L'occhiocotto
Ampiamente diffuso
intorno al bacino mediterraneo, in Asia minore, e ad est fino al Mar
Caspio, in Italia l'occhiocotto, presente lungo le coste della penisola e
su tutte le isole, è sedentario e nidificante ma vi transitano anche
popolazioni migratrici, provenienti dal Nordafrica. Nelle regioni
settentrionali italiane è molto localizzato. La specie, lunga fino a
13cm, presenta il maschio con il capo di un nero intenso, nel quale spicca
l'occhio, circondato da un circolo di pelle rossa (da qui il nome); il
resto delle parti superiori è grigio, mentre inferiormente il colore si fa
quasi bianco. La coda, scura, è anch'essa bordata di bianco. La femmina è
meno contrastata, manca dell'evidente cappuccio nero ed è simile ai
giovani. Il verso è un forte allarme come di uno strumento di legno
rapidamente vibrato. Il canto è un vigoroso chiacchierio intercalato dalla
nota di allarme, eseguito da un ramo esposto o nascosto, e nel breve
danzante volo nuziale. Tra le sue prede più comuni vi sono insetti di
diverse specie, larve di lepidotteri, ortotteri ed afidi, ragni; nella
tarda estate ed in autunno l'occhiocotto utilizza per alimentarsi anche
frutti quali fichi ed uva, e semi di numerose piante. La riproduzione
ha inizio a fine marzo, ed il nido è costruito in cespugli sparsi o nel
sottobosco di foreste costiere. Le uova, 3-4, possono variare molto nel
colore di fondo ed hanno macchie brune o rossastre. Vengono incubate per
13-14 giorni da entrambi i sessi ed i giovani vengono nutriti quasi
esclusivamente dalla femmina e rimangono nel nido per 11 giorni. Di norma
vengono completate due covate, anche se spesso la seconda non è che una
deposizione di sostituzione.
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