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Gaya
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Flora e Fauna

Inserito il - 31 luglio 2009 : 17:14:48 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Nazione: Italia Regione: Sicilia Provincia: SR Comune: Localitŕ:
Questo breve reportage è un regalo che mi sento in dovere di fare ad una regione, la Sicilia che amo al pari del mio Piemonte. una terra ferita da mafia, abusivismo edilizio,
incendi dolosi che inesorabilmente ogni estate distruggono ettari di bosco e di macchia mediterranea.
Ma ogni volta che visito questa terra, mi riserva emozioni, con i suoi paesaggi dalla struggente bellezza.
Questo reportage riguarda in particolare la zona sud-orientale che mi è rimasta in particolar modo nel cuore, anche per l'orgoglio dei suoi abitanti
che hanno difeso la loro terra dalle compagnie petrolifere che vorrebbero trivellare il suolo del Val di Noto per cercare il prezioso oro nero.
Ma un altro modello di sviluppo è già stato scelto, non quello che "spreme" il territorio alterandone irrevocabilmente le caratteristiche ambientali
e sociali (come già accadde per Priolo e Augusta) bensì quello che si basa su una politica energetica che punti su energie rinnovabili, sul rispetto dell'ambiente e sulla valorizzazione del patrimonio culturale.

Il mio itinerario comincia da Castelluccio, sito archeologico localizzato tra i comuni di Noto e Palazzolo Acreide e che ha dato il nome all'omonima cultura di Castelluccio diffusa nella Sicilia sud orientale tra il XVIII ed il XV sec. a.C.
ovvero nella prima età del bronzo siciliana. Gli studiosi hanno individuato il piano dell'abitato, posto su uno sperone roccioso, una sorta di acropoli fortificata e, la necropoli.
La necropoli consta di oltre 200 tombe a grotticella artificiale, scavate nelle pareti ripide della vicina cava della Signora, la più monumentale è la cosiddetta "Tomba del Principe" con un prospetto costituito da quattro pilastri scavati nella roccia.
Il sito è in stato di abbandono e non è facile interpretare i resti, ma è rilevante dal punto di vista paesaggistico.
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Immagine:
Sicilia sud-orientale
242,09 KB
Tombe a grotticella

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Inserito il - 31 luglio 2009 : 17:16:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un "balcone" sul paesaggio, nei pressi di Castelluccio (SR).

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Flora e Fauna

Inserito il - 31 luglio 2009 : 17:22:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Seconda tappa è la Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile, una riserva naturale orientata regionale della Sicilia, ricca di rilevanze paesaggistiche, antropologiche, idrogeologiche, archeologiche e speleologiche.
Essa è attraversata dal fiume Cassibile, che nel corso dei millenni ha creato una serie di profondi canyon.
Nel fondovalle, ha finito per crearsi un complesso sistema di piccole cascate e invasi naturali spesso balneabili.
L'itinerario più classico all'interno della riserva naturale è quello che porta ai Laghetti di Avola Antica.
Si percorre un antichissimo sentiero conosciuto con l'appellativo "Scala Cruci", che scende sino ai laghetti alimentati da suggestive
cascate e ripide, qui grazie all'umidità presente la vegetazione è rigogliosa.
Ci ritroviamo in un'altra dimensione rispetto ai tipici paesaggi siculi arsi dal sole.
E' d'obbligo il bagno nelle fresche acque delle piscine naturali che la natura offre in questo paesaggio
di bellezza incontaminata.
Il dislivello tra accesso e fondovalle è di 300 m circa ed è consigliabile risalire nelle ore più fresche!
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La vista da Scala Cruci.

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Inserito il - 31 luglio 2009 : 17:24:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Uno dei limpidi laghetti.

