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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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D21
Moderatore Tutor
Città: Cuneo
Regione: Piemonte
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Inserito il - 19 settembre 2009 : 13:17:40
Nazione: Italia Regione: Piemonte Provincia: CN Comune: Frobosa soprana Localitŕ:Bossea
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Salve a tutti
Oggi racconto un po' della mia esperienza nella grotta di Bossea, luogo magico e affascinante!
La grotta, è bene dirlo subito, è attrezzata per visite guidate e l'accesso è a pagamento. E' stata la prima grotta turistica in Italia. Fino a pochi anni fa era l'unica in Piemonte: oggi si sono aggiunte la grotta dei Dossi e quella del Caudano, tutte vicine fra loro.
Consiglio di non disdegnare le visite guidate, se si vuole approcciarsi alle grotte, poichè l'ambiente è di per sè sempre potenzialmente pericoloso ed entrarci senza le adeguate conoscenze, attrezzature, esperienza e accompagnamento non è mai una buona idea! Esistono diverse grotte facilmente raggiungibili e di libero accesso, ma si rischia sempre di farsi male! Ben vengano, dunque, i viaggi sicuri e giudati, seppure a pagamento: si potrà ammirare uno spettacolo meraviglioso in piena sicurezza.
Per chi fosse interessato alle grotte "libere", di qualunque tipo esse siano, orizzontali o verticali, è imperativo frequentare un corso di speleologia: se ne trovano in ogni città, spesso organizzati da gruppi facenti capo al CAI.
La grotta di Bossea sbocca nella Valle Corsaglia, in provincia di Cuneo, Piemonte. E' una valle calcarea che conserva preziosi ricordi del passato e un dialetto particolarissimo, detto "del KIE' ", di origine occitano antico. La grotta fu scoperta a metà dell'ottocento: la prima spedizione raggiunse già la cosiddetta "cascata di Ernestina", che corrisponde alla fine dell'attuale percorso guidato. Prestazione notevole, se si pensa che all'epoca il tunnel d'ingresso era stretto e disagevole: bisognava strisciare per decine di metri, tra lo stillicidio continuo, con le torce che rischiavano di spegnersi... Poi si dovevano scalare i giganteschi massi in un tragitto tutto in salita, che terminava appunto con la cascata.
Domenico Mora, che guidò la prima spedizione, è ricordato nel nome del torrente sotterraneo. Solo nel 1874 si riuscì a superare la cascata, grazie a una siccità che disseccò il torrente Mora. Ancora mi chiedo come siano riusciti a portare a spalle la scala a pioli, in legno, necessaria all'impresa (la cascata è alta più di 10 metri!). Scoprirono così il ramo superiore, costituito da un lungo canyon attivo, che si ferma dopo circa 1 km in un sifone molto profondo. Questo fu superato dopo innumerevoli tentativi solo recentemente, grazie al lavoro del GSAM (Gruppo Speleologico Alpi Marittime). Lo sviluppo complessivo della grotta, noto attualmente, è di circa 3 km.
Vediamo la grotta da vicino.
Il 12 agosto, dunque, insieme al mio nipotino, sono tornato a Bossea dopo anni d'assenza. Ecco l'ingresso, chiuso da un cancello opportunamente bucato in alto, così da permettere ai pipistrelli di andare e venire:
Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
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D21
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6702 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 19 settembre 2009 : 13:31:02
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Chiedo venia per la scarsissima qualità delle foto, che non rendono certo giustizia degli immensi spazi della grotta... Sono fatte con una compattina da battaglia, che tutto sommato ha retto bene l'umidità interna che si aggira sul 98-100% !!! La temperatura media annuale corrisponde a quella media esterna, cioè 9° C. Può variare da 8 a 11, se ben ricordo.
Il torrente, invece, scorre con acqua a 7° C, portandosi via 750 tonnellate di calcare all'anno! Se ripassate tra qualche secolo la grottà sarà più grande!
Il tunnel d'accesso fu scavato a picconate già nell'800, allargando il cunicolo originario. Si tratta di un ramo fossile del torrente: oggi il Mora esce dalla grotta da un'apertura più bassa.
