Il polpo
Octopus vulgaris

Il polpo è un mollusco appartenente alla classe dei cefalopodi, animali vivaci ed agili, che nell'aspetto esteriore, hanno poco in comune con gli altri molluschi.
A differenza dei gasteropodi (vedi murice), che pure sono i parenti dei cefalopodi più simili nella struttura del corpo, il piede del polpo, che i gasteropodi usano per strisciare sul substrato, risulta trasformato in un sifone, il cosiddetto imbuto. Espellendo con forza l'acqua attraverso l'imbuto, il polpo può muoversi nuotando velocemente anche grazie all'assenza di conchiglia che rappresenterebbe un insopportabile fardello.                 
Sempre attraverso l'imbuto, in caso di pericolo, il polpo può espellere il contenuto della ghiandola dell'inchiostro. Questa tasca contiene una sostanza scura che intorbida l'acqua disorientando l'assalitore e permettendo al polpo di fuggire inosservato.
Il capo del polpo porta 8 tentacoli molto mobili, muscolosi, muniti di due file di ventose.
Quest'ultima caratteristica permette di distinguere facilmente
Octopus vulgaris dal simile Eledone aldovrandii, noto con il nome di Moscardino, che presenta le ventose poste in un'unica serie su ciascuno dei tentacoli.

Polpo

Le ventose servono per ritenere la preda e per spostarsi sul fondo attaccandosi al substrato. Al centro della corona di tentacoli si trova la bocca che è provvista di un robusto becco corneo.
Nel capo del polpo sono molto appariscenti i grandi occhi globosi, somiglianti per la struttura a quelli umani. Al possesso di organi visivi così fatti è legato il comportamento vivace ed inquieto di questo animale.
Una caratteristica sorprendente del polpo, comune a tutti i cefalopodi, è la sua capacità di cambiare colore in risposta a diversi stimoli ambientali.
E' il cefalopode più frequente delle coste mediterranee; talvolta presente in gran numero durante le cosiddette "annate da polpi".
Abita le fenditure delle rocce che barrica con pietre, nella zona costiera superiore, da pochi metri fino a 100 m.
Si spinge spesso in prossimità della riva, muovendosi, tra gli scogli, a pochi cm di profondità. L'ingresso della tana, in genere, è facilmente riconoscibile per la presenza dei numerosi resti degli animali di cui si nutre (conchiglie di bivalvi, carapaci di granchi, ecc.).
Alla fine dell'inverno gli animali sessualmente maturi risalgono a bassa profondità per riprodursi. La femmina depone le uova (150000-400000) in lunghi cordoni fissati alla volta delle tane e le custodisce per 1-2 mesi. In questo periodo la femmina non si nutre e spesso muore dopo la schiusa.
Dalle uova, relativamente grandi, fuoriescono, senza stadio larvale, direttamente giovani polpi.

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