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 Pancratium maritimum / Giglio di mare
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



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Inserito il - 03 settembre 2009 : 21:06:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Dovrò dividere la discussione, perché non più inerente al giglio di mare.
La collocherò nel forum "biodiversità"

Alessandro PD


Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 03 settembre 2009 : 21:18:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Scegliamo insieme il titolo del post?
Beppe

Bottled beetles - salviamo le spiagge, i litorali, le dune dai barbari


Arriviamo alla verità, non solo con la ragione, ma anche con il cuore.
Blaise Pascal - Pensées 1670.



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Lucabio
Utente Senior


Città: Mongardino
Prov.: Asti

Regione: Piemonte


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Inserito il - 03 settembre 2009 : 22:30:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Faccio ancora un intervento qui prima che la discussione venga scissa!

Stavo facendo alcune considerazioni tra me e me... sapendo poco di botanica mi stavo letteralmente sorprendendo della quantità di normative, studi di impatto, tipi di lauree, studi vari, titoli, ecc. ecc. servano oggi per poter decidere se una pianta vada tolta oppure no, se sia giusto, ingiusto, o che altro! E non so neanche dire se ci sia una gran differenza tra le zone dunali oppure un bosco deciduo.. alla fine seppur chiaramente diversi, sempre di ecosistemi si parla, con una propria biodiversità. Ebbene, riflettevo sul fatto, che i miei nonni, sebbene avessero solo la terza elementare, contadini da una vita, hanno sempre fatto interventi sul bosco o nei prati, falciando l'erba quando era ora, o tagliando le piante secche o malate... e non credo ne abbiano mai chiesto consiglio a nessuno, ne tanto meno che possano aver fatto estinguere specie rare o endemizzate di nuove. Semplicemente, solo 60 - 70 anni fa c'era una maggiore vicinanza con l'ambiente, lo si conosceva di più senza aver fatto chissà quali studi, c'era una maggiore vicinanza, un contatto reale, fisico, giornaliero, fatto di sudore e lavoro di braccia, l'ambiente lo si viveva letteralmente e lo si rispettava!! Credo sia un vero peccato che si stia perdendo la tradizione contadina, con i suoi ritmi e abitudini che andavano di pari passo e in armonia con la Natura!



Luca

<<Non c'è niente come la paleontologia. Il piacere del primo giorno di caccia alla pernice o dell'apertura della stagione della caccia non si può paragonare a ciò che si prova nel trovare un gruppo di ossa fossili in buono stato, che raccontano la loro antica storia in un linguaggio quasi vivo>>. Charles Darwin

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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

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Inserito il - 05 settembre 2009 : 11:59:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho gradito particolarmente quest'ultimo intervento di Lucabio che in maniera estremamente sintetica ha ricondotto la discussione entro un binario di semplicità e di spontaneità ricordando il senso pratico e la forza dell'esperienza che da sempre ha caratterizzato la parte migliore della nostra nazione: il popolo contadino da cui bene o male tutti discendiamo. Una risorsa molto attenta alla biodiversità (anche se rifiutiamo o facciamo finta di non ricordare questo fatto): una potenzialità agricola che è stata disprezzata e rifiutata per rivolgere studi, attenzioni ed interesse alle coltivazioni monocolturali che hanno invaso buona parte della penisola. Faccio un esempio "a caso": gli sterminati meleti del Trentino. Gli schei innanzi tutto...

Ma torniamo a noi: per quanto riguarda l’intervento di semina del Pancratium maritimum, i cui fiori maremmani mi sembra siano leggermente diversi da quelli che appaiono nelle foto di Lucabio, ho agito secondo dei criteri di similitudine o se preferite di assonanza ambientale. Ritengo di avere maturato una conoscenza dei luoghi sufficiente per consentirmi di intuire dove avrei potuto reinserire il Pancratium senza squilibrare in alcun modo l'habitat primigenio in quel breve tratto di Parco fortemente aggredito dall'uomo. Una percezione che puoi acquisire soltanto trascorrendoci “dentro” decine di ore in ogni mese dell’anno.