Appena si sbuca dal tunnel, si resta meravigliati dalla vastità del primo ambiente: la sala delle Rovine. E questa è una delle sale più piccole! Ecco qualche immagine sparsa delle concrezioni visibili sulle pareti, mentre si sale, gradino dopo gradino, alla sala delle Frane:
Dario.
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D21
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Inserito il - 19 settembre 2009 : 13:35:47
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Dopo qualche decina di gradini si arriva alla sala delle Frane, così detta per i molti grandi massi dispersi al suolo. In origine si trattava di tanti livelli sovrapposti, in cui l'acqua scorreva via via più in basso, da un livello all'altro. Quando i vari "soffitti" sono stati troppo sottili per reggere il peso delle rocce, sono franati uno sull'altro originando questa grande sala.
Anche qui, le pareti regalano concrezioni molto belle. Questa, però, è già forse nella sala successiva: la sala dell'Orso
Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.) |
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D21
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Inserito il - 19 settembre 2009 : 13:38:00
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Ora devo scappare, ma questa sera continuo!
Il bello deve ancora arrivare!
Dario.
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ninocasola43
Utente Super
Città: s.agnello
Prov.: Napoli
Regione: Campania
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Inserito il - 19 settembre 2009 : 22:10:38
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quando arriverà il bello, farò il commento nin |
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D21
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Inserito il - 19 settembre 2009 : 22:26:03
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Ciao Nino! Benvenuto in questa grotta Prima di proseguire voglio specificare che non è del tutto indispensabile pagare il biglietto (altrimenti, questo mio post sarebbe una pura pubblicità ): dovete sapere, infatti, che nella grotta è presente un laboratorio scientifico, fin dal 1969.
Ha iniziato l'attività come laboratorio biologico, cercando gli animaletti che vivono nella grotta. Ce ne sono molti endemici, tra cui uno pseudoscorpione che entrò qui all'epoca delle glaciazioni. Protetto dalla grotta, è sopravvissuto fino a oggi, mentre i suoi conspecifici all'esterno subivano i lunghi periodi di freddo e si spostavano verso sud. Oggi le specie affini vivono in Africa!
Il laboratorio oggi si occupa prevalentemente di idrologia e geologia, in collaborazione con il politecnico di Torino.
Questo per dire che collaborando con il laboratorio, ho avuto l'onore di poter visitare la grotta in ogni ora, in ogni giorno, in ogni ramo anche non turistico. Ho scoperto funghi strani, diplopodi, angoli nascosti e suggestivi... Insomma: chi volesse intraprendere una tesi di laurea o una collaborazione, potrebbe provare a chiedere: posso assicurare che la grotta è il più splendido laboratorio che si possa desiderare!
Ecco, nella sala dell'Orso, l'accesso alla saletta detta "la Sacrestia", dove ci sono le apparecchiature del laboratorio...
Dario.
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D21
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Inserito il - 19 settembre 2009 : 22:40:49
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La sala dell'Orso è immensa: la volta, ormai stabile, ha assunto la tipica forma ad arco. Si chiama così perchè al centro è stata allestita una vetrina con la ricostruzione di un Ursus spaeleus, trovato nelle vicinanze.
In realtà lo scheletro è composto dai resti di almeno 5 orsi, ma dà l'idea di com'erano questi animali. Pensate che le pesantissime lastre di vetro sono state portate a spalle dai volontari del GSAM-CAI su per decine e decine di gradini!
Dario.
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D21
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Inserito il - 19 settembre 2009 : 22:48:19
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La sala dell'Orso riserva anche altre sorprese: nella volta si apre, a 40 o più metri d'altezza, una galleria accessibile solo con la scalata con le corde. Da lì parte un tunnel di 150 metri, in ascendenza.
Inoltre, c'è un laghetto formato dal torrente Mora che ospita le Atrioplanaria morisii, un platelminta endemico scoperto dal dott. Angelo Morisi, che ho l'onore di conoscere personalmente.
Ci sono molte concrezioni: eccone alcune:
Dario.
