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Riccio
Erinaceus europaeus
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Il riccio
E' un Mammifero
appartenente all'Ordine degli Insettivori, Famiglia Erinaceidi. È diffuso
in tutta l'Europa e in gran parte dell'Asia settentrionale; vive nella
macchia e nei boschi sia in pianura che in montagna al di sotto dei 1600m,
e si può trovare anche in campi, praterie e giardini. È lungo una
trentina di centimetri, di cui due o tre spettano alla coda; ha il capo
largo ed il muso piccolo e appuntito, gli occhi sono piccoli e scuri, le
orecchie sono larghe, corte e arrotondate. Il tronco è tozzo, sostenuto da
zampe brevi, con lunghe dita armate di robusti artigli. Le parti dorsali,
dalla fronte alla coda, e i fianchi sono ricoperti da aculei (che sono
peli modificati) brevi (2-3 cm) e duri, di colore grigio con l'apice
biancastro; le parti inferiori sono invece rivestite di peli brunastri. La
femmina è più grande del maschio. Di indole poco socievole, ha
abitudini crepuscolari e notturne, mentre durante il giorno si nasconde
nella propria tana di paglia e foglie, situata nelle cavità dei tronchi,
sotto le rocce o nei cespugli. Procede sul terreno lentamente, esplorando
e fiutando qualsiasi oggetto che incontra: la vista è poco sviluppata,
mentre ha un udito ed un olfatto finissimi, riuscendo addirittura a
sentire gli insetti muoversi sotto terra. Caratteristico è il suo modo di
difendersi: al minimo rumore sospetto l'animale fa un salto sulle quattro
zampe per colpire con gli aculei qualsiasi cosa si trovi vicino. Dopo di
che si appallottola stretto, nascondendo capo e zampe, trasformandosi in
una sfera spinosa difficilmente attaccabile; adotta la stessa tattica
anche quando gli succede di cadere da un muro o di scivolare lungo un
pendio: in tal modo evita di ferirsi. La sua dentatura è completa,
formata da 44 denti aguzzi e taglienti, ed è particolarmente adatta a
triturare gli insetti.
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Oltre a questi si ciba di molluschi,
lombrichi, ranocchie, lucertole, piccoli mammiferi, nidiacei e anche
frutti; si dice che sia un abile cacciatore di vipere, che afferra per
il collo rompendo loro la colonna vertebrale. Alcuni affermano che il
riccio è immune dal veleno delle vipere, in realtà è solo molto abile a
difendersi dal loro morso velenoso. I ricci sono essenzialmente
creature solitarie, eccettuato il periodo dell'accoppiamento il cui
rituale può durare anche diverse ore. La femmina partorisce tra aprile e
settembre 4 o 5 piccoli che nascono con la pelle chiara e delle
macchioline, in corrispondenza delle quali crescono poi gli aculei che
all'inizio sono interamente bianchi, radi e morbidi; dopo circa sei
settimane essi sono completamente indipendenti. Nei paesi freddi va
in letargo quando la temperatura scende al di sotto dei 10°C, mentre in
quelli a clima temperato può restare attivo per tutto l'anno. Durante
l'ibernazione diventa insensibile ed è difficile svegliarlo. Tra i
pochi predatori che possono ucciderlo c'è la volpe, che riesce a fargli
lasciare la posizione di difesa colpendolo nell'unico punto vulnerabile,
il naso. Tuttavia è il freddo a causare il maggior numero di morti;
inoltre sono numerosi i ricci che vengono travolti dalle ruote dei
veicoli durante la notte, perché essi apprezzano molto la facilità di
procedere sulle strade. Caratteristici parassiti del riccio sono le
pulci, più grandi di quelle dei gatti, e anche le zecche; forse legata
alla presenza di questi parassiti, è una curiosa abitudine del riccio:
quando si imbatte in qualcosa che ha un sapore o un odore nuovo o
insolito, dopo averlo "assaggiato", esso produce una abbondante schiuma
per ipersalivazione, e poi se ne cosparge il dorso. Se ne cosparge il
dorso. Secondo alcuni servirebbe ad allontanare i parassiti, secondo
altri permetterebbe all’animale di accumulare tossine sugli aculei,
rendendoli "velenosi".
Lo sapevate che...
In alcuni Paesi la
carne del riccio è considerata una leccornia, un tempo era assai diffuso
in Spagna, dove divenne tradizionale durante la Quaresima.
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