E’ stato quindi seguendo questo tipo di sensibilità, maturata con la costante frequentazione, che ho mosso i miei passi. Certe cose le fai solo dopo essere entrato davvero in sintonia con l’ambiente: quando ti senti parte integrante dello stesso. Altrimenti non ti passa nemmeno per la testa di farle. Avverti come una specie di richiamo che non è per niente facile spiegare, di cui sei orgoglioso ed allo stesso tempo geloso. Ma la gelosia in questi casi è improduttiva quindi è bene parlare di queste esperienze, col coraggio del proprio pensiero e delle possibili reazioni.

Premesso questo, preciso che avevo individuato ormai da tempo alcune aree comunemente frequentate da gruppetti di bagnanti e dai vucumprà i quali amano stazionare per tutta la stagione estiva nei soliti luoghi dell'anno precedente: i meno esposti al sole o al vento. Aree che interessano solo i primi duecento metri confinanti con la spiaggia libera, quelli più pesantemente danneggiati. Oltre, ho ritenuto non fosse necessario intervenire.

Questi punti di sosta in genere sono situati dietro la prima fascia dunale che nel tratto di Principina è piuttosto bassa, diciamo dell’ordine di due metri contro la media degli otto di quella che si trova più a nord, oltre la Fiumara di Marina di Grosseto.

Purtroppo la consuetudine dei bagnanti è quella di isolarsi il più possibile dalla massa per godere di spazi più ampi dove stendere i propri teli da spiaggia ed accamparsi: ciò accade proprio nel mezzo della vegetazione, nel primo tratto del Parco adiacente alla spiaggia libera. Un’abitudine ormai consolidata nel tempo nonostante numerosi cartelli di divieto ricordino di avere rispetto di tutto ciò che ti circonda in quanto ci troviamo in un luogo dove moltissime cose non sono consentite. E’ chiaro quindi che tutta la flora interessata da questa invasione tende a diminuire di densità e di rappresentatività. Le piante, non solo vengono schiacciate e compresse ma addirittura estirpate, specie quelle pungenti, perché recano disturbo e disagio ai bagnanti. Il prossimo anno, facendo così, ce ne sarà di meno di queste erbacce, pensano fra sè e sè. E si va avanti di questo passo rubando spazio al Parco che lentamente viene inghiottito dal degrado di ogni tipo senza che nessuno intervenga..

I vucumprà invece hanno la pessima abitudine, non solo di compiere lo stesso tipo di danno dei bagnanti con la loro presenza e la loro mercanzia, ma non rimuovono i propri rifiuti che inevitabilmente si accumulano formando piccole discariche proprio nella zona dei ginepri, del lentisco e del cisto.

La mia azione è stata in primo luogo quella di ripulire dalla presenza dei rifiuti queste aree ormai desertificate a chiazze e degradate. Raccogliere poi una minima quantità di semi di Pancratium maritimum fortemente esuberanti in tutta l’area circostante e di seppellire a congrua profondità, gruppetti di cinque sei semi nei luoghi che ho ritenuto meritevoli di ripopolamento (appunto queste chiazze completamente desertificate) a delle distanze che tenevano conto delle dimensioni che successivamente avrebbero raggiunto le piante adulte: ma anche tenendo conto della possibilità di insediamento per molte altre essenze vegetali che normalmente convivono con il Pancratium m. meno soggette a rischio di sopravvivenza. Purtroppo si trattava di semi dell’anno scorso, forse non più in grado di germinare, perché i nuovi devono ancora essere espulsi dalle teche che li contengono. Li ho interrati in una dozzina di punti che ho ritenuto sufficientemente adatti alla loro germinazione e ad un rigoglioso sviluppo.