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D21
Moderatore Tutor
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Inserito il - 19 settembre 2009 : 23:02:01
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L'Orso al centro della sala si chiama Eponimo . Fu battezzato così quando, in una guida, fu scritto: "al centro della sala spicca l'orso eponimo", frase che poteva essere intrerpretata in due modi: o "eponimo" significa: "che dà il nome", oppure... era il nome stesso dell'orso
L'itinerario prosegue salendo su un terrazzino da cui si vede una magnifica panoramica della sala. Purtroppo la mia macchinetta non riusciva a fotografare così lontano e così al buio. Ma posso asicurare che dal vivo laluce è più che sufficiente, tanto che alcune piante come felci e muschi crescono allegramente, nonostante le luci vengano spente spesso per preservare la grotta. Ogni tanto devono estirpare tutto.
Ora si passa su un costone di transizione, quasi orizzontale, che porta al passaggio successivo. Non mancano le concrezioni spettacolari!
Dario.
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D21
Moderatore Tutor
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Inserito il - 19 settembre 2009 : 23:15:42
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Ed eccoci all'attacco di una ripida e durissima salita, dall'eloquente nome de: "il calvario"! Si tratta di scalare parecchi gradini, sempre con il rumore del torrente lontano. Ci si può stancare un po', in questo tratto, ma per fortuna la guida faceva 3 soste!
La salita spezza il fiato e fa venire quasi voglia di tornare indietro, infatti tra gli itinerari a pagamento, ce n'è uno in cui il calvario non è compreso. Ma sarebbe un grosso errore fermarsi qui, perchè arrivati in cima si sbuca nella gigantesca sala Garelli.
E' la più grande della grotta: un immenso spazio vuoto nel cuore della montagna. Fa un po' impressione pensare alle masse di rocce sopra le nostre teste, che ci separano dal mondo esterno. Il torrente ruggisce lontano, ma di questo si parlerà tra poco.
La sala Garelli ha concrezioni bellissime, come il "missile in partenza": si tratta di una enorme stalagmite, tanto cresciuta che alla fine è crollata sotto il suo stesso peso, adagiandosi in diagonale. Non so se si riesce a vederla, in questa foto: la sala è talmente grande che nessun flash arriva fin là!
Altra immensa concrezione è "il duomo": le apparecchiature visibili sono quelle del laboratorio (rilievo temperature). Qui il duomo è visto da dietro, durante la discesa.
Dario.
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D21
Moderatore Tutor
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Inserito il - 19 settembre 2009 : 23:38:54
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Lo pseudoscorpione di cui parlavo prima fu trovato, pochissime volte, in questa sala. L'altezza della volta mi pare raggiunga qui i 70 metri!
Dopo essersi riposati e meravigliati, viene il momento di riprendere il cammino: ci aspetta una nuova salita, ma stavolta di pochi scalini: si arriva al lago di Ernestina, dove qualche visitatore di buone speranze butta sempre una monetina (per la gioia delle guide ). Il lago sembra placido, ma guardando bene si vedono alcuni mulinelli che trascinano l'acqua nel sottosuolo!
La salita prosegue quindi con una scala a chiocciola intorno a delle concrezioni (occhio alla testa! Io ci batto sempre ).
Ed ecco l'ardimentoso nipotino sull'erta scaletta!
Arrivati in cima si nota subito una grande stalagmite: in passato, all'inizio del '900, si era parlato addirittura di farla saltare con la dinamite, per recuperare le ossa di orso alla sua base!!! Infatti, in quel periodo, si cominciavano a scoprire questi resti e si pensava fossero rari: poi si scoprirono un po' ovunque. Per fortuna la stalagmite fu risparmiata, ma alla sua base si vedono ancora oggi dei colpi di piccone...
Altra stalagmite, questa volta più piccola: meno di un metro, ma non meno bella
Alle pareti colate calcaree imponenti!
Guardate che meraviglia!!!
Ed infine, eccoci alla fine del percorso turistico: la cascata di Ernestina, visibile da una balconata al livello della cima. Cade fragorosa nel lago sottostante, dando al luogo una suggestione difficilmente descrivibile. Peccato per la pessima foto...
Dario.