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Inserito il - 31 luglio 2009 : 18:00:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il sito di Pantalica si trova su un altopiano, circondato da canyon formati nel corso dei millenni da due fiumi, l'Anapo e il Calcinara,
che hanno determinato l'orografia a canyon caratteristica della zona. L'altopiano così come la sottostante Valle dell'Anapo sono delle importantissime zone naturalistiche. Vari sentieri permettono di visitare il sito, anche se non sono tutti ben segnalati.
La Valle dell'Anapo è accessibile da due varchi collegati tra di loro, dal lato di Sortino e dal lato di Ferla.
Questo sentiero corre per più di 10 km sul tracciato dell'ex linea ferroviaria Siracusa-Vizzini.
La visita all'altipiano può invece partire dalla cosiddetta Sella di Filiporto, raggiungibile dal paese di Ferla dove sono partita io, o dall'altro lato,
dal versante di Sortino, passando sopra la cosiddetta Grotta dei pipistrelli.
Nella prima metà del XIII secolo a.C. le popolazioni indigene abbandonarono gli insediamenti costieri a causa dell'arrivo di altre popolazioni italiche
e cercarono rifugio in disagevoli zone montane più adatte alle nuove esigenze di difesa. Durante il Medioevo, le popolazioni stremate dalle incursioni
di barbari, pirati e arabi trovarono nuovamente rifugio nell'area delle necropoli.

Ancora oggi sono visibili i resti delle abitazioni scavate nella roccia in epoca bizantina ed i resti dei piccoli oratori rupestri.
Siamo in uno di quei luoghi in cui ci ferma a pensare a quei nostri antichi antenati, e in questo luogo magico, in cui oggi la natura è la padrona
sembra che affiorino paure e timori ancestrali.

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Una delle necropoli
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Inserito il - 31 luglio 2009 : 18:02:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La valle sottostante con la zona umida.

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Inserito il - 31 luglio 2009 : 18:03:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Percorrendo uno degli assolati sentieri.


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Inserito il - 31 luglio 2009 : 18:04:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E in questi luoghi ci si commuove per le cose più semplici come un mandorlo selvatico.

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Inserito il - 31 luglio 2009 : 18:15:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Oppure ritrovamenti un po' particolari come questo Ortottero forse del genere Acrida. Dell'ortottero se n'era parlato qui.


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Inserito il - 05 agosto 2009 : 12:47:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La Riserva Naturale Orientata di Vendicari è un piccolo gioiello naturalistico vicina ad una città gioiello qual'è Noto.
La riserva consiste in una stretta fascia costiera acquitrinosa, di fondamentale importanza per le specie di uccelli migratori. L'esistenza dei vasti pantani con un'elevata salinità ha contribuito alla creazione di un ecosistema di grande importanza per molti uccelli migratori. La riserva è una zona umida costiera di alto valore biologico per la presenza di biotopi differenti: costa rocciosa, costa sabbiosa, macchia mediterranea, pantani (salmastri e d'acqua dolce), saline, garighe e aree coltivate. I pantani Piccolo, Grande, Roveto e i due minori (Sichilli e Scirbia, collegati al solo Roveto) sono separati l'uno dall'altro solo da poche decine di metri. Tra i tre, solo il Pantano Piccolo non si prosciuga mai, neppure nei periodi di siccità, grazie alla presenza di sorgenti di acqua salmastra.
Gli accessi alla riserva sono quattro: il più a nord in zona Eloro, uno in prossimità della spiaggia Calamosche, l'ingresso principale all'altezza della Torre Sveva e, infine, quello di Cittadella dei Maccari (sede dell'insediamento bizantino di cui resta un tempietto e la necropoli).

La spiaggia di Eloro, vicino alle rovine della colonia greca del VII sec. a.C.

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Modificato da - Gaya in data 05 agosto 2009 12:51:09
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Inserito il - 05 agosto 2009 : 14:40:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Procedendo verso sud, all'estremità della spiaggia di Eloro si incontra la foce del fiume Tellaro.
Più a sud si trova l'ingresso principale alla Riserva, vicino alla Torre Sveva.

La Torre Sveva e le case dei pescatori, nei pressi della settecentesca tonnara.


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Inserito il - 05 agosto 2009 : 14:45:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il tratto di costa vicino alla tonnara.