Sicuramente nella prossima stagione balneare, qualora le piantine dovessero nascere, sarebbero nuovamente schiacciate ed estirpate. Spero però che qualcosa nel frattempo possa cambiare perché sarebbe sufficiente elevare di tanto in tanto delle pesanti contravvenzioni perché la voce possa spargersi con rapidità e questo malvezzo rientrare nei limiti di una occasionalità sopportabile e non di una consuetudine radicata.

Ora, senza bisogno che me lo ricordi il moderatore, sdegnandosi del mio operato non legittimato da carte bollate e da decisioni concordate da congressi di studiosi, vorrei sottolineare a tutti coloro che mi stanno leggendo che credo di aver agito in maniera sufficientemente attagliata alle necessità del momento, estremamente particolari e necessitanti di interventi anche abbastanza immediati, pur nella consapevolezza di aver agito in contrasto con quanto è previsto dalla normativa.

Sento di avere la coscienza a posto perchè ritengo di non aver arrecato danno all'habitat: semmai ho fatto di tutto per mantenerlo nella situazione originaria. Gli interventi di semina sono stati estremamente ridotti nella quantità e nella densità in riferimento a tutte le altre essenze vegetali. Potrei dire che si è trattato di un'embrionale, morigerato esperimento di ripopolamento.
Lascio non solo alla moderazione, ma spero a voi tutti, il compito di esprimere il parere in merito di cui prenderò comunque atto, facendone nuovo motivo d'esperienza personale.
Vi ringrazio per l'attenzione che vorrete attribuire alla questione.
Beppe

Bottled beetles - salviamo le spiagge, i litorali, le dune dai barbari


Arriviamo alla verità, non solo con la ragione, ma anche con il cuore.
Blaise Pascal - Pensées 1670.




Modificato da - vespa90ss in data 05 settembre 2009 12:07:14
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

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Inserito il - 08 settembre 2009 : 11:37:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Principina a Mare, mezz'ora dopo l'alba, oltre la spiaggia libera. Siamo già all'interno del Parco dell'Uccellina. Visito una delle "aree di sosta" dei vucumprà che rappresentano uno dei vari problemi collegati all'accumularsi dei rifiuti nella zona: purtroppo loro sono dei frequentatori assidui ed abituali di alcuni punti precisi non hanno la consuetudine di rimuovere i propri rifiuti. Questo gruppo di cespugli di ginepro ne era pieno, infilati con cura al loro interno per rendere più praticabili gli spazi adiacenti. Imbottiture delle borse in carta sintetica, sacchetti di plastica e cellophane, decine di targhette con prezzi e modelli oltre agli avanzi completi dei loro bivacchi.



Pancratium maritimum  / Giglio di mare



Anche la parte opposta della "piazzuola", quella cioè lato mare, ne era piena.


Pancratium maritimum  / Giglio di mare



Mi sono messo al lavoro e dopo una mezz'oretta il risultato della raccolta, solo in quel punto preciso di pochi metri quadrati, è stato quello che potete vedere: tre sacchetti grandi della spesa pieni zeppi di tutto un po'.


Pancratium maritimum  / Giglio di mare





Pancratium maritimum  / Giglio di mare


Il mio voler seminare in quelle aree il Pancratium maritimum è stata pura e semplice utopia. Un gesto sicuramente soltanto simbolico. Quasi una forma primordiale di preghiera perchè è così che amo ringraziare la Natura per ciò che mi offre.
E' chiaramente opinabile che il prossimo anno, gli stessi vucumprà con i soliti sacconi di mercanzia si riuniranno nel solito posto in attesa del solito orario di lavoro, perchè nulla nel frattempo sarà cambiato. Nonostante i numerosi cartelli di divieto.
E magari, non solo calpesteranno senza possibilità di crescita le nuove piantine appena nate, ma forse finiranno per eliminare quelle poche superstiti, ancora sopravvissute.
Anche gli italiani non sono molto da meno perchè qualche rifiuto lo "dimenticano" tutti sulla spiaggia: il vento di libeccio poi lo trasporterà nel retroduna. Moltiplicandolo per le migliaia di bagnanti che frequentano nel mese di agosto la zona potete capire cosa si trova più o meno disperso fra le dune di quei primi trecento metri di Parco. Ripulire è una battaglia contro ai mulini a vento. Quindi non intendo puntare il dito soltanto contro i vucumprà: loro creano i problemi maggiori perchè hanno la consuetudine di abbandonare in forma concentrata e costante tutti i propri rifiuti dove si accampano, senza tanti problemi.
L'unica soluzione per preservare la distruzione della flora è stabilire un controllo giornaliero di quell'area elevando delle contravvenzioni a chi sosta nelle aree non consentite.
Altre considerazioni potete farle voi stessi.