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D21
Moderatore Tutor
Città: Cuneo
Regione: Piemonte
6702 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 19 settembre 2009 : 23:50:51
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La grotta prosegue con delle passerelle di legno proprio sopra la cascata, ma da qui in poi i turisti non possono accedere. Il canyon che si trova oltre la cascata porta a una nuova stazione del laboratorio, dedicata allo studio delle acque e del clima. Poi continua fino a uno stramazzo costruito sul torrente, che ha dato origine a un lago lungo 120 metri. Ho avuto la fortuna di percorrerlo interamente sulla barca ancorata all'inizio. E' qualcosa di inverosimile andare in barca in grotta: le sponde sono formate da pareti verticali, l'acqua è limpidissima, tanto che sembra che sia assente. Stalagmiti salgono dal fondo del lago, stalattiti scendono dalla volta e arrivano quasi a sfiorare l'acqua, così che si deve aggirarle con la barchina. E in fondo si arriva al sifone, lungo 80 metri, dove se non si è sommozzatori bisogna fermarsi.
Ma nuovi rami laterali arricchiscono la grotta con laghetti sospesi a metà altezza del canyon, regalando paesaggi sotterranei indimenticabili.
Tutto questo non è nel biglietto d'ingresso: mi considero molto fortunato ad averlo visto. Non ho foto, purtroppo, ma forse riuscirò a trovare qualche vecchia diapositiva.
Chi volesse saperne di più, troverà facilmente notizie in Internet.
Buona serata a tutti!
Dario.
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kiko
Utente Senior
Città: Bovolone
Prov.: Verona
Regione: Veneto
1876 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 26 settembre 2009 : 14:28:35
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Chissà che bellezza percorrere interamente la grotta, visitarla in ogno suo ramo...sei stato veramente fortunato! Ti faccio una domanda: la parte visitabile ha subito danni da parte dei turisti? Spero di no, ma sapendo che tutto è possibile...
Complimenti per il post Francesco |
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D21
Moderatore Tutor
Città: Cuneo
Regione: Piemonte
6702 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 ottobre 2009 : 21:50:13
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Grazie per l'apprezzamento e scusami per il ritardo con cui rispondo . La parte turistica è stata molto rimaneggiata nel corso dell'ultimo secolo, ma sempre nel rispetto della geologia e biologia della grotta... Il percorso turistico crea molti punti-luce che possono generare disturbo per il delicato equilibrio biologico, ma le specie segnalate sono ancora presenti e pare stabili: inoltre, il personale cura la ripulitura dagli elementi estranei (è il loro mondo: ci tengono ad averlo intatto). I visitatori sono rigorosamente accompagnati in piccoli gruppi, quindi non possono fare danni: oltretutto si fa pure attenzione che l'umidità prodotta dal respiro dei turisti non aumenti oltre certi limiti! In questo lo staff è facilitato dalla stazione scientifica interna, che monitorizza costantemente ogni parametro ambientale: umidità, temperatura, perfino chimismo delle acque. Ho visto danni gravissimi in grotte di libero accesso: per fortuna non è il caso di Bossea!
Dario.
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kiko
Utente Senior
Città: Bovolone
Prov.: Verona
Regione: Veneto
1876 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 07 ottobre 2009 : 20:40:23
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| Messaggio originario di D21:
Grazie per l'apprezzamento e scusami per il ritardo con cui rispondo . La parte turistica è stata molto rimaneggiata nel corso dell'ultimo secolo, ma sempre nel rispetto della geologia e biologia della grotta... Il percorso turistico crea molti punti-luce che possono generare disturbo per il delicato equilibrio biologico, ma le specie segnalate sono ancora presenti e pare stabili: inoltre, il personale cura la ripulitura dagli elementi estranei (è il loro mondo: ci tengono ad averlo intatto). I visitatori sono rigorosamente accompagnati in piccoli gruppi, quindi non possono fare danni: oltretutto si fa pure attenzione che l'umidità prodotta dal respiro dei turisti non aumenti oltre certi limiti! In questo lo staff è facilitato dalla stazione scientifica interna, che monitorizza costantemente ogni parametro ambientale: umidità, temperatura, perfino chimismo delle acque. Ho visto danni gravissimi in grotte di libero accesso: per fortuna non è il caso di Bossea!
Dario.
