verde oliva. Può avere
delle macchie e chiazze più scure sul dorso, mentre la parte
ventrale è biancastra o grigia, spesso con strie più scure. Gli
occhi, con una pupilla orizzontale, sono dorato scuro o color rame.
Non ha dei sacchi vocale esterni. Il rospo ha delle abitudini
crepuscolari e notturne, anche se con un tempo piovoso o durante il
periodo riproduttivo, è possibile rinvenirlo di giorno. E' un
anfibio terragnolo, ma nella stagione riproduttiva compie delle vere
e proprie migrazioni per raggiungere l'ambiente acquatico, come
stagni e corsi d'acqua a moto lento, lanciando richiami facilmente
udibili. La maggior parte della popolazione migra negli stessi
giorni e si hanno allora degli addensamenti presso le rive e in
acqua anche centinaia di individui; è questa la fase più rischiosa:
per raggiungere la meta spesso devono attraversare strade ad intenso
traffico veicolare, con le disastrose conseguenze immaginabili.
Il maschio sviluppa durante la stagione riproduttiva dei cuscinetti
nuziali scuri sulle tre dita interne, che lo aiutano ad abbracciare
saldamente la femmina dietro le zampe anteriori durante
l'accoppiamento. Ogni femmina può deporre dalle 1000 alle 5000 uova
in lunghi cordoni gelatinosi; da queste sgusciano piccole larve
nerastre che compiono la metamorfosi in 2-3 mesi. L'alimentazione
è variabilissima e comprende quasi ogni tipo di invertebrato
incontrato, con preferenza per i coleotteri ed i gasteropodi;
possono predare anche piccolo vertebrati come topolini, serpentelli
e lucertole. L'inquinamento, gli scarichi industriali, lo
sviluppo dell'agricoltura e l'uso dei concimi chimici ne hanno
ridotto la popolazione. Inoltre il traffico automobilistico uccide
ogni anno migliaia di individui che migrano per riprodursi. Per
limitare questi danni, in Europa sono state costruite delle gallerie
per rospi lungo le rotte migratorie.
Questo strano anfibio, "brutto, solitario e in apparenza inutile",
era visto nelle campagne con un certo timore. I pochi che ne
conoscevano le abitudini di sterminatore di insetti nocivi e
lumache, come gli ortolani, lo rispettavano e lo trattavano con
riguardo, gli altri, in quanto ritenuto impersonificazione del male
e delle forze occulte, lo uccidevano appena se lo trovavano tra i
piedi. In esso si credeva si celasse una strega, sempre pronta a
compiere malefici. Si pensava ad esempio che se un rospo
sorprendesse addormentato un uomo, poteva squarciarne il cuore col
solo sguardo, oppure che la sua urina e lo sputo rendessero ciechi e
facessero perdere i capelli e che il suo sguardo provocasse il mal
di testa. Per alcuni già pronunciarne il nome porta male, tanto
che in Romagna si diceva che a dar del rospo ad un bambino, gli si
bloccava la crescita per tre giorni. Ad alcuni tale sguardo appare
di superbia, dato che nel Reggiano dicono "È superbo come un rospo",
a chi scruta il suo prossimo dall'alto al basso. Sempre dalla sua
particolare postura, che evidenzia una sorta di apparente
compiacimento per la voluminosa pancia, deriva un altro simpatico
modo di dire "Sembra un rospo nel fieno greco", rende infatti
perfettamente l'idea di una persona grassa, in panciolle,
comodamente seduta su di una poltrona dopo un lauto pasto. Comunque,
non è bello ciò che è bello, dato che "Ogni rospa ama i suoi
rospini" Tra i più comuni modi di dire su questo batrace sta
senz'altro "mi mangio un rospo". Tale espressione equivale ad
accettare una cosa sgradita, ad essere costretti ad sopportare
qualche cosa di increscioso, e deriva probabilmente dal senso di
disgusto e di ribrezzo che solo l'idea di inghiottire un rospo
provoca, oppure dall'osservazione della faticosa digestione alla
quale sono soggetti i serpenti, quando ne inghiottono uno. Come
con altri animali anche col rospo si fanno considerazioni
meteorologiche. A Bologna il suo "canto" pare, ad esempio, annunci
la primavera, "Quando canta il rospo sono lunghi i giorni quanto le
notti", fenomeno questo che si verifica proprio in questa stagione.
In molti dialetti, infine, col termine bot si indicano sia i rospi,
sia le botte, le percosse, tant'è che alcuni detti possono avere un
doppio significato, come il bolognese "Le botte - o i rospi - non
piacciono neanche ai cani".
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