Bottled beetles - salviamo le spiagge, i litorali, le dune dai barbari


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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 09 settembre 2009 : 15:05:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Chiedo scusa se dico cose già dette da qualcuno in questa lunga discussione; l'ho scoperta solo ora dopo 2 mesi di assenza e può darsi che non l'abbia assimilata bene.
Sono sostanzialmente dalla parte di Beppe e degli altri "interventisti".

Per quello che ho capito, il problema è se sia meglio intervenire "fai da te" o affidarsi alle istituzioni.

Secondo me, quelli che hanno una certa cultura ecologica come Beppe e come me, e a maggior ragione quelli più esperti di noi, come Limbarae ed altri che hanno partecipato a questa discussione, fanno bene ad intervenire.
Può darsi che commettano qualche errore: che aiutino ignorantemente anche qualche organismo alloctono (a proposito, il Chamerops humilis è specie africana alloctona o è ormai naturalizzata?). Nel complesso, però, credo che siano più i vantaggi che i rischi.

Anche perché io sono estremamente scettico sulla capacità e sulla volontà delle istituzioni di intervenire in favore della biodiversità e, soprattutto, sui processi tecnici, economici e politici per attuare gli interventi.
C'è chi saprebbe cosa fare ma non ha il potere per attuarlo e tanti che hanno il potere e partoriscono progetti discutibili che, alla fine, si reggono più su basi economiche che scientifiche.

In particolare, noto che si fa una grande confusione tra la biodiversità propriamente detta, che penso sia il valore fondamentale di chi scrive su questo forum, e altri valori che soltanto le somigliano.

Valori come l'animalismo generalizzato, che spesso danneggia la biodiversità; come l'ambientalismo antropocentrico, che punta a far vivere meglio noi esseri umani, anche a spese degli animali selvatici; l'entusiasmo (talvolta interessato) per gli impianti ad energie rinnovabili, che spesso vanno a compromettere i cosiddetti "terreni incolti", di nessun valore agricolo ma di inestimabile valore ecologico (e fotografico).

Credo che questo forum dovrebbe servire anche a far chiarezza su questi concetti, trattando la cosa solo sul piano scientifico e mettendo da parte le etichettature sommarie e le scelte di fondo, ideologiche e politiche (tipo "biologico e rinnovabile = buono" e "nucleare = no buono" e simili), che spesso, quando si traducono in iniziative concrete, producono disastri irreversibili.

luigi




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Lucabio
Utente Senior


Città: Mongardino
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Inserito il - 09 settembre 2009 : 21:54:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:



Anche perché io sono estremamente scettico sulla capacità e sulla volontà delle istituzioni di intervenire in favore della biodiversità e, soprattutto, sui processi tecnici, economici e politici per attuare gli interventi.
C'è chi saprebbe cosa fare ma non ha il potere per attuarlo e tanti che hanno il potere e partoriscono progetti discutibili che, alla fine, si reggono più su basi economiche che scientifiche.




