La luscengola
Quando fugge rapidissimo,
scivolando a zigzag tra erbe e rocce, questo animale potrebbe essere
erroneamente scambiato per un serpente. In realtà si tratta di un parente
delle lucertole, appartenente come loro al sottordine dei Sauri; in
particolare, esso appartiene alla famiglia degli Scincidi. Gli Scincidi
italiani hanno la tipica caratteristica di possedere arti molto piccoli
rispetto al corpo, o addirittura atrofizzati. E' proprio il caso della
luscengola, le cui zampe, a fronte di un corpo serpentiforme lungo fino a
40 cm, non superano il centimetro. Il suo colore bruno, che può andare dal
verde oliva al grigio, al marrone, e le striature scure che corrono lungo
il corpo, oltre alla sua velocità, rendono estremamente difficile
scorgerla quando si trova nel suo habitat tipico, cioè le zone erbose
umide e i cespuglieti più freschi delle aree mediterranee.
Molto sensibile al freddo, passa l'inverno
rintanata in buche riparate del terreno o in fessure tra rocce esposte a
sud, da cui esce solo in primavera avanzata. Per questo stesso motivo è
piuttosto rara nelle zone montane. Si nutre soprattutto di insetti e
altri invertebrati. A differenza della maggior parte degli altri Sauri
(fatta eccezione per la lucertola vivipara, Lacerta vivipara, presente
solo nell'arco alpino), non depone le uova, bensì partorisce fino a
ventitré piccoli vivi in una volta. Una caratteristica, invece, che la
accomuna a molte altre lucertole è quella dell'autotomia, cioè il distacco
della coda nel caso in cui questa venga afferrata da un predatore. E'
diffusa in tutta Italia, in particolare lungo le coste, nel sud della
Francia e nella Penisola Iberica, oltre che in Africa settentrionale.
|