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Inserito il - 05 agosto 2009 : 14:56:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sul sentiero che dalla tonnara porta a Calamosche.
Acque salate a confronto, il mare a sinistra il pantano a destra.



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Inserito il - 05 agosto 2009 : 15:15:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La tipica vegetazione dunale in un tratto all'altezza della zona dei pantani, in lontananza la Torre Sveva.

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Inserito il - 06 agosto 2009 : 15:38:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le Zone Umide in Sicilia hanno una straordinaria importanza internazionale, essendo l’isola collocata nel punto di snodo fondamentale, di una delle tre rotte migratorie principali percorse dall’avifauna, nel lungo viaggio dal continente africano all’Europa e viceversa.
Le maggiori minacce per queste delicate aree ecologiche vanno dalla captazione delle acque, agli interramenti con lo scopo di un prosciugamento per favorire l’agricoltura intensiva con l’espansione delle coltivazioni in serre e nelle zone costiere, e poi l’inquinamento, l’abusivismo edilizio e i lavori per incrementare le infrastrutture.
Secondo i dati della LIPU nel secolo scorso ne abbiamo perse due su tre.

Il pantano visto da uno dei capanni d'osservazione

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Inserito il - 06 agosto 2009 : 15:52:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vendicari, in quanto "zona umida costiera", è ricca di acque, ma con un alto tenore di salinità. In un tale ecosistema così "estremo" possono vivere solo quegli organismi vegetali e animali in grado di adattarsi a tale ambiente.

Le piante alofite, che si adattano a terreni ad alta concentrazione di sale, si sono sviluppate in modo da eliminare i sali in eccesso, le succulente accumulano nei tessuti riserve d'acqua dolce; altre piante come il ginepro, le tamerici e le salicornie si sono adattate riducendo le superfici fogliari e minimizzano così la traspirazione e la perdita d'acqua.

In un continuo alternarsi di tratti sabbiosi e tratti rocciosi, la vegetazione presenta una corrispondente alternanza tra associazioni di piante rupicole e di piante psammofile (amanti della sabbia).

La foce del pantano
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Inserito il - 06 agosto 2009 : 15:57:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un abituale frequentatore della riserva: il fenicottero rosa.


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Inserito il - 06 agosto 2009 : 16:17:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L'area della Cittadella fu intensamente abitata nell’antichità, grazie all’opera dell'archeologo Paolo Orsi in quest’area furono ritrovate le catacombe (6 complessi ipogeici), 2 sepolcri ad edicola e 4 chiese Bizantine, di cui solo una è tuttora visibile: la Trigona. Attorno a queste costruzioni si sono rinvenuti anche resti di un insediamento abitativo e altri resti probabilmente pertinenti all’area portuale (sfruttata già dai Fenici), in prossimità della foce del pantano Sichilli.

Catacombe bizantine del V-VI Secolo d.C.
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Inserito il - 06 agosto 2009 : 16:34:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il tratto di costa sabbiosa più meridionale, dall'ingresso della Cittadella.
La guardiola con l'omino e il cartello in fondo indicano che è vietato oltrepassare quel limite, in modo da preservare un tratto di costa dall'eccessivo calpestio che, soprattutto nella stagione estiva, può arrecare danno alla flora e alla fauna presenti.

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Inserito il - 06 agosto 2009 : 17:40:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sulle orme della pimelia... in realtà questo è tutto ciò che ho visto del coleottero tenebrionide, abitante abbastanza diffuso delle aree dunali. Un motivo in più (caso mai ce ne fosse bisogno..) per tornare in questo posto meraviglioso.
Anche un altro tenebrionide, lo scaerites buparius, in grave pericolo di estinzione, purtroppo non ho avuto il piacere di incontrare vivo, ma questa foto fa ben sperare sulla sua presenza a Vendicari.

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Modificato da - Gaya in data 06 agosto 2009 18:15:37
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Inserito il - 06 agosto 2009 : 17:46:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ancora una vista panoramica del litorale della parte sud della riserva.

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