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Bene! E' proprio quello che speravo. |
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FOX
Moderatore
Città: BAGNO A RIPOLI
Regione: Toscana
21536 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 07 ottobre 2009 : 21:01:08
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Grazie Dario,
per questa tua bellissima e interessante documentazione di una parte d'Italia a molti noi sconosciuta, e soprattutto interessante l'attenzione verso i pipistrelli e la sua biodiversità.
simo
Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan |
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Glypto
Utente V.I.P.
Città: Fossano
Prov.: Cuneo
Regione: Piemonte
443 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 16 ottobre 2009 : 22:56:30
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Cavolo, è dove sono stato (per ben due volte) in gita con la scuola! Effettivamente è bellissimo, certe "sale" sono spettacolari (peccato che soffra di vertigini!) così come la cascata e lo scheletro dell' orso (di cui la maggior parte dei resti, se non mi sbaglio, provengono dalle grotte delle Caudane, che ho anche visitato). Ora vi voglio raccontare una cosa: potete non credermi, ma la prima volta che le visitai io e altri miei compagni (assieme a una maestra) rimanemmo al loro interno al buio completo per qualche minuto (salvo poi riaccendersi le luci e ritornare all' uscita), un esperienza terrificante! |
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D21
Moderatore Tutor
Città: Cuneo
Regione: Piemonte
6702 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 17 ottobre 2009 : 02:14:57
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Salve a tutti! In effetti noi non "vediamo" quasi mai il buio completo: anche di notte qualche flebile lucina c'è sempre, in cielo o nei lampioni . Per capire davvero il BUIO COMPLETO bisogna andare in grotta!
La sensazione è estranea alle nostre consuete emozioni: lì ci troviamo in un mondo chiuso (prima sensazione strana), sotto centinaia di metri di roccia (seconda sensazione strana), nell'aria satura di umidità, più che in qualunque altro luogo (terza stranezza), con odori nuovi e mai sentiti, dovuti all'acqua sul calcare, all'aria poco mossa, alla chimica delle acque... (quarta stranezza), e i rumori sono morbidi, attutiti, lontani o vicini, come una rottura del silenzio totale, un PLIC di una goccia che cade, il fluire rimbombante del torrente (quinta stranezza), e infine il terreno scivoloso, o impervio, dove ogni passo sembra instabile, e il soffitto che scende a insidiarti la testa , e gli anfratti ovunque dove qualcosa di antico, dentro di noi, si aspetta di vedere saltar fuori qualche terribile nemico...
Tutto questo ci rimane dentro per l'intero tragitto in qualunque grotta, e se poi restiamo senza luce, ecco che la tensione esplode! Il buio e davvero totale, direi assoluto all'estremo! Non ho mai visto buio più buio dell'interno delle grotte! Bisogna provarlo, con tutte le sensazioni che ci accompagnano, per capirlo...
A me è capitato diverse volte, sia accidentalmente che di proposito (per vedere com'è l'effetto ): ogni volta si resta meravigliati per due secondi, poi inquieti, poi sorge il dubbio: e se le luci non si riaccendessero? E subito tornavamo a far luce.
A Bossea mi è successo, mentre esploravamo la grotta in cerca di funghi, che le guide dall'esterno, credendo non ci fosse nessuno, staccassero le luci: ma avevo sempre una pila con me, sebbene fioca fioca... eravamo a 800 m. dall'uscita .
Per precauzione, mi ero allenato a cambiare le batterie al buio, in modo da essere pronto ad ogni evenienza... a volte mi è servito
Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.) |
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macromicro
Utente Super
Città: Piovene Rocchette
Prov.: Vicenza
Regione: Veneto
7113 Messaggi Macrofotografia |
Inserito il - 26 ottobre 2009 : 20:38:27
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Con che sensibilità hai scattato?
Gianfranco |
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D21
Moderatore Tutor
Città: Cuneo
Regione: Piemonte
6702 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 26 ottobre 2009 : 22:16:05
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Ho usato una minicompattina: Canon A460... L'umidità della grotta sconsigliava di entrarci con macchine più performanti. Poi ho schiarito tutto in postproduzione. Ecco perchè c'è tanto rumore nelle foto .
La sensibilità, a leggere gli exif, è fissa sui ISO 250. Ma è una compatta con un sensorino minuscolo: non ci si può aspettare molto, nel buio completo e con il piccolo flash
Dario.
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