Sono perfettamente d'accordo su tutto quello che scrive Ellelle!
Le tue parole mi fanno tornare in mente un episodio avvenuto qualche anno fa in una cava, qui nei pressi di Asti. Entro fine maggio scadevano gli appalti e si doveva rinaturalizzare l'area. Al di là della perdita del patrimonio paleontologico che quella cava custodiva.. dopo aver spianato tutto il terreno sabbioso presente con le ruspe, nel bel mezzo di luglio , con 35 gradi all'ombra, furono piantate circa 5.000 piantine di roverelle e non so cos'altro, ogniuna con la sua retina protettiva alla base... Bene, dopo 10 giorni non ce n'era già più neanche una viva!!!!
Io mi chiedo.. qualcuno avrà fatto dei progetti, chissà quanti soldi hanno speso per pagare ingegneri, progettisti, studi di qui e studi di là, più il costo delle piante stesse, ecc... per avere un simile risultato? Ma non ci vuole una laurea per capire che se in un terreno sabbioso metto delle piante a metà luglio, queste moriranno di lì a poco!!!



Luca

<<Non c'è niente come la paleontologia. Il piacere del primo giorno di caccia alla pernice o dell'apertura della stagione della caccia non si può paragonare a ciò che si prova nel trovare un gruppo di ossa fossili in buono stato, che raccontano la loro antica storia in un linguaggio quasi vivo>>. Charles Darwin

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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 09 settembre 2009 : 22:54:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anch'io sono d'accordo con Ellelle..

Modificato da - nanni in data 09 settembre 2009 22:55:04
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


2280 Messaggi
Fotografia Naturalistica

Inserito il - 10 settembre 2009 : 14:55:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io e Beppe abbiamo continuato alcuni temi di questa dic. quiLink Venite? a presto...
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vicente
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Inserito il - 11 settembre 2009 : 21:27:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ragazzi,molte persone penso che non siano intervenute nella discussione, perchè si corre il rischio che alcune parole scritte possano essere interpretate in maniera errata, ma qualcosa mi ha spinto ad esprimere il mio pensiero.
Io penso che la bellezza di un forum stia nella sua biodiversità,di pareri piu ricchi possibili.
Dove non ci sarà mai uno che vince o uno che perde (come nel gioco delle carte) ma vinciamo tutti assieme se riusciamo ad arrivare a delle conclusioni condivise e costruttive,accettando e comprendendo la biodiversità di ognuno di noi.
Concludo sostenendo che la prima regola della comunicazione è quella di accettare e comprendere qualcuno che la pensi in maniera diversa da noi,solo dopo si potrà parlare di contenuti.
Ciao Ciao da Vicente.

Ogni anima è,e diventa ciò che guarda(IV 3,8,15-16)
Plotino
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32993 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 11 settembre 2009 : 23:11:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono d'accordo sull'approccio di fiducia e rispetto, ma dissento in parte sulle altre valutazioni.

Concordo che è bene che vengano fuori posizioni diverse che arricchiscono la discussione, ma non credo che più diverse sono, meglio è.

Se i partecipanti a questo forum condividono un certo numero di valori fondamentali comuni, non dovrebbero sorgere troppe polemiche.

A meno che, come hai premesso tu, non si tratti di malintesi. E spesso è proprio così.

In questa discussione, comunque, a confronto di altre, mi sembra che siamo stati sostanzialmente tutti corretti, a parte qualche fallo involontario; nessuno si è meritato il cartellino giallo

luigi




Modificato da - elleelle in data 11 settembre 2009 23:12:06
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Lucabio
Utente Senior


Città: Mongardino
Prov.: Asti

Regione: Piemonte


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Inserito il - 12 settembre 2009 : 15:30:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vicente:


Concludo sostenendo che la prima regola della comunicazione è quella di accettare e comprendere qualcuno che la pensi in maniera diversa da noi,solo dopo si potrà parlare di contenuti.


Pienamente condiviso! Accettazione e comprensione devono però essere reciproche,
perchè se sono sempre solo a senso unico diventa davvero difficile e pesante!



Luca

<<Non c'è niente come la paleontologia. Il piacere del primo giorno di caccia alla pernice o dell'apertura della stagione della caccia non si può paragonare a ciò che si prova nel trovare un gruppo di ossa fossili in buono stato, che raccontano la loro antica storia in un linguaggio quasi vivo>>. Charles Darwin

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